Polvere
nell'aria d'Ottobre,
sospirando il freddo intorno
riempirsi d'aghi gelati il naso
e lasciar rabbrividire il corpo
rattrappito.
Sensazioni ricorrenti
che d'ora, in ora
in giorno
trascinano le mani a chiudere gli occhi
sparire
e trovare rifugio in un altro me,
un me che, perso
non esiste
non qui.
Polvere
di quello che sono stato
e odore acre delle braccia che m'hanno cinto il cuore
attraversato la pelle
e sospinto l'anima.
Il colore delle foglie imbrunisce e la gente tace
e su, là nel cielo
le macchie grigie di delusione
ricoprono ogni bel pensiero rimasto
è opaco lo specchio delle mie emozioni,
intraviste come ombre fugaci, nell'insicurezza indistinte.
Ho amato il mondo
e decaduto
respiro l'odore acre dell'aria perenne d'Ottobre...