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Autore: Screec_94_    20/10/2011    3 recensioni
C'erano volte in cui Beckett odiava il suo lavoro, solitamente quando doveva indagare su casi che riguardavano bambini o che distruggevano famiglie, come era stata distrutta la sua; questo era uno di quelli.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Gioco di sguardi

N.A. Salve a tutti! Certe volte essere a casa con la febbre aiuta l'ispirazione xD Ecco a voi questa piccola one-shot su una delle mie coppie-non coppie preferite ^_^ 
Ho chiesto a Babbo Natale come regalo la serie "Castle" con i suoi personaggi, ma purtroppo manca ancora qualche mese a Natale, quindi no,Rick, Kate ecc. non mi appartengono; gli errori invece sono tutti miei, purtroppo.
Buona lettura!

Silvia

Gioco di sguardi

C'erano volte in cui Beckett odiava il suo lavoro, solitamente quando doveva indagare su casi che riguardavano bambini o che distruggevano famiglie, come era stata distrutta la sua; questo era uno di quelli.


Era una fredda giornata invernale a New York, la notte precedente soffici fiocchi di neve avevano ricoperto la città, ghiacciando le strade e dipingendo tutto di bianco.

Indossando il suo cappotto e una sciarpa blu, Kate si recò al dodicesimo distretto, come ogni mattina. La sera precedente avevano concluso un caso particolarmente difficile da affrontare, ci avevano lavorato sopra per più di una settimana. Una donna era stata rinvenuta cadavere in un vicolo vicino a Central Park e durante l'autopsia Laine aveva scoperto che la vittima aveva partorito da poco; il caso da allora era stato una lotta contro il tempo per trovare il bambino e l'assassino, prima che fosse troppo tardi, dopo quasi 18 ore consecutive di lavoro erano riusciti a rintracciare il capo della donna, che si era rivelato essere l'assassino, prima che lasciasse New York per dirigersi a Boston; fortunatamente il bambino era ancora vivo ed era stato portato in ospedale perché venisse controllato e mantenuto in osservazione per almeno 48 ore.

Dopo aver passato quasi un'ora,inutilmente, davanti al computer per tentare di scrivere il suo rapporto sul caso, la detective uscì dall'ufficio e salì in macchina; senza una meta ben precisa iniziò a guidare per le strade della città, ritrovandosi davanti all'ospedale nel cui era ricoverato il bambino.

Sorridendo alle infermiere, entrò nel reparto di neonatologia e si fermò davanti al nido, dove una ventina di bambini erano disposti, nelle loro culle, davanti ad un vetro, in modo da poter essere visti dai familiari. Kate si fermò lì davanti e con lo sguardo cercò il neonato che avevano salvato al sera precedente; da buon detective escluse prima tutte le bambine, che erano avvolte in una coperta rosa e indossavano una cuffietta rosa, in modo da limitare la dispersione del calore corporeo, poi i bambini di razza asiatica e afroamericana, dopo di che, anche controllando i nomi scritti sopra le culle, non riuscì a trovare il figlio della vittima. Decise di chiedere.

Si avvicinò alla porta del nido e, mostrando il distintivo ad un'infermiera, riuscì a parlarci.

-Scusi, sono la detective Beckett, della polizia di New York; ieri è stato portato qui un bambino di tre giorni, rimasto orfano, che dovrebbe essere affidato ai servizi sociali domani, ma non riesco a vederlo insieme agli altri, può dirmi dove si trova?- chiese con un pizzico di apprensione Kate

-Oh, lei sta parlando di Samuel! Sa, quando una madre rinuncia al proprio figlio o ci vengono portati bambini senza nome, gliene diamo noi uno.- disse l'infermiera sorridendo- Prego mi segua detective,-aggiunse entrando nella nursery- non è la prima a chiedere del piccolo Sam, proprio poco prima di lei è arrivata un'altra persona a trovarlo, eccoli lì- concluse la donna, indicando un angolo della stanza, dove Castle teneva in braccio il bambino e lo cullava dolcemente.

Kate si guardò stupita all'uomo, che alzando lo sguardo la vide e le fece cenno di avvicinarsi; appena fu più vicina poté sentire l'uomo che sussurrava al bambino.

-Sam, ti voglio presentare una persona, lei è la detective Kate Beckett, la persona che ti ha salvato; Beckett, ti presento Sam.-

-Ciao Sam, sei davvero un bambino carino,- disse accarezzandogli con un dito la guancia paffuta- si, davvero un bel bambino.-

Fu allora che la donna vide per la prima volta chiaramente gli occhi del neonato; erano di un blu intenso, come quelli di qualsiasi bambino appena nato e probabilmente nel giro di qualche mese il colore sarebbe cambiato, ma quello che la colpì fu l'innocenza di quegli occhi che la fissavano speranzosi.

-Vuoi prenderlo in braccio?- chiese lo scrittore

-Non so come fare...- ammise lei

-Ho finalmente trovato qualcosa che so fare meglio di te! A parte scrivere, ovviamente, perché in quello io sono un maestro.-

-Il solito modesto, vedo.- rispose Kate facendo roteare lo sguardo

-Dai, scherzavo, te lo insegno io- concluse Rick sorridendo- Ora, metti una mano qui, per sorreggergli la testa e un'altra dietro la schiena.- la istruì l'uomo, mettendole il bambino in braccio- Ecco, così è perfetto; mi ricordo quando prendevo Alexis così, ne è passato di tempo...-.

Castle smise di parlare quando si accorse che la detective non lo stava più ascoltando, ma aveva lo sguardo fisso sul bambino che teneva in braccio, sembrava che il resto del mondo non esistesse più e Rick non poté fare a meno di pensare a quanto bella e naturale fosse in quel momento; quasi come d'istinto mise un braccio intorno alla vita della donna e anche lui rimase incantato a guardare il piccolo essere umano che aveva contribuito a salvare.

Una qualsiasi persona passata lì per caso li avrebbe scambiati per due genitori che guardavano adoranti il figlio appena nato; nessuno avrebbe mai immaginato che quella non fosse una madre, ma una detective della omicidi e che il bambino non fosse suo, ma figlio della vittima di un caso che aveva risolto, o che i due adulti non fossero marito e moglie, ma semplici amici.

Lo scrittore incrociò lo sguardo dell'agente e quando i suoi azzurri si specchiarono in quelli verdi di lei, tutto gli sembrò perfetto così come era, come se quello fosse il loro luogo nel mondo, uno accanto all'altra, per sempre.

N.A.2  Si, sono ancora io. Volevo solo aggiungere che non ho la più pallida idea di come sia una città coperta di neve, diciamo che ho anche una molto vaga idea di come sia la neve in generale, quindi la descrizione è completamente basata sui film, fatemi sapere se è realistica!
Alla prossima,
Silvia.

   
 
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