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Autore: beautyofsilence    21/10/2011    3 recensioni
Jared Leto, primadonna che si ritrova a fare il padre.
Shannon Leto, uno zio che si prende un po' troppe libertà.
Hailey Blunt, giovane diciassettenne, viene catapultata in una realtà a dir poco assurda, dove il suo sogno erotico le fa da padre e suo zio tenta spudoratamente di vederla in mutande. Decisamente traumatico, o forse no... Ne vedremo delle belle!
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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First chapter.





-Hailey Blunt, se non alzi quel culo dal letto giuro che vengo in camera tua e con un solo calcio ti faccio arrivare dritta a scuola! - disse Sarah furiosa.
Hailey si alzò controvoglia, e per giunta era in ritardo. Si cambiò subito, rendendosi conto di che ore fossero. Andò in bagno qualche attimo dopo, si diede una sciacquata e dopo aver preso la sua borsa scese giù in cucina. Fece per sedersi, ma Sarah la bloccò.
-Puoi scordartelo! Fila a scuola, mangerai per strada. - disse porgendole un sacchetto col pranzo. Hailey sbuffò, salutò la madre ed uscì di casa, ancora dormiente.
Sarah la seguì con lo sguardo fin dove le fu possibile.
Cielo, com'era cresciuta.
E come si era fatta bella.

Era adorabile, ed era convinta che non lo pensasse solo lei come madre.
Sarah pensò a quanto soffrì quando nacque, pensò a quanto fu difficile crescerla da sola. E nonostante tutte le difficoltà, sua figlia era cresciuta bene.
Il diciassettesimo compleanno di Hailey era alle porte, e Sarah voleva farle un regalo. Non un regalo qualsiasi, un regalo che non avrebbe mai dimenticato.
 
 
Sarah era convinta che fosse la cosa giusta da fare. Insomma, ormai Hailey era grande, avrebbe capito... Forse.
Prese il cellulare e compose il numero, che ancora ricordava a memoria nonostante fossero passati gli anni. Due squilli.
-Pronto? - rispose una voce dall'altro capo del telefono. Sarah deglutì.
-Ciao Jared.
Silenzio. 
-Sono Sarah, non so se..
-Sì, mi ricordo. - disse freddo.
-Come.. Come va? - disse fingendosi tranquilla.
-Tutto ok, grazie. Tu?
-Idem.
Silenzio. Sarah si rese conto di quanto fosse imbarazzante quella situazione. Sarah e Jared avevano avuto una relazione molto tempo prima, niente di troppo serio. Da quella relazione però era nato un qualcosa di indicibilmente bello, qualcosa di cui Jared non conosceva neanche l'esistenza. Forse era giunta l'ora della verità.
-Perché mi hai chiamato?
-Sì, giusto.. Avrei bisogno di parlarti. E' molto importante.
-Che è successo? - sembrava quasi preoccupato.
-Niente... Ho solo bisogno di dirti una cosa importante, non posso farlo per telefono.
-Sono molto impegnato, non so se riuscirò a liberarmi.
Sarah sospirò. Conosceva quell'uomo come le sue tasche, sapeva perfettamente che erano scuse. E poi grazie ad Hailey sapeva che la band aveva da poco finito il tour, quindi niente impegni improrogabili.
-D'accordo, te lo dirò per telefono.
-Sentiamo. - disse la diva incitandola.
-Tu.. Insomma, io e te stavamo insieme, no?
-Sì. - rispose incerto.
-Ecco. Tu..
-Tu? - chiese nervoso. Detestava aspettare, anche quando si trattava di sciocchezze.
-Tu hai una figlia.
Silenzio. Jared non disse nulla. Passarono dieci secondi prima che desse un cenno di vita.
-Io.. COSA? - disse lentamente.
-Non volevo dirtelo così, ma era molto..
-Tu vieni a dirmi una cosa del genere dopo diciassette anni da che ci siamo lasciati!?
-Lo so. Non è dipeso da me, io non l'avrei mai fatto.
-E allora!?
-Hailey. E' stata lei a chiedermi di suo padre. E' grande, ha bisogno di sapere chi è l'uomo che l'ha generata. Ha bisogno di attribuirti un volto, Jay.
Odiava quando lo chiamavano così.
-Non mi interessa! Non puoi sbattermi in faccia l'esistenza di una figlia così, all'improvviso, dopo avermela nascosta per DICIASSETTE ANNI, e pretendere che non faccia niente!
Sarah esitò. Sapeva di avere torto.
-Non pretendo nulla da te, Jared.
-Ah no? E allora perché mi hai chiamato?
-Volevo che tu sapessi che tua figlia vuole conoscerti.
-Fico. Io non sapevo nemmeno di avercela una figlia!
Sarah sbuffò.
-Senti, fai come vuoi. Tanto hai la testa dura, mi rinfacceresti questa cosa per ore. Io te l'ho detto. So perfettamente di aver sbagliato il modo e che avrei dovuto dirtelo prima, ma ormai è andata. Hailey compie diciassette anni fra una settimana. Non ha voluto nessuna festa, nessun regalo. Solo che le presentassi suo padre.
-Potevi avvertirmi direttamente fra una settimana, Sarah.
-Smettila con il sarcasmo, è una cosa seria. Hai intenzione di conoscerla o no?
Jared sospirò.
-Non lo so.
Sarah non disse nulla.
-Perfetto. - disse annuendo.
-No, non lo è. Ho bisogno di.. Elaborare la cosa. Così si dice, giusto?
-Sì. Fai come credi. Cerca di avvertirmi almeno, Hailey ci rimarrebbe malissimo.
-Hailey..? - disse Jared -E' questo il suo nome? - sussurrò.
-Già.
Rimasero entrambi in silenzio per qualche istante. Jared era molto provato, nonostante non lo desse eccessivamente a vedere.
-Bene, fammi sapere allora. Ciao.
Attaccò senza aspettare risposta. 
Forse aveva fatto una cazzata a chiamarlo. Voleva che sua figlia fosse felice, voleva che anche Hailey avesse l'opportunità di avere un padre, ma chiamare Jared senza curarsi delle conseguenze non era stata la cosa giusta da fare.
 
 
Jared aveva ancora il cellulare attaccato all'orecchio. Era a bocca aperta. La porta del bagno si aprì, e una bella bionda entrò, completamente svestita.
-Rivestiti, Georgia. - disse, anticipandola.
-Ma..
-Ti pagherò. Ho detto rivestiti, ho da fare. - disse con aria strafottente, cercando qualcosa da mettere nell'armadio. La bionda si rivestì, scocciata. Era evidente che aspirasse ad un evento come quello nella sua carriera da prostituta, e vederselo negare così, all'improvviso fu devastante. Poverina.
Jared si vestì in fretta, cosa che non faceva mai. Lasciò un pezzo da cento sul letto, così che la ragazza lo prendesse.
-Quando hai fatto vattene. - disse scorbutico, chiudendosi la porta alle spalle. Scese al piano di sotto, componendo il numero di Shannon. Non rispondeva. Probabilmente anche lui era impegnato in quel genere di cose. Sbuffò, nervoso. Chiamò Antoine, che non rispose. Compose automaticamente il numero di Tomo. 
-Hey.
-Cielo, ce l'ho fatta! - disse aspettando che la ragazza al piano di sopra finisse per poter uscire di casa.
-A fare cosa?
-A far sì che qualcuno mi prestasse attenzione.
-Jay, ho una vita. Ho da fare, non mi interessano i gossip, non mi interessano i cosmetici, io devo..
-Io ho una figlia.
-... EH!?
-Sì sì, hai capito. Ho una figlia! - disse sorpreso. La bionda era scesa nel frattempo, e si era diretta fuori casa da sola, senza che nessuno le mostrasse la strada. Jared prese le chiavi della macchina, e la imitò.
-Jared, hai bevuto. La bionda ti ha fatto ubriacare.
-No, sono lucidissimo! 
Tomo scosse la testa, dall'altro capo del telefono.
-Mi ha chiamato Sarah. Sarah, te la ricordi?
-Oh, se me la ricordo. Una delle poche donne che t'ha fatto perdere la testa, Leto.
Jared non disse nulla.
-E così tu avresti una figlia da Sarah? - riprese Tomo, rompendo il silenzio imbarazzante che si era creato.
-Sì.
-E te lo dice solo adesso?
-Sì.
-E' ingiusto!
-Lo so.
-E quando la vedrai?
-..veramente non so neanche se la vedrò.
Tomo esitò.
-Ma come! Ti dice che hai una figlia e non ti dà il permesso di vederla?
-Tomislav, dai per scontate troppe cose. - disse Jared sorridendo. Tomo sbuffò.
-Non ci posso credere, Jared. 
Silenzio.
-Tu non vuoi conoscerla! Ma che razza di uomo sei?
-Un finocchio! - urlò Shannon.
-Aspetta, quell'idiota è con te? - chiese Jared.
-E' ubriaco. Antoine mi ha chiamato, lo sono andato a prendere. 
-E perché non ha chiamato me? Anzi no, meglio così.
Tomo sorrise.
-Jared, seriamente. Cos'hai intenz... NOOO! SHANNON, NO!
-Che diavolo succede!?
La chiamata terminò. Jared s'innervosì. Mise in moto e partì, dopo qualche istante Tomo lo richiamò.
-Scusami. Hai un fratello veramente stupido Jared, non finirà mai di stupirmi.
-Lo so Tomo, non ricordarmelo ogni giorno. - disse Jared angosciato, senza neanche chiedere cos'avesse combinato Shannon.
-Bene. Perché non vuoi conoscerla?
-Non lo so!
-Dove sei?
-In macchina, sto venendo da te.
-Perfetto, ne riparliamo tra poco.
-Ok.
-Nooo! Tomislav è mio! Non lo voglio quel finocchio! - disse Shannon avvinghiandosi a Tomo.
-Da che pulpito! - urlò in risposta Jared, costringendo Tomo ad allontanare il telefono dall'orecchio.
Il croato sbuffò, attaccò il telefono e cercò di sfuggire alla presa di Leto senior, in vano ovviamente.




Ma ciaaao!
Questo capitolo vi ha incuriositi abbastanza? 
Spero di poter aggiornare in fretta, nei prossimi capitoli ci sarà da divertirsi. :D
Alla prossima, spero! :3
 
  
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