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Autore: May_Z    22/10/2011    8 recensioni
La foto doveva bruciare. Katherine doveva bruciare.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Katherine Pierce | Coppie: Damon/Katherine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disillusion

 

 

These wounds won't seem to heal
This pain is just to real
There's just too much that time cannot erase

 

 

Un sottile raggio di luce filtrava attraverso le spesse tende impolverate, intromettendosi negli angoli più remoti di quella stanza, tacita testimone del tormento che impregnava l'aria ormai viziata.
Una figura sedeva immobile sul lucido divano di pelle: non un respiro faceva sussultare le spalle di Damon, non un lamento usciva dalle labbra livide, inflessibilmente serrate, non una lacrima scivolava dall'azzurro ormai spento di quegli occhi glaciali.
Il volto era celato dietro le pallide mani, freddo muro che nascondeva al mondo esterno il dolore che dentro gli dilaniava l'anima, un implacabile fuoco che, impetuoso, trascinava via l'apatia da cui era stato sommerso.

 

 
I morbidi nastri di raso si allentarono, lasciando il fine corpetto rosa pastello scivolare docilmente sul pavimento come unica compagnia delle lucide scarpe col tacco che, svogliatamente abbandonate, giacevano in un angolo di quella stanza invasa da una tiepida penombra.
I bruni capelli di Katherine le ricadevano elegantemente sulla schiena, un'armoniosa cascata di onde che accarezzava il petto di Damon.
La ragazza sollevò una mano fasciata da candido pizzo e, delicatamente, iniziò a sfilarsi i raffinati guanti, lanciandoseli poi alle spalle con aggraziata noncuranza.
Le dita affusolate si posarono sull'immacolata camicia di Damon, accarezzarono il morbido tessuto e, senza esitazione, cominciarono a slacciare i piccoli bottoni di madreperla.

 


L'impronta di piccole gocce carminie spiccava ancora sui polsini cerulei fiaccamente slacciati di quella camicia, sgualcita dall'incuranza di colui che la indossava.
Damon si rizzò a sedere, le ginocchia rigidamente piegate in un angolo innaturale, gli occhi scavati da ferite invisibili.
Il suo sguardo si posò sulla bottiglia poggiata sul tavolino di palissandro: raffinati disegni decoravano il freddo vetro e si arrampicavano sino al tappo, beffardo custode di quel liquido marrone che sembra osservarlo con insistenza, intuendo la debolezza e la sofferenza che lo attanagliavano.
Damon afferrò con foga la bottiglia e versò una consistente dose di liquore nel bicchiere di cristallo che attendeva solamente di essere riempito; lo scotch cominciò furiosamente a riversarglisi in gola, unico rimedio in grado di lenire l'amarezza di quell'amore ormai sbiadito.

 

 

Il profumo della sua pelle gli inebriava i sensi, i sinuosi movimenti dei loro corpi legati trasudavano una passione inesprimibile, effimero piacere di quegli attimi proibiti rubati alla sera, incauta complice di baci dal sapore suadente.
«Ti amo, Katherine».
La voce uscì in un sussurro dalle labbra di Damon, un sussurro la cui presenza rimase per un istante sospesa tra i loro visi così vicini.
Katherine sollevò lo sguardo fiero e deciso, le pupille illuminate da un insolito bagliore; poi un sorriso le schiuse le labbra rosee, labbra che subito si chinarono a sfiorare il collo del ragazzo che la stringeva ancora a sé.
«Anch'io ti amo, Damon».
Improvvisamente i candidi denti di Katherine si serrarono sulla gola palpitante del ragazzo: un insano piacere si impossessò delle sue membra e il sangue iniziò a scorrere, lento, macchiando le lenzuola immacolate.
Poi, tutto si fece nero.

 

 

Aveva aperto quella tomba ansioso di ritrovare la luce che tanto gli era mancata, la luce che faceva risplendere le giornate di pioggia, la sua luce.
Ma il destino aveva deciso di prendersi crudelmente gioco di lui, infrangendo l'unico desiderio di un'anima dannata: e ora era rimasto solo e disilluso, immerso nel buio di quella tetra esistenza.
Damon sollevò la mano che ancora stringeva il bicchiere colmo di liquido dorato, il medesimo colore di quegli occhi che l'avevano ammaliato, quegli occhi che celavano parole sussurrate al buio di una stanza, quegli occhi che gli avevano detto di amarlo, quegli occhi che gli avevano promesso che sarebbe stato per sempre.
Damon strinse la presa sul bicchiere: cocci di vetro schizzarono da tutte le parti e un rivolo di liquore cominciò a colare sul pregiato legno del tavolino.
Gli occhi erano serrati, le labbra contratte, la mente immersa in quella consapevolezza che avrebbe dovuto acquisire già da tempo: l'amore per sempre non esiste, se sei un vampiro.

 

 

«Ben svegliato!».
Una voce melodiosa si intrufolò in quel sonno innaturale, riportandolo bruscamente alla realtà.
Lo sguardo di Damon era fisso sulla donna in piedi di fonte a lui, incurante dell'indelebile cicatrice che ora gli scavava la pelle.
«Te ne vai di già?».
Katherine rise, si infilò i guanti che erano stati gettati sul pavimento e si chinò verso il ragazzo che era ancora mollemente disteso sul letto:
«Cosa direbbe suo padre se mi trovasse qui, signor Salvatore?».
Un sorriso malizioso le si dipinse in volto prima di proseguire:
«Ti ho portato una cosa».
Un movimento repentino ed il materasso si incurvò leggermente sotto il peso della giovane donna.
Damon prese dalla mani di Katherine ciò che lei gli porgeva e osservò il cartoncino con stampato il ritratto della ragazza che ormai aveva raggiunto la soglia della stanza:
«Così mi ricorderai per sempre».

 

 

Damon stava immobile di fronte alle fiamme del caminetto, un fuoco che si rifletteva in quegli occhi fissi sul volto di Katherine che lo guardava insistente da quella foto ormai ingrigita.
La foto doveva bruciare. Katherine doveva bruciare.
Improvvisamente, dentro di lui qualcosa si spezzò: le ginocchia rovinarono a terra, le spalle cominciarono a sussultare, le nocche sbiancarono dalla forza con cui le mani erano serrate. Non bastava una foto in fiamme per liberarsi da quella maledizione.
L'immagine della donna scivolò a terra, lontano dal fuoco, lontano da Damon, lontano dall'inferno che gli bruciava l'umanità che gli era rimasta.

 

 

 

 

Angolo dell'Autrice
(I versi scritti all'inizio della storia sono tratti da My Immortal, splendida canzone degli Evanescence).
Sono una fan accanita di The Vampire Diaries, ma questa è la prima fic che scrivo in questo fandom... Quindi siate clementi!
L'idea mi è sorta giovedì sera, riguardando in TV le repliche della prima stagione.
Spero sia stata di vostro gradimento!
M.

 

 

 

 

 

  
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