Capitolo 1 – Introduzione – Verso l'ignoto
Un bel giorno di
primavera, in una vallata piena di spazi verdi e di splendidi fiori
colorati, dove il caldo sole si apprestava ogni volta a benedire la
terra con i suoi amati raggi, un piccolo Mawile correva e giocava
assieme ad un Grimer e un Gigalith, ignorando i pericoli che
incombevano nei villaggi più lontani, pericoli che non li
riguardavano affatto, che non li preoccupavano neanche nel sonno.
Coglievano bacche gustose dagli alberi, una era aspra ma polposa,
l'altra succosa e dolce. Saltavano da una sponda all'altra del
rusciello che scendeva dalle alte montagne. L'acqua era limpida e
cristallina, la più pura di tutta quelle terre. Se la si beveva,
sembrava che, scendendo nel corpo, ripuliva di tutte le impurità. Il
Mawile ne prese un po' con le corna ormai svillupatesi e trasformate
in bocca, per poterla schizzare nelle facce dei suoi due amici.
Questi, bagnati fradici, decisero di vendicarsi, e a loro volta
iniziarono a bagnare il pokémon, lanciandogli più acqua possibile
dal ruscello. Ma solamente delle gocce riuscivano a colpire l'altro.
Delle gocce ritmate, una dopo l'altra, sempre nello stesso punto...
Plick, plick, plick...
Weelia aprì gli occhi lentamente,
mentre le gocce che scendevano da una stalagmite avevano, oramai,
inzuppato tutta la sua faccia. Si alzò dal posto dove prima stava
dormendo, e si spostò un poco. Si stiracchiò le gambe e la schiena,
poi si asciugò la fronte. Il piccolo pokémon starnutì leggermente,
poi si coprì con la sua preziosa coperta di Mareep di quinta mano,
che valeva molto tra la loro gente. Dopo essersi ben protetto,decise
di non tornare più a dormire, ma di fare quattro passi. Tanto per
fare qualcosa di diverso.
La caverna dove tutta la sua
popolazione viveva, si estendeva per chilometri, molti più di quanto
si potesse immaginare. Camminando, cercò di non disturbare gli altri
Mawile e i Sableye che stavano costruendo un' abitazione, aiutati dai
Gigalith, probabilmente per la nuova famiglia di Bronzong e Bronzor
trovata, sfinita e allo stremo delle forze, nei loro confini.
Ultimamente ne stavano venendo a decine, in quello stato, di gruppi
di simili alla loro popolazione, cosa molto strana, dato che di
solito i pokémon che decidevano di abitare di nascosto con gli
altri, non si facevano scoprire molto facilmente.
Gli esiliati non
erano ben accettati dagli abitanti che vivevano al di là di
Aziletia, terra dove erano stati sconfinati ormai da generazioni.
Erano passati così tanti anni, che nemmeno loro ricordavano il
perché di quel disprezzo da parte delle altre specie.
Weelia si fermò nel lago interno, per
bere un po' di acqua, probabilmente era la peggiore che potesse
esistere, ma purtroppo era l'unica che potevano avere. Si sedette
nelle dure e fredde roccie, e incominciò a fissare il vuoto.
Passarono minuti, forse ore, oppure secondi, in quel luogo freddo,
umido e buio dove solamente i più anziani, ormai abituati, potevano
avere la cognizione del tempo che passava. Gli si avvicinò un
Cloyster che, con un debole attacco raggioaurora, risvegliò il
Mawile mezzo addormentato per chiedergli poi, cordialmente, se poteva
spostarsi. Infatti si era proprio messo in mezzo alla "strada",
e alcuni Muk dovevano portare una consegna alle famiglie di Cloyster
e Shellder. Senza obbiettare, si alzò dalla scomoda sedia
provvisoria, e si diresse verso il fondo della caverna. Passò tra il
muschio umido, di un verde spento e consumato, cercando di non
pestare i velenosi funghi che crescevano in quella zona. Quelli erano
il loro prato ed i loro fiori.
Improvvisamente, come se qualcuno
avesse rasato tutto, il terreno ritornò roccioso, in alcuni punti
fangoso. Si stava allontanando troppo dalla sua zona, dalla zona
sicura, dove gli esiliati erano pacifici e per niente pericolosi.
Giravano voci, alla fine confermate da lui stesso, che se si andava
sempre più all'interno, si potevano trovare pokémon sconosciuti e
degni di essere temuti. Si raccontava su di loro che persino gli
umani, esseri superiori ai pokémon, che vivevano al di là del mare
Aege, avevano il terrore di queste creature. Le bramavano, le
volevano, ma al tempo stesso avevano paura di catturarle. Gli umani
osarono battezzare quelle creature basandosi sul loro "numero di
matricola" assegnatogli da alcune parecchiature: le avevano
chiamate MissingNo.
Weelia cercò di avvicinarsi il più
possibile alla seconda entrata della caverna, e, con tutto il
coraggio che aveva, si affacciò. Non era la prima volta che lo
faceva, altre volte si era azzardato. Forse era l'unico, forse no..
Come al solito, una soffiata di aria
putrida, aria di morte, si abbattè sulla faccia del piccolo pokémon,
facendolo arretrare di poco, e, dal buio, non si vedeva altro che
misteriose ombre aggirarsi di qua e di la. Come al solito, quelle
ombre altri non erano che un ammasso di numeri, di simboli e altro
ancora. Una cosa innaturale, mostri della natura.
Quella volta, però, poteva vedere,
anzi, sentire, che tra quei "pokémon" c'era una specie di
inquietudine. Erano agitati, si muovevano confusionariamente, si
scontravano, creando per alcuni istanti un caos nella zona
circostante che per il Mawile sembrava un vero e proprio inferno, ma
che probabilmente per quei "cosi" era un effetto
abitudinario. Coprendosi ancor di più con la sua fidata coperta,
come fosse un impenetrabile scudo, Weelia si avvicinò di pochi
passi, per vedere meglio la situazione bizzarra, per ascoltare
eventuali bisbigli tra di loro. Pochi passi per lui, probabilmente
troppi per quei pokémon.
Uno di loro gli fu immediatamente davanti al volto, facendolo sobbalzare.
Mai una cosa del genere era accaduta,
mai una reazione così era avvenuta. La creatura si avvicinò con una
parte del corpo alla faccia dell'altro. Probabilmente era la testa.
Una testa fatta solo di numeri.
Weelia sentì improvvisamente una
voce dentro la sua mente. All'inizio era stridente, sgradevole,
straziante, che lo paralizzò. Poi, piano piano, iniziò a diventare
calda, bassa, gradevole, rassicurante. La voce parlò in una lingua
sconosciuta. La voce narrò in modo confuso. La voce spiegò cosa
doveva fare. Infine, la voce nascose il tutto dentro il suo
subconscio. Il Mawile non capì nulla di quello che stava succedendo,
ma improvvisamente si sentiva stanco. La creatura sallontanò un poco
e, con un gesto della probabile mano, fece cenno di andarsene.
Weelia era un tipo molto passivo, e non
fece obbiezioni neanche stavolta. Però, a differenza di prima,
sentiva dentro di se che non poteva fare altrimenti, e così si voltò
e ritornò da dove era venuto.
Ritornato, dopo un paio d'ore, i
genitori del giovane lo sgridarono per bene, ma lui non sembrava
prestare attenzione. Andò in cucina. Prese delle cibarie e fece un
fagotto con la sua coperta di lana di Mareep, infine uscì dalla
propria abitazione, senza salutare né dire nulla. Si avviò verso
l'uscita della caverna senza girarsi. Sapeva che i familiari avevano
capito le sue intenzioni. Eppure non ci aveva mai pensato. Mai gli
era passato di mente una cosa del genere.
Eccolo, ora, andarsene dalla
propria terra, da Aziletia, l'unico posto dove era ben accettato.
Eccolo ora lasciare tutto quello che aveva. Eccolo ora, a obbedire ad
un comando di uno strano pokémon mai conosciuto fin'ora. Ubbedire
senza obbiezioni, senza domande, senza tanti pensieri, come fosse
ipnotizzato, senza effettivamente esserlo .
Eccolo ora, ad intraprendere il suo
viaggio verso i regni ostili, verso l'ignoto.
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Note dell'autore - Long Version
Finalmente, dopo mesi di assenza, rientro in scena con una nuova storia! Muahahah!
Arceus mio, era da tanto che volevo postare qualcosa su epf, ma non
sapevo dove mettere la storia che stavo creando (il mio povero Pyro,
sigh sigh ç_ç )
Quindi, avevo pensato di farlo su HTF, ma Gnappy Oh è troppo noioso (Grazie, neh! n.b. Gnappy)
Quindi, mentre stavo creando un fumetto sui Pokiiimon (forse
aprirò uno di quei blog-fumetti e lo posterò ogni sabato)
, ho deciso di dividerne alcuni per fisionomia o razza, così ho
creato delle città, e dalle città sono arrivata ad una
storia. Evviva!
Spero che l'introduzione sia stata abbastanza carina e che non abbia deluso le aspettative altrui...
Ho addirittura usato OpenOffice per scriverla, invece del Notepad!
(Tranne per le note). Ma credo che non sarà servito a molto :/
Non vi siete domandati cosa ha detto il missingNo a Weelia? E non vi
siete chiesti perché quel def- AHEM, quel tonto ha ubbedito a
degli sconosciuti?? No? MALE!
Beh, a presto col secondo capitolo, che ho scritto subito dopo aver
finito il primo, ma che probabilmente posterò in giorni futuri
(Sabato o domenica, dato che non ho più internet
ç_ç)
Ah... ma ora che ci penso, nessuno legge le note! E anzi, le mie storie vengono ignorate D=
Che fatica sprecata ç_ç
Corro a rispondere e a recensire gli utenti che mi penseranno morta ^_^