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Autore: mapicolfer    16/10/2011    11 recensioni
Era tutto nella sua mente.
E ora doveva tornare in quel posto dove aveva passato tutto l'inverno, quel posto che tanto odiava, il manicomio.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, sono Margherita! 

E' la prima fan fiction che scrivo, perciò ci saranno parecchie imprecisioni, le accetto le critiche niente scrupoli. 

Sarebbe un piacere se poteste recensirla, buona lettura!

The uninvited-Flames.

<< Dammi la mano >> Kurt gli tese la mano che venne subito stretta dal suo ragazzo, Blaine incrociò le loro dita. La differenza del colore della loro pelle si vedeva nonostante il sole già calato. La mano bianca come la luna del soprano era perfettamente incastrata con quella dalla carnagione olivastra del moro. 

Così come d'altronde, si vedevano i suoi occhi. Si, i suoi meravigliosi occhi cristallini risplendevano nella sera, come due diamanti risplendono in mezzo al carbone. Blaine si concesse di perdercisi per qualche intero minuto. Il tempo, passava veloce negli occhi della persona che amava. Chiaramente per Kurt la storia non era diversa. Ci avrebbe passato ore a guardare quegli occhi nocciola, con qualche sfumatura di verde che definiva ancora di più la loro bellezza. << Andrà tutto bene.. m-me lo hai promesso, giusto? >> chiese con voce tremolante prima di lanciare uno sguardo fuori dal finestrino, verso la casa di Blaine. Non si sapeva spiegare neanche da solo il perché fosse così nervoso al pensiero di star per incontrare quelle che dovevano essere due meravigliose persone, i genitori di Blaine. << Ti ameranno. Non potranno farne a meno. >> le sue labbra carnose si aprirono in un dolce sorriso, che avrebbe dovuto rassicurare il ragazzo. Probabilmente uno dei motivi fondamentali del nervosismo di Kurt, era la malattia di Eleonore, la madre di Blaine. Lui gliene aveva parlato come se non fosse grave, non più di tanto. Ma sapeva che lo era, più di quanto Blaine fosse capace di accettare. << Allora cosa aspettiamo a scendere? >> forse avrebbe dovuto insistere su ciò che pensava, non era il caso, non quella sera. Ma non riusciva mai a dire no a quei due occhioni grandi che quando volevano, potevano far ottenere al riccio ciò che voleva. Le labbra di Blaine si aprirono nuovamente in un sorriso, stavolta scoprendo anche i suoi perfettamente allineati denti bianchi. Così le loro dita si strecciarono e aprirono gli sportelli dell'auto di Kurt uscendo.

La casa di Blaine era fuori città, situata in mezzo alle colline. Con una piccola dependance distante qualche decina di metri dalla casa. Il controtenore fece qualche passo in avanti prendendo un respiro profondo guardando il panorama meravigliato, con gli occhi che gli brillavano, così da renderli ancora più luminosi di quello che erano di solito. Il moro lo raggiunse subito dopo prendendo di nuovo la sua mano e incrociandone le dita con le sue. << Kurt..- >> il ragazzo si girò a guardarlo << - ti amo. >> 

Se lo era sentito dire così tante volte ormai, già. Allora perché gli batteva forte il cuore come se fosse la prima? Blaine cominciò ad accarezzargli la mano con il pollice, subito dopo averla sentita tremare. << Ti amo anche io, non sai quanto. >> si guardarono per un breve istante negli occhi quando il castano decise di colmare la distanza che c'era fra i loro corpi in un abbraccio. Si strinsero forte. Blaine posò la sua faccia sulla spalla di Kurt lasciandogli un leggero bacio. 

<< Entriamo? >> - << Certo. >>

Si incamminarono verso l'entrata senza lasciarsi la mano e una volta arrivati suonarono il campanello. 

Kurt non si sarebbe meravigliato se il suo cuore fosse scoppiato in quel preciso istante. La mano incastrata a quella del moro cominciò a sudargli, fissava la porta mordendosi nervosamente il labbro. Blaine gli strinse forte la mano nel momento in cui dalla porta davanti a loro uscì un uomo, Ryan, il padre di Blaine. 

Doveva ancora accettare del tutto l'omosessualità del figlio, infatti quando Eleonore implorò Blaine di portare Kurt a cena, inizialmente era contrario. Ma dopo una lunga chiacchierata con il figlio, decise che probabilmente era la cosa più giusta da fare. 

Ci fù un istante di silenzio, Blaine guardava il padre sperando che dicesse qualcosa al più presto. 

<< Eccovi qui! Entrate ragazzi su, Eleonore sta preparando una cenetta con i fiocchi! >> il soprano lasciò la mano di Blaine per porla subito dopo al padre del suo ragazzo << E' un piacere conoscerla signor Anderson, Kurt, Kurt - >> - << Kurt Hummel, si lo so. >> gli strinse la mano che era tesa già da qualche secondo << In questa casa ormai si parla quasi solo di te. >> Ryan sorrise divertito guardando le gote di Blaine assumere un colore molto vicino al rosso acceso, per poi rivolgere lo sguardo a Kurt << Accomodati pure, Kurt. >> il giovane annuì << Grazie. >> e infine varcò la porta accomodandosi in salotto.

<< Grazie papà.. >> nonostante l'imbarazzante momento che aveva passato qualche istante prima, il suo tono di voce era sincero. Temeva il padre potesse non attenersi al patto e reagire male. << E di cosa? Su entra anche tu! >> gli sorrise chiudendogli la porta alle spalle. 

<< Eleonore! Sono arrivati i ragazzi! >> urlò il padre per farsi sentire dalla moglie in cucina. La donna si affrettò a finire ciò che cucinava e si fiondò subito dopo in salone a raggiungere gli altri. Kurt si diresse subito verso di lei, fece come per porle la mano ma non ne ebbe neanche il tempo, la donna fiondò le braccia al suo collo e lo strinse in un forte abbraccio. << Kurt! Finalmente ti conosco, Blaine parla così spesso di te. Io sono Eleonore. >> nonostante leggermente spiazzato dal comportamento della donna il soprano la strinse forte. Una volta sciolto l'abbraccio Eleonore esclamò << Wow, sei ancora più bello di come ti ha descritto Blaine! >> disse scostandogli una piccola ciocca di capelli ricadutagli sul viso. Kurt ridacchiò imbarazzato. << La cena è pronta devo solamente apparecchiare! >> le labbra della donna si aprirono per l'ennesima volta in un ampio, tenero sorriso. Era davvero adorabile. 

<< Blaine forza, aiuta tua madre ad apparecchiare! >> il controtenore intervenì titubante << Posso aiutarla io se le fa piacere! >> - << Ma certo caro vieni, i piatti di ceramica si trovano nella dependance. >> 

Detto questo Kurt e Eleonore uscirono di casa, per raggiungere la dependance. Una volta arrivati la donna prese un fiammifero accendendoci in seguito una candela che appoggiò su una mensola vicino alla porta << Sono saltate le luci già da qualche settimana, l'elettricista ci ha dato buca un paio di volte, sono quelli comunque. >> la donna sorrise dolcemente al ragazzo. L'occhio del soprano cadde inizialmente su una tanica che aveva lasciato una macchia di benzina intorno a se, poi senza esitare prese quattro piatti dalla pila indicatogli mentre la donna era chinata a prendere i bicchieri. Non sapeva se dirlo, aveva le parole sulla punta della lingua, decise di non pensarci più di molto e si buttò << B-blaine mi ha detto della sua malattia signora Anderson.. mi dispiace, spero si rimetterà presto. >> la donna si alzò con i bicchieri in mano e guardò intenerita Kurt. << Grazie Kurt, sei davvero un tesoro. Ma purtroppo dalla leucemia non si guarisce. Sono nella fase terminale. >> tirò un sospiro profondo, e deglutì, Kurt parve non realizzare immediatamente ciò che gli aveva detto. Fase terminale? Come aveva potuto non parlargliene Blaine? O cosa più importante, Blaine lo sapeva? << L-leucemia? >> un brivido percorse la schiena di Kurt in quel preciso istante. Non era sua madre, ma era la madre dell'unica persona che avesse mai amato, e questo era abbastanza per farlo sentire male. Inoltre sapeva cosa significava perdere qualcuno di caro. << Eleonore, lei.. lei lo ha detto a Blaine, vero? >> una lacrima rigò il viso della donna << Blaine lo sa, si. Credo non se ne voglia capacitare. Sono felice abbia trovato una persona come te, Kurt. >> Kurt quasi perse un battito al cuore. << Sarebbe ora che lo facesse. Tengo molto a suo figlio, e preferirei ogni tipo di sofferenza, per quanto sia possibile. >> in quell'esatto momento, la madre di Blaine si girò dirigendosi verso la porta. Un movimento. Bastò un solo movimento sbagliato per metter fine a tutto. La candela cascò esattamente vicino la tanica, sulla chiazza di benzina. E tutta la dependance prese fuoco. I due non fecero neanche in tempo ad accorgersene e il fuoco mise fine alla loro vita.

<< Blaine andresti cortesemente a guardare come mai ci mettono così tanto? >> il ragazzo non se lo fece ripetere due volte. Uscì di casa, non gli bastarono neanche due passi che vide la dependance in fiamme. Fece un altro passo in avanti. Non realizzò immediatamente il tutto. Fissava le fiamme farsi sempre più piccole. La sua vista sfocarsi sempre di più, finchè non vide più niente. Cadde per terra con un tonfo sbattendo forte la testa. 

Erano andate. Per sempre. Colei che gli aveva dato la vita. E colui che lo avrebbe accompagnato in essa.

  
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