Mirror, Mirror on the Wall ♪
C’è
uno specchio sul muro, è grande
e liscio,
perfettamente lucido, scintilla ai raggi del sole.
Allen
ci appoggia la mano destra, osserva la propria immagine dolorosamente
nitida
circondata da un alone di luce bianca.
C’è
uno specchio sul muro ed Allen abbassa lo sguardo sui propri piedi, pur
di non
vedersi, muovendo lentamente le dita.
Quando
rialza il viso scaglie di sole e ricordi mai esistiti veramente gli
feriscono
gli occhi, fino a lasciarli sanguinare lacrime di cristallo. Allen si morde
un labbro e sospira piano.
C’è
uno specchio sul muro, ed è un gioco crudele continuare a
rimirarvisi ,
immaginando scene irrealizzabili.
Lo senti?
TU-TUM
Allen
chiude gli occhi, e ascolta il cuore che batte, regolare e
rassicurante, nel
suo petto.
Lo
specchio riflette anche questo, quest’istante
d’irraggiungibile e semplicemente
apparente serenità.
Lo senti?
TU-TUM-TU-TUM-TU-TUM
Allen
spalanca gli occhi e, insieme al tuonare improvvisamente frenetico del
proprio
cuore, sente anche la voce di Lavi rimbombare con sadico divertimento
nella sua
testa.
Lo
specchio rimanda i suoi pensieri con precisione maniacale e sofferente.
La propria
mano,
bianca, appoggiata sul suo petto all’altezza del cuore.
Sentirne il
battito
è un’emozione che distrugge tutte le sue difese in
un attimo.
- lo senti?
– la voce
di Lavi, come soffocata da qualcosa che non sa distinguere.
Annuire
piano non
appena la mano grande dell’altro copre la sua, e serrare gli
occhi aspettando
l’inevitabile. Non riesce a fare altro.
- batte per
te –
È
possibile
annegare nelle proprie stesse emozioni, sentirle premere in gola per
uscire?
Non ha altra
possibilità che fissare i propri occhi nel suo, scorgendovi
quello stesso
desiderio che gli brucia il cuore.
L’immagine
s’infrange in mille pezzi, facendolo boccheggiare senza fiato
e cancellando
l’aura di finta, estremamente falsa,
pace.
C’è
uno specchio, sul muro, uno specchio che ora riflette una
realtà spaventosa.
L’ombra
del Quattordicesimo gli sorride con quel suo ghigno grottesco da dietro
le
spalle, diventato sempre più nitida ogni secondo che Allen
passa a guardarla
con spavento.
Neah
lo saluta con la mano, ed Allen colpisce lo specchio con inaudita
forza, distruggendolo
e lasciandosi ferire da mille e più luminose schegge di
vetro.
Nello
specchio frantumato, il Quattordicesimo è scomparso, ma
Allen sa che tornerà.
Il
suo è un riflesso di schegge scomposte e
senz’ordine, come la sua vita senza di
lui.
Volta
le spalle all’oggetto, sentendo il peso della propria natura
sulle spalle.
C’è
uno specchio frantumato, sul muro.
NdA
:3
Nonostante
gli sforzi di scrivere qualcosa di anche solo lontanamente
normale (e allegro), è uscito questo.
Non
che non mi piaccia.
Cioè,
in un certo senso mi piace com’è venuta.
Solo,
c’è troppa poca Laven, per i miei gusti.
Una
scena sputacchiosa (?) e
basta.
Amen
hallelujah, nient’altro da dire.
Boh.
Adoro il titolo, detto fra noi.
piuttosto, esiste la parola "rimirarvisi"? no, perchè il mio Word me la da sbagliata ma, sentendo il parere di alcune amiche, il mio Word è stupido. voi che dite?
e qualcuno mi spiega
perchè diamine c'è Wisley - no, non ho una grande
stima di lui - nella lista dei personaggi, e non Neah? o.o
Perchéccavolo
i miei NdA sono sempre così sconclusionati?
_ L a l a