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Autore: Lady Anael    22/10/2011    0 recensioni
Un tempo, tanti anni fa (come mi sento vecchia), i Take That erano la mia band preferita. Ora ascolto e suono heavy metal ma loro mi sono rimasti nel cuore. Questa storia è la storia di un mio sogno adolescenziale. Finalmente ho trovato il coraggio di metterla per iscritto, non senza dolore, e di rivivere tempi andati e sogni infranti contro il triste vetro della realtà.
Ovviamente, in questo mio universo, la band non si è mai sciolta ed il doloroso 13.02.1996 non è mai esistito.
Se mai leggerai e capirai... fammelo sapere.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gary Barlow, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla stella rossa che resterà

per sempre in questo

distrutto cuore

 

 

 

7 Marzo 1996

 

 

“Basta, ci rinuncio!” la voce rotta dalla frustrazione “Sono due ore che cerco quel maledetto documento. Lu?”

La donna dai corti capelli scuri si girò verso di lui sollevando la testa dal cassetto della scrivania.

“Sei sicura di non averlo messo per sbaglio in borsa?” chiese.

“Perché mai avrei dovuto mettere in borsa dei documenti della band. Ammettilo Gaz, sei troppo impegnato per star dietro a queste cose. È ora che tu ti decida ad assumere qualcuno che si occupi della burocrazia” disse lei appoggiandosi allo schienale della poltrona da ufficio in pelle sulla quale era seduta.

“Ti ho battuta sul tempo” esclamò lui trionfante e puntando l'indice verso di lei “Tra poco più di mezz'ora ho un colloquio con una ragazza. Mi sono deciso ad assumere una segretaria”

Lulu alzò le braccia e gli occhi al cielo.

“Grazie Signore per avergli dato un po' di giudizio!” commentò ironica.

“Invece di sfottere, dammi una mano a cercare quel foglio! Il manager mi uccide se non lo ritrovo” disse spostando una pila di cartacce da un lato all'altro della cassettiera in frassino che aveva di fronte.

“Eccolo” esclamò d'improvviso Lulu agitando in aria alcuni fogli tenuti insieme da una graffetta.

Gary le strappò frettolosamente il foglio di mano.

“Ti devo la vita!” le disse stampandole un sonoro bacio sulla fronte e correndo fuori dall'ufficio.

 

 

Percorse il lungo corridoio con passo svelto. Era già in ritardo di cinque minuti e lui odiava essere in ritardo. Si sistemò meglio il maglioncino sulle spalle ed entrò nell'ufficio del manager. Nigel gli aveva dato la possibilità di ricevere li la ragazza che si era proposta per il lavoro di segretaria.

Appena richiuse la porta alle sue spalle i suoi occhi si posarono su di lei.

Indossava un paio di jeans scuri infilati negli stivali di pelle ed una camicetta nera scollata, il suo corpo era slanciato ma generoso. I lunghi capelli rossi le ricadevano morbidi sulle spalle piegandosi in piccoli boccoli sulle punte. Gli occhi verdi della ragazza incontrarono i suoi e le sue labbra si piegarono in un sorriso.

“Buongiorno” disse lei alzandosi in piedi e tendendogli la mano “Pamela Hasley”.

“Gary” mormorò ricambiando la stretta.

“Allora, signorina Hasley” incominciò lui sedendosi dietro all'ampia scrivania in legno “Come mai vorrebbe questo lavoro?”

“Mi sono trasferita qui da un'anno circa e fino ad ora ho cambiato molti lavori... Nessuno interessante, si intende... Poi ho letto il vostro annuncio... Mi piace molto la vostra musica...”

“Mi sembra di capire che lei non è inglese, vero?”

“No, sono californiana” rispose lei evasiva

“E cosa l'ha spinta a lasciare un così bel luogo per venire nella piovosa Inghilterra?”

“Mi piace viaggiare” sempre più evasiva “Comunque ho già lavorato come segretaria, anche se per poco tempo”

“Quanti anni ha Pamela? Posso chiamarla Pamela?” chiese annotando i suoi dati su di un foglio.

“Venti-tre” disse lei annuendo.

“Sai utilizzare un computer?” decise di abbandonare le formalità.

“Certo!” rispose lei quali infastidita dalla domanda.

“Parli altre lingue?”

“Francese e qualcosa di Italiano, ma davvero poco”

Gary finì di scrivere, poi tornò a guardarla sorridendo. Non riusciva a smettere di fissare quegli occhi verdi così magnetici e non poté esimersi dal pensare che quella ragazza fosse davvero bella.

“Forse dovrei dirti che ti farò sapere e tenerti un po' sulle spine, ma mi sembri davvero una brava ragazza. Se vuoi il lavoro è tuo”

Pamela sorrise a sua volta.

“Non so come ringraziarla” mormorò

“Per intanto inizia a darmi del tu, altrimenti mi fai sentire vecchio!!” lei rise.

“Vieni” le disse facendole strada verso la porta “Vorrei farti conoscere il resto della band.

 

 

 

Gary POV

Prima di entrare mi do una sistemata. Ho fatto tutto il corridoio di corsa e non mi va di presentarmi in modo poco decoroso. Passo una mano sui capelli cercando di sistemarli, aggiusto il maglioncino beige che porto sulle spalle, lancio una fugace occhiata al mio riflesso nel pannello di vetro accanto alla porta. Passabile!

E poi la vedo. Non è nulla di quello che mi sarei aspettato. La prima cosa che noto sono i suoi capelli. Rossi come le foglie d'acero in autunno, lunghi ed un po' ribelli. Poi noto i suoi occhi, verdi di un verde unico, mai visto. La sua pelle è chiara come consueto nelle persone dai capelli rossi ma non pallida. Qualche lentiggine le segna il naso e l'area sotto gli occhi. All'anulare destro porta una piccola fede d'argento, piatta e solcata da alcune incisioni orizzontali.

La sua bellezza mi toglie il fiato per un'istante.

Pamela. Nessun altro nome sarebbe stato adatto. Pamela.

La sua voce e squillante ma al contempo roca.

Viene dalla California e per un'attimo me la immagino correre sulla sabbia bagnata del primo mattino.

Pamela.

Non vuole parlare di se. È riservata e schiva sulla sfera privata. Educata ma decisa. Questa donna merita ed esige rispetto.

“Forse dovrei dirti che ti farò sapere e tenerti un po' sulle spine, ma mi sembri davvero una brava ragazza. Se vuoi il lavoro è tuo” le dico sorridendo.

Anche lei sorride ed i suoi occhi si fanno ancora più verdi. Ed io mi sento stranamente felice.

Voglio farle conoscere gli altri ragazzi, so che la troveranno simpatica.

Le faccio strada verso la sala prove. Lei durante il tragitto non parla ma si guarda intorno. Sembra una bambina in gita in un negozio di bambole. Un penny per i suoi pensieri.

Quando entriamo i ragazzi stanno ballando. Mark si contorce sul pavimento e Jason rotea sul capo in un modo a me incomprensibile. Fermo la musica e loro mi lanciano un'occhiataccia. Poi vedono lei e cambiano espressione.

“Lei è Pamela. Sarà la mia segretaria” annuncio cercando di restare serio, ma le loro facce stupite fanno si che mi sfugga un risolino.

“Cazzo!” commenta Rob avvicinandosi “Te la sei scelta proprio bella!” lui è sempre il solito signore.

Lei ride ed io lo fulmino con lo sguardo.

Dopo aver fatto le presentazioni la riaccompagno nell'ufficio di Nigel per firmare i documenti relativi all'assunzione.

La saluto con una calorosa stretta di mano e le do appuntamento al giorno successivo.

Mentre la osservo allontanarsi lungo il corridoio un brutto presentimento mi assale. Quella donna porterà scompiglio in questo gruppo ed in questo mio cuore.

  
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