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Autore: LeGeMeVoLLey    16/10/2011    1 recensioni
Quella sera ero stata ad un passo dal baciarlo, ma la mia assurda timidezza era riuscita ha fermarmi, anche se il troppo alcool non ci avrebbe fatto ricordare l’ accaduto.
Sta di fatto che, prima della fine di questa settimana, io riuscirò a baciare Etan.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ho messo nessuna descrizione, affinchè ogni lettore si possa immedesimare nella protagonista.

Un bacio e buona lettura.

 

 

Tutta colpa di una parrucca.

 

Era la seconda settimana di Luglio, più precisamente un venerdì, e nel week-and sarei dovuta partire per andare nella mia casa di montagna.

Anche il fine settimana prima ero salita, per il diciottesimo di uno dei ragazzi del gruppo, Etan, che è anche il ragazzo di cui mi sono innamorata.

Quella sera ero stata ad un passo dal  baciarlo, ma la mia assurda timidezza era riuscita ha fermarmi, anche se il troppo alcool non ci avrebbe fatto ricordare l’ accaduto.

Sta di fatto che, prima della fine di questa settimana, io riuscirò a baciare Etan.

                                            *******

Mentre la macchina percorreva l’ ultimo tratto di strada, i miei occhi si posavano sempre più spesso sulla borsa, stretta nel mio abbraccio, e la mia compagnia di viaggio, Yvonne, mi guardava cercando di infondermi la tranquillità necessaria affinché tutto andasse liscio come l’ olio.

Appena la macchina si fermò entrai nel panico più assurdo, continuando a pensare al piano che avevo nella testa, un’ idea malsana che non avrebbe portato a nulla di buono.

<< Juli stai calma, vedrai che non capirà che sei tu, il travestimento che abbiamo ideato è infallibile >> mi tranquillizzò lei.

Quando scese dalla macchina io cominciai ad attuare il mio piano.

<< Per prima cosa devo cambiarmi i vestiti >> pensai tirando fuori dalla borsa un completo che mai, nella mia vita, avrei indossato. Dopo di che, il trucco. Lenti colorate e matita nera, molto, molto marcata, per definire l’ occhio. Mascara ultra-dark  e come tocco finale una parrucca che nascondeva al meglio la mia identità.

Scesi dalla macchina e Yvonne, che controllava che nessuno passasse di li, fece per girarsi e appena vide la finta Me, rimase a bocca aperta.

<< Juli, stento ha riconoscerti, vedrai che lui non saprà che sei tu >> disse lei tirandomi una pacca sulla spalla.

<< E' ora di attuare il nostro piano >> pensai prendendo una grande boccata d’aria.

                                          *********

Yvonne si trovava fuori dal balconcino della mia camera, di spalle, in modo che i capelli fossero ben visibili: erano uguali ai miei, sia nella forma che nel colore, mentre io ero sull’ uscio della casa di Etan.

Bussai, le mie mani tremavano, ero nervosissima, avevo paura che mi riconoscesse, ma quando comparve sulla soglia il mio respiro si bloccò e diventai rigida come un ciocco di legno. Non riuscivo a parlare, le parole mi morivano in bocca, lui mi guardava, in attesa di un mio cenno.

<< C-ciao, scusa se ti disturbo, vorrei avere un’ informazione >> dissi.

<< Dimmi >> la sua voce non aveva nessuna inflessione, era piatta, quasi seccata, ma i suoi occhi mi scrutavano.

<< Sai dirmi dove abita Juli, io sono Martina, sua cugina >> dissi tendendogli la mano, lui, continuando a guardarmi negli occhi la strinse dicendo il suo nome.

<< Sei stata fortunata a bussare alla mia porta, io sono un suo amico, casa sua è da questa parte, seguimi, ti accompagno >> disse lui facendomi strada.

<< Non sospetta nulla, questa è una buona cosa >> pensai.

Come promesso, mi accompagnò davanti al portone di casa mia, senza sospettare nulla, soprattutto quando, vicini alla casa, vide sul balconcino Yvonne, durante il breve tragitto mi disse che, pur essendo la cugina di Juli, non le assomigliavo per niente: fu in quel momento che la fiducia nel piano crebbe.

<< Eccoci, siamo arrivati, salutami Juli >>.

<< Grazie mille, Etan >> dissi con voce bassa e un po’ ammaliante, stupendomi anche di me stessa.

Mi avvicinai a lui e in pochi secondi gli misi le braccia al collo e incollai le labbra alle sue, in un bacio semplice, ma che esprimeva tutto quello che provavo per lui.

Quando mi staccai, ero tornata la timida e introversa Juli, volevo scappare da quella situazione imbarazzante, ma lui stava proprio davanti al portone d’entrata, così imboccai il tunnel li accanto, facendo solo qualche metro, a causa di una mano salda che mi afferrò il polso bloccandomi.

<< Ora sono fritta, ora sono fritta >> pensai dandomi anche della rimbambita per aver attuato un piano così assurdo e folle.

<< Dove credi di andare? >> domandò lui con tono brusco, << Sai, nessuno prima mi ha mai baciato e poi è corso via senza darmi una spiegazioni >>.

Rimasi zitta, non sapevo cosa dire, ma tenevo la testa bassa per paura che riconoscesse qualche particolare della Vera Me.

<< Gradirei una risposta >> disse in tono più gentile, prendendomi il viso con una mano e delicatamente alzarlo, per farmi specchiare nei suoi occhi.

<< E se io non voglio dartela, una risposta? >> risposi usando il mio solito tono, quello che uso soprattutto con Etan. L’ errore più grosso che potessi fare.

Perché in quel momento gli occhi di lui si spalancarono,  a causa del modo in cui gli avevo risposto, ma anche di un piccolo particolare. Una delle due lenti colorate era sparita. Chiusi gli occhi, e appena dopo averli riaperti, anche l’ altra era sparita, facendo scoprire il reale colore dei miei occhi. Ma ancora non dovevo preoccuparmi… o almeno credevo.

Lo sguardo di Etan, però, mi faceva preoccupare, era penetrante, fisso nei miei occhi, voleva scavare nel profondo dei miei segreti, per svelare quello più importante, perché ormai aveva capito che non ero chi dicevo di essere.

Ad un certo punto, le sue mani mi afferarono per le spalle, spingendomi contro la parete, sentivo le rocce premere contro la mia schiena, facevano male, ma non lo percepivo, la mia attenzione era proiettata su un’ altra persona.

Mi sudavano le mani, ero nervosa, soprattutto quando il viso di Etan, lentamente, si avvicinava al mio e inconsapevolmente anche io mi avvicinai a lui, bramosa di ricevere un altro suo bacio, questa volta era un vero bacio.

La mia mente si stava perdendo in quel momento, tutto intorno a me era offuscato da quello che quel bacio mi trasmetteva, una sua mano scese piano sul mio fianco provocando al mio corpo brividi. La mia mente seguiva quella mano e non quella che lentamente, salendo su dal collo, prese la parrucca. In quel momento, quando il bacio si fermò, capii che era stato solo un diversivo, un diversivo che serviva per portare l’ attenzione da un’ altra parte, mentre lui sfilava la parrucca dalla mia testa.

Mentre mi sfilava la parrucca i suoi occhi non lasciavano i miei, nei miei si poteva vedere la paura dell’ essere scoperta, mentre nei suoi la soddisfazione di smascherarmi.

<< Mi dispiace “ Martina “, ma non mi hai lasciato altra scelta >> disse lui.

La parrucca era ormai a terra, svelando così la mia identità.

Nei suoi occhi potevo leggere la soddisfazione lasciare spazio allo stupore, che mutò subito in confusione, e ancora leggevo l’ incredulità di avere me davanti ai suoi occhi.

Non poteva credere che mi ero travestita in quel modo solo per baciarlo, e soprattutto che la ragazza che l’ aveva baciato e si era travestita, era la ragazza con cui litigava sempre per ogni stupidaggine, ma che gli era sempre accanto nei momenti peggiori.

<< Juli? Perché… >> disse lui non trovando le parole adatte per completare la frase.

<< No, ti prego, non dire nulla, sarebbe troppo imbarazzante >> dissi, le lacrime mi pungevano gli occhi, volevano sgorgare in libertà, ma non potevo liberale davanti a lui.

<< Ma Juli… >>.

<< Ti ho detto di no, non dire nulla, non voglio avere nessun contentino, voglio andarmene con quel poco di dignità che mi rimane >> dissi girandomi di lato, poi lo guardai un ‘ ultima volta << Ti chiedo solo una cosa, non dirlo a nessuno, quello che è successo deve rimanere tra di noi, se qualcun’ altro venisse ha saperlo morirei di vergogna >>.

Finita la frase corsi via, liberandomi dalla sua morsa, lasciando libere alcune lacrime che diventavano nere mentre scendevano lungo la guancia, ma lui era più veloce di me, facendomi ritornare contro il muro, tenevo la testa voltata, Etan, prendendomi il mento e facendomi voltare verso di  lui. I suoi occhi erano due lastre di pietra, non riuscivo a capire cosa provava e questo mi irritava alquanto.

<< Perché non dovrei dirlo a nessuno… se anche tu mi piaci da impazzire >>.

 

 

 

 

 

 

 

L'angoletto di Diade...

ma ciaoooooo, si sono tornata, dopo tanto tempo sono tornata a scrivere su questo sito, proponendovi una nuova FF:
Si tratta di una one-shot, che tanto shot non è, sperò che vi piacia e ricordatevi una recensione rende mooolto felice l' autore.

 

  
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