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Autore: Leannel    13/03/2004    0 recensioni
Spesso non tutto è come sembra. E Gandalf sa come far venire la verità a galla
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parlare Di Niente

Parlare Di Niente

 

 

I due si alzarono senza troppe lamentele; Boromir voleva far credere di aver dormito fino a quell’istante, e Gimli disse:

  “Avanti Boromir! Neppure il più stolto avrebbe creduto che tu stessi riposando”, Boromir guardò il Nano con uno sguardo arrabbiato quando Gandalf esclamò:

  “Quanti problemi possono creare le parole di un solo Nano! Senza trarre asce o spade per favore, raccogliete legna secca e accendete un fuoco; che sia piuttosto lontano dagli Hobbit, meritano di riposare!”.

La notte era fredda e fu estremamente difficile trovare di legna buona per un fuoco, dato che perlopiù questa era bagnata o marcia, ma i quattro si accontentarono di quello che riuscirono a trovare; poi lo Stregone ordinò ad Aragorn e Boromir di trasportare grossi massi ceppi intorno al fuoco che Legolas e Gimli tentavano, invano, di accendere.

Ci volle un po’ ma i tentativi di Elfo e Nano ebbero un fine, accesero un fuoco allegro che riscaldava, più l’atmosfera che l’aria, il freddo era comunque insopportabile ma i cuori dei viandanti furono rincuorati da quel poco di calore che veniva sprigionato.

  “ Su, ora sedete intorno al fuoco” Elfo Nano e Uomini obbedirono all’ordine di Gandalf.

  “Immagino che voi capiate il motivo per il quale vi trovate seduti attorno a un fuoco praticamente inesistente, in una delle notti più fredde che incontrerete nelle vostre vite, svegli a notte tarda, vero?” Boromir rispose velocemente:

  “Credo che sia per il fatto che non andiamo molto d’accordo” disse

  “Si” rispose lo Stregone “anche se non chiamerei semplici contrasti quelli tra voi”.

   “Se vuoi sapere la mia, Gandalf” ribatté Boromir piuttosto contrariato da quello che lo Stregone pensava di lui “penso che siamo abbastanza grandi per risolvere da soli i nostri problemi”.

     “Sei sicuro Boromir? Se vuoi sapere quello che pensa uno Stregone vecchio qualche millennio più di te, penso che non ne siate realmente capaci data la piega che stanno prendendo le vostre relazioni”.

   “ Immagino che siamo tutti abbastanza adulti da risolvere la vicenda tra noi, tra due o tre giorni il problema sarà sorpassato, quindi mi pare inutile tutta questa storia…” intervenne Aragorn, parlando per la prima volta, Legolas annuì.

  “Mi spiace buon vecchio Aragorn, ma non credo tu abbia gli elementi giusti per conoscere appieno i motivi, degli screzi che sono venuti a formarsi tra di voi, e siccome anche io ho bisogno di qualche chiarimento, approfitteremo di questa serata che ancora è apparentemente calma”

  “E quale sarebbe il nostro ruolo in ‘questa serata apparentemente calma’? Cosa dobbiamo fare concretamente questa sera?” disse Gimli che pareva essere spazientito dai discorsi di Gandalf.

  “ Niente di straordinario” rispose Gandalf “credimi nulla di che; parlerete di ciò che vi allontana, del perché vi odiate così tanto e soprattutto del perché vi trovate qui ora”.

  “Continuo a non capire, in che senso del perché siamo qui” rispose Gimli che cominciava ad avere un brutto presentimento.

  “Nel senso che ci deve essere un motivo per cui due Uomini un Elfo e un Nano sani di mente si trovano qui ora, incontro a una battaglia quasi senza speranza, e forse questo riuscirà a farci capire qualcosa in più l’uno dell’altro” disse Gandalf, poi si voltò verso il Nano e lo guardò con dolcezza e fu in quel momento che a Gimli sembrò di aver una voce nella sua testa

 ‘Sì Gimli dovrai parlare proprio del tuo ricordo doloroso’ diceva quella voce, allora il Nano fu preso da un angoscia che solo ore dopo avrebbe mostrato agli altri.

  “E se qualcuno si rifiutasse?” disse Legolas.

  “Nessuno potrà farlo, non ne avrà modo né mezzo; tutti dovranno parlare, altrimenti la compagnia stessa sarebbe inutile” rispose Gandalf con tono solenne.

  “L’unico modo per ritrovare la vostra pace e il nostro equilibrio ora come ora , è sfogarvi . Avanti dite tutto quello che pensate l’uno dell’altro, buttate fuori tutto il vostro risentimento nei confronti degli altri vostri compagni.” Concluse lo Stregone.

  “Non ho nulla contro i miei compagni, il mio unico problema sono io e tu lo sai Gandalf!” disse Aragorn che aveva intanto mantenuto la sua freddezza; e per Gandalf anche quell’intervento fu come la prima volta, la stessa gomitata nello stomaco, ma ora non poteva permettersi di ricordare, quindi decise di ribattere a tono in modo che uno dei quattro finalmente si sfogasse.

  “Andiamo Aragorn! Sono troppi anni che ti conosco! Io ed Elrond abbiamo commesso un grave errore nell’unire quattro membri di differente razza e pensiero! E per di più che soggetti! Un Elfo ipocrita, un Nano orgoglioso, un Uomo invidioso ed il futuro re degli Uomini più insicuro che la Terra di Mezzo abbia mai conosciuto!” Gandalf aveva lanciato un esca perfetta ora doveva solo aspettare che il pesce abboccasse all’amo. E il pesce non ci mise molto ad abboccare.

  “Immagino che ti riferisca a me dicendo ‘un Uomo invidioso’” disse Boromir

  “E di chi? Non sei certo tu il re qui!” rispose Gandalf con tono provocatorio.

  “Di chi dovrei esserlo? Di chi dovrei essere invidioso?” ribatté Boromir

Non Aragorn stesso né Gandalf rispose , ma Gimli e disse :
  “Di Aragorn ovviamente stolto! Aragorn che ha tutto quello che tu brami e lo detesta perché non lo vorrebbe!” Boromir sussultò di rabbia

    “Come osi Nano orgoglioso!” disse , quindi Gimli rispose prontamente

    “Sono orgoglioso di essere orgoglioso!”

    “Questa è una tipica risposta da Nano” disse Legolas, sarcastico

    “Nessuno ti ha interpellato orecchie a punta!” rispose Gimli a tono.

Gandalf si accorse che la situazione gli stava sfuggendo di mano dall’altra parte del focolare Aragorn sorrideva ,guardando i tre che litigavano accesamente. Lui non era affatto il tipo.

  “Adesso basta!!” disse Gandalf che si era scaldato non poco “siamo qui per parlare civilmente o no!” si tranquillizzò e riprese a parlare           “vediamo di affrontare un problema per volta… parleremo per prima cosa di quello che ci è stato suggerito da Boromir e Gimli”

Boromir non aveva alcuna  voglia di parlare di Aragorn, avrebbe scoperto una sua debolezza, ma si trovò costretto a rispondere:

  “Intendi dire di Aragorn, Gandalf?” chiese, con falsa ingenuità; e Gandalf rispose:

  “Sì messer Uomo, ora non che io voglia costringervi, ma tocca a voi parlare.. avanti!”

  “E immagino che tocchi a me essere il primo a parlare” disse Boromir parlando a se stesso “ ecco vorrei cominciare…” ma in quell’ istante Boromir fu bruscamente interrotto da qualcun altro, da quello del quale meno si sarebbe potuto sospettare…

  “Aragorn, è un nome rinomato da tutti coloro ,Elfi beninteso, che hanno avuto l’onore d’incontrarti ed anche da me. Sei sempre stato apprezzato per ogni tua dote ,vecchio mio; e lo capisco perché tu sei un grande Uomo , il migliore che la Terra di Mezzo abbia mai conosciuto forse, ma se vuoi sapere la verità , se davvero devo dirti quello che penso, allora io ti dico che non riesco a capirti. Ci provo con tutte le mie forze ma non ci riesco proprio. Voglio dire, sei grande. Sei il più grande di tutti. Ti spettano onori glorie e una vita da Uomo ma lunga abbastanza per essere migliore di tutti i millenni di Elfo che vorresti. L’Elfa del quale sei innamorato ti ricambia ed è disposta a sacrificarsi per te; e anche se tu non vorresti toglierle tutti gli anni della sua vita vuole donarsi a te, a te e a te solo su questa terra. E’ disposta a scegliere te e una sola vita piuttosto che mille vite e nessun Aragorn, è disposta ad abbandonare suo padre e i suoi fratelli e Valinor per te. Tra te e la gioia di una vita perfetta c’è così poco…Dovrai superare delle dure prove, questo è vero , ma sono comparabili con quelle che dovrà superare Frodo? O Sam? Ma tu hai paura e sei insicuro, di cosa insicuro poi? Non puoi lasciare che sia l’insicurezza a guidare le tue azioni, Aragorn!

Sei terrorizzato dal tuo potere e dai tuoi doveri! Non credo che Boromir sia da biasimare se è stato definito invidioso!” così Legolas parlò, tutto d’un fiato, senza fermarsi, ogni tanto si riusciva a leggere qualche nota di rabbia o d’incertezza, ma fu dignitoso e altissimo fino all’ultima parola. Aveva negli occhi una rabbia che Aragorn non aveva mai visto, quasi volesse gridare ‘maledizione vorrei esserci io al tuo posto Aragorn!’ e Aragorn pensò ‘se potessi te lo lascerei volentieri amico mio’.

Così Aragorn lo guardò. Lagolas era alto e austero, lunghi capelli biondi, niente barba e occhi cangianti, verdi quando in cielo splendeva il sole e grigi quando era buio e grigio, tipici delle sue parti; quelli stessi occhi che ora lo fissavano pieni di risentimento. Aragorn guardò l’Elfo e si sentì pervaso da una grande collera, le lacrime iniziarono a fluirgli agli occhi ma lui le trattenne e rispose al suo interlocutore:

  “Tu non potrai mai capire … Tu non hai idea di cosa significhi avere sulle spalle le sorti del tuo popolo! Forse hai ragione Legolas, forse sono davvero un vigliacco, e sarà sicuramente vero anche che Frodo soffrirà più di me, e anche che, ammesso che riesca davvero a portare a termine questa missione disperata, continuerà a soffrire anche dopo che sarà portata a termine. Ma tu non capisci che se metto un piede in fallo, ora, tutto il popolo degli Uomini cadrà e gli Elfi fuggiranno all’Ovest, pregando che il male non riesca a raggiungerli mai, e che il signore oscuro si accontenti di aver conquistato e distrutto la Terra di Mezzo ed i suoi vecchi abitanti; ma se io sbaglio, una volta sola tutti cadranno, sia quelli che hanno creduto in me che chi non lo ha fatto.” Allora la rabbia del re di Gondor si ingrandì di nuovo, e disse :

  “Tu non sai niente Legolas! Tu non sai maledettamente nulla! Voi non sapete maledettamente nulla! Vi trovate qui solo per tenere alto l’onore dei vostri popoli ! Non sapete cosa vuol dire per me essere qui ora! Non sapete nulla!!”

Anche Gandalf fu stupito dalla reazione turbolenta di Aragorn, tutti e quattro i compagni rimasero in silenzio per qualche minuto. Aragorn che si era alzato si sedette, sfiorando con la mano il suo bel viso contratto dalla rabbia

Il primo a destarsi fu Legolas:

  “Davvero pensi questo…” disse in un sussurro “davvero pensi che io, anzi che noi saremmo stati così sciocchi…” Aragorn aveva visto solo un altro Elfo piangere ,oltre a Legolas quella volta; ne fu colpito e stupito, perché l’Elfo piangeva?


 

  
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