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Autore: PiccolaEco    17/10/2011    3 recensioni
Sapete
a volte il carcere aiuta.
Aiuta a far comprendere i propri errori e talvolta aiuta anche a porvi
rimedio.
Aiuta a riflettere su chi siamo stati, chi siamo e cosa saremo nella
nostra vita.    
                                                                                           
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I’m only an alone girl

 
Dovevo arrivare a tanto per capire quanto io mi fosse sbagliata in tutto questo tempo. Quanto mi fossi sbagliata sul fatto che l’amore è solo un’illusione e che è l’odio a muovere le persone, sul fatto che i buoni alla fine sono quelli destinati a perdere e a soffrire perché si ostinano a credere nell’amore vero e in tutte quelle stupidaggini simili.
Che stupida sono stata. Solo adesso me ne rendo conto. Solo ora che sono circondata da putride pareti ammuffite piene di ragnatele e da sudici pavimenti tana di intere famiglie di topi, mi rendo conto di quanto io abbia sbagliato e mi fossi sbagliata in tutti questi anni. Sapete a volte il carcere aiuta. 
Aiuta a far comprendere i propri errori e talvolta aiuta anche a porvi rimedio.
Aiuta a riflettere su chi siamo stati, chi siamo e cosa saremo nella nostra vita.
E mentre sono qui ripenso a tutte le mie cattiverie commesse in questi due anni. I due anni peggiori e più patetici della mia vita. Ripenso a quello che ho avuto il coraggio di fare a Federico, a Sofia, a Massimo, ai bambini, alla contessa Anna…ma soprattutto a Florencia. A mia sorella. Dire che le ho reso la vita impossibile è troppo poco e non è un’esagerazione la mia. Le ho nascosto di essere mia sorella, che mio padre era anche il suo…ho impedito che lei fosse felice con Federico semplicemente perché c’era in ballo la fortuna dei Fritzenwalden e ho fatto lo stesso con Massimo. Con l’unica differenza che alla fine con lui è riuscita a sposarsi e ad avere dei fogli. Tre splendidi e meravigliosi gemelli. E tutto solo per soldi. Soldi, fortuna, denaro: sono queste le uniche parole a cui sono stata sempre abituata. Mia madre mi ha sempre insegnato che nella vita sentimenti come l’affetto, l’amore, la bontà non portano a nulla, l’importante sono i soldi, la ricchezza, il potere e alla fine sono cresciuta in questa mentalità fino a diventare la strega che tutti conoscono.
Quello a cui non sarei mai creduta di arrivare era tentare di uccidere la mia stessa sorella. Pazza. Folle. Mentire, ingannare, avere una doppia faccia è un conto…ma uccidere ne è un altro. E non stavo per commettere un tale gesto contro una sola  persona, bensì contro due: si esatto, avete capito. Io, Delfina Santillan, ho cercato di uccidere mia sorella incinta. E poi un’altra volta ho cercato di investirla con un furgone. La cosa buffa è che solo adesso mi rendo conto di quanto io sia stata folle a fare un gesto del genere.
–Piccola, cosa fai lì tutta sola? Vieni qui e prepariamo un piano per…-. 
–BASTA! Guarda, guarda dove siamo, mamma! Guardati intorno e dimmi cosa vedi!-.
Mia madre tace sconvolta: le ho appena riversato addosso tutta la rabbia che avevo dentro, senza far nulla per trattenermi.
–Guardati intorno mamma:tu che cosa vedi?- continuo più pacatamente. –Siamo circondati da mura ammuffite, topi, ragnatele e delinquenti. Siamo in prigione mamma. Com’è giusto che sia.  
–Stai delirando, piccola. Vuoi che chiami un medico, uno psichiatra o…-.

–STO benissimo! Quando lo vorrai capire che abbiamo perso ormai, eh? Mettiti l’animo in pace: abbiamo perso. Punto. Basta inganni, basta piani, basta carognate. Basta mamma. Mi hai sempre insegnato a mettere da parte i miei sentimenti, ad amare solo il denaro e il potere, a ingannare per non essere ingannata, a odiare per non essere delusa…e sai qual è stato il risultato? L’effetto contrario. Ho odiato e mi sono fatta odiare…e sai qual è stato il risultato? Questo- le dico freddamente mostrandole con un ampio gesto della mano il luogo squallido dove ci troviamo.                                                                                                 
Mia madre mi osserva, poi si guarda intorno e tace. 
Intanto io mi accascio per terra portando le ginocchia al petto.
Io ho mai voluto essere una cattiva ragazza. Il fatto è che non ho mai ricevuto quello che ha ricevuto invece Flor: amore. Di conseguenza non ho mai saputo cosa significasse amare e così sono diventata quello che sono adesso.
Io non sono una cattiva ragazza. Sono solo una ragazza sola.

 

 

*Angolo dell’autrice*:

Salve ragazzi! ^^ Ok, credo che non mi conosciate poiché sono nuova da queste parti…o meglio: ho letto spesso fan fiction di questa sezione ma non ne ho mai scritta una riguardo Flor. 
 Lo so: è un po’ malinconica come prima fan fiction, vero? Il fatto è che volevo tanto scrivere qualcosa sui pensieri di Delfina in carcere. ATTENZIONE: qui Delfina non è ancora diventata completamente buona, bensì sta cominciando a riflettere sul suo modo di essere e di agire. 
 Non credo sia venuta granchè ma questo lo lascio decidere a voi, miei cari lettori: si accettano recensioni e anche eventuali critiche purchè siano costruttive e non offensive! ;D
Spero che recensiate in tanti: i vostri pareri e i vostri consigli non possono essere che ben accetti!

                                                                        Vi aspetto con ansia

                                                                             PiccolaEco

  
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