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Autore: The barbarian    22/10/2011    1 recensioni
Ciao a tutti, Questa storia l'ho pubblicata su un altro sito di anime e manga e con un altro nick, spero che vi piaccia. Mi sono basato su una moderna fiaba giapponese, cambiandone i personaggi con quelli di Ranma 1/2. Beh, buona lettura!!!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Viveva un tempo un giovane di nome Ranma Saotome; questi era così povero, ma così povero, che per quanto lavorasse non riusciva a cambiare di una virgola la sua condizione. Inoltre, vista la situazione, gli era difficile anche trovare una ragazza disposta a prenderlo per marito, e questo addolorava il giovane Ranma ancora di più della sua povertà. Ma inaspettatamente un giorno, una fanciulla chiamata Akane Tendo, accettò di sposarlo; era talmente bella che Ranma se ne innamorò a prima vista. Fu quindi felicissimo di sposarla, anche se la sua unica dote consisteva in un nocciolo di pesca. I due seminarono subito il nocciolo e lo innaffiarono, cantando un’antica filastrocca giapponese che dice “Il pesco e il castagno danno frutto in anni tre, il kaki in anni otto e il limone in anni nove”, sperando che primo o poi fruttificasse ed essi potessero magiare assieme le buone pesche. Il giorno dopo, però, Ranma non fece nemmeno il gesto di andare a lavorare, e lo stesso accadde anche l’indomani. Se ne stava lì, a guardare la sua Akane come se fosse incantato, con un’espressione da ebete. Infatti non si muoveva nemmeno, fissandola a occhi spalancati e a bocca aperta. Akane, anche se lusingata dalle attenzioni del marito, ne fu abbastanza imbarazzata e disse a Ranma che avrebbe disegnato un proprio ritratto perché se lo portasse al campo. Ranma mise il ritratto nella spaccatura di una canna di bambù che piantò in mezzo al campo. Passò a lavorare la terrazza agricola sovrastante e piantò il bastone sulla cima; scese a coltivare quelle sottostanti e pose l’immagine più in basso, avendo così sempre sott’occhio l’effige della moglie. Tuttavia un giorno, mentre zappava, soffiò un forte vento e una raffica portò via il ritratto; sgomento, Ranma si diede ad inseguirlo, ma il vento trascinò il ritratto molto lontano, sopra monti e valli, fino a scomparire del tutto. Allora il giovane si sedette e si disperò per la sua perdita per ore ed ore, finché quando albeggiò, tornò in sé e si disse: “Oh, che sciocco che sono stato! Mia moglie mi sta aspettando a casa. Il vento ha portato via la sua immagine, non già lei” E detto questo corse a casa. Ma non sapeva quello che il fato gli aveva combinato contro. Infatti il ritratto di Akane, dopo un lungo viaggio aereo, scese finalmente a terra, entrando dalla finestra di un castello, posandosi sul grembi di un gran signore, Kuno Tatewaki, il quale stava schiacciando un pisolino. Il signore si svegliò, vide l’immagine della ragazza, la guardò, sospirò, tornò a guardarla e non riuscì a staccarle gli occhi di dosso. “Ah, che bella ragazza!” pensò Kuno, “Di una bellezza incredibile! Voglio la ragazza di questo ritratto”. E chiamando a raccolta i suoi samurai, ad alta voce ordinò: “ Orsù, andate a prendere questa ragazza e portatemela qui immediatamente”. Al suo ordine, la folta schiera dei samurai, comandati dal fedele servitore di Kuno, Sasuke, si precipitò fuori dal castello alla ricerca della ragazza. La cercarono per città e villaggi, finché, alla fine, giunsero ala casa coniugale di Ranma e Akane. Guardarono la sposa del ragazzo e dissero: “Sì, è proprio la fanciulla del ritratto”. Senza badare alle proteste di Ranma, che tentò anche d opporsi con la forza, ma inutilmente, i samurai presero Akane e la portarono via di corsa con loro. A Ranma, rimasto pesto, sanguinante e senza moglie, non rimase altro da fare che urlare dalla disperazione. Passarono tre anni dal ratto di Akane. Il nocciolo di pesca, che Akane aveva portato come dote, frattanto era cresciuto e germogliato: l’alberello mise le foglie e crebbe rapidamente, riempiendosi il terzo anno di grossi frutti rosati. Ranma ne spiccò uno e lo mangiò: era delizioso. Colse allora tutti i frutti maturi, li mise in un canestro e andò alla città fortificata dove abitava il signore. Lì si mise a gridare, girando attorno al castello. “Pesche, vendo belle pesche! Il pesco e il castagno danno frutto in anni tre, il kaki in anni otto, il limone in anni nove. Chi vuole comprare pesche di tre anni e tre mesi?” All’udire la voce del venditore di pesche, Akane, che era diventata, costrettavi con la forza, la moglie di Kuno, e che da allora non aveva mai sorriso, stavolta lo fece. Il signore ne restò sbalordito: da quando, tre ani prima, l’aveva fatta rapire, non l’aveva mai udita pronunciare una parola, ma si era mostrata allegra, e adesso invece eccola sorridere! Quindi urlò ai suoi uomini: “Portate qui immediatamente il venditore di pesche! Fatelo aspettare in giardino. Presto, sbrigatevi!”. I suoi uomini si precipitarono subito fuori dal castello e gridarono a Ranma: “Venditore di pesche! Entra in giardino, presto! Vieni a ripetere ad alta voce la cantilena che stavi intonando prima!”. In tal modo Ranma, giovane contadino, trasformatosi ora in venditore di pesche, ripeté a gran voce la cantilena di prima: “Pesche, vendo belle pesche! Il pesco e il castagno danno frutto in anno tre, il kaki in anni otto e il limone in anni nove. Chi vuole comprare pesche di tre anni e tre mesi?” Sentendo ancora quella voce, la moglie del signore tornò a sorridere dolcemente, e Kuno suo marito, meravigliato per quell’evento straordinario, comandò impazientemente: “Venditore di pesche! Vieni qui da me e adesso spogliati. Fa presto! Io ti darò i miei vestiti e tu indosserai pure i miei!” Il signore scambiò così i propri panni con quelli di Ranma, e vestito da venditore di frutta, si precipitò in giardino e gridò la cantilena intonata dal giovane: “Pesche, vendo belle pesche! Il pesco e il castagno danno frutto in anno tre, il kaki in anni otto, e il limone in anni nove. Chi vuole comprare pesche di tre anni e tre mesi?” Akane, che ave assistito ala scena, sorrise ancora più allegramente di prima,e Kuno, felicissimo di questo, pensò: - Benone, adesso faccio un giro del castello fingendo di essere il venditore di pesche. Chissà come riderà mia moglie!- Corse allora fuori dal portone, ma appena il portinai lo vide uscire dal castello, gli chiese il battente alle spalle. Poco dopo il signore, stanco di aver girato attorno alla fortezza più e più volte saltando e cantilenando, tornò all’ingresso e urlò al custode: “Portinaio, apri il portone! Sono io, Kuno Tatewaki, il tuo signore. Apri immediatamente, ho detto!” Ma il portinaio non se ne diede per inteso, anzi disse minacciosamente al falso venditore di pesche: “Si può sapere che stai dicendo? Altro che signore. Tu sei un venditore di pesche e da venditore di pesche di esprimi. Ora ti faccio vedere io la tua presunzione!” E quindi, uscito con un randello in mano, diede una durissima lezione a Kuno, che da allora visse vendendo pesche, sempre cantilenando la stessa canzone,: “pesche, vendo belle pesche! Il persco e il castagno danno frutto in anni tre, il kaki in anni otto, il limano in anni nove”, subendo la giusta punizione al suo misfatto. Quanto a Ranma e Akane, divennero signori del castello e da allora vissero felici e contenti,a giusto coronamento del loro giusto amore.
  
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