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Autore: miki_koishikawait    26/06/2006    0 recensioni
una ragazza cerca di vivere la sua vita ma deve fare i conti con il suo passato, che non fa altro che perseguitarla. (commento skifoso lo so...prima ff ke scrivo voglio molti commenti e critike!!!^-^ NdMiki)
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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-Genzo

-Genzo!!!- il portiere si girò e vide una ragazza che stava correndo verso di lui.

-Sei stato bravissimo in Francia! Non sai quanto mi sei mancato!- detto questo la ragazza lo baciò appassionatamente lasciando di stucco tutti i presenti, compresa la nostra Miki.

Quando la ragazza si staccò Wakabayashi rimase leggermente spiazzato.

-Ma…Cosa?-

-Oh finalmente sei tornato da me!- disse continuando a strusciarsi su di lui e lanciando occhiate furbesche a Miki.

-Scusa ma preferirei che ti staccassi da me Fuda…- (la ragazza del primo capitolo NdM)

-Ma come Genzuccio mio, non ti sono mancata nemmeno un pochino?- disse accarezzandogli la faccia.

-No per niente, e ora se vuoi scusarmi devo tornare a casa con la mia ragazza!- indicando Miki che fino a quel momento era rimasta zitta per la non tanto amata sorpresa.

-A quanto vedo la Koishikawa si è data da fare! Ma brava!- avvicinandosi all’orecchio di Miki –Vedrai che riuscirò a riprenderlo!- e così se ne andò lasciando tutti i presenti immobili.

I ragazzi della nazionale dopo qualche minuto abbandonarono l’aeroporto, chi per andare in macchina con i propri genitori, chi come Miki, per andare in autobus.

E quello che diavolo era?

Bello! Non riesco a passare nemmeno un momento tranquillo! Ma bene!

Mi ci mancava solo quella smorfiosetta della sezione B! di male in peggio!!!

Non chiedo tanto…no…un solo dannatissimo momento di beatitudine non posso averlo?!?

-Miki-chan?-

-Dimmi-

Wakabayashi l’aveva riportata sulla terra come suo solito.

-Beh…ecco…- abbassandosi la visiera del cappello -…per quanto riguarda il…ehm si…il bacio…beh ecco…sappi che non ho provato nulla, che non volevo…-

Rimase sorpresa per un attimo poi ritornando in sé sorrise.

-Non ti preoccupare non è stata colpa tua, di certo non potevi immaginare che ti sarebbe saltata addosso- pronunciando le ultime parole con un tono più arrabbiato.

Quando arrivarono a Fujisawa Miki, Misaki e il SGGK si diressero verso casa loro.

-Beh vi saluto! A domani Misaki! Ciao Miki-chan! Ci vediamo agli allenamenti!!!- il portiere prese la via che lo avrebbe portato a casa.

-Senti Miki-chan, che ne dici di venire a cenare da me?- chiese Misaki dolcemente (scusate ma non ho la minima idea di quanto ci voglia in aereo dalla Francia in Giappone e che ore siano per il fuso orario…NdM)

-Ma io…non vorrei disturbare…-

-Ma figurati! Lo sai che sei sempre la benvenuta! E poi non avrai di sicuro nulla in frigo dopo questa settimana! Mio padre sarà felicissimo di averti a cena con noi-

Il ragazzo le sorrise molto dolcemente e lei arrossì.

-Ok…grazie mille!-

E così si avviò insieme al ragazzo nel cortile di casa Misaki.

 

-Mamma mia che sonno…ma che diavolo di ore sono?!?-

Guardò l’orologio: le 7:50

-Ma porc….!!!! Farò tardi agli allenamenti!!! Accidenti a me quando ho accettato di diventare una manager!- Miki si vestì e si lavò alla velocità della luce e uscì di casa correndo.

-Uff…sono arrivata appena in tempo…-

I ragazzi stavano uscendo in quel momento dagli spogliatoi e chiacchieravano tranquillamente tra di loro.

Miki raggiunse le altre due managers e le aiutò con i vari lavori che le avrebbero occupato tutta la mattinata.

Ogni tanto si prendeva una pausa e osservava i ragazzi che si allenavano, ce la mettevano davvero tutta.

Avrebbe voluto anche lei impegnarsi in qualcosa, qualsiasi cosa purché non le facesse pensare ai brutti momenti della sua vita, le serviva qualcosa per sfogarsi. Certo, il lavoro di manager le occupava gran parte della giornata, ma non la distoglieva certo dai suoi pensieri, anzi…non faceva altro che pensare a tutto ciò che le aveva segnato la vita.

Però che altro poteva fare? Lavorare non se ne parlava neanche, dato che il regolamento della scuola vietava che gli studenti lavorassero.

Proseguire con gli allenamenti di Karate? Si certo, ma era solo per mezz’ora alla settimana, solo il tempo necessario per sfogarsi e poi? Tutto era come prima!

Le serviva qualcosa che le occupava la mente per almeno due ore al giorno.

Decise di non pensarci e di dedicarsi, in quel momento, al lavaggio delle divise dei ragazzi.

Prese una maglia appena lavata e andò a stenderla, ma non appena la fissò con le mollette qualcuno tirò una pallonata proprio in quella direzione.

-Ehm..scusami Miki-chan…non volevo sul serio…-

-Ishizaki ti conviene iniziare a scappare…la sua faccia non promette nulla di buono credimi…- Misaki stava cercando di trattenersi dalle risate quando la furia esplose.

-RYO ISHIZAKI!!! VIENI QUI! DOVE CREDI DI ANDARE?!? SE TI PRENDO GIURO CHE NON TE LA FACCIO PASSARE LISCIA!!!-

Miki iniziò a rincorrere il poveretto con la maglia sporca in mano provocando l’ilarità generale.

-Mi sembrava di aver sentito un’oca che urlasse, infatti non mi sbagliavo-

Miyuki rise per la battuta dell’amica.

Miki si bloccò di colpo così come Ishizaki che cercò di recuperare fiato.

-Oh poverina qualcuno le ha sporcato la maglietta che aveva appena lavato…perché non dici alla mamma di prendere le tue difese? Oh scusa…mi ero dimenticata che tua madre ti ha mollato qui in Giappone ed è partita per l’America…- Fuda scoppiò in una rumorosa risata e si avviò verso la porta dove c’era Wakabayashi.

Miki rimase un attimo di sasso per le parole dette dalla ragazza, ma si riprese subito.

Nel frattempo Misugi raggiunse le due intruse e sorridendo disse:

-Scusate ma non è ammesso nessuno durante l’orario di allenamento, al di fuori dei giocatori e delle managers- le guardò e le invitò a lasciare il campo; per tutta risposta Fuda disse –Ero semplicemente passata per chiedere al mio tesorino e a voi ragazzi di andare a prendere un gelato insieme- e guardò Wakabayashi con occhi dolci.

Il ragazzo cercando di trattenere le risa nervose si sistemò il cappellino sugli occhi e guardò Tsubasa.

Miki stava iniziando ad infuriarsi e rispose –Scusa, ma forse non hai capito che i ragazzi non hanno tempo da perdere insieme a voi due! Hai presente quella cosa chiamata allenamento? Partite? Mi sa tanto che sto parlando a vuoto dato che sono cose troppo difficili per una ragazza che pensa solo a  muovere la sua chioma fluente-

Tutta la squadra scoppiò a ridere, mentre Fuda, rossa di rabbia, si girò di scatto e seguita da Miyuki se ne andò dicendo fra sé Questa me la pagherai, mia cara Koishikawa.

-Ben fatto Miki-chan! Finalmente qualcuno è riuscito a farla stare zitta- Sanae rise per poi riprendere a stendere le ultime due magliette. Finito di fare ciò diede una mano a Yayoi con la pulizia dei palloni.

 

Erano passati due mesi e i ragazzi avevano ripreso ad andare a scuola.

Nell’ultimo periodo delle vacanze estive non era successo un granché, soltanto i ripetuti allenamenti e le visite non molto gradite da parte di Fuda che cercava in ogni modo di stare appiccicata al portiere giapponese, cosa che faceva arrabbiare sempre più la nostra protagonista.

Il secondo trimestre era ancora più duro del primo, infatti i professori non mancavano di riempire di compiti i ragazzi dell’ultimo anno.

Tra compiti, interrogazioni e allenamenti Miki aveva la giornata completamente piena, senza avere neanche un secondo per dedicarsi a se stessa; ma d’altronde era questo quello che voleva, no? Non pensare più a nulla di doloroso… Ma purtroppo si sa, la vita riserva sempre belle e brutte sorprese e questo Miki lo comprese a fondo.

 

Un sabato di novembre i ragazzi decisero di organizzare una serata di svago da studio e allenamenti a casa di Miki.

Ci furono varie proposte per diversi tipi di cucina, come quella italiana, cinese, messicana, egizia, ma alla fine si optò per tutte quante, quindi una bella mangiata di pietanze provenienti da molte parti del mondo.

L’appuntamento era per le 20.00 a casa della ragazza e ognuno doveva portare qualcosa da mangiare: comprato o cucinato non era differente.

Sanae e Yayoi andarono a casa di Miki la mattina per aiutarla a pulire e a mettere in ordine.

Dopo un pranzo veloce andarono al supermercato in centro città a prendere bibite, bicchieri e piatti di plastica, tovaglioli e tutto l’occorrente per una cena “all’italiana”.

Quando tornarono a casa indossarono il grembiule e tirarono fuori dalle buste tutti gli ingredienti necessari per preparare le lasagne e il tiramisù.

Tra battaglie e risate riuscirono nell’intento e si avviarono in sala per apparecchiare la tavola.

Quando Yayoi si avviò in cucina per dare un’occhiata alle lasagne in forno, qualcuno suonò alla porta.

Sanae aprì e dopo aver salutato tutti i ragazzi chiese di portare i loro piatti in cucina e posarli sul tavolo.

Quando tutto fu pronto, i ragazzi si sedettero a tavola e iniziarono a parlare del più e del meno, di ciò che avrebbero fatto dopo aver preso il diploma, quale università frequentare o dove andare a lavorare.

Più o meno tutti quanti avevano un’idea di quale strada intraprendere dopo le superiori, tranne Miki, infatti si rabbuiò un attimo, ma una mano calda si posò sulla sua spalla, lei alzò lo sguardo e vide il suo migliore amico farle un grande sorriso.

Wakabayashi provò un po’ di gelosia nel vedere quella scena, ma fece finta di nulla e continuò a mangiare.

-Mamma mia ragazzi quanto ho mangiato!!!- Ishizaki si massaggiò la pancia e si allungò sulla sedia.

-Pensa che non abbiamo ancora finito! Miki-chan, Sanae e io vi abbiamo preparato una sorpresa- tutti guardarono Yayoi con un punto interrogativo disegnato sulla faccia e allora la ragazza continuò -Miki ci ha insegnato a preparare uno dei dolci più buoni dell’Italia: il tiramisù!-

I ragazzi furono “contenti” della sorpresa e quando il dolce fu nel loro piatto lo divorarono in pochi istanti.

-Veramente ottimo ragazze, complimenti!-

-Si Misugi ha ragione, siete state bravissime, se non stessi scoppiando per quanto ho mangiato, ne prenderei un’altra fetta…ma meglio di no, se no domani pomeriggio rotolo invece di correre agli allenamenti- disse Tsubasa iniziando a ridere.

-Ora direi che possiamo fare una partita a qualcosa che ne dite? Se volete possiamo fare una partita al “grande poveretto” oppure giocare a qualche gioco in scatola, dovrei averne qualcuno nell’armadio di sopra-

-Ok Miki-chan ve benissimo! Però dobbiamo sparecchiare e lavare i piatti prima di giocare- disse Sanae iniziando a portare qualche piatto vicino al lavello; seguirono il suo esempio Yayoi e Ishizaki.

-Aspettate e se per lavare i piatti facciamo una sottospecie di conta? Chi perde li lava- i ragazzi guardarono stupiti Miki, tant’è che lei divenne rossa come un peperone, poi però scoppiarono tutti a ridere e approvarono quell’idea strampalata.

Decisero di fare il sorteggio coi bastoncini, ai due che avrebbero pescato quelli corti toccavano le stoviglie da lavare.

Il caso volle che i due sfortunati furono Hiyuga e Matsuyama (non ce li vedo proprio a lavare i piatti XD NdM) e tra una discussione e l’altra riuscirono a compiere il loro dovere di brave casalinghe!

Ognuno riprese il proprio posto a tavola e iniziarono a giocare a carte, naturalmente ridendo e scherzando arrivò la fine della partita che vide come perdente (vi lascio immaginare) Ishizaki.

Il poveretto come penitenza doveva fare il giro della tavola per tre volte portando Hiyuga in braccio e se per caso lo faceva cadere doveva ricominciare.

Fece il giro della tavola almeno quindici volte prima di riuscire a farlo tre volte consecutive.

Nel frattempo tutti quanti ridevano come dei pazzi della disgrazia del povero Ishizaki.

Dopo che si furono calmati decisero di fare una partita al Trivial Pursuit divisi in cinque squadre formate da tre persone ognuna.

Miki si alzò dalla sedia e si diresse verso le scale che davano sul corridoio.

-Ragazzi se aspettate un attimo vado a prendere il gioco nell’armadio dello stanzino!-

-Si non ti preoccupare Miki-chan! Non scappiamo-

-Miki-chan aspetta! Ti do una mano prima che ti fai male!- Misaki si alzò e seguì la ragazza su per le scale.

Entrarono nello stanzino e Miki prese una scala per poter arrivare all’ultimo scaffale dove c’erano un po’ di giochi in scatola messi uno sopra l’altro.

Nel prendere il gioco, si spinse un po’ troppo e cadde addosso a Misaki.

Miki si rese conto di essere completamente sdraiata sopra il suo amico e divenne bordeaux; lui per tutta risposta rimase a fissare gli stupendi occhi castani della ragazza.

Una voce dietro di loro li riportò alla realtà.

-Ora capisco perché non scendevate più, mi dispiace avervi disturbato- i due ragazzi si voltarono e videro Wakabayashi seccato più che mai sulla soglia dello stanzino.

Si rialzarono in fretta e furia e cercarono di spiegare che Miki era solo caduta nel prendere il gioco, infatti gli fecero notare che dietro di loro c’era la scatola del Trivial Pursuit aperta con qualche pedina e segnalino sparso per terra.

-Sul serio Wakabayashi non è successo nulla! Credimi!- Miki lo guardò fisso negli occhi e lui per tutta risposta si girò e scese le scale senza dire nulla.

Misaki guardò la sua amica preoccupato.

-Ehi Miki-chan tutto bene?-

Lei rispose con un lieve sorriso di “sì” e dopo aver raccolto tutti i pezzi del gioco scese in cucina seguita dal ragazzo.

Dopo essersi divisi in squadre prepararono il tabellone e iniziarono a giocare.

Durante tutta la partita Miki cercò lo sguardo del suo ragazzo, ma fu del tutto inutile e quindi si rassegnò a “divertirsi” con tutti gli altri cercando di non pensarci.

Il tempo passò molto velocemente che quando Sanae guardò l’orologio lanciò un grido che fece girare tutti quanti.

-Che è successo Sanae-chan?- chiese preoccupata Miki

-E’ tardissimo! Sono già le 3 di notte!!! Dobbiamo andare a casa se no domani tra studio e allenamenti non resistiamo cinque minuti!-

-Ok allora vi lascio andare, così anche io vado a letto che in effetti ora che mi ci fai pensare è davvero molto tardi!-

-Prima ti diamo una mano a sistemare il gioco dai!-

-Non vi preoccupate ragazzi andate che è già tardi, tanto per mettere via qualche pedina non ci metto mica una vita, no?- disse ridendo e accompagnando i suoi amici alla porta.

Salutò tutti e chiese a Wakabayashi di aspettare un momento prima di uscire.

-Scusami Miki-chan ma sono stanco, preferirei andare a casa- disse gelido

-Ma io vorrei spiegarti cos’è successo prima!-

-Ne riparliamo domani ok?- il ragazzo si girò e uscì da casa Koishikawa lasciando Miki quasi in lacrime sulla porta.

La ragazza si chiuse la porta alle spalle e con sguardo assente si diresse in cucina per mettere via i componenti del Trivial Pursuit.

Da quando siamo diventati così?

Da quando abbiamo iniziato a non parlare più l’uno con l’altro?

Non mi sembra di aver fatto nulla di male, non l’ho fatto mica apposta a cadere addosso a Misaki.

Non mi diverto a cadere da una scala e finire in braccio ad un ragazzo, cosa crede?!?

Domani però dovrà parlare con me! Altroché!

Prese e sbattè la scatola del gioco sul tavolo per sfogarsi.

Decise che era meglio dormirci sopra e che non avrebbe risolto nulla a piangere e/o ad arrabbiarsi in quel modo, quindi salì le scale, entrò in camera sua e dopo essersi messa il pigiama si lasciò cullare da quella notte.

 

Era l’una di domenica mattina e Miki si era alzata da più o meno una mezz’oretta.

Doveva essere al campo per le due, ma doveva ancora finire i compiti prima di andare agli allenamenti.

Cercò di concentrarsi un’altra volta sui libri, ma fu tutto inutile, doveva parlare con Wakabayashi prima.

Decise di andare a trovare il ragazzo prima di andare agli allenamenti, così lasciò i libri aperti sul tavolo della cucina e uscì.

La strada per arrivare a casa di Wakabayashi non era lunghissima, ma a lei sembrò di percorrere chilometri.

Non sapeva perché, ma aveva una brutta sensazione.

Cercò di non pensarci e quando arrivò davanti casa Wakabayashi, suonò il campanello.

Aspettò qualche secondo e una donna anziana, molto probabilmente una delle cameriere, andò ad aprire.

-Desidera?-

-Vorrei parlare con Wakabayashi se è possibile, sono Miki Koishikawa-

-Ah la ragazza del signorino, prego prego entri pure!- disse la donna spostandosi di lato per far passare Miki –Il signorino è in camera sua, se vuole l’accompagno-

-Non si preoccupi, so dove si trova, la ringrazio comunque signora, è veramente gentile- Miki cercò di sorridere spontaneamente, ma risultò più difficile del previsto.

Quando arrivò davanti la porta della camera di Wakabayashi bussò e aspettò che lui aprì.

-Cosa ci fai qui?- disse semplicemente.

-Ehm, sono passata perché volevo parlare con te riguardo a ieri-

-Cosa c’è da dire ancora? Mi hai detto che sei caduta, stop- iniziò a diventare freddo e distaccato.

-Il problema è proprio questo! A me non sembra che per te sia solo una “caduta”!!!- Miki stava iniziando ad arrabbiarsi.

Perché si comporta così?!?

-Beh scusa dovrei essere felice che tu abbracci un altro ragazzo?-

-Aspetta un attimo…ma tu non credi veramente che io sia caduta vero? Tu pensi sul serio che io stavo abbracciando Misaki! Ma come ti saltano in mente certe idee?!?-

-Forse perché quando sono arrivato non mi sembravi tanto dispiaciuta dell’accaduto e nemmeno lui! Ho visto come ti fissava!- Prese il suo cappellino attaccato alla porta e se lo infilò.

-Ma che stai dicendo?!? Io e Misaki siamo solo amici! Mettitelo in testa!-

-Tu dici? A me non sembra però sai? Passi più tempo con lui che con me e la sua compagnia non ti dispiace affatto! Basta vedere che ultimamente vai tutte le sere a cena da lui!-

Miki era quasi sull’orlo di un pianto per la rabbia.

-Io vado da lui perché suo padre gentilmente mi invita per non farmi stare da sola! Almeno non penso a ciò che mi è successo se sto in compagnia!-

-Ma allora perché non mi parli mai di questo? Sarei più che felice di poter cenare con te tutte le sere, ma inizio a pensare che tu non mi vedi affatto né come un amico né come un ragazzo- si diresse verso la porta della sua stanza e appoggiò la mano sulla maniglia.

-Scusa ma non riesco a parlarne ancora con nessuno, non lo capisci?- le lacrime scesero lentamente sul suo volto.

-Il problema è proprio questo Miki-chan…Io non sono nessuno…Io sono il tuo ragazzo, ma vedo che tu ormai non mi vedi più come tale. Ora se non ti dispiace dobbiamo andare agli allenamenti, non voglio arrivare in ritardo- uscì dalla sua camera.

-Vuoi dire che mi vuoi lasciare?- Aveva la voce soffocata e iniziava a mancarle il respiro.

-Vorrei un momento di pausa, dove forse tu riuscirai a capire cosa vuoi veramente da me- scese le scale lasciando la ragazza in lacrime ferma sulla soglia di camera sua.

 

Ormai erano quasi due settimane che non “parlava” più con Wakabayashi, sì, qualche battibecco come ai vecchi tempi c’era stato, ma sembravano più freddi del solito.

Lei aveva pensato in quel lasso di tempo a loro due e a Misaki, ma non ci vedeva nulla di sbagliato; taro era un grande amico per lei, che c’era in qualsiasi occasione, mentre Genzo era il ragazzo che amava, sapeva distinguere bene l’amore dall’affetto e ciò che provava per i due ragazzi.

In quel periodo sembrava andarle tutto storto, la lite con Wakabayashi, Fuda che non si staccava nemmeno per un attimo dal ragazzo e persino sua madre che non si faceva sentire da tempo ormai; non sapeva più che fare, non sapeva con chi confidarsi. Se fosse andata da Misaki avrebbe peggiorato la situazione con il portiere della nazionale allora forse era meglio tenersi tutto dentro? Tutto ciò che provava doveva tenerlo dentro il suo cuore rischiando poi di esplodere? Eppure aveva un sacco di amici con cui confidarsi, soprattutto Sanae e Yayoi si erano dimostrate due amiche fedeli eppure c’era qualcosa che la tratteneva dal confidarsi, non era egoismo o perché non si fidasse di loro, semplicemente non voleva farle preoccupare ancora di più per lei! Non voleva che nessun altro si preoccupasse ancora per lei né che soffrisse a causa sua.

Forse era meglio uscire un po’, staccare la spina dalla studio ed andare a fare shopping per rilassarsi, d’altronde mancavano pochi giorni a Natale e non aveva ancora comprato il regalo per nessuno dei suoi amici, nemmeno per il ragazzo che amava.

Prese il suo lettore mp3 e dopo essersi infilata le cuffie, uscì di casa camminando su quel manto bianco che aveva ricoperto la città.

Mentre guardava le vetrine dei vari negozi canticchiava le canzoni che erano riprodotte nelle sue orecchie e i passanti la ricoprivano di non poche occhiate.

Un negozio di orologi catturò la sua attenzione, ne vide uno con un cinturino in pelle nera che costava veramente pochissimo, decise allora di entrare e di comprarlo, era sicura che per Wakabayashi sarebbe andato bene, d’altronde l’orologio che portava il ragazzo ormai era quasi rotto così aveva la possibilità di cambiarlo.

Dopo averlo acquistato si diresse verso un negozio di abbigliamento per prendere qualche capo alle sue due amiche e agli altri ragazzi della nazionale.

Mentre tornava a casa cercava di convincersi che l’aver acquistato un regalo per Wakabayashi non significava che lei volesse riappacificarsi con lui, era soltanto un segno di amicizia!

Ma in fondo chi voleva prendere in giro? Facendo così prendeva in giro solo lei stessa e nessun altro, doveva ammettere che anche la decisione di tenersi tutto dentro era dura, le serviva qualcuno con cui sfogarsi, piangere, ridere e qualcuno che l’avrebbe fatta sentire amata.

Entrò in casa con i vari sacchetti e si diresse in cucina a finire di studiare per gli esami finali, voleva passare con dei voti decenti dato che ultimamente era calata.

Si concentrò e studiò finchè non fu l’ora di andare agli allenamenti.

 

Era arrivato finalmente il giorno della Vigilia di Natale e i ragazzi avevano deciso di dare una festa a casa di Miki.

La casa era tutta addobbata per la festa e l’albero era strapieno di regali, tra cui solo un paio della ragazza (ma looool NdM).

I ragazzi stavano cenando allegramente in cucina, parlando del più e del meno e aspettavano il momento fatidico della mezzanotte per aprire i regali tutti assieme.

Miki era seduta vicino a Wakabayashi e tra loro quella sera la tensione era più alta del solito; alla fine della cena la ragazza decise di andare a prendere una boccata d’aria e uscì per poi sedersi sugli scalini davanti alla porta di casa.

La ragazza fissava davanti a sé cantando qualche canzone natalizia finchè il rumore della porta che si apriva non la fece girare.

Davanti a lei c’era Wakabayashi con il cappellino calato sugli occhi che senza dire nulla si sedette di fianco alla ragazza.

Miki per tutta risposta lo fissò un attimo e riprese a canticchiare come se nulla fosse.

Il ragazzo l’ascoltò come se fosse rapito da quella melodia e quando la canzone finì decise di provare a parlare.

-Senti…-

Miki stava per cantare un’altra canzone quando si bloccò nel sentire che Wakabayashi aveva parlato.

Si girò verso di lui e con un sorriso timido disse: -Dimmi-

-Ho pensato molto in questi giorni…- e si bloccò li.

Ci fu un lungo momento di pausa quando la ragazza decise di parlare.

-Anche io…Ho pensato molto a te e a Misaki- nel sentire quel nome il ragazzo fece una smorfia –E ho capito che voglio bene ad entrambi, ma quello che provo per Misaki è soltanto affetto mentre quello che provo per te è…-

Non fece in tempo a finire la frase che il ragazzo le prese il viso tra le mani e le diede un lunghissimo bacio.

Quando si staccarono si fissarono negli occhi e arrossirono entrambi.

Il portiere si abbassò ancora di più la visiera sugli occhi e tirò fuori un piccolo pacchettino che diede alla ragazza.

-So che non è ancora mezzanotte ma preferisco dartelo ora…-

Questa quando l’aprì fece i salti di gioia: il pacchettino conteneva un piccolo braccialetto in oro bianco e oro giallo con una stella al centro in oro rosso decorata con dei piccoli diamanti.

Per la felicità diede un bacio sulla guancia al ragazzo e si alzò di scatto.

-Aspettami qui- ed entrò in casa lasciando il ragazzo con un viso alquanto triste davanti alla porta di ingresso.

Quando tornò porse al ragazzo il suo regalo che anche lui aprì subito.

Rimase meravigliato e poi la ringraziò con un dolce sorriso che però nascondeva una certa tristezza.

Wakabayashi prese fiato e parlò.

-Senti Miki-chan devo dirti ancora una cosa…-

In quel momento Ishizaki uscì fuori e per poco non inciampò nei due ragazzi.

-Ma vi sembra il momento di fare i piccioncini?!? Dai che stiamo per aprire il panettone! Entrate!- e così dicendo sollevò Miki da terra e la condusse in casa, Wakabayashi rassegnato li seguì e chiuse la porta.

Dopo che ebbero mangiato il panettone e brindato con lo spumante era arrivata la tanto attesa mezzanotte: l’ora in cui avrebbero scartato i regali.

Ci fu una vera lotta nel prendere i regali sotto l’albero che sembrava essere passato un carro armato!

Dopo i vari “Grazie” “Non dovevate” e i vari baci di ringraziamento si sedettero sulle sedie e sul divano per rilassarsi un po’.

Ad un certo punto il portiere della nazionale si schiarì la voce e tutti si zittirono e lo fissarono curiosi.

-Dovrei dirvi una cosa importante. Avrei dovuto dirvelo prima, ma è stata una decisione alquanto improvvisa-

Miki stava iniziando a preoccuparsi, non sapeva il perché, ma la voce del ragazzo non trasmetteva nulla di buono.

Lo fissò con ancor più intensità e cercò di capire il motivo di quel “discorso”.

-Ecco…Io fra 4 ore parto per la Germania-

Rimasero tutti in silenzio pensando all’inizio di uno scherzo, poi lo guardarono in viso e si resero conto che non stava scherzando.

Miki stava per scoppiare un pianto disperato, ma si era ripromessa di essere forte e riuscì a trattenersi. Cercò di parlare, ma le parole non le uscirono, ma Tsubasa l’anticipò.

-Ma quanto tempo starai via?-

Wakabayashi rimase un attimo in silenzio, come se dovesse cercare le parole giuste poi parlò:

-Mi trasferisco in Germania definitivamente-

Il mondo sembrò crollare addosso a Miki, ormai non sapeva più cosa fare, se piangere, ridere o lanciarsi contro il ragazzo e prenderlo a botte per il solo fatto che non le aveva detto nulla.

In quel momento si sentì un clacson suonare e il portiere si alzò con la faccia cupa dalla sua sedia.

-Ragazzi è stato veramente bello essere di nuovo qui con voi, ho passato un anno fantastico, sul serio, ma mi hanno offerto la mia più grande occasione e così potrò realizzare il mio sogno, so che molto probabilmente non capirete, ma vi ringrazio-

I ragazzi si guardarono e Tsubasa decise di parlare a nome di tutti.

-Noi ti consideriamo sempre uno dei nostri e se è il tuo sogno quello che stai rincorrendo non saremo certo noi a fermarti, mi raccomando onora il Giappone in Germania! E ricorda: il pallone è il tuo migliore amico!- Questa frase fece scoppiare l’ilarità generale che dopo essersi alzati e buttati nel vero senso della parola addosso al portiere lo salutarono affettuosamente e lo accompagnarono alla porta.

Wakabayashi fece segno agli altri di lasciarlo solo con Miki e questi rientrarono in casa.

La ragazza faceva una fatica terribile a guardarlo negli occhi perché aveva paura di scoppiare a piangere quindi decise di tenere lo sguardo basso.

-Ora so che sarai arrabbiata o offesa, ma non ho intenzione di abbandonarti, io ti amo-

Lei sorpresa dal tono usato dal ragazzo alzò lo sguardo e lo vide: per la prima volta il ragazzo aveva una lacrima che gli solcava il viso.

Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime e le offuscarono la vista, ma riuscì a ricacciarle indietro.

-Perché…perché non me l’hai detto prima che saresti partito?- le faceva male il cuore, le stava per scoppiare, come aveva potuto non dirle niente? Voleva lasciarla li? Eppure c’era qualcosa in lui che la faceva stare tranquilla, sapeva che non l’aveva fatto per ferirla, ma solo perché ci teneva a lei.

-Non volevo che tu passassi questi giorni piangendo-

Non ce la fece più, le lacrime le rigarono il volto e iniziò a singhiozzare; Genzo l’abbracciò e le diede un ultimo dolcissimo bacio.

Lei lo guardò e con la voce debole chiese: -Questo non è un addio, ma solo un arrivederci vero?-

Il ragazzo sorpreso sorrise –Si- e così facendo salì sul taxi e lasciò la ragazza che piangeva in quel viale innevato quella notte di Natale.

 

Spero vi sia piaciuto questo capitolo e mi scuso per l’enorme ritardo con cui ho deciso di aggiornarlo.

Come avete notato Wakabayashi è un po’ AU in questo capitolo, ma mi “serviva” così…

Il prossimo capitolo sarà l’ultimo e spero che leggerete anche quello!

Ora ringrazio tutti quelli che hanno letto e recensito la mia ff in particolare le ragazze che mi hanno sostenuto durante questo anno spronandomi a scrivere e a finire il capitolo.

Vi ringrazio di cuore.

A presto con l’ultimo capitolo ^-^

 

-miki-

 

  
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