La Felicità.
Ha percorso così tanti chilometri che ora è stanca.
Allora si butta a peso morto sul terreno fragile e instabile
coprendosi la testa con le mani, per non essere guardata.
Non ha nulla che possa renderla accettabile agli occhi altrui,
sa solo di essere troppo stanca per camminare.
Solo che non può arrendersi, perché quello non è un gioco.
Quella è la vita.
Deve ritrovare le forze, ma per un po' di tempo ha deciso
di rimanere li a bearsi della propria solitudine, a respirare la calma.
Non vuole essere disturbata.
Non vuole essere vista per quello che è.
È solo un brutto anatroccolo che di cigno non ha nulla.
Ha solo l'eleganza di quei movimenti fluidi che le stanno forgiando il carattere.
Ha solo la conoscenza di quell'arte che viene dall'oriente,
ma non basta a gratificarla.
Ha bisogno di vincere. Di sentirsi parte di qualcosa.
Accettare se stessi per essere accettati è una regola fondamentale,
e non è mai troppo tardi per impararla.
Allora si alza, presa dall'emozione e si allenza, si allena, si allena
sopportando lo stesso dolore che l'aveva fatta cadere.
Sta capendo.
Sta conoscendo.
Sta imparando.
Mette l'amore da parte. Guarda solo il suo obbiettivo, si focalizza su di esso:
La felicità.