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Autore: Michaelsvoice    21/10/2011    8 recensioni
- Ti piace andare sull’altalena vero?- Kagome si blocca. Di scatto si gira verso di lui. Ora è in piedi davanti a lei. La canotta bianca che porta mette in risalto i muscoli.- Si. Mi rilassa.- Gli risponde lei. -Anche io da piccolo ci andavo.-- E ora non lo fai più?-Ora sono grande.-Non si è mai troppo grandi per fare qualcosa, specialmente un giro sull’altalena
Nuova fic!!!!! ^.^ Chiedo perdono a tutti coloro a cui non piacerà il finale, ma ho dovuto farlo!! Come sempre sono graditi commenti e consigli... 1 bacione a tutti Kika :)
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Kagome è una ragazza di 18 anni. Vive con il fratello Sota a cui vuole molto bene. Lui fa l’avvocato, mentre lei va ancora a scuola. Una ragazza normale. Capelli mossi e lunghi, di un nero corvino. Snella e alta, ma non troppo. Crede nell’amore, ma non ha ancora trovato quello vero.
- Kagome! Spero che tu sia sveglia, altrimenti farai tardi!!-
- Eccomi ci sonooooo!!!!! -
Kagome esce di casa dopo aver salutato il fratello. Guarda l’orologio. Segna le 7.55. Cinque minuti e arriverà a scuola in orario.
 
 
Inuyasha si è svegliato da tanto tempo ormai. Lui è un mezzo demone e spesso neanche dorme. Ha l’aspetto di un 21enne, ma ha molti più anni. Dopo essersi alzato corre in bagno per prepararsi. Deve andare a lavoro. Fa il muratore. È alto, con un fisico da perfetto palestrato, ma senza aver mai frequentato una palestra. Capelli lunghi e bianchi e sulla testa due dolcissime orecchie da cane. Già, su padre era un demone cane, ma sua madre era umana. Conclusione? Nasce un mezzo demone. Ma lui ha sempre odiato la sua natura, perché non gli ha mai dato una vera identità. Ogni notte priva di luna si trasforma in un essere umano, e nei momenti di vero pericolo si trasforma in un mostro. In un vero demone. Vive da solo. Il fratello Sesshomaru lo detesta, perché lo crede la causa della morte del padre. Una colazione veloce e poi via a lavoro.
 
 
Kagome sta correndo verso scuola. Le mancano pochi minuti.
-Arriverò tardi, dannazione!- La campanella suona appena Kagome mette piede nel giardino della scuola.
-Ecco. Lo sapevo che facevo tardi.-
Corre in classe come un fulmine e per fortuna il prof doveva ancora arrivare. Si siede al suo banco, posizionato vicino alla finestra. La maggior parte delle ore le passa guardando il cielo. Gli piace, perché i suoi pensieri vagano liberi senza che lei se ne accorga.
-Tutte materie noiose. Nel pomeriggio me ne andrò al parco.-
La giornata finisce.
- Kagome! Vieni con noi?- la ragazza che le ha appena fatto questa domanda si chiama Rin. È la migliore amica di Kagome, insieme a Sango. Entrambe erano accompagnate da altri due amici di Kagome: Miroku e Koga. Il primo faceva il cascamorto con tutte, ma è sempre corso dietro a Sango, ed essendo anche lei cotta di lui alla fine si sono dichiarati e ora sono una coppia. L’altro, Koga, ha una cotta proprio per Kagome e ogni volta che la incontra la riempie di complimenti e flirta con lei. Ma per lei è un buon amico.
-No Rin. Devo fare … una commissione.- Risponde Kagome. Poi si dirige verso il parco.
-Ah, adoro questo posto … - Il suo posto segreto è quello. È un parco abbandonato, con tanto di giostre. Kagome ama l’altalena. Ogni volta che ci sale le sembra di volare e le piace sentire il vento che le scompiglia i capelli,così come gli piace andare in bici. Decide di mettersi all’ombra di un albero. Mette le cuffie e accende l’ipod. La sua playlist è formata da Zero Assoluto, Paramore, Flyleaf e altra musica rock e malinconica. Poi prende dalla borsa un libro e comincia a leggere. Sale un vento leggero. Ora non vuole pensare a niente. Rimette via il libro e sempre con il volume al massimo sale su un’altalena. Mentre l’altalena dondola, chiude gli occhi e comincia a ridere, proprio come una bambina che sale sull’altalena per la prima volta. Tenendosi alle catene fa cadere la testa all’indietro, tenendo sempre gli occhi chiusi e lasciandosi trasportare dalle note, dalle parole e dal vento.
 
 
-Bene, per oggi abbiamo finito!- urla il capo cantiere.
Inuyasha prende le sue cose e si avvia verso casa. Passa davanti a quel vecchio parco abbandonato e la vede. Lunghi capelli neri che volano avanti e indietro liberi e senza freni. Delle gambe si muovono felici mentre l’altalena si muove. E poi delle risate. Inuyasha lentamente si avvicina. Quella strana ragazza sta su un’altalena, con delle cuffie nelle orecchie, gli occhi chiusi e ride.
- Madre …- Inuyasha ricorda i momenti della sua infanzia. La madre lo faceva sempre salire sull’altalena e mentre lei lo spingeva, lui sorrideva felice. Ora non è più così felice.  Ma decide di continuare a fissare quella ragazza.
 
Lentamente l’altalena si ferma. Kagome apre gli occhi e lo vede. Non aveva mai visto nulla di simile. Lui è seduto sull’erba davanti a lei.
- è bellissimo … ma perché mi fissa così?-
Scende dall’altalena fingendo indifferenza.
- Ti piace andare sull’altalena vero?-
Kagome si blocca. Di scatto si gira verso di lui. Ora è in piedi davanti a lei. La canotta bianca che porta mette in risalto i muscoli.
- Si. Mi rilassa.- Gli risponde lei.
-Anche io da piccolo ci andavo.-
- E ora non lo fai più?-
-Ora sono grande.-
-Non si è mai troppo grandi per fare qualcosa, specialmente un giro sull’altalena.- Si avvicina a lui e lo invita a sedersi. Lui ubbidisce. Lei fa il giro dietro e comincia a spingerlo. All’inizio Inuyasha è rigido, ma poi comincia a ridere.
-Visto? Basta far uscire il bambino che è nascosto dentro ognuno di noi e ogni cosa torna ad essere speciale, perfino un giro sull’altalena.- Lui si gira verso di lei. Lei gli sorride e lui le risponde allo stesso modo. A un certo punto lo ferma.
-Ehi! Ma perché?- le chiede.
-Perché ora tocca a me!-
Inuyasha scende e con agilità Kagome sale. Ora è Inuyasha che la spinge.
-A proposito. Non mi sono presentata. Io sono Kagome.-
-Inuyasha.-
-Piacere.- Kagome allunga la mano dietro la schiena e Inuyasha dopo un po’ capisce e gliela stringe muovendosi avanti e indietro con l’altalena. Entrambi ridono a quella buffa azione. Dopo diversi minuti Kagome scende.
- Bè è stato divertente no?- gli chiede.
-Molto.-
Si guardano negli occhi.
-Sei un mezzo demone vero?-
- Come l’hai capito?-
- Le tue orecchie.-
Inuyasha se le tocca. - Si lo so fanno schifo. Le odio anche io.-
-Schifo? Scherzi?-
-Come?-
-Io le trovo carinissime!- e si avvicina. Inuyasha non si muove. Poi un tocco. Kagome gli sta accarezzando le orecchie. Sono bianche e coperte da un piccolo strato di pelo. Il suo tocco è leggero e provoca ad Inuyasha una dolce sensazione. Non aveva permesso a nessuno di sfiorare ciò che lui considerava -il simbolo della sua diversità-. Ma lei gli faceva uno strano effetto. Chiuse gli occhi. Era ancora inebriato dal suo tocco da non sentire che era finito. Aprì gli occhi.
-scusa devo rispondere.-
Kagome aveva in mano il suo cellulare
-dimmi.- Qualcuno dall’altro lato parlò.
-Mi sono fermata in un posto.- L’altro parlò ancora.
- Si si arrivo. Ok. Ok. Ciao.- E riattaccò.
- Devo andare. È stato un piacere conoscerti.- E prese le sue cose corse verso l’unica entrata. La guardò allontanarsi. Poi la vide girarsi e salutarlo con la mano. Ricambiò il saluto e lei corse via. E lui rimase lì. Solo a pensare a quella ragazza, senza sapere che sarebbe stata lei a cambiargli la vita.
 
 
-Kagome! Ma si può sapere dove eri finita?-
-Scusa Sota. Volevo leggere un po’ all’aperto e mi sono fermata sotto un albero.-
-Ok, ma la prossima volta fammi uno squillo.- Kagome annuì.
-Stasera patatine e pizza!- annunciò Sota.
- Evvaiiii!!!-
- Ahah! Sapevo che ne saresti stata felice!-
 
 
Da quando era tornato a casa Inuyasha non ha smesso di pensare a Kagome.
- Ma che mi prende? Tutto per una ragazzina? Però quanto è bella. E allegra. Libera e spontanea. E ancora bambina. Con tanta voglia di vivere e divertirsi. Ricordi quando eri così anche tu Inuyasha? Come eri vivo? Da quando hai perso mamma e Kikyo ti è crollato il mondo addosso e ti sei dimenticato di come viverlo.-
Ormai sazio e stanco, sale le scale, si tuffa sul letto e si addormenta di colpo. Sognando lei.
 
 
Kagome è appena uscita da scuola. Ha avvisato il fratello che farà ancora tardi. Uscita da scuola si dirige al parco. Un buon libro, musica e giochi. Ecco come passa il pomeriggio quando va al parco. Passano diverse ore. Apre gli occhi. Qualcuno è entrato. Guarda meglio e non ci crede.
- Non so perché, ma sapevo di trovarti qui.- Le dice. Lei sorride. Per tutto il resto del pomeriggio chiacchierano all’ombra di un albero. E poi un bel giro sulla giostra. Ma vanno troppo veloci ed entrambi scendono con una forte voglia di vomitare, ma ridono. Inuyasha non si era mai sentito così vivo come quando era con lei. Il tempo passa veloce. La vede correre e salutarlo mentre se ne va. Lui le sorride.
 
Sabato mattina. Oggi Kagome sarebbe uscita due ore prima da scuola. In queste ultime settimane si era sempre vista con Inuyasha al parco, subito dopo la scuola. Lui arrivava finito di lavorare e passavano il tempo insieme. Così appena fuori corse al parco e non ci credette. Lui era lì. Seduto sull’altalena. Gli corre incontro.
- Inuyasha!-
- Ciao. -
-Ma che ci fai qui?-
- Bè … aspettavo te. - Risponde imbarazzato abbassando lo sguardo. Lei si avvicina e lui lo rialza. Lei gli sorride. - come è bella quando sorride.-
Si siedono sull’ altalena a tronco. Uno da una parte e l’altra sul lato opposto. Chiacchierano ancora.
Poi si alzano.
-Vieni, voglio provare a fare una cosa. - Le dice
Kagome si alza e insieme si avvicinano all’altalena. Lui si siede.
-Vieni.-
-Come?-
-Vieni. Voglio salirci con te. -
-Ma Inuyasha non si può!-
-Proviamo no?-
-Ok. Ma … -
-Ti guido io. Allora … infila le gambe tra i miei fianchi e la catena.-
Kagome è un po’ imbarazzata. Inizia a infilare la gamba destra tra la catena e Inuyasha, poi cerca di mettere l’altra, ma si sbilancia. Sta per cadere indietro, ma Inuyasha la afferra tenendo le sue mani sulla schiena.
Kagome finalmente riesce a infilare l’altra gamba. Si sistema meglio su quelle di Inuyasha.
-Pronta?-
- Si. -
-Tieniti forte.- E cominciano a dondolare. Quanto ridono. Inuyasha riesce a sentire il profumo dolce di Kagome e lei sente i suoi capelli sfiorarle le braccia. Lentamente Inuyasha ferma l’altalena. Sono ancora in quella scomoda posizione. Kagome si perde negli occhi color oro di lui e lui si perde in quelli scuri e profondi di lei. Lui lentamente si avvicina al viso di lei.
- Ti sei divertita?- le chiede.
-Molto.-
Entrambi sorridono. Si guardano qualche secondo, poi lentamente Inuyasha si fa avanti e le sfiora. Un bacio leggero. Kagome non oppone resistenza e Inuyasha la bacia di nuovo, stavolta per davvero. Kagome risponde al bacio di lui abbracciandolo, portando le braccia intorno al suo collo. Lui invece porta le sue mani sulla schiena di lei. Si baciano più volte, cercando di prendere fiato senza staccarsi. Poi si abbracciano. Lei sospira mentre nasconde il viso nell’incavo del collo di lui. Lui le poggia la mano sul dietro della testa e dolcemente ricominciano a dondolare.
-Vorrei restare sempre qui così.  - Inuyasha sorride a quelle parole.
- Kagome … -
-Si?-
- Non abbandonarmi. Resta con me. -
Kagome rimase stupita da quelle parole. Capì che c’era un lato di Inuyasha che ancora non conosceva.
-Non ho intenzione di abbandonarti.-
-Promettimelo. Io ho bisogno di te. Voglio stare con te. -
- Te lo prometto, anche perché anche io voglio starti accanto. E se avrai bisogno di me io ci sarò.-
- Te l’ho detto. Io ho già bisogno di te. Non so neanche se riuscirò a lasciarti andare adesso.-
Quelle parole la commossero tantissimo. Comprese che Inuyasha doveva sentirsi triste e si chiese il perché.
-Potrei chiederglielo … No. Aspetterò che sia pronto per parlarmene. Ora so solo che voglio stare con lui.-
 
 
Rimasero in quel parco per tutto il pomeriggio. Abbracciati.
-Ora è meglio che vado a casa. - Disse a un tratto Kagome.
- Posso accompagnarti?- le chiese Inuyasha.
-Certo!-
Prese le sue cose in fretta e furia e insieme si incamminarono verso la casa di Kagome.
- Cavolo! È davvero una bella casa!- Kagome gli fece fare tutto il giro. Poi si fermarono nella sua stanza. Era piena di fotografie, poster, e peluche. Inuyasha si guardò intorno. Poi notò la foto di una bambina.
-Questa sei tu?- le chiese.
- Ehm … si. -
- Che carina che eri!-
- Grazie. Queste foto rappresentano ciò che sono.- E gliene fece vedere alcune.
-Qui ero a Gardaland con mio fratello. Qui con mia nonna a 5 anni. Qui invece il mio primo giorno di scuola. Queste invece siamo io, Rin e Sango. Loro sono le mie migliori amiche.-
Inuyasha notò poi la foto di un ragazzo. Alto con i capelli neri, un bel viso e sorrideva insieme a lei.
Imbarazzato le chiese se quello era il suo ragazzo.
- Perché, sei geloso?-
- Io? No, non sono … - Rimase in silenzio e lei iniziò a fissarlo. Sentendosi osservato si girò verso di lei.
-Ok. Ok. Sono geloso.- Kagome gli sorrise e felice lo baciò. Lui per tutta risposta la abbracciò, stringendola a sé.
- Stai tranquillo. Quello è mio fratello. Si chiama Sota. -
- E i tuoi? Non ho visto nessuna foto con i tuoi.-
- … -
-Ho detto qualcosa di male?-
- No. No. È che io non ho mai conosciuto i miei genitori. Da quanto mi ha detto mio fratello sono morti. Mio padre morì in un incidente e mia madre morì quando mi diede alla luce. Quando Sota me lo disse mi sentii in colpa. Era come se avessi fatto morire mia madre.- Poi abbassò lo sguardo.
-Ma … allora prova quello che provo io!-
-Anche a me è successa una cosa simile. Non ho mai conosciuto mio padre.  È morto per salvare me e mia madre. Ho vissuto con lei finchè non è morta. Poi ho sempre vissuto da solo. Poi ho conosciuto Kikyo e me ne sono innamorato, ma alla fine mi ha abbandonato. Aveva trovato un altro uomo. Per di più ho un fratellastro che neanche mi considera.-
-Ecco perché mi ha chiesto di non abbandonarlo! Ha avuto davvero una vita difficile … - pensò Kagome.
- Tranquillo. Ora ci sono io e non ti lascerò solo.-
Inuyasha dopo aver sentito quelle parole la abbracciò forte, in modo da non perderla mai.
-Grazie.- È la sola cosa che riuscì a dire. Rimasero abbracciati per un po’, poi Kagome sciolse l’abbraccio.
-Ora non pensarci più.- Poi prese il telefono e compose un numero.
- Salve, sono Kagome, la sorella di Sota, potrei parlare con mio fratello? Grazie.- Passarono pochi secondi.
-Ciao Sota, senti posso andare a mangiare fuori con le mie amiche? Si? Grazie. Ti chiamo quando torno.- E riattaccò. Si girò verso Inuyasha e lo vide triste.
-Ehi! Ti avevo detto di non pensarci.-
-Non è per quello. È che tu ora uscirai e mi lascerai.- Kagome si mise a ridere.
-Che c’è di così divertente?- le chiese.
-Io non esco con le amiche. Mica potevo dire a mio fratello che esco con un ragazzo no?-
Inuyasha comprese e rise insieme a Kagome per la sua pessima figura davanti a lei.
-Allora, dove vuoi andare?- gli chiese lei.
-Non saprei … - rispose.
-Allora ti porterò in giro io. - La sua allegria era incontenibile. Lo prese per mano e corsero fuori di casa. Cinque minuti di pullman e si trovarono in pieno centro, dove c’era un via vai di gente. Camminarono per le vie e si fermarono spesso.
-Oh guarda!- Kagome gli stava indicando dei ballerini di strada.
-Forza andiamo!- e lo trascinò con sé. Si buttò subito nella mischia e cominciò a ballare e cantare. Era euforica, tanto che molta gente che prima osservava soltanto ora ballava insieme a lei. Appena gli passò davanti lo prese e lo portò a ballare. Inuyasha rideva, ballava insieme a Kagome. Gli piaceva davvero tanto quella ragazza, più di Kikyo. Finita la canzone salutarono i ballerini e se ne andarono.
-Era una vita che non mi divertivo così!- le disse più tardi, davanti a un gelato.
- Hai passato una vita difficile e ora voglio che tu sia felice.-
Tornarono a casa. Sota non c’era. Aveva lasciato un messaggio in segreteria dicendo che non sarebbe tornato a casa.
-Sarà dalla sua ragazza.-
Si dirigono in giardino, davanti a un’immensa piscina.
-Sai cosa mi va di fare ora?- le chiede Inuyasha.
-Cosa?- Per tutta risposta Inuyasha la prende in braccio e la guarda.
-Fare un bagno.- E subito si butta nella piscina insieme a lei.
-Scemo! Ma ti sei impazzito???-
-Perché? Devo divertirmi no??- e comincia a schizzarle l’acqua addosso. Lei finge di essere arrabbiata e con un sorriso cerca di schizzarlo. Lui infine riesce a imprigionarla prendendola da dietro.
-Presa!- Kagome ride e si dimena. Poi si calma appena Inuyasha con un balzo la porta in camera sua passando per la finestra. La poggia a terra.
-Mi hai fatto venire un … - Inuyasha la zittisce con un bacio. Lungo e appassionato. Le loro lingue si muovono smaniose.  La abbraccia e lei intreccia le sue gambe intorno a lui. Lui si avvicina al letto e senza staccarsi da lei la sdraia. Le da piccoli baci sul collo.
-I … Inuyasha … mi farai bagnare tutto … -
-Non importa-. Poi torna sulle sue labbra. Desiderosi e bagnati. Fradici. Lui comincia a spogliarle la maglia e i jeans spariscono per riapparire sul pavimento. Quelli di lui fanno la stessa fine. Kagome si stacca da lui e gli sfila la camicia. Poi ricomincia. Per lei è la prima volta. Sono emozioni completamente nuove, ma in quel momento non riesce a pensarci. Viene trascinata da quelle stesse emozioni, ma soprattutto da lui. Dal suo corpo, ormai sopra il suo, dai capelli che le procurano solletico e una vampata di piacere che Kagome neanche credeva di provare. Ora sono distanti. Ora sono uniti. Entrambi in un vortice di passione, amore e desiderio dell’altro.  Inuyasha continua a lasciare il suo segno in lei e lei non può far altro che volerne di più.
- Ti prego … non fermarti … -
- Sei mia ora … Solo mia … Per sempre.-
- Per sempre.-
Inuyasha passò la notte con lei, amandola sempre di più ogni secondo che passava. Non avrebbe permesso mai a nessuno di toccarla come ora faceva lui, ne tanto meno avrebbe fatto in modo che qualcuno la portasse via da lui. Sarebbe morto per lei, per averla vicino, per averla. In qualsiasi modo possibile.
 
 
-KAGOMEEE!!!!!-
Kagome lentamente aprì gli occhi.
- Buongiorno.- La baciò con tale passione che le venne voglia di ricominciare.
-KAGOMEEEE!!!-
-Oh no! Rin!-
- Nasconditi! Presto!!!- scese dal letto e si mise la sua vestaglia.
Inuyasha era sulla finestra, ovviamente con i jeans addosso.
-La mando via e ti richiamo.-
Lui la baciò velocemente e se ne andò.
- Kagome! Sono ore che ti chiamo!!-
-Scusa Rin. È che stavo dormendo e sai come sono quando dormo … non sento niente!!!-
-Vieni a fare shopping con noi?-
- Mi dispiace, ma mio fratello non c’è e mi ha proibito di uscire-
-Perché? Non è mai stato un problema.-
-Si lo so, ma deve … passare un collega che deve prendere delle cose dal suo ufficio e mi ha pregato di restare ad aspettarlo.-
- Vabè, faccio finta di crederci. -
- Poi mi racconti la verità ok?- le disse sussurrando. Poi prese e se ne andò.
Kagome andò alla finestra.
-Inuyasha, se ne è andata.-
Come un fulmine Inuyasha tornò nella stanza.
-Allora che ti va di fare oggi?- le chiese mentre si rivestivano.
- Prima voglio una super colazione e poi … non lo so. -
- Come non lo sai?-
- Eh. Non lo so. Mica si deve pianificare la vita no?- Come al solito aveva ragione.
-trovato!-
- Cosa?- le chiese.
-andremo a fare un giro in bici. -
- ok. -
- Si ma non nel solito modo. -
- Ah! E come?-
- Vedrai!-
Corse in camera del fratello e prese dei pantaloncini corti e una canottiera.
- Mettiti questi!-
-Come? Ma Kagome non fa caldo!-
- Ma non fa neanche tanto freddo! E poi c’è il sole! Voglio fare una pazzia! Ora muoviti!-
Mentre Inuyasha si cambiava anche Kagome si mise dei vestiti leggeri. Fuori c’era il sole e nonostante fosse settembre c’era ancora un poco di caldo. Appena uscirono di casa sentirono sulla pelle un venticello leggero e fresco. Andarono a prendere le bici.
- Sei pronta?-
- Ma che fai!!-
- Cosa c’è?-
- Ti ho detto che avremmo fatto un giretto diverso no?- Inuyasha si stupì di quello che Kagome fece. Si tolse le ciabatte e le buttò nel garage.
- Oggi si va in giro scalzi!!!!-
-Come?-
- Dai è divertente! Ti avevo detto che volevo fare una pazzia!!!-
-Non posso portamele dietro?-
- Cos’è … hai paura di sentirti libero di fare quello che vuoi???-
- … -
- Se non ti va ok. Ma io ora voglio stare scalza quindi … - schizza sulla bicicletta e si mette a pedalare … a piedi nudi!!!!!
-ahia ahia ahiaaaa!!!!- Inuyasha la guarda e ride a crepapelle. Butta via le ciabatte e la segue. Sono davvero buffi. Le persone che li vedono li indicano dicendo cose del tipo –guarda quei due- come se non avessero mai visto una cosa del genere. Mica è un reato no? Kagome si diverte tantissimo. E così Inuyasha.
-Non ho mai vissuto pienamente la mia adolescenza … ma con Kagome … bè la sto riscoprendo.-
-Grazie.- Le dice
- Per cosa?-
- Per farmi vivere.-
Kagome gli sorride e continuano a pedalare. Rimangono fuori tutto il giorno a piedi scalzi. Insieme si sono divertiti ed è ormai ora di tornare a casa, ma accadrà qualcosa di poco divertente.
Kagome e Inuyasha stanno tornando alle bici, che avevano lasciato alcuni metri più avanti rispetto a dove erano loro, quando ad un tratto Kagome si accascia a terra.
-Kagome! Che hai?- Ma la ragazza non risponde. Inuyasha la richiama diverse volte, ma quando per l’ennesima volta Kagome non si riprende, Inuyasha la solleva tra le braccia e corre verso l’ospedale.
Appena arrivati Kagome viene sottoposta a diversi esami. Dopo diverse ore Inuyasha vede un medico che si dirige proprio verso di lui.
- Lei è il fratello della ragazza?- gli chiede.
-No, tecnicamente sono il ragazzo. Può dirmi cosa ha Kagome?-
- Ho bisogno di parlare con un parente della ragazza.-
-La prego mi dica cosa ha. -
- La ragazza è malata, e non parlo di un’influenza. Devo vedere un parente.-
- Va va bene. Arrivo subito.-
Inuyasha corre a casa di Kagome e chiama l’ultimo numero memorizzato, ovvero quello dell’ufficio del fratello di Kagome.
- Salve, vorrei parlare con il fratello di Kagome. Gli dica che è urgente.- Subito dopo Sota risponde.
-Pronto?-
-Tu sei il fratello di Kagome?- gli chiede.
- Si ma … tu chi sei? E cosa ci fai in casa mia?-
-Non c’è tempo per le spiegazioni. Kagome è in ospedale. Si è sentita male nel pomeriggio.-
-Maledizione. - E subito riattaccò.
Inuyasha torna di corsa all’ospedale e attende. Finalmente vede entrare un uomo sui 27 anni.
-Sei il fratello di Kagome?-
- Si. -
-Vieni. Il medico deve parlarti.-
Entrambi corrono dal medico che aveva parlato con Inuyasha.
-Lei è un parente?- chiede di nuovo.
-Si. Sono il fratello. Dov’è mia sorella?-
- Sua sorella deve restare qui. La dobbiamo ricoverare.- Ma non riesce a finire la frase quando un altro medico si avvicina.
- Sota! Che ci fai qui?-
- Dottor Misu! Kagome è qui. Mi hanno detto che è da ricoverare.-
Inuyasha è più che confuso. Quello che Sota ha chiamato -Dottor Misu - si rivolge all’altro medico, dicendogli che Kagome è una delle sue pazienti e che ci penserà lui. L’altro, dopo aver consegnato l’esito degli esami, se ne va.
Il dottor Misu li osserva.
- è aumentato.- Afferma.
-Dannazione. Dovrete tenerla qui?- chiede Sota.
-Purtroppo si. - Poi finalmente si accorgono di Inuyasha.
- Tu eri con Kagome?- gli chiede il dottor Misu.
-Si. Sono un amico di Kagome. Mi chiamo Inuyasha. Era in giro con me quando si è sentita male. Posso sapere che cosa ha?-
Sota non vuole stare li a sentire di nuovo e si allontana. Ma Inuyasha se ne accorge.
- Vedi Inuyasha, Kagome è malata. Ha un tumore.- Gli spiega il dottor Misu.
Inuyasha si sente crollare addosso tutto il peso di quelle parole. Kagome. Malata. Tumore. Parole che nella stessa frase non stanno bene. Per niente. Kagome ha un tumore e non gli ha mai detto niente. È in un letto di ospedale e lui non sapeva niente. Una domanda gli aveva occupato i pensieri. -Perché non me lo ha detto??-
Inuyasha cerca di riprendersi da quella notizia e prova a chiedere al dott. Misu se è possibile vedere la ragazza.
-In questo momento dorme, però puoi entrare.- Inuyasha lentamente si avvicina alla stanza che il dottor Misu gli ha indicato. Pochi passi e la vede. Indossa uno di quei camici da ospedale ed è immobile. Ha diversi aghi nelle braccia e uno nella mano sinistra. I suoi lunghi capelli neri sono sparpagliati su tutto il cuscino. Inuyasha cerca di avvicinarsi e in quel momento Kagome apre gli occhi. Ora lo guarda e lui guarda lei.
Un attimo di silenzio che a Inuyasha sembra interminabile.
- Guarda che puoi avvicinarti.- Gli dice. La sua voce è molto tenue, quasi impercettibile. Nel sentirla parlare a Inuyasha gli si stringe il cuore.
- Kagome … -
- Ah, ma allora parli ancora.-
- tzè … nonostante sia in un letto non le manca l’essere spiritosa ….-
- Ah Kagome … perché non mi hai detto che eri malata?-
- Ecco … io non … non volevo farti preoccupare.-
Subito dopo entra Sota.
-Sorellina! Ma che combini?- le chiede dolcemente.
-Scusa Sota. -
-Non devi scusarti. Ora riposa.- E detto questo fa cenno a Inuyasha di seguirlo.
-Devi spiegarmi alcune cose. - Gli dice.
- Si. Mi chiamo Inuyasha, ho 21 anni e ho incontrato Kagome diverse settimane fa. Era fuori con me oggi e quando si è sentita male l’ho portata qui. Niente di più. Ora però voglio sapere la verità.-
- Io sono Sota e sono il fratello maggiore di Kagome. Lei ha sempre avuto questo male. Si è ammalata all’età di 6 anni. A quel tempo non eravamo soli. I nostri genitori erano vivi.-
-Ma Kagome mi ha detto che non li ha mai conosciuti.-
-Quelli veri no. Siamo stati adottati. I miei veri genitori sono morti alla sua nascita. Abbiamo vissuto con delle persone orribili. Il nostro padre adottivo era molto manesco e Kagome spesso veniva aggredita da lui.-
-Aggredita? Mi stai dicendo che … che … -
-Esatto. Veniva picchiata.-
Inuyasha in quel momento si sentì come quando aveva saputo della malattia di Kagome. Senza respiro.
- Appena maggiorenne l’ho portata via da quel verme schifoso. Fortunatamente avevo già un lavoro e venne ad abitare con me. -
-Parlami della … malattia.-
- Bè all’inizio non ci dava molti problemi. Capitava che Kagome stesse male, non così frequentemente come ora. Non mi dimenticherò mai il giorno in cui la portai in ospedale la prima volta. Era rimasta chiusa in bagno per ore. Io la chiamavo ma non mi apriva. Quando ho sfondato la porta vidi sangue dappertutto. Lo aveva vomitato fino a svenire. La portai velocemente in ospedale. La ricoverarono per 5 o 6 settimane, non ricordo.-
-Quanti anni aveva?-
-14. Solo 14 anni. -
- E io che mi lamento perché non ho nessuno … -
Appena alzò nuovamente lo sguardo Sota era sparito. Inuyasha volle tornare nella stanza di Kagome. Appena si avvicinò lei aprì gli occhi.
- Ciao. -
- Va meglio?-
- Abbastanza. Grazie per avermi portato qui.-
- Figurati. Lo sai. Non posso lasciarti sola.- Kagome gli sorrise e per un attimo lui si dimenticò della sua malattia.
 
Le settimane successive Inuyasha andava a trovare Kagome tutti i giorni, dopo essere uscito dal lavoro. Spesso la trovava allegra e energica, altre la trovava spenta e consumata.
Un pomeriggio la andò a trovare, ma con lei c’era Sota.
- Sota … -
-dimmi.-
- Voglio uscire di qui.-
-Non puoi. Lo sai. -
-Perché? Io voglio andare fuori!-
-Smettila di fare la bambina. Non puoi uscire … vuoi peggiorare la tua situazione? E poi dopo domani ti operano.-
- è inutile.- Sota a quelle parole sbottò.
-NON è INUTILE SCIOCCA!! VUOI MORIRE??-
-SE DEVO STARE VIVA, MA RINCHIUSA QUI, ALLORA SI!!-
SCIAFFF!!
A quella scena Inuyasha corse nella stanza come un fulmine e aggredì Sota. Lo scaraventò a terra.
-Ma sei impazzito????- gli disse.
-Non ti azzardare mai più a metterle le mani addosso o le prossime mani che vedrai saranno le mie!!!!!-
- Inuyasha. - Kagome lo chiamò e lui subito si calmò.
Sota se ne andò maledicendo Inuyasha. Ma a Inuyasha poco gli importava.
- scusami Kagome, ma ti ha picchiato e non permetterò mai a nessuno di farti del male. Mai.-
-Oh Inuyasha … - lo fece avvicinare e lo baciò. Inuyasha si fece trasportare da quel bacio, da quelle labbra che ogni notte sognava e che era da molto tempo che desiderava. Appena si staccarono Kagome riprese a parlare.
- Adoro l’idea che tu ti preoccupi per me, ma non picchiare più nessuno. Ok?-
- D’accordo. Ma solo perché me lo chiedi tu. - Kagome gli sorrise di nuovo. Inuyasha dopo aver vissuto di quel sorriso si sedette sulla sedia vicino al letto.
-Allora vorresti uscire eh?-
- Hai origliato!-
-Non ho origliato!-
- Si invece.-
-Invece no. - Lei rise di gusto e Inuyasha non poté far altro che ridere a sua volta.
- Si, è vero. Sono stanca di stare qui. Da quanto sono in ospedale?-
- 2 settimane.-
- Voglio uscire.-
- Non so se puoi … bisognerebbe parlarne con il dottor Misu. -
- Mi direbbe che non posso.-
-Allora non si può.-
- Inuyasha ti prego … fammi uscire di qui.-
Inuyasha si avvicinò all’orecchio di lei.
- Fosse per me ti rapirei all’istante, perché non riesco a stare senza viverti. Il problema è che ci rimetti tu e non voglio.-
-No Inuyasha. Sai quale è il problema?-
Fece una pausa. - è che voi sperate ancora che io possa farcela.-
- No Kagome. Tu ce la farai. Devi farcela.-
-Ah … non immagini quante volte ho sentito questa frase. È da quando sono malata che non mi dicono di fare altro. Ma io sono stanca. E non ho paura.- A Inuyasha si inondarono gli occhi di lacrime per quelle parole. Voleva morire. Kagome voleva morire. Perché? Era stanca … ma di cosa? Di vivere? Inuyasha non capiva.
-Oh Inuyasha non piangere … -
-Non ci riesco. Sentirti dire queste cose … non riesco a immaginare un mondo senza di te … non riesco a immaginarmi senza di te … -
Kagome non disse nulla. Capiva perfettamente ciò che Inuyasha provava.
-Credimi Inuyasha. Neanche io vorrei morire, ma è da 11 anni che combatto questo male. Ma alla fine nulla è cambiato. Anzi. Sto peggio di prima. Una volta mi hai chiesto il perché non ti ho detto della malattia e io ti risposi che non volevo farti preoccupare, ricordi?- Inuyasha annuì.
- Bè non era tutta la verità. Non volevo essere trattata come vengo trattata ora. Con i guanti. Stai attenta a questo, non fare quello … non riesco a vivere così … ecco perché ho detto ad Sota che avrei preferito morire. Non voglio la pietà di nessuno.-
Inuyasha comprese le parole di Kagome e quando tornò a casa non fece altro che pensarci. Kagome aveva ragione. Neanche lui sarebbe riuscito a vivere così. L’unica cosa che lui voleva è stare con lei, felice.
 
L’indomani andò a trovarla di mattino. Era domenica quindi non doveva lavorare. Kagome però era ridotta male. Molto male. La sua malattia la stava consumando e lui doveva fare qualcosa. Quando l’infermiera uscì entrò lui.
- Piccola … -
- Ehi … che fai qui?- Lui sentì che la sua voce si era fatta più forte, così la prese in braccio.
- Ti porto fuori.-
- Inuyasha … - La zittì con un bacio e insieme volarono fuori dalla finestra. Mentre era tra le sue braccia, Kagome si sentì rinata. Respirò profondamente l’aria fresca mischiata al profumo di Inuyasha. Lui la portò a casa sua e le fece mettere alcuni abiti.
- E questi di chi sono?-
- Sono di mia nipote. Anche lei ha la tua età.-
-è figlia di tuo fratello?-
- Si. È una mezzo demone, come me. -
Kagome si infilò quei vestiti addosso, poi Inuyasha la riprese tra le braccia e insieme uscirono. Destinazione: ignota.
-Dove andiamo Inuyasha?-
-Dove vuoi tu. - Kagome ci pensò su, ma già sapeva dove voleva andare. Lanciò uno sguardo a Inuyasha che subito capì.
-D’accordo!-
Pochi minuti ed arrivarono. Kagome scese dalle braccia di Inuyasha e corse verso l’altalena. Quanto tempo che non ci andava!
-Hai capito subito che volevo venire al parco eh?-
- sapevo che volevi fare un giro in altalena. E magari sulla giostra.-
- Si così è la volta buona che vomitiamo!- risero entrambi immaginandosi quella scena. Passarono tutto il pomeriggio lì. La sera andarono sul monte Fuji, ad ammirare le stelle.
- Che meraviglia, sono magnifiche … -
- Tu lo sei.- Kagome gli sorrise. Si guardarono a lungo negli occhi. Poi vennero travolti dalla passione. Mani che trovarono altre mani, vestiti superflui, baci, carezze, abbracci … in pochi secondi si ritrovarono in paradiso. Si dimenticarono del mondo che li circondava. Della malattia di Kagome. Del passato che entrambi avevano vissuto. Della paura di potersi perdere per sempre. In quel momento esistevano solo loro. Due corpi uniti, con una sola anima, che viveva in nome dell’amore. Passarono la notte insieme, ma la mattina non fu buona.
 
Inuyasha si era appena svegliato, quando si accorse dell’assenza di Kagome.
-Kagome. -
Nessuna risposta. Decise di rivestirsi e alzarsi per andare a cercarla. Kagome era un po’ più avanti rispetto a lui, a terra.
-Kagome! -
La raggiunse e notò il sangue. Aveva di nuovo vomitato sangue. Si sedette accanto a lei e la prese tra le braccia.
- Vieni piccola. Ti porto all’ospedale.- Ma Kagome non volle.
-No Inuyasha … non … portarmi.-
-Ma cosa stai dicendo? Devo portarti.-
-No … restiamo qui … così. -
- Kagome … -
-La strinse forte tra le braccia, mentre le lacrime sgorgavano dai suoi bellissimi occhi color oro, che ora guardavano quelli socchiusi e stanchi di Kagome.
- Ti amo … Inuyasha.- Lui la baciò dolcemente, un bacio che gli sembrò cortissimo.
- Anche io Kagome. Da impazzire.- Disse senza smettere di piangere. A quelle parole Kagome sorrise.
Inuyasha la strinse più forte. Sapeva cosa stava per succedere. Avrebbe voluto fermare il tempo per farla restare con lui, ma non fu così. Lei morì lì. Tra le sue braccia. Su quel prato.
Il sole stava per sorgere, ma le nuvole lo nascosero, come se anche il sole stesse piangendo per quella perdita e non volesse farsi vedere.
 
Sota lì trovò diverse ore dopo l’alba. Erano ancora abbracciati. Inuyasha non l’aveva mai lasciata. Non riusciva a pensare. Tranne che a Kagome. La sua Kagome. Quella che l’aveva fatto andare sull’altalena. Quella dolce ragazza con cui era uscito a piedi scalzi. Quella ragazza che lui tanto amava e che non avrebbe mai smesso di amare. Quando Sota li trovò non si arrabbiò con nessuno dei due. Entrambi sapevano che Kagome era morta proprio nel luogo che lei preferiva: tra le braccia di Inuyasha.
 
I giorni successivi furono duri, specialmente per Inuyasha. Non era più andato a lavoro e non faceva altro che passare le giornate chiuso in casa, da solo. Ma in fondo al cuore sapeva di non essere solo, perché Kagome ci sarebbe sempre stata. L’unico luogo che ancora frequentava, seppur raramente, era il parco dove aveva conosciuto lei. L’erba di quel parco era sempre bagnata dalle sue lacrime, quando ci andava. O meglio era bagnata l’erba vicino alla lapide. Si. Kagome, per volere di Sota, ma soprattutto di Inuyasha, era stata seppellita lì, vicino all’altalena. Inuyasha si metteva sempre sull’altalena quando andava a trovarla e le raccontava cosa faceva e cosa avrebbe voluto fare. Le diceva che sentiva la sua mancanza, ma che un giorno si sarebbero rivisti. Il giorno successivo tornò al lavoro. Capì che Kagome non avrebbe voluto la sua infelicità, così cercò di rifarsi una nuova vita, ma così non fu. Mentre tornava a casa venne aggredito da un demone che lo uccise solo perché si era innamorato di un’umana.
 
Alcune settimane più tardi, dopo essere uscito dal lavoro, Sota decise di andare a quel parco. Voleva stare da solo. Aveva alcuni fiori con sé. Appena arrivato lì appoggiò a terra vicino a quelle lapidi.
-Ciao ragazzi.-
Le foto di Kagome e Inuyasha lo guardavano. Lui sorrise e se ne andò. Un vento leggero stava soffiando. Sota si girò nuovamente e gli sembrò di vedere Kagome e Inuyasha che ridevano felici, mentre l’altalena si muoveva grazie al vento. Sarebbero rimasti lì per sempre. Sull’altalena. Insieme.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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