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Autore: SlightlyMad    15/10/2011    4 recensioni
Allora, è un po' che avevo in mente questa ideuzza e l'ho concretizzata solo ieri cominciando a scrivere questa prima storiellina. Il titolo non so proprio come mi sia venuto in mente, però credo che sia d'effetto XD. E' una raccolta di varie situazioni Britin, ma NON One-shot, o almeno non solo. Non sono sicura che si possa fare, ma io lo faccio lo stesso. Quindi, saranno ff di capitoli diversi, di generi diversi e di rating diversi, tutti però accomunate da un tema, ovvero quello dei colori, che possono essere quelli che rappresentano le sfumature del carattere dei personaggi, soprattutto Brian, perchè mi piace sviscerarlo, o semplicemente quelli che la storia mi ispirava XD Sarà una specie di caleidoscopio con il quale cercherò di capire di più dei nostri eroi e della loro storia, insieme e non. Non so quanti capitoli saranno, e in effetti non so nemmeno se sia saggio cominciare un qualcosa di così poco "indirizzato" mentre ho una long in corso ( che non trascurerò!), ma avevo bisogno di scrivere qualcosa di diverso, e nel caso non riuscirò a darle un senso... bè, in quel caso si vedrà!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Blue






 

Era la terza volta in una settimana che si trovava ad osservare da fuori il campo da football all'interno del campus. Ci passava e basta, non si era mai avventurato nè sopra gli spalti nè tra l'erba che ogni mattina veniva spianata e ogni sera innaffiata. Aveva scoperto una settimana prima quella strada più lunga per arrivare al suo dormitorio, alla fine delle lezioni; era al college da sole due settimane, ma questo non gli aveva impedito di rinunciare alle sue abitudini e di scoprire il luogo adatto dove applicarle. Alcuni lo chiamavano la terra dell'Eden, o paradiso terrestre, ma un nome non era in effetti necessario: era la parte più remota del campus, adombrata da pioppi e da quercie, le cui chiome strabordavano oltre il muro di mattoni che delimitava la cittadella e in cui spesso le palle ovali si impigliavano dopo un buon, o semplicemente fortunato, lancio. Brian era stato subito istruito sulla posizione di questo luogo, considerato dai più un'alternativa decisamente migliore ai bagni comuni, che non lo avevano mai deluso; altri, specialmente le donne, la consideravano l'unica alternativa, anche se non esitavano a infrangere la regola del "niente sesso in camera". Era "il luogo", di cui tutti parlavano e di cui raccontavano ai nuovi arrivati. Brian ne scoprì l'origine proprio nel cubicolo di un bagno comune, dove il ragazzino che sbavava ai suoi piedi gliene aveva parlato prima che Brian potesse infilargli la lingua in gola, evidentemente come personale sogno proibito da nuovo arrivato.

 

 

 

Passava semplicemente, camminando guardando davanti a sè, con i libri in mano, da solo. Si premurava sempre di buttare casualmente lo sguardo oltre la rete che delimitava il campo, senza dare molto nell'occhio. Quella terza volta, però, arrestò la camminata, seppur lenta, per fissare il solito punto per alcuni secondi, per poi riassumere la sua abituale espressione indifferente e procedere a passo pesante, ponderando ogni centimetro di terra poco dinanzi a sè, e ritornare al dormitorio.

 

 

Ogni sabato gli studenti potevano ritornare a visitare la famiglia e fare poi ritorno direttamente il lunedì seguente, in tempo per le lezioni. Brian solitamente non usufruiva di quel permesso per ritornare a quella che molti avrebbero definito casa sua, ma a quella che effettivamente lo era. Aspettava annoiato nel parcheggio del campus, appollaiato su un muretto, che Micheal lo caricasse nel suo macinino per portarlo a fumare una canna al cinema, per poi finalmente accomodarsi alla sempre troppo abbondante tavola di sua madre, e rimanere da lui a dormire, pre i due giorni successivi.

Cominciò ad alzare impaziente il polso, mentre altre coppiette si trattenevano accanto alle loro macchine a salutarsi con effusioni effettivamente eccessive per soli sette giorni di lontananza. Brian si voltò disgustato e il suo occhio cadde sul Paradiso. Da quella posizione si poteva scorgere bene, nonostante l'oscurità del posto, e un occhio attento come il suo potè anche riconoscere una coppietta tra le foglie. Etero, naturalamente. Scese con uno sbuffo dal muretto, andando dall'altra estremità del parcheggio.

 

 

Le foglie scure e secche si macchiarono infine di neve. Erano alle porte le vacanze natalizie, ed era per quel motivo che si trovava infreddolito nel parcheggio della scuola, a osservare un gruppetto di giacche con il logo della squadra di footbal darsi pacche sulla schiena e salutarsi definitivamente, per poi disgregarsi e prendere diverse direzioni. Si affrettò a balzare dal suo solito muretto e ad accellerare il passo. Mentre le macchine intorno a lui ancora rombavano per poi dileguarsi nella nebbia, lui si avvicinò a una portiera aperta. -Mi dai un passaggio?- Al cenno affermativo dell'altro, con camminata lenta e posata fece il giro della vettura e si ritrovò sul sedile del passeggero.

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questa in teoria era nata come one-shot, ma mentre scrivevo ho cominciato ad aggiungere sempre più dettagli e quindi mi sono sentita in dovere di dividerla. Lo so perfettamente che non ha senso così piccolina, spero solo che sia suggestiva. Questa prima storiella l'ho quasi finita e gli aggiornamenti arriveranno presto!

 

 

Ne approfitto per ringraziare chiunque segua e abbia messo tra le preferite la long: scusate di nuovo per l'attesa, che durerà ancora un po', ma avevo davvero bisogno di staccare un po'. Grazie a tutti, specialmente a chi ha recensito e recensisce a ogni capitolo ( mindyxx, i tuoi commenti sono sempre una garanzia!). Grazie ancora e ci vediamo al prossimo aggiornamento!

P.S. siate clementi, non sono molto sicura di questo, è un esperimento

 

  
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