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Autore: marphell    14/10/2011    1 recensioni
Lettere che nessuno si sarebbe mai aspettato...
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Jane/Lisbon
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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DEVI GUARDARLA MORIRE
 

"Ho solo una domanda da farle: se potessi ucciderla ora, sacrificherebbe la sua vita per il suo amato consulente?" Ho già rischiato la vita per Jane, sono disposta a farlo ancora. "Se potessi ucciderla ora..." vuol dire che mi sta osservando o è solo una mossa per spaventarmi? In qualunque caso, darei la mia vita per lui. Spero solo che non sia già... Una fitta alla testa e poi tutto buio. Al mio risveglio ero legata nel mio ufficio e Patrick era svenuto davanti a me, anche lui legato ad una sedia; aveva del sangue in faccia. Anch'io avevo le mani sporche di sangue, ma era il mio, quello che mi usciva dalla ferita sulla testa.
-Patrick! Patrick, svegliati!- Non si muoveva, poteva anche sembrare morto, se solo non respirasse. Era molto buio e potevo intravedere i riflessi biondi dei capelli del mio consulente grazie ad uno spiraglio di luce.
-Teresa...- Non conoscevo quella voce, ma potevo immaginare a chi appartenesse: John Il Rosso.
-Teresa, so che ti sei svegliata!- Dovevo slegarmi e liberare Patrick; sentivo dei passi avvicinarsi e so che non portavano niente di buono. La porta si aprì lentamente, ma nessuno la oltrepassò. I polsi mi facevano male e la ferita sulla testa pulsava. In quel momento, Patrick si svegliò.
-Patrick! Ti unisci a noi?- disse una figura alta entrando.
-Noi? In che senso, non... Teresa!-
-Patrick! Mi dispiace, non sono riuscita a fermarlo!-
-Perchè? Perchè hai preso anche lei? Mi sembrava avessi capito che dovevamo essere solo noi due!-
-Ma Patrick! Così è più divertente! Non pensi anche tu Teresa? Uh... quella ferita non sembra essere delle migliori...- disse mentre premeva con un dito contro il taglio, facendomi sussultare.
-Non la toccare!-
Ma come siamo arrabbiati! Tranquillo! Non la ucciderò, non ancora...- Ero riuscita ad allentare i nodi ai polsi mentre John si era girato verso Patrick. Avevo liberato i polsi, ma non avevo niente per colpirlo, a parte le mie mani, decisamente poco forti in quel momento. La ferita pulsava. Dovevo fare qualcosa, ma cosa? Presi la corda con cui ero stata legata e mi slanciai verso John, strozzandolo. Patrick non riusciva ancora a liberarsi e io non potevo resistere ancora a lungo, infatti nel giro di un secondo, John era riuscito a liberarsi dalla mia presa, scaraventandomi a terra.
TERESA!- gridò Patrick.
-Ok, Patrick. La tua Teresa sta facendo i capricci.-
-Lasciala andare! Lei non c'entra! E' fra me e te!-
-Oh invece c'entra Patrick. Ora, facciamo un bel gioco! Domanda n° 1: sei innamorato di lei?-
-...no.- Un coltello si conficcò nel ginocchio di Patrick che urlò di dolore.
-Sbagliato! Riesco a leggerti Patrick. Esitazione prima di rispondere! Non cercare di mentirmi!-
-Ok! Ok! La amo! Ma ora lasciala andare!-
Anche io lo amavo e non poteva morire per me.
-Hai sentito Teresa? E' innamorato di lei! Che cosa dolce!-
-Sei solo un bastardo!-Forse non avrei dovuto spingermi tanto oltre, aveva preso il coltello dal ginocchio di Patrick e me lo stava puntando alla gola. Sentivo la lama che premeva contro il collo.
-Adesso basta!- gridò Patrick.
-Basta? Basta dici, eh? Dì alla tua puttanella di stare zitta e guardarti soffrire!-
-Perchè mi stai facendo questo?-
-Patrick, tu devi vivere per avere la tua vendetta! L'hai dimenticato per caso?-
-Se è questo che ti aspetti, uccidimi. Ora.-
-No. Ho detto che non ti ucciderò. Al massimo il tuo bel capo.- Patrick era esausto, anche io. La ferita pulsava. Vedevo tutto annebbiato e poi... nulla.
Mi risvegliai con la testa dolorante, non sapevo cosa fosse successo e dove mi trovavo. Una persona entrò nella stanza.
-Buongiorno agente Lisbon. Come si sente?-
-Ho mal di testa. Mi ricordo che ero legata, John e... Patrick! Dov'è Patrick?-
-Si calmi agente...-
-No! Non mi calmo! DOV'E' PATRICK?-
-Il signor Jane non sta bene, è in coma.-
-Posso vederlo?-
-Sarebbe meglio che...-
-Voglio vederlo!-
-Va bene, come vuole.- Con l'aiuto del dottore, mi alzai e percorremmo un lungo corridoio; ci fermammo davanti ad una porta.
-Prego, entri.- La porta si richiuse dietro di me. Lui era lì, steso sul lettino con un respiro regolare, ma con gli occhi chiusi. Il rimore di quelle macchinette mi stava facendo impazzire. Doveva svegliarsi perchè dovevo dirgli troppe cose.
-Patrick.- Iniziai a piangere
-patrick, che cosa ti ha fatto quel mostro? Devi lottare! Devi svegliarti. Hai fatto una stronzata ad andare da lui senza qualcuno, ormai lo dovresti sapere: non si evtra in azione senza rinforzi.- Le lacrima mi avevano bagnato tutto il viso, non riuscivo più a smettere di piangere.
-Tu sei la persona più bella che io abbia mai conosciuto anche se a volte sei proprio un bambino. Sono riuscita a sopportarti come consulente, ora voglio sopportarti come qualcosa di più. Ti amo più della mia stessa vita. Ti prego svegliati.- Lo bacia teneramente sperando ad una sua reazione, ma...niente.
-Agente, è meglio che se ne vada. Deve riposare.
-Certo.- Tornai in camera, mi stesi sul letto ed ero troppo stanca per pensare, mi addormentai.

  
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