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Autore: Tomi Dark angel    18/10/2011    3 recensioni
La notte cala come una morbida carezza sull’intera Camelot e il silenzio accoglie con giubilo un teatro di candele radunate davanti alle porte del castello.
Il principe è moribondo!
Il futuro re sta morendo!
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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Precisazioni: gli eventi si rivolgono all’ultimo episodio della prima serie: “La Morte di Artù”, esattamente nel momento in cui Merlin torna dall’isola dei beati col rimedio per il suo principe ^^

La Carezza Dei Tulipani Blu

La notte cala come una candida carezza sull’intera Camelot e il silenzio accoglie con giubilo un teatro di candele radunate davanti alle porte del castello.

Il principe è moribondo!

Il futuro re sta morendo!

Sa il popolo che non c’è speranza, sa che Arthur Pendragon se ne sta andando. È per questo che ha acceso quelle fiaccole, per illuminare la via alla speranza. Forse si è perduta, forse tarda ad arrivare, ma arriverà. Devono crederci, o sarà la fine.

Nelle stanze del principe intanto, un ragazzo dai morbidi capelli neri e un uomo anziano sono seduti accanto al moribondo, madido di febbre e sudore. Arthur ha le labbra schiuse, ansimanti di morente alito vitale. Ma non è solo.

Una mano pallida stringe quella del principe e due occhi color della notte più cristallina si posano sul suo volto. Merlin sorride finalmente, come non faceva da tempo. Sa che anche questa volta ce l’ha fatta e Arthur, il suo Arthur sarà salvo.

-Merlin… sei sicuro?- chiede Gaius un’ultima volta. Sa che è inutile domandare, ma la disperazione di perdere un figlio è troppo grande per impedirgli di tentare ancora. Merlin è cresciuto, ormai sa scegliere.

Davanti agli occhi anziani del cerusico si srotola lento il traguardo finale di una vita innocente dedita al bene comune. Un sacrificio per la salvezza di tutti, per la nascita di un nuovo regno.

-Sì.- risponde semplicemente il giovane mago, ed è allora che Gaius compie il gesto estremo, versando un liquido vitale nella gola arida di Arthur. Una lacrima cade dalle guance anziane del vecchio, che accetta infine la perdita di un pezzo di felicità. È giusto così, forse.

-Gaius.- chiama Merlin, facendolo voltare. Lo abbraccia, circondando di angelica dolcezza le spalle spioventi del suo mentore, di suo padre. Gaius può quasi vedere un paio d’ali bianche nascere dalle spalle del ragazzo e spiegarsi al vento, maestose nel loro candore innocente.

-Andrà tutto bene, padre. Io non me ne andrò davvero, lo sai, ma almeno per ora… devi lasciarmi andare.- sussurra Merlin, senza smettere di sorridere pacifico. Gaius osserva il beato scintillio dei suoi occhi puri, la fiducia che infonde nella promessa di non lasciarlo mai. E ci crede. Forse è il momento di abbandonare il cinismo una volta per tutte e affidarsi al dolce abbraccio di un angelo. Annuisce.

-Lasciami con lui, per favore.- chiede infine il giovane mago, e Gaius lo accontenta. Volta le spalle e si allontana senza guardarsi indietro, lo spettro di un sorriso nascente sulle labbra secche di vecchiaia. Prima di chiudersi la porta alle spalle, fa in tempo ad udire un’ultima, semplice parola: “Grazie”.

 

Merlin si siede sul letto, passa un braccio sotto la schiena del principe e se lo stringe al torace. Un’insana debolezza lo pervade e, mentre la vita passa da un corpo all’altro, Merlin non può fare a meno di pensare che infondo, quell’asino è davvero un impiastro.

-Sempre io a salvarvi il regale deretano…- mormora al suo orecchio, allentando la stretta intorno alle spalle del suo principe, il suo re… il suo unico e vero amore. Infondo, dare la vita per chi si ama non è poi così male. Merlin non si pente nemmeno quando chiude gli occhi e sente un ultimo flusso di magia fuoriuscire dalle dita abbandonate sul materasso.

Poi, accade un miracolo.

Una voce si leva alta e melodiosa verso il cielo irrisorio, un canto di speranza spezza di forza il silenzio mortifero che avvolge Camelot. Un’altra voce si aggiunge alla prima, poi un’altra ancora. In pochi istanti, la melodia satura l’aria di commossa preghiera per il principe morente. Il popolo canta sempre più forte. Uomini, donne, bambini, uniti sotto un unico vessillo di forza per tenere lontana la morte. Le fiaccole danzano impazzite e nemmeno il vento gelido riesce a spegnerle.

Merlin affonda una mano nella morbida chioma del principe, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo. Canta anche lui ora, ma nell’antica lingua. Parole supplicanti che chiedono alla morte di risparmiare una vita immacolata d’innocenza.

I cavalieri spalancano le porte, inclinando il capo per aggiungere la loro voce alla preghiera.

È allora che Arthur Pendragon esala un respiro più forte degli altri, è allora che le sue dita si intrecciano a quelle gelide del suo servo innamorato. Le stringe caloroso, forte di una nuova forza vitale. Sente la presenza di Merlin al suo fianco, e questo gli basta. Non è più solo, ora.

Apre gli occhi, e lo spettacolo che gli si presenta davanti lo lascia senza fiato: il pavimento è ora ricoperto d’erba e rugiada, l’edera color smeraldo avvolge i mobili e la testiera del letto e dei tulipani blu sbocciano uno dopo l’altro per ogni dove, come semi in crescita rapida. Ricoprono le pareti, s’intrecciano ai cardini della porta e delle finestre. Da sotto il letto sgorga un sottile rivolo d’acqua talmente pura da risultare trasparente. Arthur la vede attraversare la camera come una serpe sinuosa, fino a raggiungere il muro, dove muore senza creare allagamenti.

-Cosa…?- balbetta, ma una tenue luce lo distrae, facendogli abbassare gli occhi su Merlin, avvolto da un delicato bagliore lunare. Il mago ha gli occhi chiusi, le labbra arricciate in un debole sorriso soddisfatto e i capelli arruffati come quelli di un bambino.

Arthur non ha mai visto niente di più bello e triste nella sua vita. Vuole svegliarlo, dirgli che lo ama e spezzare ogni vincolo che li relega a ruolo di principe e servo.

-Ehi, idiota…- lo chiama debolmente, ma in fondo al cuore, Arthur sa che Merlin non si sveglierà. Stavolta no. Lo scuote di nuovo, inizia ad urlare il suo nome mentre una cascata di luce si riversa dalla finestra, illuminando di riflessi cangianti il buio della notte. La gente leva lo sguardo e continua a cantare, conscia che qualcosa sta cambiando finalmente.

Arthur urlerà ancora un nome, gridando al mondo la sofferenza dei sopravviventi, ma alla fine, il sorriso che illumina di gioia il viso di Merlin contagia anche lui. Tra le lacrime, il futuro re abbraccia colui che ama e annuisce.

-Ho capito.- dice semplicemente, accettando il trapasso di colui che ama e il destino spianato che egli gli ha posto innanzi. Arthur sarà un re mai solo. Al suo fianco avrà sempre un servo idiota dalle orecchie a sventola, e una delicata, invisibile carezza glielo conferma. Al di sopra del canto levato del popolo speranzoso, si ode una bassa risata di ragazzo.

E intanto, i tulipani blu finivano di sbocciare.

 

 

Angolo dell’autrice:

Dedico questa storia a chi come me soffre una perdita. Abbiate speranza per il domani e non lasciatela mai, perché significherebbe estinguersi come fiammelle. Dopo il pianto, il sorriso tornerà sempre. Con alcuni tarderà un po’ ad arrivare, ma arriverà. Se cominciate a dubitarne… levate anche voi al cielo il vostro canto.

Ringrazio di cuore chi legge e recensisce. Significa molto per me, grazie davvero, angioletti recensori.

Un bacione dalla vostra Tomi Dark Angel

 

  
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