“Raffreddati
sciocco,
questo è forse il comportamento di un Apostolo di Dio? Sei
il successore di
Bookman: niente di più, niente di meno. Non ti ho forse
insegnato a rimanere tranquillo
in ogni situazione? Troverai sempre la guerra insinuata nella
storia… è proprio
perché c’è la guerra che la storia
è cambiata. Come Bookman, sarai primo o poi
testimone di qualcosa in prima persona e senza esserne coinvolto, devi
registrate ogni dettaglio imparziabilmente.
Non farti
coinvolgere.
Il nostro compito è registrare la storia.
Non dimenticare
il tuo
scopo, Lavi.”
Quelle
parole che non riescono a darti pace, che ti distruggono, che ti
annientano
istante dopo istante nella convinzione del vecchio.
Bookman,
Bookman, Bookman.
Il tuo futuro
ruolo, la tua condanna.
Ancora,
ancora quelle parole.
Perché
non
riesci a smettere di pensarci? Perché te ne importa
così tanto?
Siamo solo
coinvolti per registrare
la storia…
Le cose
stanno davvero così? E’ veramente un caso essere
capitato a fianco dell’Ordine?
Non ci
credi, non è affatto così.
Si che
è così, solo che non vuoi
crederci…
Sai che
è così…
Cerchi di
rassegnarti all’idea, potrai sempre rimanere amico di Allen e
di tutti gli
altri.
Perché
allora
sei ancora lì a pensare?
Perché
hai
ancora quel fastidioso dolore al petto e quel nodo alla gola che non
vuole
svanire?
Un vero
Bookman non ha bisogno di sentimenti, non prova dolore.
Plic. Plic. Plic.
Un vero Bookman
non prova sofferenza,
non prova tristezza.
… e
allora perché piangi?
Sai che non ti
è permesso farlo. Sai
che non puoi.
Quindi ora
smettila.
Butta via tutti
quei sentimenti. Non
ti servono.
Se
non lo fai, non potrai comunque lasciarli
venire fuori.
Quindi ora
smettila…
… e
torna a registrare la storia.