Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
Ricorda la storia  |      
Autore: Neko no Yume    16/10/2011    2 recensioni
Tanto gentil e tanto onesta pare
la donna mia quand'ella altrui saluta,
ch'ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l'ardiscon di guardare.
Quoque tu, Dante?
(light D18)
Genere: Comico, Generale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dino Cavallone, Kyoya Hibari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dante, il padre della lingua italiana, l’uomo il cui profilo dal naso imponente e severo, il capo cinto d’alloro e il manto porpora è impresso nella memoria di ogni abitante della penisola a forma di stivale.
Le sue poesie venivano insegnate agli studenti sin dalle scuole medie, venivano imparate a memoria e recitate (con un certo imbarazzo o trasporto) davanti alla classe, finché non entravano indelebilmente della testa del povero alunno, tornandogli prepotentemente in mente nei momenti meno opportuni.
Dino aveva studiato a sua volta quel grande poeta e a volte, quando la parlata giapponese sembrava sopraffarlo del tutto e la nostalgia del paese natio lo assaliva a tradimento, era solito recitare a mezza voce qualche suo verso in lingua madre.
I suoi versi gli avevano sempre dato conforto, fino a quel giorno.
L’imperiosa falcata di Hibari fendeva la folla di alunni terrorizzati lungo i corridoi del liceo, mentre il capo del comitato disciplinare lanciava occhiate che avrebbero fatto rabbrividire persino un pinguino imperatore a chi non aveva il fiocco perfettamente dritto, la camicia che usciva dai pantaloni o anche semplicemente respirava una percentuale di ossigeno superiore a quella consentita.
Il suo “insegnante” si aggirava per gli stessi corridoi, mani affondate nelle tasche e scarpe sfondate che si strascicavano sul pavimento, gli occhi attenti a un possibile colpo di tonfa diretto alla sua persona.
A un certo punto lo vide, i lisci capelli corvini ondeggiavano lievemente al vento, smossi dalla brezza che il suo passo affrettato creava, il silenzio quasi tombale che lo avvolgeva come una cappa, le labbra strette in una sottile linea bianca.
Tutti gli studenti abbassavano lo sguardo terrorizzati, pregando interiormente di non essere sbranati a morte dall’inflessibile Signorina Rottermaier responsabile della disciplina.

Tanto gentil e tanto onesta pare
la donna mia quand'ella altrui saluta,
ch'ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l'ardiscon di guardare.


Il reverenziale silenzio venne interrotto da una risatina a stento soffocata del boss mafioso, che stava cercando di tapparsi la bocca con la manica della giacca e recuperare lo scarso autocontrollo di cui disponeva.
Perché gli erano venuti in mente quei versi proprio in quel momento?
Maledizione, persino il suo amato Dante Alighieri l’aveva tradito, consegnandolo nelle grinfie di un allievo intollerante e dotato di armi contundenti pronte a essere usate contro di lui.

Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d'umilta' vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.


Eh sì, anche Kyoya se ne stava andando, presumibilmente non si era accorto del suono inconsulto proveniente dalle sue labbra mentre il trasgressore della legge era intento a immaginarselo vestito da matrona trecentesca circondata da cherubini mezzi nudi.
Chissà se Hibird ci sarebbe stato bene con un pannolino e le piume arricciate in tanti boccoli biondi…
Oddio, stava degenerando, seriamente.

Mostrasi si' piacente a chi la mira,
che da' per li occhi una dolcezza al core,
che 'ntender non la puo' chi no la prova;


Ad un tratto il più giovane si voltò verso di lui, inchiodandolo al suolo con i taglienti occhi a mandorla.
Ecco, aveva parlato troppo presto.
Percepì il sangue gelarglisi nelle vene mentre Hibari voltava bruscamente direzione e si incamminava inesorabilmente verso di lui, incurante di travolgere alcuni studenti lungo il suo percorso, lo sguardo implacabile fisso su di lui.

e par che de la sua labbia si mova
uno spirito soave pien d'amore,
che va dicendo a l'anima: Sospira.


Ora si trovavano a pochi centimetri di distanza, faccia a faccia, petto a petto, naso a naso, insomma, parecchio vicini.
Le labbra di Kyoya si schiusero appena dalla posizione contratta e severa di sempre, come a prendere il fiato sufficiente per parlare.
-Ti morderò a morte-.
Ecco, appunto. La sua Beatrice l’avrebbe picchiato a sangue, altro che salvezza eterna, paradiso e arcobaleni.
“Stupido Dante!” fu l’ultimo pensiero sensato di Dino, prima di mettersi a correre a perdifiato inseguito da una dama poco mansueta.


Yu’s corner.
Zolfo a tutti, miei cari ~!
Non chiedetemi cosa sia tutto questo, perché non ne ho la più pallida idea.
STUPIDO DANTUCCIO (sì, lo chiamo così) CHE MI VIENI IN MENTE NEI MOMENTI MENO OPPORTUNI.
Tipo ogni volta che incrocio il mio prof di lettere ma questi sono dettagli futili di cui a nessuno importa.
Beh, che dire. La mia prima fanfiction su Reborn ed è una D18 dalla dubbia moralità.
Bene.
Se vi è piaciuta, se volete linciarmi o defenestrarmi, per qualsiasi cosa lasciate pure una recensione, vi ringrazio già da ora. <3
Bye bye, Yu.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn / Vai alla pagina dell'autore: Neko no Yume