14/10/2011
5 recensioniAllyson.
«Justin, tesoro, secondo me non è sicuro che tu stia con una pazza assasina nella stessa casa» mi ripetè Selena, la mia ragazza, per credo la quinta volta.
«Ha diciassette anni, penso che non sia una pazza assassina. E poi per quale motivo dovrebbe esserlo, scusa?» risposi, sbuffando e fissando il cielo grigio.
Sospirò, sedendosi sopra le mie gambe e dandomi leggeri baci sul collo.
«Comunque sono convinta che non sia una buona idea, tua mamma che dice?» mormorò.
Già, mia mamma che disse?
'Non sarà facile, ma ha bisogno d'aiuto e noi, io e te, tu ed io, glielo daremo, così quel che costi'.
«Lei vuole aiutarla, e io sono d'accordo»
Si, aveva decisamente bisogno di aiuto quella ragazza.
Non conoscevo niente di lei, nulla, ma sapevo, a detta di mia mamma, che andava aiutata, e così avrei fatto.
«Okay, che il Signore sia con te. Io vado amore, ciao. Ti amo» disse, prima di stamparmi un bacio sulle labbra e andandosene.
«Ti amo anche io, credo» sussurrai più a me stesso che ad altri, quando lei era giù fuori dalla porta.
Quel credo?
Beh, non ero sicuro di amarla.
Si, era bella, stupenda.
Era simpatica, dolce, gentile.
Ma non aveva quel particolare che la rendeva speciale, ecco.
«Justin! Sono a casa, saluta Allyson!» si sentì urlare, e poco dopo vidi mia madre sulla soglia della porta, e accanto a lei una ragazza.
Allyson, questo il suo nome.
Quella ragazza era bellissima, era una dea.
Posò il suo sguardo su di me, e fui incantato.
Aveva lineamenti particolari, con degli occhi di ghiaccio.
Aveva anche dei lunghi capelli neri, che le cadevano leggeri sulle spalle.
«C-ciao, io sono Justin. Sei m-molto bella, lo s-sai?» balbettai, alzandomi dalla poltrona e sorridendole.
«Allyson» disse secca, con la voce incrinata dal pianto.
Aveva gli occhi lucidi, e non riuscivo a capire il perchè.
Fui spinto dall'impulso di abbracciarla, così.
Ma non lo feci.
«Signora Mallette, se non le dispiace io vorrei andare in camera mia, scusi» affermò, gentilmente.
E dopo l'acconsenso di mia mamma, si incamminò lungo le scale.
Si fermò a metà, e dopo avermi incantanto con i suoi occhi un'altra volta, se ne andò.
«Che ha quella ragazza?» chiesi, raggiungendo mia madre, ancora ferma, con lo sguardo fisso sulle scale.
«Ha dato fuoco alla sua famiglia, ad appena nove anni. Non mi chiedere come ha fatto, perchè non lo so. Non ha problemi psicologici, ma sta male, malissimo» rispose, tutto d'un fiato, prendendo un fazzoletto ed asciugandosi gli occhi.
«Cazzo..» sbottai, prima di precipitarmi su per le scale.
Aprì di colpo la porta della stanza degli ospiti e la trovai in terra.
A piangere.
Con una lametta in mano.
E sui suoi polsi, solo sangue.
Ciau, sono tornata, di nuovo.
Avevo in testa quest'idea da un bel po' di settimane, e l'ho scritto solo ora.
Mi piace molto come idea, sinceramente.
Non penso di averla già vista in giro, quindi eccomi, sono la prima.
Spero piaccia anche a voi, e se volete recensite, mi farebbe piacere sapere i vostri pensieri.
Se devo migliorare o meno.
Quindi, buh, ciao. <3
@ohstyless <- mio twitter. èé