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Autore: CowgirlSara    14/03/2004    0 recensioni
Celebrion, misterioso nipote di Galadriel... Che cosa lo lega ad Haldir? Quali segreti nasconde? Riuscirà l'amore che lo unisce a Legolas a resistere alle ripetute separazioni? La battaglia per Amore e Verità sarà la più dura da combattere.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2. Oltre l'oscurità

 

Che nome hai, come ti chiami, chi sei

io resto qui con i miei occhi nei tuoi

...ti prego resta perché se tu sapessi quanto

ho camminato e poi mischiato pane a lacrime...

 

Emerse lentamente dall'acqua, che fredda e limpida gli scorse sulla pelle; era poco, ma quel breve bagno lo aveva un po' rincuorato, anche le membra di un elfo possono sentire la stanchezza talvolta, specie la stanchezza dell'anima. Legolas aprì gli occhi sul giallo sole del mattino respirando intensamente; quella luce era bellissima, gli ricordava Celebrion...

Sentì una mano posarsi sulla sua spalla e si voltò; accanto a lui era fermo Aragorn, anche lui con la pelle ed i capelli bagnati.

"Dobbiamo ripartire." Affermò il ramingo; sembrava più rilassato.

"Lo so." Rispose Legolas chinando il capo.

"Che ti succede, amico mio?" Gli domandò Aragorn. "E' un po' che sei strano, se non ti conoscessi da tanto tempo penserei che sei stanco."

"Forse lo sono." Mormorò l'elfo con gli occhi bassi.

"Non è vero, sei turbato, e non solo per le battaglie che hai dovuto affrontare..." Dichiarò Aragorn, cercando di guardarlo negl'occhi.

"Riesci ancora a stupirmi, Estel." Disse Legolas rialzando lo sguardo. "E' grazie a questa tua sensibilità evoluta, quasi elfica, che hai conquistato la Stella del Vespro?" Scherzò poi; l'uomo sorrise.

"Che cosa ti è successo, confidati con me, allevierà la tua pena." Lo incitò; l'elfo sospirò.

"Ho visto la più bella luce di Lòrien, ed essa mi ha abbagliato." Confessò alzando il capo verso il sole.

"Quando è successo? Non mi ero accorto di nulla..." Intervenne Aragorn con espressione incuriosita.

"E' successo al Fosso di Helm, eri troppo preso dalla battaglia per rendertene conto." Rispose Legolas, mentre muoveva l'acqua intorno a se con le lunghe mani candide.

"Non c'era nessuna fanciulla elfica al..."

"Non ho detto che si tratta di una fanciulla." Lo interruppe l'elfo; Aragorn lo guardò sorpreso.

"Dunque?" Lo spronò.

"Si tratta di Celebrion principe dei Galadhrim." Ammise Legolas con aria triste, tornando a guardare l'amico.

"Affascinante, quanto misterioso, degno erede della Dama." Commentò il ramingo. "Ed il fatto che sia quel che è, non fa altro che aumentare la tua pena, non è così?" Aggiunse.

"Sì." Annuì il principe. "Non avevo provato niente di simile, mai per nessuno, in tutta la mia vita..." E Aragorn sapeva che era assai lunga. "Io lo amo, e non so che fare..."

"E lui? Che cosa prova per te? Avete potuto parlarne?" Domandò l'uomo.

"Non abbiamo potuto, e non sono sicuro che condivida del tutto i miei sentimenti." Rispose Legolas mestamente. "C'è qualcosa che lo lega a Haldir, ma sono sicuro che non è amore, lo avverto chiaramente... Devo sapere..."

"Ho capito..." Mormorò Aragorn. "Lo farai quando torneremo." Dichiarò poi, deciso; l'elfo lo guardò, piacevolmente sorpreso. "La mattina è vecchia, ora, vado a svegliare Gimli, dobbiamo ripartire." Detto questo si avviò verso la riva. "Tu... ti aspettiamo sulla sponda..." Aggiunse, titubante.

Legolas abbasso gli occhi sulle sue mani; apprezzava che l'amico gli avesse concesso quei pochi attimi di solitudine, così da poter pensare ancora una volta al luminoso principe del Bosco d'Oro, e alla dolce malinconia che il suo ricordo gli provocava. Avrebbe seguito la Speranza fino in fondo, ovunque lo conducesse, e chissà che non lo riportasse da lui...

 

Il nano si avvicinò lentamente a quello che ora era acclamato re di Gondor, ma che rimaneva sempre il vecchio Aragorn; Gimli si sentiva spossato, le gambe provate dalle lunghe marce, le braccia indolenzite dai colpi ricevuti in battaglia. L'uomo si voltò verso di lui; c'era grande stanchezza sul suo viso pallido e severo.

"Come sta Faramir?" Domandò il nano.

"Meglio, ma sono ancora in pena per Eowyn..." Rispose Aragorn.

"Eomer è con lei?" Chiese allora Gimli.

"Sì, la sta vegliando." Annuì il re.

"Hai visto Legolas?" S'informò poi il robusto membro della Compagnia; molte persone gli giravano intorno, indaffarate a soccorrere i feriti.

"E' da un po' che non lo vedo, credo stia cercando gli elfi di Lòrien." Dichiarò il ramingo.

"Il suo principe..." Mormorò il nano.

"Esatto, spero che lo trovi... vivo." Continuò Aragorn con sguardo triste. "Molti elfi sono eroicamente periti in questa battaglia..." Aggiunse.

"Sei molto stanco, amico mio, vai a riposare." Gli consigliò Gimli, mentre lo osservava.

"Non è ancora tempo per il riposo, valoroso figlio di Gloin." Rispose l'uomo, posandogli una mano sulla spalla. "Ho ancora molte cose da fare..." Lo guardò allontanarsi, sotto il peso delle sue nuove responsabilità; ora, al nano, non restava che trovare il suo amico elfo.

 

Legolas, nel frattempo, vagava tra gli innumerevoli feriti ricoverati nella case di guarigione; avvertiva il loro dolore, ma anche una sensazione di sollievo, ora che la battaglia era finita. La fortuna volle che, dopo alcuni momenti di spaesamento, s'imbattesse in un guaritore elfico; gli chiese dove potesse trovare il principe Celebrion, e quello gli indicò un punto alla sua destra, senza dire una parola.

L'elfo del Bosco Atro si girò e riconobbe subito la figura indaffarata in fondo allo stanzone; era chinato vicino a dei pentoloni bollenti, si portava i lunghi capelli dietro l'orecchio, poi versava un po' d'acqua in una bacinella tramite un grosso mestolo. Percorse la distanza che li separava quasi volando, ma, quando gli fu a pochi passi, non riuscì più a muoversi.

Celebrion era stanco, non si era ancora fermato dall'inizio della battaglia, si sentiva sporco e pesante, la sua casacca era strappata in più punti; aveva anche una leggera ferita alla spalla, ma ora non aveva tempo per pensarci, Haldir era ferito gravemente e lui lo doveva assistere. Si rialzò, dopo aver riempito una bacinella con acqua calda, che gli sarebbe servita per medicare la ferita dell'amico, poi si voltò tenendo il contenitore tra le mani.

I loro occhi s'incrociarono ed i loro cuori si riconobbero ancor prima delle loro menti; gli occhi di Celebrion si bagnarono subito, e due lacrime tracciarono linee candide sul suo viso macchiato di fuliggine. L'elfo sussultò, quando Legolas gli sorrise, lasciando cadere la bacinella, che si ruppe contro il pavimento; il membro della Compagnia fece un altro passo.

"Elen sìla lùmenn' omentielvo..." Mormorò Legolas porgendogli le mani. "Una stella brilla sull'ora del nostro incontro..."

Il principe dei Galadhrim corrugò la fronte, cercando di trattenere le lacrime, ma era stanco, ed era felice: Legolas era tornato ed ora lo aveva davanti a se.

Si abbracciarono; un abbraccio che avrebbe dovuto essere breve ed amichevole, ma dal quale non seppero staccarsi. Legolas si accorse di quanto sottile fosse il corpo dell'altro elfo, mentre delicatamente lo stringeva a se; Celebrion si rilassò contro il corpo caldo del principe silvano, poggiando il capo sulla sua spalla, e pianse.

 

"Mi dispiace di essermi lasciato andare in quel modo, prima." Affermò con un filo di voce l'elfo di Lòrien, mentre Legolas gli medicava la leggera ferita alla spalla; nonostante le insistenze, Celebrion era stato irremovibile nel voler tenere addosso la camicia.

"Non preoccuparti, sei molto stanco, hai avuto esperienze terribili..." Rispose l'altro elfo dalle sue spalle. "E ti stai anche occupando di Haldir, sei provato, ti comprendo, lo sono anch'io..." Celebrion lo guardò con la coda dell'occhio, ma intravide solo le sue belle mani sulla ferita.

"Perché non vai a riposare..." Gli consigliò chinando il capo.

"Voglio stare con te." Rispose Legolas, con tono dolce; Celebrion si voltò con espressione sorpresa, trovando il sorriso dell'altro elfo.

"Io... io devo vegliare Haldir..." Balbettò timidamente il principe del Bosco d'Oro; erano vicinissimi, seduti sulla stessa panca di legno, i loro respiri si confondevano.

"Non te lo impedirò, soltanto, io sarò lì con te." Gli disse Legolas serio e deciso; Celebrion alzò una mano e gli carezzò la guancia, poi gli passò il braccio dietro la nuca, attirandolo a se. L'elfo del nord lo strinse per la vita, posando la testa sulla sua spalla, e gli baciò il collo; lo sentì trasalire tra le sue braccia e serrare l'abbraccio.

Legolas, allora, sollevò il capo, guardandolo negl'occhi; non c'era alcun dubbio, era il momento di togliersi quel piccolo rimpianto... Le loro labbra si unirono.

Fu un bacio delicatissimo, rinfrescante come una chiara fonte nei boschi, rassicurante come un sapore ben conosciuto, antico come una vita d'elfo e nuovo, come un mattino di primavera. E così, per un momento infinito, dimenticarono il dolore della guerra.

 

I giorni passarono, Haldir si stava lentamente rimettendo, ma Celebrion passava sempre meno tempo con lui; infatti, ogni volta gli era possibile, si allontanava con Legolas. Esploravano insieme i dintorni di Minas Tirith, anche fino ad Osgiliath, si godevano le albe e i tramonti lungo il grande fiume, parlavano di ogni cosa: dai nomi delle piante e dei fiori, al viaggio di Legolas con la Compagnia. Oppure, spesso, rimanevano in silenzio, osservando il panorama dalla cima di Echtelion, leggendo l'uno negl'occhi dell'altro tutto ciò che era importante; Celebrion non riusciva a sentirsi in colpa, per il suo comportamento con Haldir, quando era con Legolas tendeva a dimenticare ogni cosa.

Una sera i due elfi sedevano lungo la sponda del fiume, mentre i cavalli pascolavano sul prato lì vicino; Legolas stava raccontando di suo padre e del grande affetto che li legava. Celebrion ascoltava la sua dolce voce con aria pensierosa e malinconica.

"Sono belle esperienze..." Mormorò infine, rivolgendo gli occhi verso il corso d'acqua. "Io ricordo appena mio padre." Aggiunse tristemente.

"E' morto molto tempo fa?" Gli domandò Legolas, osservando il suo profilo delicato accarezzato dalla brezza.

"Perì nella battaglia dell'ultima alleanza." Raccontò Celebrion. "Io ero ancora nell'età dell'infanzia."

"Dunque sei un po' più vecchio di me." Affermò l'altro elfo; il principe dei Galadhrim lo guardò e gli sorrise.

"Sei nato nella terza era?" Chiese Celebrion incuriosito; Legolas annuì. "Io sono uno degl'ultimi della seconda era..."

"Mi hai detto di essere stato allevato dalla Dama di Lòrien, che ne fu di tua madre?" Domandò poi l'elfo della Compagnia; Celebrion dette l'impressione di pensarci.

"Ricordo male anche lei, anche se suppongo che un giorno la rivedrò... alla morte di mio padre, col cuore infranto, lasciò l'est per le Terre Imperiture, lasciandomi alle cure di Galadriel e Celeborn." Rispose l'elfo dagl'occhi d'alba.

"Sembri molto affezionato alla Dama." Ipotizzò Legolas.

"Come potrebbe essere altrimenti? Lei mi è stata madre e sorella, amica e maestra." Spiegò Celebrion. "Mi ha insegnato tutto quello che deve sapere un elfo di Lòrien, e di più, mi ha cresciuto per essere il suo erede, e non saprò mai ringraziarla per l'affetto e la conoscenza che mi ha dato." Aggiunse con un sorriso.

"Tornerai presto a Lothlòrien, ho sentito che ne parlavi con Haldir l'altro giorno." Affermò Legolas con un sorriso triste.

"Non posso fare altrimenti." Dichiarò l'altro elfo. "Ci sono doveri più forti dei desideri..." Aggiunse con voce tremante.

"Non ti ho chiesto..." Celebrion gli coprì le labbra con la mano.

"Ti prego, non parliamo di questo." Lo supplicò, spostando le dita dalla sua bocca alla tempia e poi alla guancia. "O non saprò godere dei momenti che mi rimangono..." Legolas gli fece un breve sorriso, poi, lentamente, si baciarono.

 

Una pallida e grigia alba accompagnava il distacco degli elfi di Lòrien da Gondor; re Elessar in persona era sceso a salutarli ed a rendere l'ultimo omaggio al valore dimostrato in battaglia. Aragorn stava, regale, in cima alla scala che dava nel cortile da dove sarebbero partiti; la suo fianco quelli che ormai erano i suoi più fidati consiglieri: Legolas, il nano Gimli, Merry e Pipino gli hobbit, Faramir.

Celebrion aiutò Haldir a salire a cavallo, la ferita era guarita, ma lui restava ancora un po' in difficoltà con i movimenti.

"Sei pronto?" Gli domandò poi, osservando ogni sua espressione dall'alto della sella.

"Devo salutare Legolas..." Mormorò il principe; Haldir annuì rigidamente, poi prese a guardare davanti a se.

Celebrion si avvicinò al principe del Bosco Atro, che ora era in fondo alla scala, senza accorgersi che adesso lo sguardo di Haldir lo seguiva. Fissò gli occhi di cielo e mare di Legolas, trattenendo le lacrime; Aragorn osservava la scena, ben sapendo che quello era molto più di un saluto tra amici.

"Il mio cuore piange, poiché me ne sto andando." Disse Celebrion, usando la lingua elfica e mostrando i suoi occhi lucidi all'altro elfo.

"Il nostro destino è di dirci addio." Rispose Legolas, cercando di sorridere.

"Promettimi che ci rivedremo, poiché il pensiero che non sia così mi è insopportabile, e non posso vivere senza la speranza." Affermò con passione il principe dei Galadhrim.

"Guarda dove ci ha portati la speranza, non possiamo sapere cosa ci riserva il destino... ma il mio cuore sarà sempre con te, ovunque sarai..." Ribatté Legolas. "Ci rivedremo." Promise poi, con un sorriso dolce.

"Addio di nuovo, principe dei verdi boschi del nord." Sussurrò infine Celebrion.

"Arrivederci, principe dei dorati boschi, porto con me il tuo sguardo di luce." Replicò l'altro, portandosi una mano sul cuore; Celebrion gli fece un ultimo sorriso triste, poi gli diede le spalle all'improvviso, correndo verso il suo cavallo.

Legolas fece un gesto di saluto, ma gli rispose solo Haldir, con espressione indecifrabile; Celebrion era già partito al galoppo, nessuno doveva vedere le sue lacrime o immaginarne il motivo.

Il principe del Bosco Atro sentì una mano posata sulla sua spalla, si girò e vide il volto comprensivo di Aragorn; gli fece uno stentato sorriso e poi strinse la sua mano. L'elfo, infine, sospirò e, dopo uno sguardo estremamente triste all'amico, si allontanò all'interno del palazzo.

 

CONTINUA…

   
 
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