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Autore: Il_Genio_del_Male    16/10/2011    10 recensioni
Arthur è gravemente ferito e Merlin è in ansia per lui.
[Scritta per il Three Days of Slash indetto su Facebook.]
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Once upon a time...'
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GENERE: Angst, Romantico (?).

PROMPT USATO: Abbraccio, Salvataggio.

PAIRING SCELTO: Arthur/Merlin

INTRODUZIONE: Arthur è rimasto gravemente ferito durante un incidente non meglio precisato e Merlin lo riporta come meglio può fino al castello.

NOTE: Scritta per l’ultimo giorno del “Three Days of Slash” indetto da The Burnt Orchid e dalla sottoscritta. Fa abbastanza pena e di sicuro ho prodotto di meglio, ma non potevo non partecipare. C’è un minuscolo accenno di crossover, ma chi legge la mia long fiction conosce il mio vezzo di citare a casaccio anacronismi vari. Spero non vi faccia troppo oVVoVe!

P.S. Questo (http://www.youtube.com/watch?v=vL_qFTcj76s) è il video che ha ispirato il titolo della storiella: consigliatissimo.

 

 

 

 

“Questa è l’ultima volta che metto a rischio la mia vita per salvare il vostro regale deretano, lo giuro sui Pokémon” sbotta Merlin fuori di sé.

Arthur, che gli sta praticamente appeso addosso, con un braccio attorno al collo e la mano dell’altro a sostenergli la vita, vorrebbe zittire quell’impudente del suo servo, o almeno assicurargli che andrà tutto bene, ma la ferita all’altezza del fegato e il respiro affannoso glielo impediscono. Non riesce però a trattenere un gemito di dolore, accompagnato da una smorfia che gli deforma i lineamenti e che subito mette in allarme il giovane mago.

“Arthur? Cercate di resistere, d’accordo? Siamo quasi arrivati a palazzo” è la sua affermazione traboccante ansia.

“S-sto bene, Merlin, non preoccuparti. Non ho intenzione di tirare le cuoia tanto presto”.

Il tono della voce di Arthur vorrebbe essere sarcastico e pungente, ma suona inquietantemente debole, fiacco. Ha il volto velato di sudore, il colorito livido, la macchia di sangue che si allarga a vista d’occhio sulla tunica. Sebbene non sia la prima volta che lo vede in queste condizioni, per Merlin è sempre una stilettata al cuore. L’erede al trono è indubbiamente un Asino Reale della peggior specie, e sbruffone e arrogante ed incontentabile, ma negli ultimi tempi è riuscito a scorgere in lui un barlume del Re -e della persona- che è destinato a diventare, sempre che riesca a sopravvivere anche questa volta. Sotto la scorza di cavaliere duro e puro, di uomo d’azione e scavezzacollo, di principino sul pisello, si nasconde un animo estremamente generoso ed altruista, oltre che giusto  e clemente; indubbiamente infantile e capriccioso, ma in un certo qual senso adorabile. Come un diamante ancora grezzo, il vero Arthur sembra nascondere promesse di una bellezza luminosa ed ammaliante, di una purezza incorruttibile e adamantina.

“Ci siamo quasi, Arthur. Tenete duro, al ponte levatoio mancano pochi metri” Merlin mormora a mo’ di incoraggiamento dopo alcuni interminabili, pesanti attimi di silenzio.

Non appena le sentinelle che piantonano l’ingresso principale riconoscono il principe nella figura bionda, pallida e accasciata sull’esile corpo del mago, si gettano nella loro direzione urlando a gran voce che Arthur Pendragon è gravemente ferito e di avvisare immediatamente il re e il medico di corte.

E’ con sollievo misto ad una buona dose di panico che Merlin affida il suo signore ad un soldato particolarmente ben piazzato e muscoloso, affinché venga trasportato il più celermente possibile nelle sue stanze e gli vengano prestate le prime cure. Ma Arthur, che sembra aver recuperato un poco di lucidità, ferma con un gesto deciso l’uomo, scostandosi da esso, e rivolge tutta la sua attenzione al suo servitore nonché amico. Lo guarda negli occhi per un lungo istante, poi fa qualcosa di assolutamente inaspettato: lo abbraccia. Gli cinge le spalle con un braccio e la vita con l’altro, e stringe forte, fortissimo, nonostante la ferita. Lo abbraccia come se non si dovessero vedere mai più. Lo avvolge con tutto il calore che il suo corpo stanco e debilitato gli permette di emanare.

“Ci rivedremo, idiota che non sei altro. Gaius mi guarirà ed io tornerò a tormentarti con le mie assurde richieste” sussurra quasi con divertimento, soffiando fiato caldo sul collo di Merlin.  

Solleva il capo e appoggia la fronte contro quella dell’altro, senza mai allentare la stretta. “Non ti lascio solo, mi hai capito? Non ti lascio” e stavolta la sua voce è terribilmente seria.

“Lo so. Siete una pellaccia dura” replica con altrettanta gravità il mago.

 

Mentre lo guarda andare via, tra le braccia del soldato perché non riesce a reggersi in piedi, Merlin stira le labbra in un debole sorriso di incoraggiamento, non si sa se per il principe o se per se stesso. Arthur se la caverà, come sempre. E’ il suo destino.

 

Perché loro sono le due facce della stessa moneta e non possono vivere l’uno senza l’altro.

 

   
 
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