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Autore: CrossBieber    17/10/2011    3 recensioni
Erano passione pura.
Erano amore vero.
Era qualcosa che entrambi non sapevano che fosse. Al di fuori di ogni schema.
Non sapevano neanche loro descrivere cosa provavano quando i loro corpi si scontravano.
Eppure facevano finta di niente, lei non sapeva cosa provasse lui quando lo baciava, lui non sapeva cosa provasse lei quando la faceva sentire l'unica ragazza. O almeno, ci provava.
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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ciau. Erano passione pura.
Erano amore vero.
Era qualcosa che entrambi non sapevano che fosse. Al di fuori di ogni schema.
Non sapevano neanche loro descrivere cosa provavano quando i loro corpi si scontravano.
Eppure facevano finta di niente, lei non sapeva cosa provasse lui quando lo baciava, lui non sapeva cosa provasse lei quando la faceva sentire l'unica ragazza. O almeno, ci provava.

Miami, 23.47, hotel Sunshine.
"Justin.." sussurrò Sophie, mentre si faceva trascinare in camera da Justin, non riusciva a fermarsi, non riusciva a piantare i piedi per terra. Lui la guardava mordendosi il labbro, la teneva stretta dal braccio, sapeva benissimo che lei non avrebbe resistito al suo fascino, ai suoi occhi color miele, alle sue labbra che più di una volta l'avevano fatta cadere ai suoi piedi. E soprattutto, al suo sorriso, la parte più bella.
La ragazza, mora, occhi azzurri, alta, con un vestito nero attillato e tacchi a spillo, non faceva altro che fissarlo, era sua, lo era stata altre volte, ma niente di serio. Erano amici, anche se facevano l'amore.
Nè lui, nè lei, sapevano spiegarsi come questa cosa fosse possibile, sapevano solo che si volevano, che ogni volta che si sfioravano partiva una scossa.
Attrazione fisica? Può darsi.
Amore? Evitiamo. Justin Bieber e Sophie Cooper non potevano innamorsi uno dell'altro. Agli occhi degli altri appariva una forte amicizia che durava da anni, ai loro occhi era un gioco erotico. Lei la ballerina, lui il comandante. E, molte volte, lei la comandante e lui la vittima, perché anche lui non le resisteva, non resisteva al suo corpo perfetto, ai suoi occhi color ghiaccio, al suo sorriso, quando si mordeva il labbro vedendolo, fra loro scoppiava una scintilla.
"Dimmi." le rispose mentre si faceva strada per le stanze.
"No, nulla." gli sorrise. Lui si voltò un attimo e ricambiò il sorriso.
Tutti erano consapevoli che portava a letto dieci ragazze ogni sera, che le faceva impazzire, che ognuna di loro sognava quel momento da anni. Ma con Sophie era diverso, no, anche lei impazziva, ma mentre facevano l'amore provava emozioni, mentre con le altre era spoglio, era vuoto, era semplice divertimento quando non si ha nulla da fare.
Come oggetti.
Sophie era il più bello, quello con più valore. Le altre venivano dopo.
Aprì velocemente la porta e senza accendere la luce, la sbattè sul muro e chiuse la porta alle sue spalle. Erano a pochi centimetri di distanza, il fiato sul collo, le mani che si cercavano. Lui, con la velocità di una volpe, le abbassò le spalline del vestito, che le scivolò ai piedi. Lei gli tolse la t-shirt e accarezzò il suo petto nel completo buio, conosceva perfettamente ogni suo particolare. Indietreggiò e lo fece sdraiare sul letto, senza fiatare, si mise su di lui e scivolò con le mani sulla cintura, glie la slacciò e glie la tolse.
Sophie sembrava una brava ragazza: gentile, educata, con la faccia da angioletto.
Bieber l'incontrario: sexy, scontroso, sguardo intrigante, romantico, ma precisiamo, alcune volte.
Il loro respiro era irregolare, sembra andasse in sincronia, un tutt'uno.
"Ti voglio, ti voglio." sussurrò il biondino, con stampato un sorriso furbo mentre le slacciava il reggiseno.
"Caro caro Bieber, chi diceva che cadeva per primo..?" rispose lei, ridendo.
"Ho perso."
"Per la terza volta."
"Devi rinfacciarmelo?" le chiese, mentre passava le mani sulle sue cosce, sentiva la pelle d'oca: era soddisfatto, vuol dire che un briciolo di emozioni le provava, c'era riuscito, ancora.
"Parli troppo." si avvicinò a lui e lo baciò con foga, mentre gli slacciava i jeans.
Lui giocò con il suo perizioma, glie lo tolse come se fosse la cosa più naturale del mondo. Era pronto, non voleva farle male, ma ormai lei lo conosceva bene: avrebbe fatto di tutto, ma l'ultima cosa che voleva fare in vita sua era farle del male.
Tutto successe come tutte le volte.
Sophie non era mai soddisfatta, voleva di più.
Justin impazziva. Voleva soddisfarla.

Miami, 02.04, hotel Sunshine, stanza 201.
Stanca, Sophie si rilassò e si lasciò andare. Poggiava il mento sul suo petto e guardava fisso negli occhi Bieber. Stavano zitti, nella stanza c'era silenzio, una luce sul comodino li illuminava appena, una rosa bianca e una rossa sul comodino usciavano da un vaso turchese.
"Ho paura."
"Di cosa, Sop?" La chiamava da sempre Sop, fin dal primo giorno in cui si erano conosciuti.
"Quanto durerà? Ho sempre voglia di te, ogni volta che ti vedo mi mandi in tilt."
Il biondo sospirò. "Non lo so, non lo so."
Lei chiuse gli occhi, ma non si addormentò. Fece solo finta.
Lui non riusciva a prendere sonno e continuava a fissarla, con un dito iniziò a percorrerle tutto il viso: il naso, il contorno delle labbra, le guance rosee. Sorrise involontariamente.
Justin.
E' così perfetta.
Sophie.
E' così dolce, tutto con lui è perfetto.


Si amavano. Però, ancora, non l'avevano capito.
















dunque,
è la mia prima ff, arw.
no, allora, sono parecchio perversa haha.
non scrivo bene a mio parere, datemi dei consigli,
li accetto volentieri.
chiamatemi pure chiara.
peace and love.


  
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