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Autore: Claire Marie Blanchard    22/10/2011    13 recensioni
Shot scritta e pubblicata in occasione del compleanno di Minako. Tratta di pensieri e vicende avvenute e non. Mi sono basata sul manga, e non sull'anime... Non mi resta che augurarvi una buona lettura! ;)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Minako/Marta, Shitennou/Generali
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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Premessa: questa shot è stata ideata e scritta per due motivi


  • festeggiare i 200 fan della mia pagina*La stanza di Manu*su Facebook;
  • festeggiare il compleanno di Minako che, neanche a farlo apposta, è capitato nel momento giusto! :)

Ho scritto questa shot basandomi sui fatti avvenuti nei manga “Sailor Moon” e “Sailor V”. Di fatti, saranno presenti pezzi tratti dal manga.
Tuttavia, non ho diritti a riguardo, poiché i personaggi non mi appartengono. Tutti i diritti sono riservati a Naoko Takeuchi.

Alcune frasi, parte del titolo (“Let’s go back to the start”) e la shot stessa sono state ispirate dalla canzone “The scientist” dei Coldplay. Non ho diritti neanche riguardo a questa.

Note: << Nel manga Sailor V, viene rivelato che Minako era amata da Adonis, un soldato dell’esercito di Venus ai tempi del Silver Millenium che passò, poi, sotto il controllo di Endymion. Il suo amore, tuttavia, non era mai stato notato dalla Principessa; e si scopre, in seguito, che - dopo essere rinato sulla Terra - Adonis inizierà a lavorare con la Dark Agency nel XX secolo, sotto il nome di Danburite. >>

( tratto da Wikipedia, http://it.wikipedia.org/wiki/Minako_Aino#Princess_Venus)

Questo verrà ucciso da Venus stessa nel manga Sailor V e, in punto di morte, le lancia una maledizione dicendole di essere destinata a non amare e, oltretutto, di dover uccidere tutti coloro di cui si sarebbe innamorata.

* = Lo Shangai, detto anche Mikado è un antico gioco cinese di destrezza e di pazienza. Consiste nel lasciar cadere 31 bastoncini di legno (ognuno vale un determinato punteggio) e ripescarli uno per uno senza, però, muovere gli altri. Se ciò dovesse avvenire, il turno passerebbe al giocatore successivo.
Vince chi ha totalizzato più punti nella partita.

** = Xanto era uno dei due cavalli di Achille, nella mitologia greca.

***= Mamoru/Endymion, nel manga, viene chiamato dagli Shitennou Master.

****= la rimozione è uno dei meccanismi di difesa del nostro inconscio, teorizzata da Sigmund Freud (NdA: quanto mi piace potervi dire io alcune cose, cose che ho studiato a scuola :3).











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Let’s go back to the start: the prophecy of Adonis







Inverno 1992

 

Fa freddo.
Fa freddo dentro e fuori di me.
Ho freddo perché mi trovo in un posto a me sconosciuto. Ho freddo perché mi trovo nel luogo più buio e più cupo che esista sulla Terra; ho freddo perché sono immobilizzata, insieme alle mie compagne, priva di forze.
E ho freddo perché sono furiosa. Sono arrabbiata con qualcosa che nessuno può controllare, con qualcosa che nessuno conosce e nessuno sa. Sono arrabbiata con il Fato.

Con il Fato che, contro la mia volontà, ha lasciato che Princess andasse a combattere da sola.
Spero solo che Endymion sia in grado di proteggerla, come non ho fatto io…
Con il Fato che, senza che ce ne accorgessimo, ha giocato tanto - forse, troppo – con i fili dei nostri destini, mescolandoli e gettandoci sul tavolo della vita, come se fossimo dei bastoncini e qualcuno stesse giocando con noi a Shanghai*.
Con il Fato che sta lasciandomi morire qui, in questa tomba a me ignota.

Eppure, mi sembra soltanto ieri quando Artemis ha risvegliato i miei ricordi riguardo la mia vita precedente.
Anche per questo, ho freddo nell’anima.

Ho freddo perché non è facile fingersi la propria Princess; anche se è per proteggerla.
Ho freddo perché avrei dovuto essere lì, con lei, a combattere perché la pace e la serenità tornino ad essere sovrane nel mondo. Ma, soprattutto, nell’animo umano.

Ho i brividi perché non ho mai provato, in questa vita, l’amore che Princess tanto decanta… ma solo nella mia vita passata.
Sono felice per lei: merita tutto l’amore del mondo, tutto l’amore di Endymion.

Ma io?
Che fine farò io?
Io, la guerriera dell’amore e della bellezza… Destino beffardo…
Proprio io, Sailor Venus, ho difficoltà con quel sentimento tanto bello quanto difficile da comprendere.

E se la profezia di Adonis si fosse avverata realmente?

Kunzite…

Mi ricordo di lui. Ricordo tutto di noi… come potrei dimenticare il nostro primo incontro?


“Princess! Sei di nuovo qui?! Forza, torniamo a casa!”

“È dura avere una principessa così terribilmente curiosa, eh?”

“Kunzite!”

“Venus?”


Se, quel giorno, Endymion non ti avesse invitato ad occuparti dei tuoi allenamenti, e se Mercury non mi avesse richiamata ricordandomi di riportare Princess a casa… probabilmente, sarei rimasta ancora lì, in un angolo. Sarei rimasta nascosta ad osservarti. Avrei iniziato quello stesso giorno a spiarti…
Cosa che, invece, iniziai a fare qualche giorno dopo…

Mi piaceva guardarti cavalcare il tuo cavallo bianco, Xanto**….
Rimanevo incantata quando ti allenavi con l’arco e le frecce…
Mi nascondevo tra gli alberi, per ascoltare i tuoi discorsi con Endymion, o con uno degli altri Shitennou.

Ad un tratto, scendere per ripescare Princess non mi pesava più… anzi, a volte scendevo io stessa, da sola, per poter restare un po’ a guardarti. In silenzio…

Ricordo ancora quella famosa sera, al ballo del compleanno di Princess Serenity, nei giardini del Moon Castle…


“Kunzite... mi hanno riferito che avevi bisogno di parlarmi. In cosa posso aiutarti?”

“Venus... puoi concedermi qualche minuto? Magari, passeggiando.”

“Ma certo... di cosa volevi parlarmi?”


Ricordo l'imbarazzo, la gola secca, la mancanza di voce improvvisa, la paura, la timidezza, il calore e il rossore diffusi sulle mie guance, la voglia di scappare. Di scappare dalle tue forti e possenti braccia, di scappare dai tuoi occhi color ghiaccio così penetranti; di scappare dal mio incubo più dolce e più piacevole, di scappare da te.


“Tu sai cosa ci sta succedendo. Non è vero? C'è qualcosa che ci lega.”

“Certo che ne sono al corrente.”

“E perché hai paura, allora?”


Perché avevo paura... avevo paura perché...


“L'alleanza tra Terra e Luna non può che essere una cosa positiva, ma ti confesso che un po' mi spaventa...”

“Non mi riferivo all'alleanza... mi riferivo a noi. A me... e te.”


Ricordo il mio stupore, il mio viso farsi prima pallido e subito dopo colorarsi di un rosso bordeaux che avrebbe fatto invidia anche alle rose che Princess riceveva puntualmente da Prince Endymion.


“Non… non capisco. Spiegati.”


Mi voltai verso il cipresso, sfiorandone la corteccia fresca e profumata. Sentendo, subito dopo, le tue braccia cingermi la vita da dietro la schiena.
Un gesto così dolce, così innocente, ma con una potenza tale da provocarmi ulteriori brividi e da confondermi ancor di più…

Era una sensazione unica sentire il tuo respiro sulla mia pelle, le tue parole sussurrate sul mio collo.

“Non fuggire, Venus… non fuggire ancora da me.”


Chiusi gli occhi, godendomi ogni istante, quella sera.
Stavo per svenire, le gambe mi tremavano. Sentivo le forze abbandonare il mio corpo, facendolo scivolare giù… finché non mi stringesti ulteriormente a te.


“Venus… ti prego. Dammi una possibilità. Dacci una possibilità.”


Ancora la tua voce come carezza sul mio collo.
Ancora brividi.
Ancora confusione.


“Kunzite… io… noi… non possiamo.”

“Perché no? Perché non possiamo amarci?”

“Perché…”


Era difficile ammetterlo, per me.
Perché avevo paura…
Perché avrei preferito non essere una guerriera Sailor.
Perché avrei preferito essere una terrestre, come te…

“Rispondimi, Venus… perché?”

“Perché… perché abbiamo una missione importante da portare a termine.”


Era difficile, per me, resisterti. Ancora di più quando le tue labbra, con mille baci, sfioravano delicatamente il mio collo.
La voglia di lasciarmi andare era infinita, ma la paura lo era altrettanto. E, soprattutto, non potevo distrarmi.
Avevo, e ho tutt’ora, un compito importante. Importante quanto il mio ruolo come leader delle Guardian Senshi.


Non so se furono i tuoi baci a rilassarmi, o se fu la tua determinazione; ma sta di fatto che iniziai a cedere…


“Non è solo questo, Venus… tu hai paura di me.”


Non potevo negarlo, ma non potevo nemmeno ammetterlo, se non a me stessa.
Avevo paura, è vero.
Avevo paura che fosse tutto solo un sogno…
Avevo paura che tu avresti potuto farmi del male…
Avevo paura di non essere in grado di amare…
Avevo paura di non meritare un sentimento così forte.


“Lasciati andare, Venus…”


Non ricordo come, ma riuscisti a convincermi. Nemmeno dieci secondi dopo, ero lì, tra le tue braccia, stretta all’unico appiglio, per me, sicuro – quella notte. Solo per quella notte…
Quella notte la passai nella mia stanza, al Magellan Castle, ma non da sola. Rimasi con te. Ti permisi di amarmi, in tutti gli aspetti… e così fu.
Mi amasti. Mi amasti davvero, quella notte. Mi amasti come solo un innamorato può amare la sua amata.
Quella fu la notte più bella della mia vita, quella magica, quella che non si può più dimenticare.
Lo so per certo perché non ho più provato quelle emozioni, quelle magnifiche sensazioni, quei brividi d’amore…

Qualche giorno dopo, però, cambiasti all’improvviso. Metaria convinse Beryl a schierarsi dalla sua parte… e questa convinse te.
Non potrò mai cancellare quella mattina.

Era l’alba. Stavo ancora dormendo, nella mia stanza… la stessa stanza che ci ha visti amarci…
Ricordo il momento in cui entrasti, attaccandomi e cercandomi di convincermi a passare dalla parte di Beryl.


“Mai!!! Scordatelo, Kunzite!”

“Allora, non mi lasci altra scelta…”


Non potevo crederci, ma lo facesti. Mi lanciasti una sfera di energia.
Schivata la prima, mi lanciasti la seconda. Mentre io fuggivo, in cerca di un nascondiglio sicuro.
Finché non riuscii a trasformarmi in tempo e mi difesi.

“Kunzite… che stai facendo? Perché mi attacchi? Non ti ricordi più di me? Non ti ricordi più di noi?”

Rimanesti immobile e mi fissasti per qualche secondo.
Avevamo l’affanno, ma riuscii a porti quelle domande.

“Venus… va via. Va via, scappa. Prima che cambi idea e che ti uccida.”

Ti guardai sorpresa, e spaventata. Non potevo credere a ciò che avevo appena sentito.

“Fallo! Prima che trovi il coraggio di ucciderti.”

“Kunzite, non…”

“Scappa!!!”


Se quella volta scappai, lo feci solo per piangere. Lo feci solo per esternare il mio dolore.

Te ne andasti.

Non so dove andasti dopo, né cosa facesti…
So soltanto, però, che un paio di notti dopo, la fine ebbe inizio.
La fine del Silver Millennium… la fine di Serenity e di Endymion. La fine mia, la fine tua… la fine nostra.
La fine di tutti noi.


“Venus…”

Chi è che mi chiama? Chi sta attirando la mia attenzione? Chi sta rivolgendomi la parola?

“Chi sei?”

Un momento… ma dove mi trovo? Questa stanza… l’ho vista. Ci sono già stata qui. È la mia stanza! È la mia stanza del Magellan Castle.

“Venus… sono io… guardami, sono Kunzite.”

“Kunzite? Ma cosa…”

“Non c’è tempo per le spiegazioni. Non ho abbastanza tempo. Beryl e Metaria sono state sconfitte… devi svegliarti e raggiungere Prince e Princess, insieme alle tue compagne… devi svolgere il tuo dovere. Ricordi?”

Sei tu. Sei il vero te stesso. Lo so… lo leggo nei tuoi occhi.

“Oh… quindi, è tutto finito?”

“Sì… sulla Terra tornerà la pace e…”

“E tu? Tornerai anche tu?”

“… Vorrei poterti dire di sì. Ma non è così.”

Sembri così reale… lo so che è solo un sogno, che non è la realtà… ma sembri davvero reale, così come lo sembra ogni tuo gesto. So che potrò sembrare pazza, ma riesco a sentire il tuo calore e la delicatezza delle tue dita nell’accarezzarmi la guancia.

“Vorrei non doverti lasciare...”

Sento le lacrime coprirmi gli occhi. Non voglio che cadano. Non voglio che tu mi veda fragile.

“Ma è quello che stai facendo. Tornerai?”

Ti prego, dimmi di sì. Dimmi che ci sarà un'altra possibilità per noi.

“Venus...”

“Kunzite, tornerai o no? Rispondi!”

Non posso più tenere ferme le lacrime. Queste lacrime amare che vorrei tanto non fossero tali. Vorrei che fossero altro tipo di lacrime. Lacrime di gioia, di felicità. Lacrime di speranza, lacrime di futuro.

“Non credo.”

E, invece, no. Sono lacrime di dolore, di sofferenza, di passività. Perché non posso essere felice? Perché non puoi tornare da me? Cos'è che ti impedisce di farlo? Dopotutto, Beryl è stata sconfitta, insieme a Metaria.

“Venus... Ricordati che non ti abbandonerò mai. Non sarai mai sola, perché io non ti lascerò. Qualsiasi cosa accada. Sarò sempre con te... dentro di te. Basta che cerchi dentro te stessa e, lì, mi troverai. Piano piano, col tempo... Dimenticherai quello che...”

“Dimenticare? Come potrei dimenticare?! Come puoi chiedermelo?!”

Mi stai chiedendo di dimenticare... Dimenticare noi. Dimenticare il nostro amore, dimenticare tutto quello che eravamo e che avremmo potuto essere... come puoi chiedermi una cosa del genere?

“... Venus, incontrerai un ragazzo… un giorno. Ci sarà qualcun altro che sarà in grado di amarti e proteggerti come non sono riuscito io...”

“Nessuno riuscirà a prendere il tuo posto. Lo sai.”

Nessuno. Non potrò mai amare nessun altro come ho amato, e amo tutt'ora, te. Nessuno al mondo.

“Non sarà facile, lo so. Nessuno ha detto che lo sarebbe stato o che lo sarà... Ma tu sei forte... Ci riuscirai.”

“Ne sei così sicuro?”

Sei sicuro che ci riuscirò? Sei sicuro che il tuo segno, indelebile come un tatuaggio, anzi, come una cicatrice, potrà essere dimenticato così?

“No... Ma non posso che augurarmelo. Non sopporterei vederti stare male. Ti ho già fatto soffrire abbastanza... Non credi?”

Ma che dici? Non è vero. Io lo sapevo. Io l'ho sempre saputo e lo so ancora oggi.

“Non eri tu! Io lo so che non eri tu. Non eri il vero te. Io lo so! Hai capito?! Io lo so che non eri tu!”
La mia gola brucia per le grida che ho appena emanato. Tutto ciò per farti capire una cosa che si potrebbe capire anche con un tono più pacato... Ma sembra che tu non mi senta. Posso anche urlare, ma ho come l'impressione che tu non mi senta...

“Ad ogni modo, non posso tornare. Non possiamo stare insieme. Credimi, lo vorrei… non sai quanto lo vorrei, ma non posso tornare…”

Non sai quanto male mi fanno queste tue parole. Non sai quanto vorrei svegliarmi e vederti accanto a me. Non puoi immaginare quanta voglia ho di stringerti e sorriderti in modo sereno, come se non fosse accaduto nulla, come se non ci fossimo mai separati.

“… Venus, sappi che… ovunque andrai, il mio amore per te ti sarà sempre accanto… e ti darà la forza necessaria, ogni qualvolta ne avrai bisogno.”

“Kunzite, no… non te ne andare, ti prego.”

“Non ho più tempo, mia dolce Venus… addio…”

Stai svanendo… neanche fossi un fantasma…

“Nooooo! Kunzite, aspetta!”

Sto svegliandomi… ero sicura che Serenity ce l’avrebbe fatta.

Mi sveglio… vedo le mie compagne, ma non vedo te.

Te ne sei andato via… per la seconda volta.

La profezia di Adonis


 

Estate 1993
 

Mi sono sempre chiesta cosa si prova ad essere mamma…
Mia madre terrestre lo sa… perché è madre.
Ikuko-san lo sa… perché è madre.
Persino Usagi, in un certo senso, lo sa… perché lo sarà.

Ma io? Non conosco niente del mio futuro. Solo Usagi e Mamoru hanno visto il loro futuro. Solo loro hanno scoperto che la loro vita sarà allietata da un bellissimo matrimonio e dalla nascita di una dolcissima bimba.
Ed io? Vivrò anch’io questa felicità?
Riuscirò a trovare l’uomo giusto? Quello che mi porterà all’altare? Quello che mi regalerà la gioia di essere madre? Quello di cui parlava Kunzite, che sarà in grado di amarmi e proteggermi come non è riuscito a fare lui?

Usagi è fortunata. Lei ha Mamoru, Chibi-Usa e il loro magnifico futuro insieme, pronto a riceverli.
Mentre io, invece? Che futuro avrò io?
Io rimarrò sola…

“Venus... Ricordati che non ti abbandonerò mai. Non sarai mai sola, perché io non ti lascerò. Qualsiasi cosa accada. Sarò sempre con te... dentro di te. Basta che cerchi dentro te stessa e, lì, mi troverai.”

Non mi lascerai mai sola… e, invece, mi hai già lasciata… mi hai già abbandonata. Due volte.
Eri tornato in vita, come me, per cercare Endymion, per cercare di non ripetere gli errori del passato… ma Beryl e Metaria ti hanno trovato prima di lui.
Potevamo essere felici, finalmente… insieme.
Evidentemente, non era destino, per noi, di stare insieme. Evidentemente, per noi non era previsto un futuro insieme.


“Venus, sappi che… ovunque andrai, il mio amore per te ti sarà sempre accanto… e ti darà la forza necessaria, ogni qualvolta ne avrai bisogno.”


Vorrei tanto fosse così, ma non sento niente. Non percepisco alcuna presenza. Non sento la tua vicinanza. Non riesco a sentire la tua anima.
Avevi detto che mi saresti stato sempre accanto, e che mi avresti donato la forza…
E, invece… mi hai abbandonata. Per l’ennesima volta.

Non sai quante volte ho espresso, davanti ad una stella cadente, il desiderio di riaverti qui, con me.
Non puoi sapere quanti pianti ho lasciato sfogare, i 22 Ottobre degli ultimi due anni.
Né puoi immaginare quante volte, prima di spegnere le candeline, avevo il tuo nome scritto nel cuore e stampato nella mente.
Né puoi capire le lacrime versate negli ultimi due Natali e le delusioni ricevute quando, sotto l’albero, vedevo qualsiasi tipo di regalo, ma non il più importante. Mancava quello che avrei voluto ricevere davvero: te.

La profezia di Adonis


 

Primavera 1994
 

È da un po’ che non riesco più a trasformarmi…
Artemis dice che è normale, e che devo avere pazienza. Secondo lui, dovrei percepire anch’io, a breve, un aumento di potere, di forza interiore… lo stesso di cui parlava Rei. Lo stesso che vorrei ricevere io adesso, in questo momento.

Non voglio essere un peso per le mie compagne. Non voglio essere la loro zavorra.
Non voglio che sia Princess a dovermi proteggere, ma vorrei fosse il contrario. Com’è giusto che sia.

Artemis dice che mi preoccupo troppo, e inutilmente… forse, ha ragione.
Ma, allora, perché le mie compagne riescono a trasformarsi nelle situazioni di pericolo?
Perché il Dead Moon Circus ha scelto proprio me come preda?
Che mi abbia spiato?
Ma si… certo! Deve essere così.
Non posso aiutare le mie amiche in questo stato. In questo aspetto da perfetta umana. Ma non posso nemmeno permettere che facciano del male a quei bambini lassù…
Che sia una trappola del nemico?
Non ne ho la più pallida idea, ma non posso rischiare che vite innocenti finiscano così, in malo modo e tutto ad un tratto.

Finalmente, riesco a raggiungerli…

“Ce l’ho fatta! Ora vi porterò in salvo!”

Ma cosa…
Questi non sono bambini… e non sono nemmeno animaletti pacifici…

“Maledizione! Non sono bambini!”

Oh, no… sono spadaccini ben affilati. No, ti prego… non posso morire così.

“Congratulazioni! Dopo aver superato numerosi ostacoli, sei arrivata qui molto prima delle altre!”

VesVes? Ma certo! È stata lei a tendermi la trappola!

“Forza, sei a un passo da diventare una star!”

“Il mio corpo non si muove!”

Sono intrappolata… gli spadaccini sono stati lanciati solo per fare da contorno al mio corpo.
E non posso nemmeno trasformarmi…
Ciò significa che, ormai, non posso fare null’altro… tranne che rimanere qui, ferma, ad accettare ciò che il Fato ha scelto per me.

“Per concludere, farai una caccia al tesoro particolare… venite, Lemures!”

“Lemures?! Nooo!”

La mia mente è sempre più annebbiata… questi esseri stanno insidiandosi nella mia testa…
Ma che mi succede? Che cosa mi sta accadendo?
Non mi sento me stessa… cosa stanno causando alla mia mente, queste strane creature?
Artemis… aiutami… io so che puoi sentirmi…
Kunzite… avevi detto che mi avresti dato la forza ogni qualvolta ne avessi avuto bisogno. Bene, ora ne ho bisogno più che mai.

“Uh uh! E con questo, anche tu ora fai parte di Dead Moon!”

Cosa? No! non è possibile! Non posso… non voglio!
Perché il mio corpo non reagisce? Perché sta assecondando incondizionatamente il volere del nemico?

“Bene! Và dalle tue amiche… e ruba il Cristallo d’Argento Illusorio!”

No! Minako, non farlo. Sono io, sono te stessa… non farlo! Ascoltami… ascolta la vera te stessa…

“Noi di Dead Moon… prenderemo il Cristallo d’Argento Illusorio!”

Oh, no… la mia mente è completamente invasa da quegli esseri… Ma perché non posso fare niente? Sono intrappolata nel mio stesso corpo, ma non riesco a farlo reagire…

“Mina!”

Artemis?

Graff… graff…

“Artemis?!”

“Torna in te, Mina!”

Finalmente… grazie, Artemis. Sapevo che mi avresti aiutata… ora sono di nuovo me.
Che cos’è questa strana sensazione? È come se camminassi nel vuoto…
Ma cosa…
Non è possibile! Cado! È la fine…

“Aaaaarghhhhh!”

Grab…

Sento qualcosa afferrarmi per il braccio.
Chi… chi è stato a prendermi il braccio?

“Artemis?!”

È inutile… il mio braccio sta per spezzarsi.

Oh, Artemis… sei il migliore amico; ora stai anche cercando di salvarmi…
Ed io che non ho avuto fiducia in te… perdonami, Artemis.
Sono stata una vera sciocca…

“A questo punto, fate divertire anche me!”

“PallaPalla!”

Cosa?! PallaPalla?! Oh, no…

“Grandinata di sfere!”

Grandinata di che???

“Artemis! Artemis! Nooooo!... Artemis!”

Ma… cosa diamine…
Quei capelli argentei… quella stessa lunghezza… quegli occhi chiari… sei davvero tu?


“Venus, sappi che… ovunque andrai, il mio amore per te ti sarà sempre accanto… e ti darà la forza necessaria, ogni qualvolta ne avrai bisogno.”


Kunzite… non può essere. No.
Sei tu. Sei venuto da me, per salvami… ma temo che il tuo sforzo sia vano, amore mio.

“Venus…”

Questa voce… questo suono… questa melodia… io l’ho già sentita suonare da labbra e voce a me familiari…

“Sii forte, Venus…”

Che sia… non può essere, Kunzite?!

“Venus… abbi fiducia in Artemis. È un ottimo amico. Sono felice che tu l’abbia incontrato. Lui ti vuole bene… ti protegge…”

Ma non è te…

“Lo so. Non è me… ma cerca di resistere e, soprattutto, cerca di comprendere la forza dell’amicizia che ti lega a lui. Tu ed Artemis siete invincibili… siete sempre stati un’unica cosa. Venus… ricordi quando ti dissi che il mio amore per te ti sarebbe sempre stato accanto e che ti avrebbe dato sempre la forza a te necessaria per affrontare le difficoltà? Bene… questa forza, in questo preciso momento, si trova nelle braccia di Artemis. Il tuo migliore amico… colui che ora e per sempre è disposto a sacrificarsi pur di salvarti la vita.”

Oh, Kunzite… come vorrei tu fossi qui. Come vorrei tu fossi ancora con me… ti prego, dimmi che tornerai… dimmi che potrò ancora stringerti, che potrò ancora arrabbiarmi con te ogni volta che dimenticherai qualcosa di importante…

“Mi duole doverti dare una risposta contraria a quella che vorresti ricevere… ma, non credo che tornerò…”

Perché? Perché non puoi? Cos’è che ti impedisce di tornare, Kunzite? Tu non hai un animo malvagio, non sei destinato all’inferno… perché non puoi tornare da me?

“Venus… purtroppo non c’è tempo. Pensa ad Artemis… pensa al vostro legame. Devo andare, adesso…”

Nooo… Kunzite, no… non te ne andare!

“Addio, Venus…”

Vorrei solo piangere… mai come in questo momento vorrei solo piangere…
Kunzite ha ragione. Devo avere più fiducia nella nostra amicizia, Artemis.
Come ho fatto a non pensarci prima? Come ho fatto a non accorgermene? Come ho fatto a guardarti senza vederti, per tutto questo tempo?
Perdonami, Artemis…. Ti ho sempre detto solo cose cattive… e non ho fatto altro che prenderti in giro.

In questo momento, provo così tanto dolore in tutto il corpo e soffro tantissimo…
Adesso l’ho capito… Artemis, noi due siamo sempre stati un’unica cosa… eri tu il mio alter ego!

“Ora ho compreso… Mina, non riuscivi a trasformarti perché io, il tuo partner, non avevo abbastanza forza.”

Sento il mio corpo riempirsi di forza… il legame tra me e Artemis è di gran lunga più forte di prima!

Kunzite, sei stato tu… non è vero?
Sei stato tu a dare ad Artemis la forza necessaria per salvarmi. Sei stato tu a salvarmi.
Lo so. Io lo so, so tutto. So che non volevi che la mia vita finisse così. So che non volevi vedermi sconfitta con così poco. So che mi ami, e che è stato il tuo amore a darci la forza e la speranza perse ancor prima di lottare…

“È il tuo Venus Crystal, Mina! Forza, trasformati!”











Kunzite… te ne sei andato… per la terza volta.
Vorrei poterti raggiungere, ma non so dove… sicuramente, se lo facessi, non me lo perdoneresti mai. Perché abbiamo un compito importante: proteggere Prince, Princess e Small Lady…
Ma non riesci a capire il mio bisogno di starti accanto, di averti accanto…
Non riesci a comprendere la mia voglia di stringerti. Quella stretta sicura che mi donasti quella famosa notte…

Oggi, Artemis sembrava davvero te. E, invece, era solo se stesso nel suo aspetto umano.
Confesso che, un po’, ci sono rimasta male quando ho capito che non eri tu… soltanto un po’.
Ero convinta fossi tu… ti somigliava così tanto.

“Mina…”

“Artemis…”

“Non riesci a dormire?”

“No, purtroppo non ho sonno…”

“Ti vedo pensierosa… va tutto bene?”

Mi chiedi se va tutto bene… mi dispiace farti preoccupare, ma non voglio darti anche il peso delle mie sofferenze…

“Mina… con me puoi parlare, lo sai. È per Kunzite, vero?

“Come lo sai?”

“Ti conosco perfettamente, Mina. Di me ti puoi fidare, lo sai… non tradirei mai la tua fiducia.”

Già… è vero. Non mi hai mai tradita.
Forse, dovrei confidarmi con te… o, forse, sarebbe meglio di no.
Mi volto verso di te, sorridendoti e inizio ad accarezzarti il capo. Le tue fusa mi ricordano quanto dolce e buono sei, Artemis. Meriti tutta la mia fiducia.

“Artemis… mi manca da morire.”

Affondo la testa tra le ginocchia, sconfortata. Non sono in grado di fermare queste lacrime che, lentamente, mi bagnano prima il viso e poi il pigiama sottile.

“Se n’è andato… per la terza volta.”

“Vedrai… lui sa cosa è meglio per te. Perché ti ama.”

Alzo la testa asciugandomi le lacrime e tirando su con il naso.
Ti guardo dolcemente e annuisco, sorridendo forzatamente e trattenendo altre lacrime, cercando di rimandarle indietro. Rimandarle indietro ingoiandole, come si ingoiano i bocconi amari. Quei bocconi troppo duri e troppo amari da digerire…
Amari come la maledizione da cui sono condannata…

La profezia di Adonis…


 


Estate 1994



 

“Venus…”

Kunzite? Ma no, sto sognando… anzi, no. Sono morta. Forse, l’ho raggiunto…

“Venus… svegliati.”

“Ma dove sono?”

“Sei al sicuro, qui.”

“Ma dove sono tutte? Dov’è Rei? E Usagi?!”

“Calmati…”

“Io devo proteggerla!”

“Venus…”

“È in pericolo! Ha bisogno di me! Non ha nemmeno Mamoru con lei…”

“Venus… calmati! Andrà tutto bene, vedrai…”

“No, Kunzite. Non va tutto bene! Aspetta… ma se io sono qui… significa che…”

“No, non sei morta.”

Non sono morta? Ma se Sailor Galaxia mi ha rubato il Sailor Crystal? Me lo ricordo… stavo cercando, insieme a Mars, di annientarla, proteggendo così la nostra Princess… ma ne siamo uscite sconfitte.

“Io ricordo che Galaxia ci ha sottratto il Sailor Crystal…”

“Sì, è vero. Anche Master*** ha avuto la tua stessa esperienza. Ma c’è ancora una possibilità… è tutto nelle mani di Sailor Moon.”

“Anche Mamoru hai detto?”

“Purtroppo, sì. Sailor Moon non ricorda nulla, ma è successo tutto sotto i suo occhi. Ha reagito con la rimozione****. Ma nulla è ancora perduto… io sono fiducioso, e devi esserlo anche tu.”

Annuisco e inizio a piangere silenziosamente. Ti guardo negli occhi, cercando di comunicarti il mio amore, cercando di dirti quanto tu mi sia mancato, quanti tu mi manchi e quanto ancora mi mancherai…

“Venus… non piangere.”

“La fai facile tu.”

“Non lo è, lo so. Ma non sopporto vederti piangere. Preferisco vederti sorridere…”

“Vuoi farmi sorridere?”

“Più di qualsiasi cosa al mondo.”

“Allora, torna.”

“Venus…”

“Kunzite, non ti chiedo altro. Davvero. Torna. Anche se dovrò rinunciare a qualcosa, anche se dovrai ricominciare una vita tua da capo, ma ti prego… ti scongiuro, torna.”

“Se tornassi, lo farei solo per stare con te. Lo sai, vero?”

“Significa che tornerai?”

“Non lo so… ma, credimi, non immagini quanto io lo vorrei.”

Che succede? Cosa sta succedendo al mio corpo? Piano piano svanisco da questo posto, abbandonandoti. Non voglio lasciarti. Non voglio separarmi da te. Chi mi sta portando via? E, soprattutto, dove mi sta portando?

“Sailor Moon ci è riuscita… non mi sorprende affatto.”

Sailor Moon, hai detto? Allora, sto tornando in vita?

“Kunzite… non voglio lasciarti.”

“Venus… ci rivedremo.”

“Me lo prometti?”

“Te lo prometto.”

“Quindi, tornerai!”

“Questo non lo so… addio, Venus.”

Cos’è questa strana luce? Dove sono? Dov’è Kunzite? Cosa ci faccio sdraiata, qui?

“Venus…”

“Mars?”

“Venus… dobbiamo raggiungere Sailor Moon!”


Allora, è vero… sono tornata in vita.

Kunzite… te ne sei andato di nuovo. Per la quarta volta.


La profezia di Adonis…





 

Estate 1999



 

Questi anni sono passati in fretta…
Non pensavo giungesse così presto questo giorno. Oggi è un gran giorno per la nostra Usa-chan, per la nostra Princess, per la nostra Neo-Queen Serenity.
Oggi, dopo tanti anni d’amore, sposerà il suo Mamoru, il suo amato Tuxedo Kamen, il suo adorato Endymion.
Noi tutte siamo qui, a farle da damigelle… tra qualche secondo dobbiamo precedere la sposa che, ovviamente, è in ritardo di oltre 40 minuti.

“Mina-chan, sbrigati, dobbiamo andare!”

“Arrivo, Ami-chan!”




Cammino lentamente… percorro questa navata come se fossi io a sposarmi. Purtroppo, non sono io la sposa, anche se vorrei che lo fossi. La sposa, oggi, è Usagi. Tocca a lei fare questo grande passo con Mamoru.
Avanzo emozionata, e osservo sorridendo gli invitati… amici, parenti ed ex-compagni di studi.
Ma c’è qualcosa, o meglio, qualcuno, dietro una colonna della chiesa, che non è né un amico, né un parente, né un ex-compagno di studi.
Quei capelli… quei colori, quei tagli, quelle fisionomie… li ho già visti, da qualche parte…

Che siano… gli Shitennou? Ma no, Minako… cosa vai a pensare!
Non è possibile… è passato troppo tempo!

La cerimonia è stupenda, ma mai quanto Usagi. Mamoru aveva le mani tremanti mentre le infilava l’anello nuziale…
Ed è proprio mentre il sacerdote chiede se ci sia qualcuno contrario a questa unione, noto un giovane ragazzo biondo…

Che fosse Jadeite?

No… non può essere. Credo di dover ricorrere all’aiuto di un bravo psicologo e parlare di Kunzite. Altrimenti, non ne uscirò viva….
E cosa potrei raccontargli?
Dottore, sa… questa non è la mia prima vita vissuta. Ho vissuto già in un tempo lontano. In un tempo in cui vivevo un amore con colui che è divenuto il mio nemico e che, successivamente, è rinato anche lui morendo nuovamente… Ah, e dimenticavo: un soldato del mio esercito della mia vita passata, innamorato di me ma succube del nemico, mi ha regalato una maledizione…

No, non posso parlarne con uno specialista…
A furia di formulare questi pensieri, mi sta venendo mal di testa…



La villa che Usagi e Mamoru hanno affittato per il pranzo nuziale è meravigliosa.
Il ricevimento è stato bello… come il pranzo. Devo ringraziare Usagi per tutte le prelibatezze che ha inserito nella scelta del menu. Mako-chan ha pensato alla torta.
Come da tradizione, gli sposi hanno aperto le danze…
Vedo che tutti ballano. Non so nemmeno che fine abbiano fatto le mie amiche, non le vedo più.
E io? Cosa faccio? Resto o vado via?
Vado via… forse, è meglio… Si è fatto tardi.

Cammino nel parcheggio della villa, cercando di raggiungere la mia auto.
Non mi sento tranquilla… sento che qualcuno mi sta seguendo…

“Venus…”

Mi fermo all’istante. Conosco quella voce. So da chi proviene… solo una persona mi chiama con questo nome e con questa voce…

“… o forse, dovrei dire Minako…”

Mi volto lentamente, chiudendo gli occhi.
Li riapro…
Sei tu. Sei davvero tu… sei tornato.

“Ku...


Riesco solo a sussurrare parte del tuo nome dall’emozione. Provo a deglutire, cercando di riattivare la salivazione che, nel frattempo, si è azzerata…

“… Kunzite?”

“È un nome un po’ insolito, in quest’epoca… meglio farsi chiamare Inonada Benjiro. Almeno, in pubblico.”

Sei tu… sei davvero tu. Non posso fare altro che correre e riabbracciarti.

“Per me, sarai sempre Kunzite…”

Lascio uscire fuori queste lacrime… queste lacrime di gioia. Perché, finalmente, davanti a te non verso lacrime di dolore, ma di felicità…

“Vedrai che ti abituerai a chiamarmi Benjiro… ma… tu piangi!”

Mi stacco per poter guardarti negli occhi. Asciugandomi in fretta queste dolci lacrime.

“Sì, ma di felicità!”

“Certo che sei strana! Prima mi dici che, per farti sorridere, devo tornare… e poi, ti metti a piangere?”

Ora fai anche l’ironico… però, mi stai facendo sorridere.

“Sei uno stupido…”, dico scherzando. “… allora, eravate davvero voi, in chiesa! Credevo foste solo frutto della mia fantasia.”

“No… è tutto vero. Gli altri sono con le loro rispettive amate.”

Ecco perché non vedevo più le ragazze… erano con i loro rispettivi compagni…

“Mina…”

Mi stringi di nuovo a te, come quella famosa notte… Kunzite, o Benjiro… non sai quante volte ho desiderato stringerti così…

“Torniamo all’inizio…”

“Nel senso che…”

“Ricominciamo tutto da capo…”

“Significa che sei tornato? Per sempre?”

“Sì…”, mi rispondi baciandomi la fronte. “… per sempre.”

Ora so che devo avere fiducia in me stessa, che devo credere nell’amore che mi lega a Kunzite/Benjiro… ma soprattutto, so che devo ignorare una cosa che, in realtà, non ha nessun valore, poiché è stata detta con vendetta, con ripicca, con odio… e l’odio non porta da nessuna parte: la profezia di Adonis.













I miei pensieri:


Ed eccoci qua. :) anche questa shot è stata pubblicata. So di aver sconvolto un po’ le cose, ma ho voluto scrivere e, soprattutto, raccontare un finale diverso per la nostra Minako. Dopotutto, lei è la paladina dell’amore! Anche lei merita di essere felice…
Tanti auguri, dolce Mina!

Un abbraccio e un bacio a tutte.


La vostra Manu. ;)

   
 
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