Vorrei

Vorrei poter chiudere gli occhi e rimanere al buio
finché i mostri sono andati via,
ma se così fosse vivrei nell’oscurità.

Vorrei poter tapparmi le orecchie come Ulisse
finché tutto intorno a me non smette di urlare
la sua disperazione,
ma se così fosse vivrei da sorda.

Vorrei poter indossare dei guanti bianchi
e accarezzare il mondo senza vederli
macchiarsi di nero,
ma se così fosse non dovrei mai comprarne di nuovi.

Vorrei poter mettere
una molletta al mio naso
per non respirare il veleno,
ma se così fosse
dopo
non potrei soffiarlo durante un'influenza.

Vorrei poter dar voce ai miei pensieri e colmare
questo silenzio che mi circonda e che
mi inonda l’anima di un gelo soffocante.

Un sacco di persone parlano
silenzio e nessuna
parla parole.

Questo silenzio
freddo
inospitale.

Per andare avanti
si vive nei propri sogni provando
solo l’ombra delle emozioni che erano.
Ci si vive così tanto e
da così a lungo tempo che
abbiamo dimenticato la differenza
tra illusione e realtà,
ma è troppo bello restare accoccolati e protetti.

Non vale la pena aprirlo.

Perché aprirlo se chi ha osato
sbirciare
è impazzito e non è più guarito?

Vorrei non sentire,
non vedere,
non udire,
non toccare.

Non pensare.

I vorrei vanno in sovraccarico
al centro dell’uragano,
i nostri pensieri si intoppano.

Forse l’agonia finirebbe se non ci fosse
bisogno di vorrei.
Non sarebbe mai iniziata se i vorrei
fossero inutili.

In questo mondo di vorrei
io
mi perdo.
Dov’è la strada verso casa?

L’oblio, unica soluzione.

Voglio un ramo per aggrapparmici e
smettere di girare nella corrente.

Chiudiamo gli occhi.
Mettiamo una molletta al naso.
Serriamo la bocca.
Indossiamo dei guanti.
Tappiamoci le orecchie.

Invochiamo un ramo.

Sfiliamoci i guanti.
Stappiamoci le orecchie.
Togliamo la molletta dal naso.
Spalanchiamo la bocca.
Apriamo gli occhi.

Se il ramo è davanti a voi,
state sognando.