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Autore: hinata 92    13/10/2011    3 recensioni
Ricordate l'episodio 39? Quello con Chibi-Gokudera?
E se anche Reborn finisse nel bazooka difettoso?
Avventure, scene comiche, imprevisti ed equivoci in una giornata raccontata da un narratore davvero... d'eccezione!
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Reborn, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tsuna chiuse la porta alle sue spalle e ci si appoggiò sospirando

Cronache di un bazooka impazzito e di un Arcobaleno improvvisamente adolescente

 

 

 

Il mio padroncino… non è più bambino?

 

Tsuna chiuse la porta alle sue spalle e ci si appoggiò sospirando. Sembrava che la stanchezza di quella giornata lo avesse colpito tutto di un colpo, e in fondo era anche comprensibile: prima la visita inaspettata di Kyoko e Haru; l’intervento di quel meccanico strambo, Giannini; poi Gokudera caduto per errore nel bazooka dei dieci anni di quel bambino rompiscatole e diventato marmocchio a sua volta; infine gli assassini di Verde. C’erano tutti gli ingredienti per definire la giornata perlomeno stancante.

« Allora, tutto a posto con Gokudera, Tsuna? »

Il ragazzo si voltò verso di noi e ci fissò con occhi stanchi ma felici. Sia io che il mio padrone sapevamo già la risposta prima ancora che aprisse bocca:« Sì, fortunatamente è ritornato alle sue dimensioni normali, grazie al cielo! »

Non potevo vederlo, ma sapevo che Reborn stava sorridendo.

« Bene, allora domani… »

 

« NO, NON TE LO DO PIU’ IL MIO BAZOOKA!!! »

 

Rieccolo, quel bambino insopportabile che qualcuno aveva deciso di chiamare Lambo. Il mio padrone non lo sopportava, ma io non ero molto più paziente di lui con quel marmocchio! Correva come un pazzo sulle scale portandosi in spalla quell’arma che era due volte più grande di lui. Alle sue spalle Giannini, con quella specie di ufo su cui viaggiava, lo inseguiva:« Aspetta! Se non me lo ridai non posso aggiustarlo! »

« Non è vero, poi non me lo dai più! »

Tsuna sospirò:« Lambo, per favore… abbiamo già avuto abbastanza problemi con quel bazooka per oggi! »

Ma il bambino, come prevedevo, non ascoltava nessuno.

Finalmente vidi il segnale che attendevo: un dito del mio padrone mi si era avvicinato e ci saltai sopra senza alcuna esitazione.

« Leon… se non si ferma lui, lo dobbiamo fermare noi! »

Sorrisi, non aspettavo altro! Diventai subito un martello e il mio padroncino mi afferrò al volo. Stava per ripetersi una scena già vista, sennonché accadde l’imprevisto.

 

Tsuna cercò di fermarci, ma riuscì solo ad afferrare il cappello di Reborn.

Lambo perse l’equilibrio e cadde dalle scale, rimbalzando con la testa su tutti i gradini rimanenti.

Nessuno, davvero nessuno, forse neanche quella mente matematica di Gokudera, avrebbe potuto prevedere la traiettoria di quel bazooka.

 

« REBORN, ATTENTO!!! »

 

Tsuna gridò un istante prima. Quasi contemporaneamente il mio padrone mi scagliò lontano, forse per proteggermi. Se avessi avuto voce, avrei gridato, ma non l’avevo. Dopotutto, sono solo un piccolo camaleonte, io.

Una nuvola di fumo rosa avvolse il mio padroncino coprendolo alla nostra vista.

 

« Oh… »

« Oh-oh… »

« Ooooooooooh!!! Il mio bazooka ha fatto boom!!! »

 

Ok, non che i commenti precedenti fossero molto intelligenti, ma quest’ultimo era proprio il degno commento di quell’idiota che va in giro vestito da mucca!

 

« R-reborn? Va tutto bene? »

Nulla, nessuna risposta. Per quanto fossi più fiducioso nel mio padrone di Tsuna, confesso che iniziai a essere preoccupato anch’io.

« Oh cavolo! Questa non ci voleva! Gokudera è tornato più o meno all’età di Lambo, ma Reborn è più piccolo… non sarà diventato un embrione??? »

E questo sarebbe l’erede della super intuizione dei Vongola? Siamo messi bene!

« Tu ti preoccupi sempre troppo, ImbranaTsuna! »

Senza alcun preavviso, Reborn era uscito dalla nuvola di fumo e aveva ripreso il suo amato cappello, sul quale, nella confusione generale, ero risalito.

Tsuna lo guardò stupito e anch’io non ero da meno. Per riprendersi il copricapo il mio padroncino aveva semplicemente fatto il gesto più naturale.

 

Impossibile, però, per un bambino che non arriva nemmeno al ginocchio di Tsuna allungare la mano e afferrare il cappello dalle sue mani…

 

« R-reborn?  Sei tu? »

Notai il leggero tremore del mio padrone nel rendersi conto di stare fissando in volto Tsuna pur avendo i piedi ben piantati per terra. Tuttavia non rispose all’erede dei Vongola ma uscì dalla stanza cercando di calare il cappello sul volto. Non si fermò e disse nulla fino a quando non fu davanti allo specchio dell’ingresso. Solo allora lo sentì respirare profondamente nel vano tentativo di calmarsi. Era la prima volta che sentivo Reborn così agitato.

 

Finalmente trovò il coraggio di aprire gli occhi e specchiarsi. Io avrei gridato dallo stupore al suo posto ma Reborn rimase impassibile. L’unica concessione allo stupore che si consentì fu un sopracciglio sollevato.

I capelli neri uscivano dal cappello incorniciando un viso allungato e dall’aria seria. Il naso e la bocca erano sempre quelli, tuttavia le enormi pupille nere avevano lasciato spazio a parte dell’iride bianca. Nonostante questo, lo sguardo di Reborn rimaneva imperscrutabile. Abbassando lo sguardo potei notare il corpo del mio padroncino, alto, magro e dall’aria scattante. Gli abiti erano sempre gli stessi, come era accaduto a Gokudera, solo il cappello, che era rimasto fuori dal bazooka, era decisamente troppo piccolo per la nuova nuca. Ora il ciucciotto maledetto degli Arcobaleno sembrava solo un ciondolo decorativo.

Potei notare la presenza di Tsuna alle nostre spalle, ma il mio padrone non ci fece apparentemente caso. Sapevo cosa significava per lui tutto questo: per quanto momentanea, era la rottura della maledizione degli Arcobaleno, il suo più grande desiderio. Proprio per questo per un istante comparve un sorrisino sul suo volto, talmente fugace che solo io e forse Tsuna con la sua super-intuizione potevamo notarlo.

 

« Perché sorridi? »

Ecco, appunto.

 

Reborn non rispose, ancora troppo preso dal suo aspetto.

Tsuna si fece coraggio e richiese:« Reborn… sei tu o sei quello fra dieci anni? »

Dubbio legittimo, in effetti. Non ci avevo pensato: e se quello non fosse stato il mio padroncino?

Eppure…

 

« Guardami bene: ti sembro un bambino di 11 anni? »

No, poco ma sicuro.

Già la voce era molto più bassa, quasi del tutto incompatibile con quella acuta e squillante di pochi minuti prima. Inoltre ora Tsuna era più basso di Reborn di un paio di spanne con evidentemente soddisfazione di quest’ultimo. Ora finalmente poteva guardare il suo allievo dall’alto in basso come si addice a un vero tutor!

Tsuna lo guardò con occhio clinico:« Ti darei 17 o 18 anni… »

Reborn diede ancora una fugace occhiata allo specchio e immaginai che stesse confrontando mentalmente la sua immagine con i suoi ricordi di quel periodo. Dal leggero movimento del capo dedussi che concordava con quella valutazione. 

 

Finalmente il mio padroncino, anzi, il mio padrone, si risollevò dai suoi pensieri e chiese a Giannini:« Allora, si può sapere cosa è successo? »

L’uomo si mostrò decisamente agitato:« N-non lo so! Teoricamente il tuo corpo dovrebbe essere tornato indietro di dieci anni, eppure sembri più grande… »

Invece aveva un senso. Dieci anni fa il mio padroncino non era ancora un Arcobaleno… che avesse trovato davvero un modo per sconfiggere la maledizione?

Impassibile, Reborn chiese ancora:« Quanto durerà l’effetto? »

« Non posso dirlo con certezza, di sicuro di più di quanto è durato a Gokudera, perché l’effetto aumenta più si utilizza il bazooka… »

Tsuna intervenì:« Cosa? Allora bisogna subito riparare quest’arma infernale! »

La mucca rompiscatole incrociò le braccia:« No! Non ve lo do! »

« Dai, Lambo, ragiona: se non lo aggiustiamo rischi di trovarti un Reborn adulto per sempre… »

« E chi se ne importa! »

Reborn sorrise:« Davvero? Lo sai che così posso picchiarti meglio di prima? »

E senza troppi complimenti tirò un pugno sulla testa del bambino.

Tsuna lo sgridò:« Reborn!!! Cosa fai? »

« Tranquillo, la sua criniera attutisce qualsiasi colpo… e poi è l’unico modo per fargli entrare in testa le cose! »

Il moccioso aveva le lacrime agli occhi:« I-io d-devo resistere… Uahhhh!!! Fate quello che volete, ma mandatelo via!!! »

E se ne andò mollando il bazooka.

Giannini lo prese al volo:« Comincerò subito ad aggiustarlo in modo da evitare ulteriori danni! »

« Bene, e per stanotte dormirò nel tuo letto, Tsuna! »

« Cosa??? »

« Mi sembra ovvio, nella mia amaca ora come ora non entro più! »

« Ok, ma perché proprio nel mio letto? »

« Perché sono il tuo tutor! »

« Non è un motivo sufficiente… Reborn? Reborn! »

Ma il mio padroncino non lo ascoltava più. Salì le scale attorcigliandosi attorno a un dito le sue basette a ricciolo e sorridendo fra sé e sé.

« Anche se durerà poco, mi sa che ci divertiremo… vero, Leon? »

Annuì convinto. Questo era poco ma sicuro.

 

 

Ciaossu! Questa è la prima fanfic su questo anime che ho scoperto quest’estate, ma che è già diventato uno dei miei preferiti, se non il mio preferito! In particolare adoro la puntata 39, e la prima cosa che ho pensato è stata: cosa succederebbe se anche Reborn cascasse dentro al bazooka di Lambo modificato? Così è nata questa storia… e Leon come narratore è stata una scelta quasi obbligata! Chi lo conosce meglio di lui? E pensare che, pur essendo uno dei personaggi più importanti della serie (se non c’era lui a trasformarsi in pistola e a produrre i proiettili, Tsuna sarebbe ancora… ImbranaTsuna! XD) non ha neanche una battuta…

Sperando che l’idea vi piaccia, continuerò questa storia alternandola con un’altra che ho in corso su Soul Eater… mi raccomando, aspetto i vostri commenti!!!

 

CIAO,anzi, CIAOSSU!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Hinata 92

 

 

 

  
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