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Autore: KeikoEri    15/10/2011    1 recensioni
raiting : verde
Shounen Ai, alternative Universe
pairing : Jaejoong x Yoochun (ex DBSK)
"Vari oggetti mi salutano muti, spettatori delle vacanze passate con lui nei luoghi più disparati. La prima a sinistra. La Tour Eiffel. Il primo incontro. Il primo luogo. La prima volta. Il primo vero respiro della mia vita…"
Le parti in corsivo sono "ricordi/flashback"
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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tell me there is a way

Tell me there is a way

 


Una Colonna di fumo grigio divide il cielo cristallino e freddo. Come se tutto fosse ricoperto di vetro. Sembra l’estate fredda dei morti e invece è già primavera.
Le due parti del cielo scisse dalla colonna sono perfettamente divise. Non ci sono più punti di contatto.
“…Neanche per noi…”- il mio sussurro nell’aria immobile è più forte di un grido disperato nel mio cuore.
I miei occhi scrivono sulla tela chiara del cielo, le strofe di una poesia che è incisa in corsivo sulle pareti della…camera.

 

“ Velocità. Odiosa padrona di quegli attimi…poco densi.
Velocità. Figlia del tempo, più di lui tiranna.
Velocità. Tu non hai cuore, non hai senso, eppure esisti! Non so più controllarti…
Deraglio!
Ho le ossa danneggiate ora, lividi e pelle strappata, ma almeno ti ho bloccata.
Mi manca una mano è vero,
ma che mi importa?
Sono fermo adesso, questo solo conta.
Velocità, ti ho fregata…
E non te ne sei nemmeno accorta!”

 

Si. La velocità era tutta la sua vita.

 

 
“ ehy Yoochun! Fila a farti una flebo!” -quelli dello staff della Ducati viaggiavano senza sosta in su e giù nei box.
“ si vado!”- si allontana da me, non senza prima avermi accarezzato il dorso della mano e avermi lanciato un sorriso luminoso.
Catturo tutta la luce che emana, la racchiudo nelle scintille dei miei occhi, passando le restantti ore a pregare…che non si tramutassero in lacrime.

 Fu il primo incidente.

Yoochun fu scaraventato repentinamente a terra dalla sua stessa moto, dopo che la coda aveva slittato in modo pauroso. Ricordo ancora…lo staff impazzito, i soccorsi veloci, la corsa in ambulanza. Non aveva perso conoscenza, il che era stata già una gran cosa. Io filavo dietro l’ambulanza col vuoto negli occhi, che riflettevano la strada come specchi. Dietro il nulla.

Ma se la cavò egregiamente per così dire; dissero che sarebbe potuto tornare in pista nel giro di 4 mesi…che passarono facendo avanti e indietro dall’ospedale, tra un operazione e una degenza. L’odore di disinfettante sembrò impregnare noi e la casa. Svolgevo il lavoro pressoché al computer, dalle sale d’attesa, in macchina, nelle palestre durante la riabilitazione… mi facevo vedere solo alle riunioni, alle conferenze, ai congressi e quant’altro sia necessaria la figura del presidente di un azienda.

La sua passione aveva cercato di portarmelo via, ma non sarebbe accaduto di nuovo. Ne ero certo.

“ ahah! Jae tesoro…lo sai che ti amo, ma smettere sarebbe l’equivalente ad uccidermi. “ mi disse sorridendo mentre si faceva aiutare da due personal trainer a salire in moto. Erano passati 2 mesi dall’incidente, non aveva ancora abbandonato le stampelle dopo l’ultima operazione…che era di nuovo in sella a una due ruote.
Queste sono le mie gambe. Degli arti inferiori posso farne a meno se posso avere le ruote.” Risponde al mio sguardo incredulo con un sorriso che si riversava anche nei suoi occhi .
 Mi amava, moltissimo e di questo ero certo. Ma la sua vita non ero io.

 “ velcità…” sussurra abbassandosi la tesa del cappellino sugli occhi.
“ Signor Yoochun,ci spiace ma oggi non è ancora possibile…” i due super coach cercano di farlo ragionare mentre io, rassegnato, incrocio le braccia e l vedo mentre accende il motore e schizza via.
“la velocità è un vortice. Ti risucchia, ti stordisce, ti fa diventare qualsiasi cosa tu voglia…ti fa volare….”

 All’inizio non capivo quelle parole. Ora riesco ad afferrarle.

 

                                                                                           ***

 

Torno a casa a posare il contenitore delle ceneri di Yoochun. Domani le spargerò sulla pista… il luogo dove sono sicuro si sentirà felice.
Sdraiandomi sul divano, completamente vestito… ( mi sono scordato di togliere le scarpe) non posso fare a meno di fissare la mensola accanto alla porta d’ingresso. Vari oggetti mi salutano muti, spettatori delle vacanze passate con lui nei luoghi più disparati. La prima a sinistra. La Tour Eiffel. Il primo incontro. Il primo luogo. La prima volta. Il primo vero respiro della mia vita…

Mi trovavo a Parigi per una collaborazione con uno studio di design francese, con una progettazione di serviti da tè in ceramica…
Mi sono imbattuto in Yoochun perché era parente di uno dei collaboratori, ed essendo a Parigi per restare un po’ di tempo con lui, lo vidi spesso alle cene di lavoro e non. Aveva uno sguardo attento e un sorriso malizioso che mi intrigava ogni volta che mi scopriva a fissarlo.
Una sera, troppo ubriaco per reggermi in piedi, gli chiesi di accompagnarmi a casa. Una volta arrivati aspettò finché gli effetti dell’alcool non cessarono, facendomi bere un sacco di acqua e cercando di farmi addormentare. Trovai pace solo sistemando il mio viso sul suo torace, che mi dava asilo nel grande letto della camera. Il mattino dopo, realizzando a cosa lo avevo costretto ad assistere, non finì mai di scusarmi e lo invitai fuori per pranzo per ricambiarlo in minima parte del disturbo.

“ va bene…ma a patto che sia tu a cucinare” disse ridendo.
Rimasi sconvolto : non avevo mai preparato niente che non fosse istantaneo! Fu una dura prova per me… ma riuscì non so come a preparare qualcosa…che mangiammo solo  MOLTO MOLTO più tardi dell’ora in cui lo invitai a presentarsi da me.

Anche in quell’occasione afferrai solo dopo che mi sdraiò sul tavolo di cucina il perché di quella strana richiesta.

 Mi rendo conto che la bocca si è tirata involontariamente in un sorriso, quando ormai la stò affogando di lacrime.

Velocità maledetta…! Velocità che affascini, velocità…che uccidi!

Io ti ODIO.

 




Mi rendo conto di essermi addormentato solo quando realizzo che fuori dalla finestra ci sono le stelle mute a fissarmi e non più i raggi del sole come mi era parso un attimo prima.
Guardo l’orologio al cellulare, che registrava già 13 chiamate dal pianta Terra, nel quale io ero capo, modello da seguire, colonna portante di un’azienda, nonché IMPORTANTE nel senso vago del termine.
L’orologio segna le 00.27. da 27 minuti è il 23 Aprile.

Da 27 minuti sarebbe stato il nostro 4° anniversario.

 

                                                                                          ****

 

“domani è la gara decisiva!”- mi dice cingendomi la vita mentre tento di preparare un pasto decente.

Ultimamente il lavoro mi ha risucchiato in tutto e per tutto la vita, per cui, per il moto2 in Spagna, ho deciso di prendermi una settimana di ferie e farmi una bella vacanza, passando i giorni prima della famosa “GARA DECISIVA” con Yoochun. Potevamo benissimo stare in Hotel per conto nostro, facendo sesso quando volevamo, serviti e riveriti, ma per le nostre abitudini e la riservatezza abbiamo optato per un piccolo appartamento vicino alla pista di gara.

“ mhh seeeh seeeh, penso di aver sentito questa frase già 2 milioni di volte negli ultimi…mmmh 3 anni?” dico sorridendo, ma dandogli le spalle.
“ -.- signor direttore Jaejoong lei non è affatto carino come sembra!”- lo sento rispondermi imbronciato.
Le sue labbra si posano sul mio collo, i miei occhi si chiudono, le sue mani si insinuano sotto la mia maglia….
Poso sbattitore e uova, mi giro verso di lui e mi abbandono alle sue attenzioni.
Non so cosa voglia dire inebriarsi di velocità, ma di sicuro Yoochun ha su di me gli stessi effetti che quella ha su di lui.

Fa perdere il controllo.

Il mattino seguente, al mio risveglio, scopro che Yoochun se l’è già svignata in pista a provare. Sapendo che la gara sarebbe stata di lì a qualche ora, faccio tutto con calma, mi preparo un bella colazione assaporando i raggi del sole Europei che sono assai diversi dai nostri. Sarà la posizione geografica?
Sistemo un pò l’appartamento, faccio la doccia, mi vesto casual e scendo alla pista.
Come ogni altra volta.
Come per ogni altra gara.
Come sempre da quando l’ho conosciuto, che ringrazio Dio di avermelo fatto incontrare e che lo prego di non portarmelo via ad ogni gara.
Sarebbe stata la gara decisiva…un’altra vittoria, e il passaggio al moto GP sarebbe stato reale.
Pregai Dio di esaudire il più grande sogno di Yoochun.

Ma mi dimenticai di chiedergli che me lo restituisse sano e salvo a fine gara.

Io me ne sono scordato….e Dio se n’è dimenticato.
La giornata prometteva una giornata dannatamente calda, le moto rimbombavano dalla pista rovente. Tutto quel caldo mi diede alla testa e iniziai a vedere tutto sfuocato, come se mi fosse scesa una patina sugli occhi. Guardavo Yoochun bere dalla borraccia prima di infilarsi il casco e partire. Per una frazione di secondo, si è voltato verso di me sorridendo; poi, in modo che leggessi il labiale, ha aggiunto : “ stanotte festeggiamo”.

Gli sorrisi.

“ Non vedo l’ora arrivi stanotte”.

 

                                                                                          ****

 

Prendo le chiavi della macchina, che avevo lasciato sul tavolo, le ceneri di Yoochun e esco di casa.
Qui in Korea fa ancora molto freddo la sera diamine…e ho scordato la giacca…
Monto in macchina e metto in moto. Mi avvio tranquillo per  le strade della città affollate dagli abitanti della sera, dirigendomi alla pista dove Yoo si allenava. Al “garage”… con i pezzi delle moto assemblati, esperimenti di motori, le sue moto da corsa.

Quando arrivo, tutto è buio e all’ingresso vi è un manifesto di condoglianze con un drappo nero che lo incornicia.
Prendo le chiavi, di cui avevo deciso di tenere la copia, e entro.
Nel buio assoluto, arranco verso il garage.
Quando lo apro e accendo la luce per un attimo lo vedo : Yoochun è lì e se ne sta chino su una delle sue moto.
“ Ehy! Non è un po’ tardi per venire qui?” mi dice tutto allegro notandomi entrare. Per un attimo rimango senza parole : che era successo? Che io mi fossi sognato tutto…?
Ma si certo! Mi sono addormentato sfinito dopo il rientro, abbiamo festeggiato così tanto… che dalla stanchezza devo aver fatto quell’incubo terribile. Infatti eccolo lì sulla mensola…il trofeo!

“ bhe? Che fai? Non mi saluti neanche?! “ continua lui sorridendo e invitandomi ad avvicinarmi.
Sorrido, incapace di fare altro, e mi dirigo verso di lui lentamente.
“ eh eh, ciao campione…” gli sussurro dolcemente.
“ eh eh ciao amore…” mi dice lui, sfiorandomi il mento per poi tornare alla sua moto.
Quando mi ha sfiorato, non ho sentito il suo tocco. Non ho sentito niente.
Stupido. Stupido. Stupido e ancora stupido. Lo sapevo da solo che era solo una maledetta illusione!! Maledetta testa, smetti di farmi immaginare cose del genere!!
“vuoi farci un giro…?” dice,lo Yoo nella mia mente, indicando con un cenno del capo la moto sulla quale stava appoggiato.
Fissandolo senza dire una parola, dopo qualche secondo, mentre dentro dime qualcosa si muove…anche la mia gamba fa un passo verso la moto.
La raggiungo, Yoo si fa da parte. Il serbatoio è pieno.
L’accendo standomene lì in piedi accanto a quello che sarebbe stato il mio solo unico amore. Quello che avrei voluto fosse compagno di vita.
Ma questa vita era diventata un labirinto senza una via d’uscita. E io avevo perso il filo rosso.
La moto rimbomba. L’odore del combustibile riempie le mie narici e le brucia un po’.

Guardo Yoo. Mi sorride misterioso.

“ monti con me…?” chiedo…a nessuno. Ma lo  Yoo nel mio cervello sorride luminoso, si avvicina e mi cinge un fianco per invitarmi a salire. Sorrido anche io. Mi pare di aver capito che siamo dello stesso parere.
Abbiamo voglia di stare insieme.
Monto sulla moto e parto, schizzando nella piccola pista di prova.
L’aria pungente mi fa stringere i pugni introno alle manopole e l’acceleratore schizza di nuovo.
“ vedo che anche tu alla fine non sai resistere alla velocità!” mi dice Yoo divertito.
Guardo la pista davanti a me. Faccio una doppia curva, sorpasso la curva di fondo. Tra poco c’è il rettilineo del traguardo.
“ sai Yoo lessi un bellissimo libro tempo fa…me lo portai in una delle mie vacanze…”- inizio il discorso, guardando sereno le luci che per la velocità a cui sono mi paiono meduse fluorescenti che nuotano nell’abisso celeste.-“ c’era scritta la soluzione a una domanda che io nelle ultime ore mi sono fatto spesso..” continuo. Sono al rettilineo. I miei occhi sono due fessure. Il vento è troppo forte, ma la mia mano sull’acceleratore, spinge ancora di più in avanti.
“ quale…?” il sussurro è divertito. Qualunque cosa sia, lo Yoochun che è dietro di me è divertito dalla mia conclusione.
…..come uscire dal labirinto?” faccio eco alla domanda di un filosofo francese che aveva tormentato una giovane ragazzina nel libro mentre rilasso un poco le braccia. Vedo il limite della pista.
“….come?” ripete lui sussurrandolo dolcemente al mio orecchio.
Chiudo gli occhi. Ora ho sentito il suo respiro.
“…..facile” dico io sorridendo, distogliendo lo sguardo dal muro di pneumatici colorati e del parapetto di cemento a pochi metri da me.

a dritto e veloce “.

 

Nel silenzio della notte, il bagliore di una luce che accende l’oscurità.

Sono fuori dal labirinto.

  
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