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Autore: V e r m o u t h    16/10/2011    4 recensioni
«Ho... Freddo.»
La voce le usciva a stenti, aveva la sensazione di avere le corde vocali congelate, come il resto del suo fragile corpo. Si sentiva debole e impotente. Qualcosa di bollente le bagnò le guance e le strinò il cuore. Era quella maledetta frustrazione, il suo orgoglio.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bielorussia/Natalia Arlovskaya, Russia/Ivan Braginski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kiss me, Belarus!





Gelo.
Neve.
Freddo.
«Ho... Freddo.»
La voce le usciva a stenti, aveva la sensazione di avere le corde vocali congelate, come il resto del suo fragile corpo. Si sentiva debole e impotente. Qualcosa di bollente le bagnò le guance e le strinò il cuore. Era quella maledetta frustrazione, il suo orgoglio. Si morse il labbro. Forte. Non seppe mai quanto, ormai aveva perso la sensibilità e aveva acquisito un colore violaceo.
Nel suo campo visivo entrò un uomo.
«Piangi, Natalia?»
«No... mi stanno sudando gli occhi...» gli rispose con una risata soffocata. Poi tossì, gocce rosse macchiarono il suo vestito e un rivolo di sangue le uscì dalla bocca, arrivando all’orecchio.
«Perché? Non avresti dovuto.»
«Non ha importanza.» La voce le calava sempre di più, forse strozzata dal sangue, forse dal pianto.
«Sì che ce l’ha.»
Natalia rise ancora.
«Davvero, Ivan? Solo quando sto morendo mostri verso di me interesse?»
Ivan non rispose.
«Rispondimi, idiota. Ora che ne hai l’occasione, parlami, per l’ultima volta, maledizione. Non lo capisci? Io non ci sarò più. Non dovrai mai temere il mio coltello, non dovrai mai preoccuparti di non volermi incontrare accidentalmente, perché non sarò altro che un ricordo, uno spiacevole ricordo che ti porterà solo sollievo. Perciò parlami. Ora che sei l’unico che posso vedere prima del buio.» La voce le tremava terribilmente, rotta dal pianto e dalla rabbia.
«Tu non morirai.»
«Smettila di mentirmi, Ivan!» Urlò, e la voce le si spezzò in gola, smorzata da una fitta di dolore lancinante all’addome. «Non mi vedi? Non vedi in che stato sono? O sei cieco anche in questo senso? Maledetto bastardo. Se ne avessi le forze, ti ammazzerei seduta stante.»
Ivan non rispose.
«Ho capito.»
«Cosa?»
«Vattene. Rendi la mia morte solo più dolorosa.»
«No.»
«”No” cosa?»
«Io non me ne vado. Non adesso.»
Natalia non rispose. Il sangue intanto si faceva strada attraverso la soffice neve, disegnando ramificazioni cremisi, creando un forte contrasto di colore. Usciva da una perforazione nell’addome, sottile e perfetta, provocata da una lama. Il colpo era stato netto, colpendo un punto vitale. Natalia tossì.
«Ti prego vattene, non farmi soffrire più.»
«Quando ti ho fatto soffrire, Natalia? Non ti ho mai inseguito per la casa con in mano un coltello minacciandoti di staccarti le budella, non mi sono mai accanito su di te sferrandoti pugni e calci, non ti ho mai...»
«Taci.» lo interruppe lei, per poi continuare.
«Non mi hai mai presa in considerazione, non mi hai mai accolta. La tua freddezza nei confronti dei miei sentimenti è sempre stata una pugnalata al cuore, sempre più forte, molto più dolorosa di questo buco che ho nella pancia. Per questo ho cominciato a sfogare su di te la mia rabbia, forse era una cosa che avresti visto subito, e infatti ebbi ragione. Te la ricordi bene e tutt’ora me la rinfacci, sputandomela in un occhio. È così che mi ricorderai, vero?»
«Natalia...»
«Mi ricorderai come la donna tira-cazzotti...»
«Natalia.»
«La donna isterica, quella con cui ti basta una parola per indurla a staccarti il collo con un coltello da cucina!»
 «Natalia, basta!» Esclamò, facendo ruggire la voce. Cadde in ginocchio di fianco a lei, poggiando le mani a terra, guardando la neve intrisa di sangue e ansimando.
«Smettila di provocarmi.» mormorò.
Silenzio. Si sentiva solo il sottile e morente respiro di Natalia e l’urlo del vento carico di fiocchi di neve taglienti che sferzava tra gli abeti.
«Natalia.» La chiamò.
«Mh?»
«Perché l’hai fatto?»
«Per proteggerti.»
«Da chi?»
«Quell’uomo voleva ucciderti...»
«Chi?»
«Non ha importanza, credimi, ora è tutto passato, lui è morto. L’ho ucciso.»
«Natalia, la ferita... Continua a perdere sangue.»
«Non fa più male, Ivan. Non sento più nulla ormai, tranne la tua voce. Parla ti prego... continua a parlare...» Una lacrima, debole e sottile, scivolò sulla guancia diafana.
Ivan parlò, la sua voce era calda.
«Natalia, io ti...» Si fermò. Ingoiò quelle parole, l’avrebbero solo fatta soffrire, e lui non voleva che soffrisse più di così. Ma una cosa, almeno una, anche se misera, poteva farla: si tolse il cappotto e lo avvolse attorno al corpo di Natalia, tirandola sulle sue ginocchia e abbracciandola.
«Hai freddo?»
«No.» La sua voce era ormai un sospiro.
«Perdonami, Natalia. Non ti ho protetto come avrei dovuto fare.»
Lei lo guardò con i suoi occhi lillà, poggiava con la guancia sulla sciarpa di Ivan e poté sentire un dolce profumo di abete, profumo d’inverno. Si sentiva a casa, tra le sue braccia, al sicuro. Sorrise e basta, cercando di risparmiare più forze possibili per le sue ultime parole.
«Grazie, Ivan, per essere rimasto.» Socchiuse gli occhi, lentamente.
«Natalia...Natalia? No! Natalia, no! Guardami, apri gli occhi! Ti prego, Natalia! Baciami, Natalia! Io ti amo, non lasciarmi! Natalia! Nataliaaaa!» La sua voce tuonò, rimbombò nel vuoto, con la stessa potenza del vento, come un terremoto, urlò finché la gola non gli fu in fiamme. Un tocco freddo alla guancia lo fece trasalire. Era lei. Aveva gli occhi debolmente aperti, ma era viva. Ivan pianse, non riuscì a trattenere la disperazione, la felicità, di vederla ancora, per qualche secondo, viva tra le sue braccia.
«Baciami, Ivan.»
Lui appoggiò delicatamente la sua bocca su quella gelida e morta di lei, per paura che si rompesse, come se fosse di un cristallo preziosissimo. Sentì il sapore agrodolce del suo sangue. Come se Natalia, attraverso quel contatto, gli avesse donato la sua anima, spirò, accasciandosi delicatamente tra le braccia di Ivan, inarcando la testa all’indietro, scoprendo il collo candido.Ivan non urlò, non ne aveva più la forza. L’ultima lacrima cadde sulla pelle di Natalia, si infranse in mille pezzi, come il suo cuore.

  
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