Precisazioni: gli eventi si
rivolgono all’ultimo episodio della prima serie:
“La Morte di Artù”,
esattamente nel momento in cui Merlin torna dall’isola dei
beati col rimedio
per il suo principe ^^
La
Carezza Dei Tulipani
Blu
La notte cala come una
candida carezza sull’intera Camelot e il silenzio accoglie
con giubilo un
teatro di candele radunate davanti alle porte del castello.
Il principe è moribondo!
Il futuro re sta morendo!
Sa
il popolo che non c’è speranza, sa che Arthur
Pendragon se ne sta andando. È
per questo che ha acceso quelle fiaccole, per illuminare la via alla
speranza.
Forse si è perduta, forse tarda ad arrivare, ma
arriverà. Devono crederci, o
sarà la fine.
Nelle
stanze del principe intanto, un ragazzo dai morbidi capelli neri e un
uomo
anziano sono seduti accanto al moribondo, madido di febbre e sudore.
Arthur ha
le labbra schiuse, ansimanti di morente alito vitale. Ma non
è solo.
Una
mano pallida stringe quella del principe e due occhi color della notte
più
cristallina si posano sul suo volto. Merlin sorride finalmente, come
non faceva
da tempo. Sa che anche questa volta ce l’ha fatta e Arthur,
il suo Arthur sarà
salvo.
-Merlin…
sei sicuro?- chiede Gaius un’ultima volta. Sa che
è inutile domandare, ma la
disperazione di perdere un figlio è troppo grande per
impedirgli di tentare
ancora. Merlin è cresciuto, ormai sa scegliere.
Davanti
agli occhi anziani del cerusico si srotola lento il traguardo finale di
una
vita innocente dedita al bene comune. Un sacrificio per la salvezza di
tutti,
per la nascita di un nuovo regno.
-Sì.-
risponde semplicemente il giovane mago, ed è allora che
Gaius compie il gesto
estremo, versando un liquido vitale nella gola arida di Arthur. Una
lacrima
cade dalle guance anziane del vecchio, che accetta infine la perdita di
un
pezzo di felicità. È giusto così,
forse.
-Gaius.-
chiama Merlin, facendolo voltare. Lo abbraccia, circondando di angelica
dolcezza le spalle spioventi del suo mentore, di suo padre. Gaius
può quasi
vedere un paio d’ali bianche nascere dalle spalle del ragazzo
e spiegarsi al
vento, maestose nel loro candore innocente.
-Andrà
tutto bene, padre. Io non me ne andrò davvero, lo sai, ma
almeno per ora… devi
lasciarmi andare.- sussurra Merlin, senza smettere di sorridere
pacifico. Gaius
osserva il beato scintillio dei suoi occhi puri, la fiducia che infonde
nella
promessa di non lasciarlo mai. E ci crede. Forse è il
momento di abbandonare il
cinismo una volta per tutte e affidarsi al dolce abbraccio di un
angelo.
Annuisce.
-Lasciami
con lui, per favore.- chiede infine il giovane mago, e Gaius lo
accontenta.
Volta le spalle e si allontana senza guardarsi indietro, lo spettro di
un
sorriso nascente sulle labbra secche di vecchiaia. Prima di chiudersi
la porta
alle spalle, fa in tempo ad udire un’ultima, semplice parola:
“Grazie”.
Merlin
si siede sul letto, passa un braccio sotto la schiena del principe e se
lo
stringe al torace. Un’insana debolezza lo pervade e, mentre
la vita passa da un
corpo all’altro, Merlin non può fare a meno di
pensare che infondo, quell’asino
è davvero un impiastro.
-Sempre
io a salvarvi il regale deretano…- mormora al suo orecchio,
allentando la
stretta intorno alle spalle del suo principe, il suo re… il
suo unico e vero
amore. Infondo, dare la vita per chi si ama non è poi
così male. Merlin non si
pente nemmeno quando chiude gli occhi e sente un ultimo flusso di magia
fuoriuscire dalle dita abbandonate sul materasso.
Poi,
accade un miracolo.
Una
voce si leva alta e melodiosa verso il cielo irrisorio, un canto di
speranza
spezza di forza il silenzio mortifero che avvolge Camelot.
Un’altra voce si
aggiunge alla prima, poi un’altra ancora. In pochi istanti,
la melodia satura
l’aria di commossa preghiera per il principe morente. Il
popolo canta sempre
più forte. Uomini, donne, bambini, uniti sotto un unico
vessillo di forza per
tenere lontana la morte. Le fiaccole danzano impazzite e nemmeno il
vento
gelido riesce a spegnerle.
Merlin
affonda una mano nella morbida chioma del principe, nascondendo il viso
nell’incavo del suo collo. Canta anche lui ora, ma
nell’antica lingua. Parole
supplicanti che chiedono alla morte di risparmiare una vita immacolata
d’innocenza.
I
cavalieri spalancano le porte, inclinando il capo per aggiungere la
loro voce
alla preghiera.
È
allora che Arthur Pendragon esala un respiro più forte degli
altri, è allora
che le sue dita si intrecciano a quelle gelide del suo servo
innamorato. Le
stringe caloroso, forte di una nuova forza vitale. Sente la presenza di
Merlin
al suo fianco, e questo gli basta. Non è più
solo, ora.
Apre
gli occhi, e lo spettacolo che gli si presenta davanti lo lascia senza
fiato:
il pavimento è ora ricoperto d’erba e rugiada,
l’edera color smeraldo avvolge i
mobili e la testiera del letto e dei tulipani blu sbocciano uno dopo
l’altro
per ogni dove, come semi in crescita rapida. Ricoprono le pareti,
s’intrecciano
ai cardini della porta e delle finestre. Da sotto il letto sgorga un
sottile
rivolo d’acqua talmente pura da risultare trasparente. Arthur
la vede
attraversare la camera come una serpe sinuosa, fino a raggiungere il
muro, dove
muore senza creare allagamenti.
-Cosa…?-
balbetta, ma una tenue luce lo distrae, facendogli abbassare gli occhi
su
Merlin, avvolto da un delicato bagliore lunare. Il mago ha gli occhi
chiusi, le
labbra arricciate in un debole sorriso soddisfatto e i capelli
arruffati come
quelli di un bambino.
Arthur
non ha mai visto niente di più bello e triste nella sua
vita. Vuole svegliarlo,
dirgli che lo ama e spezzare ogni vincolo che li relega a ruolo di
principe e
servo.
-Ehi,
idiota…- lo chiama debolmente, ma in fondo al cuore, Arthur
sa che Merlin non
si sveglierà. Stavolta no. Lo scuote di nuovo, inizia ad
urlare il suo nome
mentre una cascata di luce si riversa dalla finestra, illuminando di
riflessi
cangianti il buio della notte. La gente leva lo sguardo e continua a
cantare,
conscia che qualcosa sta cambiando finalmente.
Arthur
urlerà ancora un nome, gridando al mondo la sofferenza dei
sopravviventi, ma
alla fine, il sorriso che illumina di gioia il viso di Merlin contagia
anche
lui. Tra le lacrime, il futuro re abbraccia colui che ama e annuisce.
-Ho
capito.- dice semplicemente, accettando il trapasso di colui che ama e
il
destino spianato che egli gli ha posto innanzi. Arthur sarà
un re mai solo. Al
suo fianco avrà sempre un servo idiota dalle orecchie a
sventola, e una
delicata, invisibile carezza glielo conferma. Al di sopra del canto
levato del
popolo speranzoso, si ode una bassa risata di ragazzo.
E
intanto, i tulipani blu finivano di sbocciare.
Angolo
dell’autrice:
Dedico
questa storia a chi come me soffre una
perdita. Abbiate speranza per il domani e non lasciatela mai,
perché
significherebbe estinguersi come fiammelle. Dopo il pianto, il sorriso
tornerà
sempre. Con alcuni tarderà un po’ ad arrivare, ma
arriverà. Se cominciate a
dubitarne… levate anche voi al cielo il vostro canto.
Ringrazio
di cuore chi legge e recensisce.
Significa molto per me, grazie davvero, angioletti recensori.
Un bacione dalla vostra Tomi Dark Angel