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Autore: putoffia    19/10/2011    2 recensioni
Dave fa di tutto per meritarsi la redenzione, anche qualche cosa sdolcinata che non fa proprio parte della sua indole.
Ma che Kurt apprezza.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dave Karofsky, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Amore, eccomi scusa, mi sono fermato a parlare con Mercedes e non ho potuto chiamarti prima..." cercò di giustificarsi Kurt, mentre osservava orgoglioso il suo armadietto aperto e coperto di foto del suo ragazzo e la scritta Courage che spiccava in mezzo a quella sorta di bacheca improvvisata da stalker.
Fissò la scritta e sorrise.
"Non preoccuparti, anche io ho avuto da fare... Sai, le prove..."
"Uhm... Ma tu non hai mai lezione?" sorrise divertito, discutendo sempre sul solito punto che secondo lui la Dalton non era una scuola, bensì un'accademia di arti sceniche.
"Spiritoso. Davvero, e originale."
"Ma mi ami" rispose Kurt con una fastidiosa ma irresistibile cantilena.
Aveva sempre quel tono quando riusciva ad avere l'ultima parola in un discorso, e soprattutto quando in casi come questo aveva oltretutto ragione.
Blaine sbuffò all'altro capo del telefono. "Ovvio."
"Lo sapevo. Sai che oggi..."
Qualcosa attirò la sua attenzione, mentre riponeva i libri nell'armadietto seguendo il suo maniacale ordine alfabetico di libri e appunti.
Un bigliettino.
Lo prese in mano e lo girò tra le dita, incuriosito.
Per Kurt.
Uhm. Interessante.
"Kurt, tutto bene?"
La risposta fu immediata ed istintiva. "Devo andare... Ci sentiamo dopo! Ti amo." e sorrise.
A farlo sorridere fu in parte il suo ragazzo, ma in grande, in larga parte quel misterioso foglietto di carta ripiegato.
Lo aprì lentamente, quasi spaventato dal suo contenuto.
Il fatto che faccia schifo a fare questo genere di cose non significa che quando mi decido a farle non provi niente.
Lo sguardo di Kurt divenne sempre più curioso mentre divorava letteralmente ogni parola di quel breve biglietto.
Ecco qui. Uno stupido cd, accompagnato da questo inutile biglietto. Se ti va, ascoltalo, sennò i cessi della scuola sono pronti ad accoglierlo, insieme a questa cosa che di solito è considerata la parte più importante di un regalo.
Il cantante rilesse più volte quel breve testo, e sorrise dolcemente.
Guardò nello stesso punto dove aveva visto il foglietto e vide un pacchetto non molto curato. Il nastro adesivo era messo senza un preciso criterio, la carta da regalo sembrava accartocciata, quasi riciclata, e la coccarda verde smeraldo non aveva niente a che fare con i colori caldi dell'involucro.
Lo prese in mano, e con curiosità morbosa aprì il pacchetto.
Un CD. Da chi? Perché? Come era finito nel suo armadietto?
Tutto passò in secondo piano. Voleva ascoltarlo. Ma non sapeva dove.
A casa, sì.
Dio, erano le 10 e mezza e sarebbe tornato a casa solo verso le 6 di sera. Tutte quelle ore. No, doveva trovare una soluzione.
Chiuso l'armadietto, si rese conto che c'era qualcosa sulla superficie esterna dell'anta che la sua frenesia non gli aveva fatto notare.
Un semplice post-it, con una scritta sbrigativa e disordinata.
Auditorium, ore 14. Non mancare.
Il cuore di Kurt cominciò a battere velocemente, e la sua testa a porsi domande su domande.
Avrebbe dovuto fidarsi di uno sconosciuto? Forse sì, forse no.
E cosa voleva da lui? Da Kurt Hummel? Era evidentemente un suo spasimante. Ma chi?
Di chi si trattava? Kurt doveva sapere.
Alle 14 in punto si fece trovare in auditorium, e la sua attenzione fu subito catturata da uno stereo che riproduceva canzoni meravigliose, una più bella dell'altra. Tristi, ma belle.
Una in particolare catturò la sua attenzione.
 
Can you forgive me again?
I don't know what I said
But I didn't mean to hurt you

I heard the words come out
I felt that I would die
It hurt so much to hurt you

Then you look at me
You're not shouting anymore
You're silently broken

I'd give anything now
to kill those words for you

 
La melodia era più che piacevole, anche se sconosciuta.
Aveva già sentito quella voce così profonda ed emozionante, ma mai quella canzone.
Kurt si avvicinò al palco e salì le scalette velocemente, per poi spegnere lo stereo e rendersi conto che accanto ad esso vi era un'altra sorpresa.
Qualcuno lo stava osservando da dietro le quinte, quasi completamente nascosto dietro il sipario.
Sorrideva. Sorrideva guardando l'espressione di Kurt cambiare da un momento all'altro, ogni volta che scopriva ogni nuovo dettaglio intorno a sé. Sperava. Sperava ed attendeva.
Il cantante afferrò timidamente quel pacchetto, più curato dell'altro, e tolse delicatamente l'involucro.
Ancor prima di realizzare esattamente cosa fosse e rimanere attonito, lesse la lettera che era insieme a quel dono.
 
Ti avverto che in grammatica ho una bella D, quindi non criticare se sparo qualche assurdità. Volevo chiederti scusa l'ennesima volta per... Beh sai di cosa parlo. Non fraintendere questi gesti, non pensare che sia romantico o cazzate del genere alla ‘P.S. I Love You’ (e no, non ho visto il film, ho letto la trama su Wikipedia), solo. Perdono. Per tutto. Spero di essere stato chiaro, e quando mi incontri nei corridoi, beh... Sorridimi. Mi farebbe piacere.
Il CD che ho messo nello stereo è identico a quello che ti ho lasciato nell'armadietto, quindi se ti va mettiti lì e ascoltalo così, se non hai di meglio da fare.
Inutile dire altro, come dite voi gente del Glee Club, la musica parla da sé o roba simile.
 
Premette il tasto Play sullo stereo e continuò ad ascoltare quella piacevole melodia. Realizzò qualche istante dopo che l'oggetto che stava stringendo tra le mani non era un regalo qualunque, era... Una restituzione, effettivamente. Un risarcimento, un segno di pentimento e un tentativo di ottenere la redenzione.
Tutti questi elementi riuniti in una semplice statuetta in ceramica di due sposi, fin troppo familiare.
Kurt sorrise dolcemente, e strinse l'oggetto in mano, fermandosi per una buona mezz’ora ad ascoltare quel CD nell'auditorium fortunatamente deserto.
 
 
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Una one-shot Kurtofsky per tutte le fan come me di questa coppia così awwww :3
E’ molto improvvisata, ma volevo scriverla, ero reduce dalla lettura completa di The Worst That Could Happen e questa roba è uscita come un fiume in piena.
E’ corta, perdonatemi ma non riesco a scrivere roba lunga LOL.
La canzone di riferimento è Forgive Me degli Evanescence. Mi sembrava la più appropriata. :)
   
 
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