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Autore: G u i l l o t i n e    22/10/2011    1 recensioni
Motore avviato e stereo accesa, si lasciarono Las Vegas alle spalle.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Max Green , Ronnie Radke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1O songs Challenge - Mannie.




The sadness will never end – Bring Me The Horizon
Ancora in quella stanza che odorava di loro, Max non riusciva a credere alla realtà. Non c’era più nessun «loro» o nessun «noi». Era tutto finito.
Dire che si sentiva morire non esprimerebbe nemmeno un millesimo delle sue emozioni.
Gli era crollato il mondo addosso e non riusciva a capacitarsene. Era possibile, poi?
Non aveva aperto più nessuna porta o finestra della casa da quando Ronnie se n’era andato con lei: aveva paura che quel profumo a lui tanto famigliare svanisse altrimenti – e lo sapeva bene purtroppo – non l’avrebbe più sentito.
I pensieri lo tormentavano e, anche nel suo stato di depressione, ne aveva uno ricorrente, che nei momenti più difficili di quel periodo usciva fuori e gli dava coraggio.
I won’t give up on you.

 
Scream – Avenged Sevenfold.
Un solo terribile gemito. Come resistere? Erano avvinghiati nelle lenzuola, un po’ per il freddo un po’ per la passione.
« Urla.» Ronnie lo baciava tra un affondo e l’altro, gli sussurrava calde parole. « Voglio che urli per me.» Un altro sfioramento di labbra.
Il piccolo era ben lieto di smascherare le sue emozioni, di farle sentiere a tutti.
E urlò, per i baci
Urlò per gli affondi sempre più violenti e mirati in quel suo punto nascosto.
Urlò desiderando di stare per così per sempre, con il suo corpo in balìa di Ronnie.

 
Them bones – Alice in Chains.
« Ma sono veere!» Il tono schifato del piccolo fece ridere Ronnie.
« Ovvio, sono di animali.» Rispose.
« Quindi… sono stati nel corpo di qualcun altro?!»
« Fa’ un po’ te.»
« Ma che schifo!» Gridò mettendosi una mano sulla bocca subito dopo, sperando che il professore non l’avesse notato troppo.
« Green! Possibile che devi fare casino anche nei musei?»
 

Forgive me – Evanescence.
Quando erano adolescenti, sognavano il 2011 come l’epoca dei robot o delle macchine volanti. Sognavano di avere una macchina tutta per loro, andare in giro e divertirsi. Ma la realtà è ben diversa.
Niente robot, niente macchine volanti e soprattutto niente loro.
E’ colpa mia, perdonami. Eri il solo e unico. Non ho mai voluto ferirti.

 
Miracle – Paramore.
Fermo alla stazione degli autobus, Max stava aspettando la sua buona occasione. Avrebbe raccolto tutto il coraggio che aveva e gli avrebbe parlato.
Lo video da lontano, aspettò con ansia che si avvicinasse. Teneva in mano un CD e gli parve una buona scusa per iniziare.
« Pantera?» Disse indicando il disco. La copertina era simile a quella del gruppo da lui citato.
« No, è una demo. Del mio gruppo.» Rispose gentilmente l’altro.
« Forte.»
« Ma ci manca un bassista, non rendono molto.» Aggiunse.
« Potrei dati una mano. Io lo suono.» Max sorrise molto in imbarazzo.
« Sono Ronnie, piacere. Sarebbe bello averti con noi.» Gli porse la mano e Max la strinse, un po’ tremante.
Che Dio esistesse?

 
People are people – Depeche Mode.
Le persone vanno e vengono. Sono tutte diverse tra loro, ma possono avere più o meno cose in comune.
Cosa capita quando due persone hanno in comune l’anima? Vivono o esistono?
Se queste persone s’incontrano possono essere le più felici sulla Terra.
Se dovessero lasciarsi per un qualunque motivo le conseguenze sarebbe emotivamente tragiche – a volte, hanno anche conseguenze fisiche.
Max era felice di aver trovato la sua anima gemella, così come era disperato per averla persa.
 

Just tonight – The Pretty Reckless.
« Zitto e dormi.» Ronnie buttò sul letto un Max piuttosto ubriaco e senza troppe facoltà mentali.
« Roooooon!» Urlò.
« Shh!» Il grande fece per andarsene dalla stanza.
« Non andare.» Con la voce impastata dall’alcol, Max lo supplicò. « Solo per ‘sta notte.» A voce e occhi da cucciolo come i suoi era impossibile dire di no. « Giuro che non ti violento.» E si addormentò.

 
All for you – In This Moment.
Tutti i martedì, Max passava in farmacia a prendere quelle maledette pillole che servivano a Ronnie per stare meglio. Lo aiutavano a espellere il veleno, a farlo vivere meglio.
« Ancora non capisco come fai a stare con un come me.» Gli aveva detto il grande, un giorno.
« E io mi chiedo ancora perché non capisci che ti amo.» Gli aveva risposto.
« Ti dai troppo da fare. A quest’ora potrei essere morte e tu potresti vivere con qualcuno di decente.» Glielo fece notare senza emozioni sul volto, come se stesse dicendo che nel frigo mancava il latte.
« Non dirlo neanche per scherzo.» Disse duro Max. « Non lo faccio per te, lo faccio per noi. E una volta che ti sarai disintossicato come si deve, tutto andrà per il meglio.» L’aveva baciato a fior di labbra, felice.
I suoi sacrifici erano per lui, la sua vita era per lui, tutto era per lui. Non lo avrebbe mai lasciato.

 
Song to say goodbye – Placebo.
Se ne sarebbero andati da quel buco di città, avrebbero vissuto di musica – della loro musica. Era stato il loro sogno da sempre e, ovviamente, non avevano intenzione di rinunciarci.
I testi li scriveva Ronnie, Max lo accompagnava con qualche accordo di chitarra. Erano perfetti, in tutto e per tutto.
« Una canzone per dire “addio schifo di città, andate tutti all’inferno”.» Propose Max, come idea per un nuovo testo e per ispirare il cantante.
« Ottimo. Del tipo “Vegas, Vegas, vaffanculo”.»
« Direi che è perfetto!»
« Già.» Ridendo aggiunse: « I tifosi dei Detroit Lions l’adoreranno!»
« Ahahah. Meglio partire e pensarci poi.» Motore avviato e stereo accesa, si lasciarono Las Vegas alle spalle.

 
Cancer – My Chemcal Romance.
La stanza bianca, il letto bianco, la porta bianca, i muri bianchi. Tutto quel bianco lo innervosiva e non riusciva a capire come riuscisse a far star meglio le persone.
Semplice, non ci riesce.
« Maxie!» Ronnie entrò nella stanza, coma una specie di uragano. « Ti ho portato le ciambelle.» Max lo ringrazia con gli occhi, non ha forze per parlare, neanche per muovere un solo singolo dito. « Come stai, oggi?»
Il ragazzo sul letto d’ospedale annuì per fargli capire che non c’era male.
« Sai, hanno detto che stai reagendo bene alla cura.» Gli prese una mano. « Presto starai bene.»
Max non ci credeva. Il cancro era una brutta bestia e lui non era forte. Non aveva coraggio di diglielo, aveva paura di lasciarlo. Spero solo che lo perdonasse per la sua vigliaccheria.

 
 
 
 


Here I am.
La #challenge per eccellenza.
Non ho nulla da aggiungere, se non un grazie immenso a chi leggerà.
Tschüss.
   
 
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