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Autore: kate95    15/10/2011    6 recensioni
La trovi in fondo ad uno dei tanti con la schiena contro la parete, inginocchiata, quasi seduta per terra, con la testa tra le mani, piange.
Ha gli occhi gonfi e rossi come quelli di chi non dorme da molto tempo, lo sguardo che fissa il vuoto.
Non si è accorta che stai arrivando, è troppo persa nel suo dolore per rendersi conto di quello che le sta succedendo intorno.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Heartbeat

Capitolo 4

 

A poco a poco apri le palpebre e i tuoi occhi impiegano un po’ di tempo per adattarsi alla penombra.

I beep costanti dei macchinari scandiscono ad intervalli regolari il silenzio che c’è tra quelle mura. Dalla finestra filtra qualche debole raggio di luna, segno che era ancora notte fonda.

Sul letto, il padre di Beckett sembrava dormire, ancora non si era svegliato.

Poi ti accorgi di non avere freddo.

Qualche ora prima mentre dormivi sentivi di avere la pelle d’oca ma eri così stanco da non riuscire neanche a prendere la giacca per infilartela.

Giri un poco la testa e ti rendi conto di essere coperto dalla tua giacca e che lì al tuo fianco c’è la tua musa, rannicchiata contro il tuo petto con la testa appoggiata alla spalla.

La guardi e non puoi far a meno di pensare che sia bellissima. Ma è turbata. Te ne accorgi dal suo respiro affannato e dai suoi lievi movimenti nervosi che fa involontariamente nel sonno.

Poi la vedi agitarsi ancora di più, le stringi le mani per farle sentire che sei vicino poi lei si sveglia di soprassalto con il cuore che le batte forte nel petto e il fiato mozzo.

Vedi la paura nei suoi occhi che per un istante fissano il vuoto.

Poi noti una lacrima scenderle giù lentamente dalla guancia fino alle sue labbra dove si ferma. Quelle labbra stupende. Quelle che da troppo tempo desideri assaggiare.

"Kate, va tutto bene. È soltanto un incubo" la tranquillizzi stringendola a te.

Lei si lascia abbracciare mentre a poco a poco il suo respiro si fa più regolare e il cuore rallenta la sua corsa.

Le prendi dolcemente il volto tra le mani e la guardi nei suoi splendidi occhi.

Ti sorride: "Grazie, davvero" sussurra.

Ti accorgi di quanto sei vicino al suo volto, di come non vorresti staccare più lo sguardo dal suo viso e senti che anche lei si è resa conto che ci sono solo pochi insignificanti centimetri a dividervi l’uno dall’altra.

Il tuo sguardo si sposta a poco a poco dai suoi occhi alle sue labbra, alla bocca, al suo viso e al profilo del suo naso che quasi sfiora il tuo.

Hai paura di colmare quella distanza, paura della sua reazione ma non puoi più aspettare, da troppo tempo desideri baciarla.

Senti il suo respiro sulla tua pelle, sempre più vicino, e il suo profumo di ciliegie farsi sempre più intenso.

Poi in un attimo poggi la tua bocca sulla sua in un dolce e romantico bacio.

Pian piano senti le sue labbra muoversi sotto le tue, in armonia, mentre passi una mano dietro la sua nuca per approfondire il bacio.

Ad un tratto ti accorgi che si sta allontanando un po’ da te e quel contatto si fa dapprima più debole, poi del tutto inesistente.

Pensi a cosa avrebbe potuto dirti e senti la paura riempirti il cuore, insieme ad una grande delusione, il dispiacere che tutto possa essere finito in così poco tempo.

Lei rimane un istante a fissarti senza dire nulla, poi si riavvicina e riprende a baciarti con più passione di prima mentre tu rimani felicemente sorpreso dal suo comportamento.

Senti nuovamente le sue labbra morbide sopra le tue mentre i baci diventano sempre più intensi e profondi.

Ma ti accorgi anche che lei è combattuta tra la mente e il suo cuore.

Continua a baciarti ma si ferma un istante per parlarti: "Che stiamo facendo?" ti chiede con un sussurro, smorzato dalla tua bocca che riprende subito quel contatto, desiderosa di spegnere quella voce, per timore che lei possa ascoltare la sua mente e razionalizzare tutto.

Aspetti un istante a parlare, poi tra un bacio e l’altro le rispondi: "Quello che avremmo dovuto fare molto tempo fa"

"E se fosse solo uno sbaglio?"

Ecco la sua fastidiosa vocina della ragione che si faceva sentire.

"Non è uno sbaglio, non per me"

"E se …" riprende ma non le dai la possibilità di terminare la frase.

Le cingi la vita con le braccia e la avvicini ancora di più facendola accomodare sulle tue gambe.

"Ti prego, Kate …" la implori "… almeno per questa volta, nessun se e nessun ma"

Non ti risponde con la voce, ma continua a ricambiare i tuoi baci e questo ti basta, per il momento.

Poi dopo qualche momento riprende: "Avevo ragione"

"Su cosa?"

"Sul fatto che era meglio che …" la sua voce si interrompe per una frazione di secondo sotto le tue labbra, poi riprende mentre tu le baci la guancia scendendo lungo il suo collo "… che andassi a prendere io i caffè o davvero ti saresti addormentato lungo il tragitto"

"Già, non ho neanche resistito sveglio fino al tuo ritorno"

"Non ti preoccupare, per non sprecare il tuo caffè doppio, l’ho bevuto io"

"Ti credo che poi non riesci a dormire. Sei drogata di caffeina"

Non riesce a trattenere una piccola risata.

"Che cosa c’è da ridere ora?"

"Mi fai il solletico con quei baci sul collo …"

Rimani un attimo in silenzio mentre lei si lascia cullare dalle tue coccole.

"Comunque …" replica "… non sono drogata di caffeina"

"Ah, no?"

"No" ribatte lei scuotendo il capo mentre a poco a poco tu risali verso la sua bocca "sono drogata di te"

Non puoi fare a meno di sorridere mentre lei cerca il tuo sguardo e dopo averlo trovato riposa le sue labbra sulle tue lasciando che il suo cuore prendesse il sopravvento sulla ragione.

 

 

La prima cosa che senti sono i beep dei macchinari che interrompono costantemente il silenzio che regna nella stanza.

A poco a poco apri le palpebre con fatica, sono così pesanti che per un istante pensi di non riuscire a tenerle sollevate.

Ti senti come se fossi stato investito da un tram: la testa ti scoppia ma perlomeno sai che stai bene.

Riconosci subito di essere in ospedale, sia dalla piccola camera, sia dai macchinari e sia dal nauseante odore di disinfettante.

Lentamente ti guardi intorno: dalle finestra filtrano i primi raggi di sole del mattino mentre alla tua destra noti due poltrone e la figura di un uomo e una donna che dormono abbracciati.

Riconosci subito di chi si tratta: una è la tua piccola Kate e l’altro è Richard Castle.

Sorridi. Non puoi fare a meno di pensare che sono così carini insieme.

Poi noti che lo scrittore si sta svegliando e decidi di far finta di dormire per restare a guardare di nascosto che cosa intende fare.

Rick apre gli occhi e per prima cosa da una rapida occhiata al letto dove riposi, poi si volta verso tua figlia.

Resta in silenzio ad osservarla per qualche istante accarezzandole una guancia, poi sussurra il suo nome: "Kate…"

Diminuisce la distanza tra i loro volti e poggia delicatamente le sue labbra su quelle di tua figlia in un dolce bacio.

Sorridi tra te e te: sei così contento che Kate si sia lasciata andare, dalla prima volta che li hai visti insieme qualche giorno prima hai subito pensato che sarebbero stati una coppia perfetta.

Le loro risate, le loro frasi che completavano a vicenda, le loro occhiate, si guardavano esattamente come tu e Johanna facevate molti anni fa.

Lentamente lei si sveglia e si accorge della situazione in cui si trova: Castle la stava baciando.

Rimane sorpresa per un istante pur ricordando perfettamente come durante la notte si erano desiderati a vicenda e di quanto le era piaciuto lasciarsi cullare dalla sua dolcezza.

"Rick…" risponde con la voce impastata dal sonno mentre apre gli occhi.

"Sono qui" disse lui accarezzandole i capelli.

Sul volto di lei spunta un sorriso, uno di quelli che non avevi mai più visto da quando sua madre era morta.

Deicidi di lasciar loro un po’ di privacy anche se devi ammettere che sei curioso.

"Come sta papà?" chiede in un sussurro Beckett.

"Credo come al solito…" risponde Castle un po’ triste.

Senti tua figlia che si avvicina a te e ti accarezza una guancia mentre con la mano libera stringe forte la tua.

Poi riprende a parlare: "Anche se lui a volte non è stato molto presente nella mia vita perché aveva problemi con l’alcool dopo la morte di mamma, io ho sempre saputo che lui in qualche modo c’era, che era sempre con me.

Non è stato un buon periodo della mia vita, mi faceva male pensare che ad ogni compleanno lui non si ricordasse di farmi gli auguri, che invece di festeggiare almeno un po’ lui andasse a rintanarsi dentro un pub a scolare vodka, ma gli ho sempre voluto bene. A volte, di notte, lo sentivo piangere e mi ricordo che mi alzavo dal letto, andavo fin nella sua camera ma rimanevo sempre sulla soglia della porta, non sono mai entrata perché sapevo che se gli avessi chiesto come stava lui mi avrebbe detto che non stava piangendo ma solo che la sua allergia lo stava torturando. Non voleva ammettere davanti a me che piangeva. Ma io so che le mancava tanto, ancora più di quanto è mancata a me…" la sua voce traballa un po’ mentre la senti tirare su con il naso e prendere un lungo respiro per evitare di scoppiare a singhiozzare.

Rick si alza dalla sedia e si avvicina cingendole la vita con le braccia mentre la stringe a sè.

Lei si appoggia al suo petto mentre riprende il suo discorso "…poi poco per volta sono riuscita a farlo smettere di bere. So che gli prendevo le bottiglie di alcool che trovavo in casa e le buttavo tutte, una per una sperando che lasciasse perdere. Quando ci sono riuscita mi sono sentita più felice che mai e ho tentato di dimenticare tutto quel dolore, ma non ci sono riuscita. Ogni anno al mio compleanno, adesso, mi telefona per farmi gli auguri e rimaniamo a parlare per ore, senza accorgercene e solo ora mi rendo conto che per quanti problemi ho dovuto affrontare, lui è il padre migliore che io potessi mai desiderare" non riesce più a trattenersi e le lacrime scendo a fiotti sul suo viso mentre si volta verso di lui e con uno sguardo silenzioso quasi lo implora di accoglierla in un lungo abbraccio.

La stringe a sé più forte che può lasciandola sfogare mentre lui si accorge che sulle tue guance una piccola lacrima scende in silenzio.

A poco a poco apri gli occhi e già sai che ti sta guardando.



Note: Ecco a voi il quarto e penultimo capitolo!
Spero che vi piaccia, buon sabato pomeriggio a tutti =)

 

   
 
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