Future? ~ Andersonite.

A Gin, il Blaine del mio Richard.

Nonostante fosse il suo ultimo anno, Richard James non si preoccupava più di tanto del suo futuro. Avrebbe dovuto, lo sapeva fin troppo bene, ma la vita, nonostante fosse il suo Senior Year, non era cambiata più di tanto. I professori continuavano a ripetergli di studiare -come se normalmente già non dovessero spezzarsi la schiena sui libri- e di prepararsi per il College, ma oltre a questo lui non sentiva nulla di diverso. Da quando era entrato nei Warblers sentiva che non c’era niente che poteva scalfirlo o preoccuparlo.

Un test andava male? Wes ti veniva incontro a fine riunione per suggerirti quel libro in biblioteca per recuperare. Dovevi consegnare un compito per il giorno dopo ed eri solo a metà? Si finiva mezz’ora prima per darsi tutti da fare per completare la ricerca. Un giorno no? Bastava cantare insieme e tutto si sistemava.

E poi c’era lui.

Non era certo che ne fosse propriamente consapevole del modo in cui condizionava la gente attorno a lui, ma Blaine Anderson, per la maggior parte dei Warblers e per il resto della Dalton era una specie di Dio. Soprattutto i più piccoli avevano una vera e propria venerazione che a volte sfiorava addirittura il ridicolo.

Se entrava in una stanza tutti si giravano a guardarlo e lui, con quegli occhi dal colore indescrivibile, sorrideva a chiunque. Batteva con entusiasmo tutte le mani che si alzavano per salutarlo e si fermava a chiacchierare con ogni singola persona chiedesse di lui.

Richard si accorse di avere una gigantesca cotta per il loro solista un mercoledì pomeriggio poco prima lo scadere delle loro ore al Glee Club. Era marzo e il cielo era di un azzurro che iniziava finalmente ad assomigliare alla primavera, il che voleva dire l’avvinarsi del Festival di inizio Aprile, il che significava cumuli di nervosismo aleggianti sulle teste di tutti coloro che dovevano esibirsi.

Naturalmente Blaine avrebbe avuto l’ultimo assolo. Avevano scelto Just Dance che in quel periodo aveva smesso di essere così popolare e l’avevano rivisitata un po’ ma cercare di provare, con quell’atmosfera tesa, era praticamente impossibile.

Così lui si era avvicinato, tranquillo e pacato come sempre nonostante nella loro sala si stesse scatenando il delirio e lo aveva guardato dal basso della sua statura, negli occhi, sorridendo.

«Davvero buono il beat-box che stai mettendo come base. Mi piace.» aveva detto, e Richard era arrossito.

E aveva capito di essere caduto anche lui nella trappola della Andersonite, con tutte le scarpe. Da quel momento in poi, un po’ come facevano tutte le persone del suo fan-club segreto, si era limitato a guardarlo da lontano, a fare da base alla sua voce armoniosa e a farsi ogni tanto qualche sega pensando a quel bel faccino.

Nonostante fosse il suo ultimo anno, Richard James non si preoccupava più di tanto del suo futuro. Per il momento aveva una media decentemente alta, un gruppo di amici formidabile e un ragazzo dai capelli ricci e una voce d’angelo che dopo un anno guardato dal fondo della formazione dei Warblers era riuscito a conquistare.

Fine.

Piccola -piccolissima- Blainard per celebrare la nuova coppia all’interno del mio GDR. Se non sapete chi è Richard James cercate quel figo di Jon Hall su google.

Baci, Nacchan.