Fanfic su attori > Cast Twilight
Ricorda la storia  |       
Autore: valetrinity89    16/10/2011    4 recensioni
Uno dei principi indefinibili della matematica è lo spazio. Nello spazio può presentarsi un numero infinito di rette che hanno un'infinità di direzioni. Loro due erano come due linee rette che, ognuna nella propria direzione, si erano accidentalmente scontrate in un solo ed unico punto, per poi divergere una dall'altra e proseguire il proprio cammino.
Soltanto uno.
Un unico punto. Un unico momento. Un unico lasso di tempo.
[ Chap. 3 ]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jackson Rathbone, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
chap 1

I'm back. ve l'avevo promesso no?

Beh...che dire. questa FF sarà breve. 5 capitoli, già scritti tutti tra l'altro.

Ha avuto una nascita particolare comunque. Ebbene sì. La storia in sintesi è questa: non so se sapete che le 100 Monkeys, gruppo dove suona il protagonista della storia, farà un piccolo tour europeo in Europa. Bene, ora lo sapete. Dato che vanno in UK nella settimana del mio compleanno, ho deciso, insieme a una mia amica, di andare a vederli. Come si suol dire, ho preso due piccioni con una fava perchè, se da un lato vado a vedere il live, dall'altro ritorno nella mia amata Londra dopo non so quanto tempo.

La FF è nata dal fatto che i miei castelli mentali al riguardo erano, e sono tutt'ora, così potenti e destabilizzanti per la mia salute mentale, che mi sono dovuta sfogare in qualche maniera...ed eccoci qui! Tra l'altro....questa storia era incominciata come sfogo qualche settimana fa...poi l'ho proseguita e finita in una settimana. Ho anche i testimoni se volete XD

Bene, buona lettura dunque ^^

Chapter 1


Con la mano destra toccò il vetro gelido della cabina immersa nel completo silenzio.

Man mano che si saliva, lei si faceva un filo più nervosa.

Stupide paure da film di serie B. Sorrise di quel suo pensiero idiota.

Si tolse il cappello dalla testa e diede una rassettata ai suoi capelli con una mano. Mai che stessero in ordine.

Infilò il cappello in tasca mentre con l'altra teneva i guanti.

- Stai ridendo... fa ridere anche me. -

Lei si voltò verso destra. Lui era appoggiato sul limite destro della parte di vetro della cabina e la guardava piuttosto interessato.

- Stupide paranoie da film. -

- Del tipo? -

- Del tipo che una volta arrivati in cima, la ruota si fermerà per un guasto e noi staremo sospesi qui a mille e passa metri d'altezza per non so quanto tempo. Roba da clichè cinematografico doc -

Lui sembrò rifletterci un attimo.

- Ma di solito non ci sta anche un bacio nel mezzo?

- Beh, la mia versione era più da Final Destination con possibili spargimenti di sangue e morti accidentali eseguite in maniere improponibili. Sono stata leggermente condizionata – risero.

Lei si rivolse verso la grande vetrata di quella cabina da dove si vedevano le ultimi luci del sole calare su Londra. E pensare che erano solo le quattro e mezza scarse, oltre a essere strano il fatto che a Londra ci fosse il sole.

- Sai, non ho mai capito perché la gente amasse così tanto questa città... -

- O la ami o la odi. Credo che questo sia il principio -

- E tu? - mentre glielo chiedeva, lui si sistemò un attimo il cappotto blu e la sciarpa grigia che indossava.

- L'ho amata dalla prima volta che vi sono approdata. Molto probabilmente da quando ho messo piede fuori da un vagone di un treno alla stazione di Charing Cross quando avevo 16 anni ed ero in gita con la scuola -

Lui sembrò soppesare la sua risposta. - Tu sei strana.-

- E mi conosci a malapena da un giorno! Non che tu sembri un così potente concentrato di normalità. - sogghignò. - Una volta mi hanno dato della “Rachel”, quindi “strana” non mi tocca più di tanto, anche se lo prendo più come un complimento -

Lui la guardò dubbioso. - Rachel ? - si grattò una guancia – Mi sa che mi sono perso qualcosa -

Lei sorrise. Con quello si poteva benissimo vedere la differenza tra lei, semplice ragazza dalla vita sociale piuttosto discreta e che a malapena era riuscita a raccogliersi i soldi per Londra, e lui, ragazzo che, oltre ad essere attore, a quanto pare girava il mondo con la sua band.

- Rachel è uno dei personaggi di una serie americana abbastanza famosa che si chiama Glee... ne hai mai sentito parlare? -

- Credo di sì... -

- Beh...Rachel si veste in una maniera tutta sua... -

- Ah... ora ho capito...- secondo lei, dalla sua faccia non pareva proprio.

Ancora non riusciva a capacitarsi del fatto che stesse veramente parlando con lui. Fino a un giorno fa, quello poteva sembrare un semplice castello in aria partorito da una mente particolarmente fantasiosa, invece ora si ritrovava accanto a lui. Così. Semplicemente.

Se l'avesse raccontato a qualcuna delle sue amiche, molto probabilmente non l'avrebbero creduta. Lei stessa nemmeno ci credeva in quel momento.

Lo guardò un attimo con la coda dell'occhio. Era alto più di lei. Di sicuro superava il metro e settanta. Non che per superare la sua altezza ci volesse un grande sforzo. Lei era alta un metro e un nano da giardino. In quel momento i suoi capelli, che lei sapeva dalle foto e i video esser molto ribelli, erano coperti da un cappellino di lana scura. Ai piedi aveva i famosi stivali alla texana di cui aveva tanto sentito parlare, coperti per la maggior parte dai jeans blu scuro. Molto easy dopotutto. D'altronde lui era solo un ragazzo. 

Solo che tra il dire “ è solo un ragazzo” e il vedere dal vivo davvero che “è solo un ragazzo “ ne passava di acqua sotto i ponti.

- Tu e la tua amica verrete anche stasera? -

- Beh...avevamo i biglietti solo per lo show di ieri. Forse riusciamo a trovarne qualcuno... -

Sicuramente ne avrebbero trovato qualcuno. Va bene che – ahimè- ci sarebbero state anche ragazzine urlanti con gli ormoni ancora instabili, ma stavano parlando delle 100 Monkeys, non degli U2.

Sinceramente, odiava questo aspetto della cosa. Le ragazzine urlanti, si intende.

- Non ti preoccupare, vi faccio passare nel backstage... -

Lei sbatté un attimo le palpebre. Stava parlando sul serio?

- Se non dessi l'impressione di una completa pazza, ma pazza seria, ti abbraccerei e ti darei un bacio sulla guancia -

Lui rise. Rise.

Lei cercò di imprimersi bene nella mente quella risata. A quante ragazze della sua età poteva capitare di incontrare una persona come lui?

- Tu. Sei. Veramente. Strana. -

- Non ho mai detto di essere normale. E poi, se quello che hai appena detto riguardo a stasera è vero, hai appena esaudito uno dei miei desideri della mia wish list e ti meriti un enorme abbraccio – era esaltatissima. E sinceramente, l'idea di farsi abbracciare da lui, anzi di abbracciarlo, non le dispiaceva. Anche lui aveva bisogno, come tutte le persone normali, di essere abbracciato.

Ok, doveva darci un taglio con questi pensieri da fan che complottava.

- Hai davvero una lista dei desideri? - la guardava con uno sguardo stupito e un sorriso tutto particolare

- Me lo chiedi come se non ne avessi mai fatta una in tutta la tua vita...- si appoggiò al vetro della cabina. Ora lo guardò interessata. Era curiosa dei dettagli della sua vita.

Ormai era così abituata a vederlo sulle foto sui vari siti o a leggere i messaggi di twitter, adorabili foto del suo gatto Dean comprese, che si era formata un'idea tutta sua di come lui poteva essere in realtà, anche se di solito aveva l'innata capacità di capire al volo almeno una piccola parte del carattere della persona che osservava.

Con lui però aveva deciso di fare tabula rasa. Non voleva farsi condizionare da nulla, anche se era lui stesso un fattore di condizionamento.

Quasi quasi aveva voglia di maledire quei suoi bellissimi occhi verdi....

Ecco, appunto, quasi.

Forse non era il caso di accennargli che era per i suoi occhi che lei era caduta così, come una pera matura. No, non poteva permettersi di essere così libera con lui. Neanche fossero amici da una vita. Mai innalzare l'ego di un uomo. 

Rise tra sé e sé di questo suo ultimo pensiero.

- In effetti non ne ho mai fatta una. - si grattò la guancia, imbarazzato.

- Secondo me perché alla fine nella tua vita sei riuscito a fare tutto quello che volevi e tutto questo ti ha reso felice. -

- Vuoi dirmi che tu non sei felice? -

- Ho dei momenti di felicità, ma non sono mai stata completamente felice. E prima che tu lo dica, sì, sono una ragazza complicata – terminò con una risata.

- Secondo me hai voglia di fare tante cose ma non hai possibilità di farle. Mi sbaglio forse? -

- Può essere. Può essere – a quanto pare tra loro due, era lui quello che sapeva psicanalizzare meglio l'altro. Non aveva mai pensato a una laurea in psicologia come mestiere alternativo a quello dell'attore?

- Lo sai che siamo alla fine del giro della ruota? -

- Oh. - sentiva un retrogusto di delusione quando disse quel monosillabo. Talmente era presa a memorizzare ogni singolo secondo che aveva perso la nozione del vero tempo.

- Sembri quasi delusa – sogghignò. Allora sapeva esattamente che effetto le faceva.

- Beh, mi piace parlare con te. Appena uscirai di qui avrai troppa gente attorno, verrai tirato da una parte all'altra...senza contare delle ragazze che si strapperanno i capelli per te -

- Non esagerare, Sono solo Jackson, non Justin Bieber -

- Beh “sono solo Jackson “, allora ieri sera al concerto ho visto male. -

- Ora non sfottere -

Lei gli fece una linguaccia. Lui rise.


   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Twilight / Vai alla pagina dell'autore: valetrinity89