Cronache
di un bazooka impazzito e di un Arcobaleno improvvisamente adolescente
Il mio padroncino… non è più
bambino?
Tsuna chiuse la
porta alle sue spalle e ci si appoggiò sospirando. Sembrava che la stanchezza di
quella giornata lo avesse colpito tutto di un colpo, e in fondo era anche
comprensibile: prima la visita inaspettata di Kyoko e
Haru; l’intervento di quel meccanico strambo,
Giannini; poi Gokudera caduto per errore nel bazooka dei dieci anni di quel bambino
rompiscatole e diventato marmocchio a sua volta; infine gli assassini di Verde.
C’erano tutti gli ingredienti per definire la giornata perlomeno stancante.
«
Allora, tutto a posto
con Gokudera, Tsuna? »
Il ragazzo si
voltò verso di noi e ci fissò con occhi stanchi ma felici. Sia io che il mio
padrone sapevamo già la risposta prima ancora che
aprisse bocca:« Sì, fortunatamente è ritornato alle sue dimensioni normali,
grazie al cielo! »
Non potevo
vederlo, ma sapevo che Reborn stava sorridendo.
«
Bene, allora domani… »
«
NO, NON TE LO DO PIU’
IL MIO BAZOOKA!!! »
Rieccolo, quel bambino insopportabile che qualcuno
aveva deciso di chiamare Lambo. Il mio padrone non lo sopportava, ma io non ero
molto più paziente di lui con quel marmocchio! Correva come un pazzo sulle
scale portandosi in spalla quell’arma che era due volte più grande
di lui. Alle sue spalle Giannini, con quella specie di ufo su cui viaggiava, lo
inseguiva:« Aspetta! Se non me lo ridai
non posso aggiustarlo! »
«
Non è vero, poi non me
lo dai più! »
Tsuna sospirò:« Lambo, per favore… abbiamo già avuto abbastanza problemi
con quel bazooka per oggi! »
Ma il bambino, come prevedevo, non ascoltava
nessuno.
Finalmente vidi il
segnale che attendevo: un dito del mio padrone mi si era avvicinato e ci saltai
sopra senza alcuna esitazione.
«
Leon… se non si ferma
lui, lo dobbiamo fermare noi! »
Sorrisi, non
aspettavo altro! Diventai subito un martello e il mio padroncino mi afferrò al
volo. Stava per ripetersi una scena già vista, sennonché accadde l’imprevisto.
Tsuna cercò di
fermarci, ma riuscì solo ad afferrare il cappello di Reborn.
Lambo perse
l’equilibrio e cadde dalle scale, rimbalzando con la testa su tutti i gradini
rimanenti.
Nessuno, davvero
nessuno, forse neanche quella mente matematica di Gokudera, avrebbe potuto
prevedere la traiettoria di quel bazooka.
«
REBORN, ATTENTO!!! »
Tsuna gridò un
istante prima. Quasi contemporaneamente il mio padrone mi scagliò lontano,
forse per proteggermi. Se avessi avuto voce, avrei
gridato, ma non l’avevo. Dopotutto, sono solo un piccolo camaleonte, io.
Una nuvola di fumo
rosa avvolse il mio padroncino coprendolo alla nostra vista.
«
Oh… »
«
Oh-oh… »
«
Ooooooooooh!!! Il mio bazooka ha fatto boom!!! »
Ok, non che i commenti
precedenti fossero molto intelligenti, ma quest’ultimo era proprio il degno
commento di quell’idiota che va in giro vestito da mucca!
«
R-reborn? Va tutto bene? »
Nulla, nessuna
risposta. Per quanto fossi più fiducioso nel mio padrone di Tsuna, confesso che
iniziai a essere preoccupato anch’io.
«
Oh cavolo! Questa non
ci voleva! Gokudera è tornato più o meno all’età di
Lambo, ma Reborn è più piccolo… non sarà diventato un embrione??? »
E questo sarebbe
l’erede della super intuizione dei Vongola? Siamo messi bene!
«
Tu ti preoccupi sempre
troppo, ImbranaTsuna! »
Senza alcun
preavviso, Reborn era uscito dalla nuvola di fumo e aveva ripreso il suo amato
cappello, sul quale, nella confusione generale, ero risalito.
Tsuna lo guardò
stupito e anch’io non ero da meno. Per riprendersi il copricapo
il mio padroncino aveva semplicemente fatto il gesto più naturale.
Impossibile, però,
per un bambino che non arriva nemmeno al ginocchio di Tsuna allungare la mano e afferrare il cappello
dalle sue mani…
«
R-reborn?
Sei tu? »
Notai il leggero
tremore del mio padrone nel rendersi conto di stare fissando in volto Tsuna pur
avendo i piedi ben piantati per terra. Tuttavia non rispose all’erede dei Vongola ma uscì dalla stanza cercando di calare il cappello
sul volto. Non si fermò e disse nulla fino a quando non fu davanti allo
specchio dell’ingresso. Solo allora lo sentì respirare profondamente nel vano
tentativo di calmarsi. Era la prima volta che sentivo Reborn così agitato.
Finalmente trovò
il coraggio di aprire gli occhi e specchiarsi. Io avrei gridato dallo stupore
al suo posto ma Reborn rimase impassibile. L’unica concessione allo stupore che
si consentì fu un sopracciglio sollevato.
I capelli neri
uscivano dal cappello incorniciando un viso allungato e dall’aria seria. Il
naso e la bocca erano sempre quelli, tuttavia le enormi pupille nere avevano
lasciato spazio a parte dell’iride bianca. Nonostante questo, lo sguardo di
Reborn rimaneva imperscrutabile. Abbassando lo sguardo potei
notare il corpo del mio padroncino, alto, magro e dall’aria scattante.
Gli abiti erano sempre gli stessi, come era accaduto a
Gokudera, solo il cappello, che era rimasto fuori dal bazooka, era decisamente
troppo piccolo per la nuova nuca. Ora il ciucciotto maledetto degli Arcobaleno sembrava
solo un ciondolo decorativo.
Potei notare la
presenza di Tsuna alle nostre spalle, ma il mio padrone non ci fece
apparentemente caso. Sapevo cosa significava per lui tutto questo: per quanto
momentanea, era la rottura della maledizione degli Arcobaleno, il suo più
grande desiderio. Proprio per questo per un istante comparve un sorrisino sul
suo volto, talmente fugace che solo io e forse Tsuna con la sua
super-intuizione potevamo notarlo.
«
Perché sorridi? »
Ecco, appunto.
Reborn non
rispose, ancora troppo preso dal suo aspetto.
Tsuna si fece
coraggio e richiese:« Reborn… sei tu o sei quello fra
dieci anni? »
Dubbio legittimo,
in effetti. Non ci avevo pensato: e se quello non fosse stato il mio padroncino?
Eppure…
«
Guardami bene: ti sembro
un bambino di 11 anni? »
No, poco ma
sicuro.
Già la voce era
molto più bassa, quasi del tutto incompatibile con quella acuta e squillante di
pochi minuti prima. Inoltre ora Tsuna era più basso di
Reborn di un paio di spanne con evidentemente soddisfazione di quest’ultimo.
Ora finalmente poteva guardare il suo allievo dall’alto in basso come si addice
a un vero tutor!
Tsuna lo guardò
con occhio clinico:« Ti darei 17 o 18 anni… »
Reborn diede
ancora una fugace occhiata allo specchio e immaginai che stesse confrontando
mentalmente la sua immagine con i suoi ricordi di quel periodo. Dal leggero
movimento del capo dedussi che concordava con quella valutazione.
Finalmente il mio
padroncino, anzi, il mio padrone, si risollevò dai suoi pensieri e chiese a
Giannini:« Allora, si può sapere cosa è successo? »
L’uomo si mostrò decisamente agitato:« N-non lo so!
Teoricamente il tuo corpo dovrebbe essere tornato indietro di dieci anni,
eppure sembri più grande… »
Invece aveva un
senso. Dieci anni fa il mio padroncino non era ancora un Arcobaleno… che avesse
trovato davvero un modo per sconfiggere la maledizione?
Impassibile,
Reborn chiese ancora:« Quanto durerà l’effetto? »
«
Non posso dirlo con
certezza, di sicuro di più di quanto è durato a Gokudera, perché l’effetto
aumenta più si utilizza il bazooka… »
Tsuna intervenì:« Cosa? Allora bisogna subito riparare quest’arma infernale!
»
La mucca
rompiscatole incrociò le braccia:« No! Non ve lo do! »
«
Dai, Lambo, ragiona: se
non lo aggiustiamo rischi di trovarti un Reborn adulto per sempre… »
«
E chi se ne importa! »
Reborn sorrise:« Davvero? Lo sai che così posso picchiarti meglio di prima?
»
E senza troppi
complimenti tirò un pugno sulla testa del bambino.
Tsuna lo sgridò:« Reborn!!! Cosa fai? »
«
Tranquillo, la sua
criniera attutisce qualsiasi colpo… e poi è l’unico modo per fargli entrare in
testa le cose! »
Il moccioso aveva
le lacrime agli occhi:« I-io
d-devo resistere… Uahhhh!!! Fate quello che volete,
ma mandatelo via!!! »
E se ne andò
mollando il bazooka.
Giannini lo prese
al volo:« Comincerò subito ad aggiustarlo in modo da
evitare ulteriori danni! »
«
Bene, e per stanotte
dormirò nel tuo letto, Tsuna! »
«
Cosa??? »
«
Mi sembra ovvio, nella
mia amaca ora come ora non entro più! »
«
Ok, ma perché proprio
nel mio letto? »
«
Perché sono il tuo
tutor! »
«
Non è un motivo
sufficiente… Reborn? Reborn! »
Ma il mio padroncino non lo ascoltava più.
Salì le scale attorcigliandosi attorno a un dito le sue basette a ricciolo e
sorridendo fra sé e sé.
«
Anche se durerà poco,
mi sa che ci divertiremo… vero, Leon? »
Annuì convinto.
Questo era poco ma sicuro.
Ciaossu! Questa è la prima fanfic su questo anime che ho scoperto quest’estate, ma che è già
diventato uno dei miei preferiti, se non il mio preferito! In particolare adoro
la puntata 39, e la prima cosa che ho pensato è stata:
cosa succederebbe se anche Reborn cascasse dentro al bazooka di Lambo
modificato? Così è nata questa storia… e Leon come narratore è stata una scelta quasi obbligata! Chi lo conosce meglio di
lui? E pensare che, pur essendo uno dei personaggi più importanti della serie (se non c’era lui a trasformarsi in pistola e a produrre i
proiettili, Tsuna sarebbe ancora… ImbranaTsuna! XD)
non ha neanche una battuta…
Sperando
che l’idea vi piaccia, continuerò questa storia alternandola con un’altra che
ho in corso su Soul Eater… mi raccomando, aspetto i
vostri commenti!!!
CIAO,anzi,
CIAOSSU!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Hinata
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