Cosa non nasce quando devi fare un regalo, e hai tanti fandom in comune ma nessuna coppia XD
A collapse, per il suo compleanno: spero possa
piacerti, anche se è una cosina scema senza pretese (soprattutto scema) <3
Una frase verso la fine è un “remake” di quella dell’anime.
Il titolo è un parodico riferimento al famoso “Shall
I compare thee to a summer’s day?” di Shakespeare.
«Padron Elliot» si sentì chiamare e, quanto era vero
che era un Nightray, rabbrividì: «non sarebbe il caso che voi foste più… cordiale?»
proseguì quello che era un rimprovero mascherato da modesto ed umile
suggerimento.
Era già a dir poco atipico che un nobile venisse consigliato da un servitore
quando la cosa non era assolutamente richiesta; figurarsi poi se la persona in
questione ti chiamava “padrone” solo quando aveva un’intima voglia di tirarti
un mobile contro e se era una donna.
Per carità, Elliot non era mai stato così meschino da essere sessista. Senza
contare che per molto tempo aveva creduto che quello fosse un pessimo scherzo
di suo fratello Ernest, che avesse costretto un povero ragazzo a vestirsi da
donna, perché insomma, lui era di larghe – larghissime! – vedute…
ma Rea non aveva nulla della donna. Né il portamento, cui un cane zoppo avrebbe
reso più giustizia al gentil sesso, né il vocabolario – Rea leggeva tanto ma
ormai temeva che fossero libri sull’arte di insultare – per non parlare poi del
fatto che una donna, non importa quanto plebea, non ha la grazia di un animale
che si rotola nel fango.
Proprio no.
«Io sono cordiale» puntualizzò Elliot
in uno slancio di coraggio che c’era sempre finché Rea, la sua personale servitrice,
era lontana da oggetti contundenti: «e non dire “padron Elliot”. Fa
impressione!»
«State forse dicendo che dovrei utilizzare il vostro nome senza alcun titolo a
precederlo? Mi considerate una donna così incline ad atti disdicevoli nei
confronti del proprio padrone?» lo interrogò come se si sentisse ferita alla
sola idea che lui potesse pensarla così – ma lo sapeva, Elliot, era tutta una
farsa! Voleva muoverlo a pietà!
«Sto solo dicendo che se davvero non
fossi portata ad atti disdicevoli ti prenderesti la briga di non lanciarmi
libri, tanto per dirne un—allontanati da quel
vaso!» esclamò con un lampo di panico negli occhi.
Perché Elliot Nightray era un uomo d’animo nobile, ligio al dovere, pronto a
tutto per riportare all’antico splendore il suo casato…
ma semplicemente, c’erano momenti in cui un uomo doveva capire di non poter
averla vinta.
Fu un attimo il lasso di tempo che ci volle alla sua adorabile servitrice per lanciargli contro qualcosa – non sentì
rumori di cocci, e non volle azzardare a voltarsi offrendole le spalle – prima
di ritrovarsela vicina.
Molto vicina.
Troppo.
«Oh» osservò con falsa casualità «perdonatemi, mi deve essere scivolato di
mano.» assicurò, e proprio mentre Elliot si chiedeva come potesse pensare che
lui credesse davvero che un portafoto
ti sfuggiva di mano, la vide voltarsi
a guardarlo da sopra la propria spalla con un sorriso mite: «Ah, sapevate che
offendere una fanciulla è tra gli atti più imperdonabili di questo mondo?»
domandò innocentemente.
«Elliot, tutto bene?» sentì chiedere a Reo mentre affondava la faccia fra le
mani.
Mai come in quel momento aveva sentito di essere grato ad Ernest di non aver
mai nemmeno preso in considerazione di trovargli una servitrice anziché un servitore.
La sola idea di Reo donna lo terrorizzava.