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Autore: ShiLalla    27/06/2006    1 recensioni
Nove anni dal ritorno nel mondo degli umani, Aburaya sembra avere nuovamente bisogno bisogno dell'aiuto di Chihiro: nel mondo degli spiriti infatti è in atto una cruenta guerra
Genere: Romantico, Triste, Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La prateria della zona di Aburaya era decisamente tranquilla e silenziosa quella mattina, come se fosse disabitata, mentre tre

La prateria della zona di Aburaya era decisamente tranquilla e silenziosa quella mattina, come se fosse disabitata, mentre tre spiriti dalla forma umana si aggiravano per la sconfinata distesa di verde in direzione della foresta. Sembravano attenti e ansiosi, tesi ad ascoltare qualsiasi rumore, a cogliere qualunque movimento; erano vestiti come guerrieri, armati di lunghe e affilate lame, protetti da elmi e armature samurai, e stavano cercando qualcosa, o meglio qualcuno. Avevano andature molto veloci e decise, e corporature possenti, tipiche di quasi tutti i più abili tra i guerrieri che non sapevano fare uso della magia. I tre erano ormai vicini alla foresta, mentre seguivano la pista fornita loro dal segnale magico che aveva intrappolato la loro preda due giorni prima. Una volta giunti all’interno della selva di alberi, il primo tra i guerrieri si fermò. I suoi compagni, persa parte della decisione precedente, lo imitarono. Yoshikozu, il più forte tra i tre samurai, nonché capo della spedizione, era senza dubbio il più esperto di trucchi magici del trio, nonostante non avesse mai praticato l’arte della magia; egli era soprattutto un teorico, conoscitore di tutto ciò che era riportato nei libri, ma pessimo nella pratica, motivo per cui nessuno aveva mai desiderato dargli lezioni di alcun tipo riguardo alla magia. In compenso però, da giovane Yoo, come lo chiamavano i suoi compagni, era stato costantemente allenato nell’arte della lama e del combattimento corpo a corpo, materia nella quale eccelleva. Il padre, generale e maestro samurai, lo aveva sottoposto fin da piccolo ad allenamenti distruttivi, che avevano irrobustito non solo il suo corpo, ma anche il suo carattere, rendendolo incredibilmente cocciuto. Yoshikozu si mise a frugare tra la vegetazione, come se stesse cercando un oggetto di piccole dimensioni smarrito nel verde, sotto gli occhi attoniti dei suoi compagni: Terian e Korobou. Terian era il rubacuori del gruppo: nessuna delle donne sulle quali avesse messo gli occhi sarebbe riuscita a resistergli, a prescindere dal suo bell’aspetto: Terian era alto, robusto, dai capelli neri lunghi fino alle spalle e gli occhi di un nero profondo, così scuro che era grado di riflettere la luce in maniera particolare, assumendo colorazioni nuove a seconda dell’intensità di essa. Terian era indiscutibilmente un ottimo guerriero, ma dal temperamento estremamente irritabile e impaziente: egli non sopportava perdere tempo, soprattutto se a casa lo attendeva una bella fanciulla da corteggiare, e dava poco credito ad arti quali la magia, pur sapendo perfettamente quanto potevano essere distruttive; più che altro, si può dire che Terian fosse affetto da un terribile e divorante rancore: lo zio, potente e famoso stregone, si era rifiutato di educarlo alla magia, per il suo aspetto: riteneva che Terian sarebbe diventato un uomo estremamente egoista e approfittatore, e avrebbe utilizzato i poteri magici solo per il proprio piacere personale. In effetti, il vecchio zio non aveva tutti i torti: se Terian avesse saputo utilizzare il potere magico le sue conquiste sarebbero state sicuramente più facili e veloci. Inoltre, considerato che il vecchio uomo era stato costretto fin da giovanissimo a fare voto di castità, si poteva benissimo immaginare quanto sarebbe stato grande il suo fastidio nel sapere che il nipote usava l’arte della magia per fare ciò che a lui era stato da sempre proibito. In ogni caso, il giovane donnaiolo, un po’ per rabbia repressa e un po’ per scetticismo, riteneva gli studi teorici di Yoshikozu una grandissima perdita di tempo. Infine c’era Korobou: il giovane era in assoluto il più tonto del trio. Massiccio e nerboruto, era una belva quando si trattava di combattere, ma se c’era bisogno di un piccolo e semplice ragionamento, il contributo di Bou era da tenere fuori discussione.  Per lui il discorso istruzione magica era stato ampiamente sorvolato dai genitori, che, una volta resisi conto che perfino aver insegnato al figlio leggere e scrivere era stata una perdita di tempo, si erano rassegnati all’evidenza. Korobou e Terian stavano osservando piuttosto stupiti e irritati la strana ricerca di Yoshikozu, senza capire lo scopo dell’inaspettata sosta.

 

“ Ecco, ancora tre passi a destra e poi cercare il marchio…”

“ Possiamo sapere che diavolo stai facendo?”  ,sbottò Terian seccato

 

Yoshikozu frugava instancabilmente tra i cespugli, mentre un sempre più irritato Terian lo osservava. In quel momento, carico di impazienza e di rabbia, il bel giovane sembrava troneggiare dalla sua alta statura sullo sventurato samurai, mentre il suo viso si contraeva sempre più in una smorfia di insofferenza.

“ Yoshikozu!”

 

Nessuna reazione. Nulla riusciva a irritare tanto Terian come essere ignorato.

 

“ YOSHIKOZU DANNATO EUNUCO SENZA UNO STRACCIO DI DONNA!”

 

Il guerriero sembrò destarsi e si voltò adirato verso Terian. Nessun offesa poteva essere peggiore di quella!

I due samurai si squadrarono dall’alto in basso, a dieci centimetri di distanza l’uno dall’altro.

Korobou osservava la scena in silenzio. Senza preavviso i due si lanciarono in una feroce rissa, accompagnata dai ruggiti dei combattenti e dai rumori delle ferraglie che cozzavano tra loro. Terian e Yoo sarebbero andati avanti per molto tempo, se una forza non del tutto sconosciuta non li avesse fermati e attirati verso il cuore della foresta. I tre guerrieri si guardarono negli occhi, consapevoli della stessa realtà: il richiamo magico del padrone li stava guidando verso la preda. Nishigami era nel cuore della foresta.

 

‘***’

 

 

Erano ormai alcune ore che Kohaku era seduto accanto al focolare ad ascoltare il racconto dello strano uomo biondo che rispondeva al nome di Steven. Quell’individuo parlava in modo davvero strano, gesticolando come un pazzo e interpretando l’intera narrazione con vere e proprie scene di recitazione, tant’ è che gli ci erano volute ore per raccontare l’episodio delle terme in cui aveva incontrato Chihiro. Kohaku trovava quell’uomo davvero irritante, mentre Chihiro sembrava “ apprezzarlo” per qualche strana ragione, che al ragazzo - drago sfuggiva, nonostante gli lasciasse un certo fastidio a livello del petto e della nuca, come un sibilio che gli perforava la testa. *

Kohaku stava per andarsene con la scusa che gli doleva la ferita, quando dovette fermarsi di botto:

una forte presenza magica era appena sfrecciata per l’accampamento, facendo pulsare il sangue nelle vene degli stregoni, e la cicatrice sul collo di Kohaku. Il tempo nell’ accampamento sembrò essersi fermato, mentre la presenza si dileguava lentamente, lasciando dietro di sé una scia di terrore: ognuno dei presenti sapeva perfettamente cosa significava quel segnale, e i pochi che non lo sapevano, ne intuivano comunque il significato. Kohaku e alcuni guerrieri si recarono di corsa verso l’esterno, dove li attendeva una visione sconfortante: all’orizzonte Aburaya splendeva di una luce rossastra e sinistra, mentre il cielo sopra le loro teste era improvvisamente scuro e pesante, come se fosse pregno di malvagità e appesantito da un grande potere. Kohaku sospirò profondamente, mentre Palkir si sistemava i coprispalla della sua armatura da samurai, e si legava la katana in vita. Pochi minuti dopo i guerrieri si stavano preparando a combattere mentre gli stregoni cercavano la concentrazione per utilizzare al meglio i loro poteri; Kohaku era vestito con una leggera armatura imbottita, coperta da un largo abito di colore blu notte, e con una fascia del medesimo colore legata in vita; legato al polso sinistro portava un pezzo di stoffa rosso, segno del comando. Palkir si rivolse al giovane:

 

“ Nishigami era certo che tu possedessi grandi doti e grande forza. Sei l’unico stregone inferiore al nostro generale in grado di tenere a bada un’armata. Dunque, vedi di non deluderci, drago.”

 

Chihiro guardava con apprensione i preparativi alla battaglia. Tutti sembravano avere molta fiducia nei poteri di Kohaku. Lei invece era tremendamente depressa: dopo solo un giorno che aveva ritrovato Kohaku, rischiava già di perderlo. Le lacrime iniziavano a pizzicarle gli occhi, mentre lo guardava mettersi in posizione di comando, dritto e apparentemente calmo, di fronte ai guerrieri schierati in fila. Di fianco a lui c’era Palkir, che l’avrebbe aiutato nel suo compito di sostituto del generale. Una rana diede il segnale: il piccolo esercito si mise in marcia verso la città di Aburaya, mentre i due comandanti camminavano rigidamente in testa al gruppo.

 

Chihiro sentì dentro di lei un senso di vuoto, paragonabile solo all’angoscia provata nove anni prima, quando Kohaku era stato colpito dall’ incantesimo di Zeniba e rischiava la morte.

Fece per voltarsi, quando si sorprese trovandosi di fronte gli occhi smeraldini del ragazzo – drago, mentre le braccia di lui la circondavano in un abbraccio affettuoso. Chihiro rispose all’abbraccio e appoggiò lentamente la testa al suo petto. Non c’era bisogno di parole. Dopo alcuni secondi Kohaku la lasciò andare e corse verso la piccola armata con un sorriso sulle labbra. Chihiro entrò nella tenda che condivideva con le altre ragazze, un po’ rincuorata, ma ancora molto nervosa.

 

 

 

All’orizzonte l’armata nemica era schierata dirimpetto ai guerrieri degli sfollati. Vari spiriti dall’animo oscuro e pesante occupavano le prime file: in mezzo a questi, mollemente accasciato a terra, stava il corpo senza sensi di Ghana Nishigami.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

AUTRICE: Holaaaaaaaaa ecco a voi il capitolo 8… incredibilmente in ritardo rispetto alla tabella di marcia é.è. Scusate se lo pubblico così tardi, ma ho avuto problemi con la connessione, e soprattutto con la mia testa: mi sono fatta prendere dalle vacanze e ho acceso pochissimo il pc, trascurando le mie storie, scusaatee tantooo ç.ç Spero di riuscire ad aggiornare con più regolarità d’ora in poi, ma non prometto nulla. Ringrazio chi ha lasciato qualche commentino, e prego per l’ennesima volta di scrivere la vostra opinione sul nuovo capitolo: in fondo a voi non costa nulla, e io sono più stimolata a scrivere. Vi saluto, al prossimo capitolo!

 

 

 

  
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