La mattina seguente, come avevo preannunciato, andammo a fare colazione al bar. Faceva un caldo bestiale e sentivo la mancanza del freddo pungente.
Thomas?
S์?
A Natale ci facciamo un bel viaggetto!
Davvero? Viene anche Elise?
Se vuole, non ho nulla in contrario!
Inizi๒ a saltellare sulla sedia. E dove andiamo di bello?
A Berlino, ti va?
Non so cosa sia, per๒ s์, mi va!
Berlino ่ la capitale della Germania e si trova in Europa.
Mi guard๒ con le sopracciglia alzate.
Prenderemo l'aero!
Davvero?
Mh, mh.
Allora mi piace! cominci๒ a battere le manine, saltellando sul posto, accompagnando il tutto con dei gridolini di felicitเ.
Allora, cosa vuoi per colazione?
Mh. si pos๒ un ditino sulle labbra Voglio il latte con il cioccolato e un cornetto con la 'nutella'!
Sorrisi. Mi raccomando, ricordami che mangi troppe schifezze.
Okay, te lo ricorder๒.
Scoppiai a ridere e ordinai la colazione per entrambi. Dopo aver consumato il cibo, decidemmo cosa fare successivamente.
Ti va di andare al parco?
S์!
Okay, dai, andiamo, allora.
Ci alzammo e mi diede la manina. Gliela strinsi e, dopo aver pagato la consumazione, ci avviammo verso il parco. Una volta arrivata, mi sedetti sulla prima panchina libera e Thomas and๒ a giocare poco lontano. Il mio cellulare inizi๒ a suonare.
Pronto?
Sam!
Elise, ciao.
Dove sei?
Al parco con Thomas, tu?
Sono insieme ai ragazzi.
Ah.
Ti passo Bill che deve dirti qualcosa.
Okay.
Sentii il telefono passare di mano in mano, fino a quando una voce maschile raggiunse il mio orecchio. Sami!
Ciao, Bill.
Ti sto venendo a prendere. Dove sei precisamente?
Per quale motivo devi venirmi a prendere?
Semplice, andiamo a pranzo fuori!
Oh, okay, sono al parco di West Hollywood.
Fantastico, user๒ il mio navigatore satellitare! Dammi dieci minuti.
Okay, a dopo, Bill.
Mi alzai dalla panchina e mi avvicinai a Thomas.
Togliti, stupido.
No.
Ti ho detto di toglierti. Questi giochi non sono fatti per gli sfigati come te.
Non sono sfigato e non c'่ scritto da nessuna parte.
I tre ragazzi che lo accerchiavano scoppiarono a ridere.
Sai, gira voce che tua madre sia una puttana.
E perch้?
A giudicare dalla statura dei ragazzi, dovevano avere sette/otto anni a testa, al contrario del mio Thomas che ne aveva solamente cinque.
Perch้ succhia cazzi.
Vidi Thomas guardarsi intorno sperduto e impaurito. Mi avvicinai a loro, con l'intenzione di dare a quegli impertinenti una bella lezione.
Amore.
M-mamma. pronunci๒ con voce tremula, sintomo di un'imminente crisi di pianto.
Ciao, ragazzi. mi rivolsi ai tre ragazzini Sapete chi sono?
Annuirono con la testa. La Signora Werks.
Sbagliato.
Sbarrarono gli occhi.
Sono la signora puttana che succhia cazzi a sconosciuti e che ha uno sfigato come figlio.
Restarono in silenzio.
Vorrei davvero sapere dove sono i vostri genitori, perch้ fanno veramente schifo. Non sanno fare il loro ruolo, vista l'educazione che state dimostrando.
Presi Thomas in braccio e mi allontanai. Lo sentii subito tirare su con il naso.
Cucciolo, non piangere.
Perch้ mi dicono quelle cose cattive? Sono forse un bambino cattivo?
No, Tom, anzi. Mi dispiace, ่ colpa mia se ti dicono certe cose.
Non ่ vero, mamma.
Dai, amore, non piangere per quei tre deficienti, okay?
S-s์, va bene. mi leg๒ le braccia intorno al collo.
Guarda, piccolo, ่ arrivato Bill.
E dove andiamo?
Non lo so, mi ha detto che andiamo tutti a pranzo fuori.
C'่ anche Tom?
Non lo so.
Sentii il clacson suonare. Attraversai cos์ la strada e aprii lo sportello. Rimasi letteralmente di sasso non appeni vidi la persona seduta al posto del guidatore. Perch้ ci sei tu?
Ho perso una scommessa ed eccomi qui. Ho la voglia di vederti pari a zero, figurati un po'.
Bene, vale la stessa cosa per me. chiusi lo sportello e aspettai che il semaforo diventasse verde.
Sam, dove stai andando?
Via, non vedi? D์ a Bill che non vengo a pranzo.
Dai, non fare la ragazzina.
Mi girai di scatto. Tom, non cominciare perch้ qui l'unico ragazzino sei tu.
Veramente l'unico ragazzino qui ่ Thomas.
Il mio piccolo sbarr๒ gli occhietti ancora lucidi. I-io?
Lui? Tom, che cazzo stai dicendo?
Beh, non ่ un moccioso?
Cominciavo ad alterarmi per la seconda volta in sua presenza, quando vidi spuntare un sorriso sulle sue labbra. Stava scherzando.
Non sono uno stupido moccioso!
Scoppiammo a ridere.
Ma, ma, mi state forse prendendo in giro?
No, amore, no.
Tom prese parola, cambiando discorso. Allora, salite?
Puntai i miei occhi in quelli di Tom. Dai, ragazzina, sali.
Sorrisi e aprii lo sportello posteriore, appoggiando Thomas sul sedile e allacciandogli la cintura di sicurezza.
Ehi, Tom? Si gir๒ verso di me e io mi avvicinai a lui. Mi sei mancato.
Mi prese un braccio, tirandomi a s้, per poi stringermi. Respirai di nuovo il suo profumo dopo un'infinitเ di tempo, quel profumo che non trovi in nessun negozio del mondo o in nessun'altra persona, per il semplice fatto che ่ suo personale.
Anche tu mi sei mancata, ragazzina.
Lo strinsi maggiormente. Saliamo che Thomas ่ geloso.
Rise. Salimmo in macchina e guardai il mio bambino. Era triste, gli si leggeva negli occhi. Guardava fuori dal finestrino con aria persa.
Moccioso?
Non rispose.
Cucciolo, che c'่? Non fare quel faccino triste, non ่ successo nulla.
Mi guard๒ con la coda dell'occhio, annuendo appena.
Che ่ successo, Sami? chiese Tom con tono curioso.
Storia lunga. mi voltai nuovamente verso mio figlio Hai fame, amore?
No.
Stiamo andando al Mc, ti piace? gli chiese Tom.
S์, ma non ho fame.
Strano, i bambini hanno sempre voglia del mangiare del Mc! rise piano.
Dopo un quarto d'ora di viaggio, la macchina si ferm๒ nel parcheggio del Mc di Los Angeles pi๙ adatto ai bambini.
Amore, guarda! Questo ่ l'Mc che ti piace tanto, ci sono le giostre! dissi, per poi scendere dalla macchina e andare ad aprigli lo sportello.
Mamma? disse quasi in un sussurro.
Mi accucciai sulle ginocchia per poter essere alla sua altezza. Dimmi, amore.
Dopo andiamo a casa?
Certo, come vuoi tu.
Voglio andare a casa.
Per๒ prima mangiamo qualcosa.
S-s์. disse, per poi buttarmi le piccole braccia al collo.
Lasciammo l'auto e ci spostammo verso l'entrata, dove incontrammo gli altri. Thomas, non appena vide Elise, inizi๒ a ridere e scherzare, mentre io mi sentivo terribilmente in colpa per come lo trattavano i suoi coetanei.
Elise, vado a fumarmi una sigaretta. Lo guardi tu? dissi, alzandomi dal tavolo.
S์, vai tranquilla, Sam.
Sorrisi e uscii dal locale, sistemandomi accanto all'entrata. Poco dopo, venni raggiunta da Tom, che mi guardava con un dolce sorriso.
Allora, Tom, come stai?
Lui mi guard๒ per un istante e rispose. Sto bene, Sam. Ti ho pensato davvero tanto in questi anni, dico davvero. Solo che, non lo so...
Abbiamo intrapreso due strade diverse, Tom: tu vivi a Berlino ed io a Los Angeles, tu sei un chitarrista famoso ed io una povera cameriera. Non avremmo comunque potuto continuare a sentirci, sarebbe stato impossibile.
Giเ.
Tua madre e Gordon?
Stanno bene, hanno comprato un nuovo cane. Sai, mamma dice sempre che gli manchiamo troppo e che, per sentirsi meno sola, ha bisogno di nuovi affetti.
Sorrisi.
La tua, invece?
E' morta.
Quasi non si strozz๒ con il fumo della sigaretta. M-morta?
Annuii. S์, si ่ suicidata.
Cazzo, e, e...
E' il prezzo da pagare per vivere a Los Angeles: o fai la bella vita o ti ammazzi.
Sbarr๒ gli occhi. Ma quando ่ successo di preciso?
L'anno scorso.
E Thomas?
Non la conosceva. Me ne sono andata di casa a sedici anni, dopo il suo fidanzamento con un fallito che non faceva altro che bere e drogarsi.
Vi metteva le mani addosso?
No, per fortuna no. Per lui non esistevo e la cosa era reciproca: sapevo a malapena il suo nome. La cosa scandalosa ่ che ha trascinato anche mia madre nel mondo della droga. feci un tiro, per poi riprendere la mia spiegazione Mamma era letteralmente impazzita. Una notte, mentre dormivo, mi ha tagliato i capelli perch้ era gelosa di me.
Oddio, i tuoi capelli.
Aspirai nuovamente. S์, ti ricordi com'erano lunghi? In quel periodo li avevo ancora pi๙ lunghi, pensa.
Non posso credere che sia arrivata a questo. Per motivi cos์ futili, per giunta.
Beh, ่ la veritเ. A sedici anni sono scappata di casa e a diciotto sono rimasta incinta. Nonostante abbia un figlio a carico, ่ tutto okay ora. Se evitassero anche di prendere in giro il mio bambino, andrebbe tutto ancora meglio.
Il padre lo senti ancora?
No, Tom, non lo conosco. In quel periodo mi sentivo sola e quella sera avevo mandato gi๙ qualche bicchierino di troppo, che mi ha spinto ad andare a letto con questo tizio. Dopo un mese ho scoperto di essere incinta. Avrei potuto abortire, ma sai come la penso sull'argomento.
Lo vidi annuire. E Thomas ne soffre?
S์, parecchio. I suoi compagni lo prendono in giro dicendogli che uno sfigato, un bastardo e chi pi๙ ne ha, pi๙ ne metta. Dicono che sono una puttana, che va a letto col primo che capita. Capisci cosa mi tocca sopportare?
Dimmi che non ่ vero.
Oh, ่ tutto vero, purtroppo. Ah, evita di chiamarlo moccioso perch้ ci resta davvero male. I bambini pi๙ grandi non fanno che riempirlo di appellativi simili.
Ma il signorino mi risponde anche abbastanza cordialmente!
S์, lo fa perch้ c'่ Elise con lui. Sa che in sua presenza nessuno gli farebbe del male.
Oh, Sami, mi dispiace davvero.
Abbassai lo sguardo sulle mie scarpe. Sai, molte volte vorrei poter tornare indietro. Ero la bambina pi๙ felice del pianeta, Tom, voi eravate tutto per me.
Sorrise.
Perch้ non sei tornata a Berlino?
Avevo paura di incontrarvi di nuovo.
Ti avremmo aiutato.
Un sorriso malinconico spunt๒ sulle mie labbra. S์, lo so, ma non potevo venire da voi con un figlio e una ragazza sulle spalle per chiedervi aiuto.
Non ci sarebbe stato alcun problema.
Non capisci, Tom.
Fummo interrotti da un vocino, proveniente dall'entrata del locale.
Mamma?
Tesoro.
Si avvicin๒ a noi e apr์ le braccia per farsi prendere in braccio. Non mi sento bene.
Gli alzai il viso. Cosa ti senti?
Sento la testa pesante.
Appoggiai le labbra sulla sua fronte. Credo che tu abbia la febbre, amore.
Andiamo a casa, ti prego. si strofin๒ gli occhietti lucidi.
S์, andiamo.
Aspetta, vi accompagno. intervenne Tom.
Tranquillo, non ce n'่ bisogno.
Dai, ti faccio anche un po' di compagnia.
Sorrisi. Okay, grazie, Tom.
Rientrammo nel Mc, avvicinandoci al tavolo occupato dagli altri.
Ragazzi, io accompagno Samantha a casa.
Sami, vai giเ via? Bill si morse il labbro, guardandomi.
S์, Bill, Thomas ha la febbre.
Vuoi che venga con te? chiese Elise.
Tranquilla, Eli, ce la faccio da sola. Ci vediamo dopo, ciao.
Ci congedammo e uscimmo dal locale, diretti a casa.
Thomas si era addormentato durante il viaggio.
Ti somiglia molto, sai?
Sorrisi, accarezzando i capelli al mio bambino. S์, non ha preso nulla dal padre.
Meglio, no?
Beh, era un bel ragazzo!
Nah, sono io il migliore.
Tom, Dio, sei sempre il solito.
Gli diedi un colpetto sul braccio. Per๒, in fondo, aveva ragione: dopo di lui, non ero riuscita ad incontrare un ragazzo che lo eguagliasse, non ero riuscita ad innamorarmi di nuovo, a dimenticarlo, in pratica. Dopo venti minuti, Tom parcheggi๒ l'auto davanti a casa.
Vai ad aprire, io prendo Thomas.
Sicuro?
Annu์. Sorrisi e m'incamminai lungo il vialetto, andando aprire la porta. Mi soffermai sulla soglia e vidi una scena meravigliosa, meglio di quanto avessi potuto immaginare: Tom con in braccio il mio bambino. Era strepitoso, aveva un'aria dolce ed ingenua e non quella del solito cafone rozzo e malizioso. Era di nuovo il mio Tomi.
Si avvicin๒ a me, fermandosi a pochi centimetri dal mio viso. Uhm, dove lo metto?
In camera: corridoio, prima porta a sinistra.
Io andai in cucina e presi velocemente il termometro, per poi raggiungerli in camera. Dio, ho sempre ansia quando ha la febbre.
E perch้ mai?
Perch้ non so mai che fare. dissi, mettendogli il termometro sotto l'ascella.
Uhm, vuoi che vada a preparare la borsa dell'acqua?
Mi faresti un enorme favore, grazie.
Tom usc์ dalla camera, diretto in cucina, e io e il mio piccolo restammo soli.
Mamma, sto male.
Lo so, piccolino, ma te la faccio passare io la febbre. Ti fidi della mamma?
Annu์.
Allora, girati e metti il pancino contro il letto.
Mi metti la supposta? disse, mordendosi il labbro e sistemandosi nella posizione da me indicata.
S์.
Fai piano per๒.
Stai tranquillo, non ti far๒ male.
Gli misi delicatamente la supposta e gli dieci un bacino sul sederino.
Ora riposati, mh?
Eli dov'่?
E' insieme a Bill, Gustav e Georg.
E Tom?
Proprio in quel momento, Tom entr๒ nella stanza, armato della borsa d'acqua calda. Eccomi, campione.
Si volt๒ verso Tom, sorridendogli, per poi tornare nuovamente a guardare me. Mamma, mi racconti la favola?
Presi la borsa d'acqua calda e l'appoggiai sulla sua fronte. No, adesso no.
Perch้?
Perch้ non mi va.
Quale storia? intervenne Tom.
Come quale? La storia di Tom e Sam! Per๒, la sa solo la mamma.
Chiusi gli occhi, sospirando. Thomas, non sei stanco?
S์, ma lo sai che non riesco ad addormentarmi se prima non mi racconti la favola!
Chi sono Tom e Sam? s'intromise nuovamente Tom.
Nessuno, Tom, sono solo due personaggi di fantasia.
Dai, mamma, ti prego!
No, sono stanca.
Mise il broncio, mentre io continuavo a bagnargli la fronte.
Se vuoi, te la racconto io.
Alzai gli occhi su Tom, proprio come fece Thomas. La sai?
Credo proprio di s์. sorrise.
Thomas sorrise di rimando, aspettando che Tom prendesse parola.
Quel giorno pioveva molto forte, diluviava. Io e Bill ci stavamo davvero annoiando, ma non potevamo di certo uscire con un tempo del genere! Iniziammo a fare zapping tra i canali televisivi, ma non c'era nulla che suscitasse il nostro interesse. Come se non bastasse, i nostri genitori erano partiti per un week-end e non ci avevano lasciato nulla da fare durante la loro assenza. Fu in quel momento che mio fratello ebbe l'ispirazione.
Tomi, ma se chiamiamo Sam?
Che la chiamiamo a fare, tanto non pu๒ venire.
Mio fratello sbuff๒, rimettendosi stravaccato sul divano.
Perch้ dobbiamo guardare certe stronzate?
"America's Next Drag Queen" non ่ una stronzata!
Scusa, ่ anche peggio.
Mi lanci๒ un cuscino in piena faccia e, proprio in quel momento, il telefono inizi๒ a squillare.
Chi sarเ a quest'ora?
Non ne ho idea, sarเ mamma.
Ho paura.
Risi e andai a rispondere al telefono.
Pronto?
Tom?
Sam, tutto okay?
Siccome non ottenni nessuna risposta, dovetti rifare la domanda.
Samantha?
No, Tom, non ่ tutto okay. Mia madre lo sta facendo.
Cosa? Cos์, con te in casa?
Mi da fastidio. Tom, ti prego, fa qualcosa.
Vuoi che ti venga a prendere?
Ma che scherzi? Ce la tempesta fuori! Volevo solamente sentirti.
Dai, ti vengo a prendere. Dormi qui, okay?
Okay, per๒ vieni sotto la mia camera che scavalco dalla finestra.
S์, dieci minuti e sono l์.
Attaccai il telefono e presi il giubbotto, infilandomelo.
Tomi, dove vai?
Sto andando a prendere Sam.
Ma io ho paura.
Bill, dieci minuti e torno, okay? Tranquillo.
E cosa faccio da solo per tutto questo tempo?
Guardati quella stronzata!
C'่ la pubblicitเ.
Bill, dai, non fare il bambino!
Uffa, okay, vai a prendere Sami. Sbrigati per๒.
Uscii di casa e cercai di coprirmi come meglio potevo con l'ombrello. Sfortuna vuole, che diventassi zuppo appena il mio piede tocc๒ la strada. Arrivai a casa di Samantha cinque minuti dopo. Mi piazzai sotto la finestra della sua camera e la feci uno squillo sul cellulare. Poco dopo, la vidi scendere lungo la grondaia.
Tom, sei arrivato!
Mi guardai: era evidente che l'ombrello non servisse pi๙. Era solamente un impiccio. Lo chiusi, mettendo poi un braccio intorno alle spalle di Sam.
I tuoi dove sono? chiese, stringendosi a me.
Sono fuori per tutto il week-end.
Dopo aver camminato stretti sotto la pioggia, arrivammo a casa, dove trovammo Bill addormentato sul divano. Mi tolsi le scarpe e i calzini e li lasciai sullo zerbino dell'ingresso. Successivamente, mi tolsi anche i pantaloni e la maglietta per non inzuppare tutta casa. Andai da Bill in punta di piedi e gli presi il telecomando dalle mani, spegnendo la TV, rimasta accesa, e gli sistemai la coperta. Mi girai verso Samantha e la trovai in reggiseno e mutandine, accovacciata vicino al termosifone.
Tom, dammi qualcosa, sto congelando!
S์, vieni, saliamo su.
Salimmo le scale e arrivammo in camera mia. Presi una mia tuta e un paio di boxer e le tesi il tutto. Prese i vestiti in mano e si chiuse in bagno, dal quale usc์ pochi minuti dopo.
Yo, sono Tom Kaulitz! mi prese in giro.
Scoppiammo entrambi a ridere.
Vaffanculo, Sam! Forza, andiamo a dormire che sono stanco.
Dormo in camera di Bill?
Annuii.
Okay, buonanotte, Tom. disse, stampandomi un bacio sulla guancia.
'Notte.
Usc์ dalla mia camera per andare in quella accanto.
Non riuscivo a dormire, il rumore dei tuoni mi rimbombava nelle orecchie. Sentii la porta della camera aprirsi.
Tom? feci finta di dormire.
Non so perch้, effettivamente. Forse, volevo solo vedere cosa aveva intenzione di fare.
Tom, sei sveglio? Sentii il materasso abbassarsi leggermente. Tomi.
Mi voltai verso di lei dopo l'ennesimo richiamo. Ehi, non riesci a dormire?
No. Posso stare qui con te? chiese, mordendosi il labbro.
Annuii. Non era certo la prima volta che dormivamo insieme. Si mise sotto il piumone, abbracciandomi, e incroci๒ le sue gambe con le mie. Un lampo illumin๒ la stanza e riuscii a scorgere i suoi occhi. I nostri nasi si sfioravano e il suo odore mi aveva ormai invaso le narici. Senza aggiungere altro, posai le mie labbra sulle sue.
Si sono baciati? chiese Thomas, curioso.
S์.
Era il loro primo bacio?
Annuimmo entrambi.
Certo che sono proprio innamorati, eh!
Siccome ero leggermente imbarazzata, preferii cambiare discorso.
Dai, adesso dormi, amore.
S์, buonanotte.
'Notte, cucciolo. dissi, dandogli un bacio sulle labbra.
Notte, campione.
Ciao, Tomi.
Sorrisi e lasciai l'เbat-jour accesa, per poi uscire, lasciando la porta accostata.
buongiorno girls..vi lascio con questo capitolo perch่ questo fine settimana sparir๒! baci baci Francesca