La posto aspettando mi ritorni l'ispirazione per Out of date problems.
Questa fanfic mi gira nella testa da un pò di tempo. Non vogliatemene se non è proprio il massimo, è solo una farnetica Ma se sarete così pazienti da riuscire anche a recensirla farete felice un povero scrittore con zero idee.
 

Il motivo di tanto odio

Il principe si guardava il corpo seminudo e tumefatto mentre si trascinava con disperazione crescente attraverso il buio corridoio.

La nausea e la consapevolezza del sapere cosa aveva dovuto inghiottire rischiavano di farlo rigettare ad ogni passo; il dolore alle membra e a un punto particolare del suo corpo tentava di gettarlo nello sconforto più profondo e lasciarlo singhiozzante sul lato del corridoio.
L’unico pensiero che cercava di tenere a mente era il percorso che doveva fare per arrivare alla sua stanza.
Dopo un po’ di tempo si trovava davanti alla porta. Ormai la sua pelle, normalmente scura, era diventata cinerea per la perdita di sangue e la nausea.
All’interno Radish e Nappa, i suoi compagni, lo aspettavano con aria preoccupata. Probabilmente avevano cominciato ad insospettirsi quando non era uscito dalle stanze del loro signore dopo un paio di ore, troppe anche per le sue solite punizioni.
Le sensazioni erano diventate confuse e la voce dei suoi uomini arrivava confusa e lontana. Con le ultime forze si trascinava fino al minuscolo bagno per vomitare.
Vedere quella sostanza biancastra depositarsi sul fondo della bacinella insieme al sangue lo faceva stare sia bene che male.
Da una parte perché sapeva di non averla più al proprio interno e perché il sapore del proprio sangue aveva coperto quello del liquido. D’altra parte non poteva più cercare di ignorare l’accaduto e fare finta che tutto quello che era successo non fosse altro che uno dei suoi innumerevoli incubi.
Aveva ancora la sensazione di sentirsi quelle mani viscide a fredde su di se. Però di sicuro non si stava immaginando il liquido vischioso che gli colava sulle gambe.
Sapere che i due sayan erano rimasti sulla porta gli dava un senso di sicurezza subito distrutto dalla certezza che, se il suo padrone volesse, avrebbe potuto ucciderli in un istante e prendersi ciò che desiderava da lui, tutte le volte che voleva.
A quel pensiero i brividi che già lo attraversavano si fecero più intensi, tali che non riusciva neanche più a rimanere piegato sulla bacinella. Di sicuro sarebbe scivolato a terra se Radish, vedendolo così sconvolto, non fosse accorso per sostenerlo.
In quel momento non gli importava che fosse solo una terza classe, bastava che quel corpo caldo e massiccio rimanesse lì a consolarlo, e a ricordargli che, benché sentisse il suo corpo freddo come quello del proprio oppressore, lui era vivo come l’altro, nelle sue vene scorreva sangue rosso e non era stato ancora del tutto contaminato.

Era passato un po’ di tempo, aveva ristabilito il controllo sul proprio essere e adesso stava seduto sul letto della sua stanza ad ascoltare il silenzio.
I due energumeni erano ancora lì, uno appoggiato alla parete e l’altro accomodato sull’unica sedia, ma nessuno aveva aperto bocca.
L’odio dentro Vegeta cresceva a dismisura. Ora non doveva ucciderlo solo per liberarsi dal giogo della sua tirannia, ma anche per vendicarsi di ciò che gli aveva fatto. E che probabilmente avrebbe continuato a fare, data l’espressione soddisfatta di quando aveva finito.
Uno sguardo ai suoi uomini bastò per far capire loro che la vendetta ci sarebbe stata.
Quel ragazzino che era già aveva avuto un motivo per odiarlo, non glie ne servivano altri.
Ma sembrava che Freezer non l’avesse capito, e aveva voluto giocare con il fuoco.

Bene, prima o poi ne sarebbe rimasto scottato.