Salve
a tutti, gente! È da ormai
tantissimo tempo che non scrivo più nulla (causa trasloco e
assenza linea del telefono,
di conseguenza internet, per un tempo troppo lungo xD), quindi spero
vivamente
vi ricordiate ancora di me! Per chi non mi conosce, beh, salve,
mi
chiamo Francesca xD
Questa fic mi è venuta, come si suol dire, con un lampo di
genio. Questo è solo
un capitolo un po' introduttivo,non so se mi spiego, gli altri personaggi
verranno poi. Spero vi
piaccia, lo spero vivamente. Allora, vi lascio alla storia ^ ^ ciao!
1
- Aria di Vampiro
Quella
sera, un ragazzo normale con
abitudini piuttosto normali, percorreva le strade della sua cittadina,
sommerso
da mille pensieri. Le luci dei lampioni proiettavano sui lati della via
la loro
immensa luce, rendendo l'atmosfera piuttosto calma e
silenziosa. L'unico rumore
che si poteva udire era lo "scif, sciaf!" dei piedi
del biondo sulle
pozzanghere d'acqua grigia, originate dall'ennesima
pioggia autunnale tenutasi
poco prima.
La cosa, però, che rendeva tutto un po' troppo
inquietante, era il fatto che,
secondo alcune voci, per la città si aggirassero dei vampiri
malefici, i famosi
bevitori di sangue.
E che secondo queste voci, non aspettassero altro che Halloween, per
rendere il
tutto davvero terrificante, facendo urlare di paura i poveri
malcapitati che
avrebbero dovuto subire il loro trattamento
speciale. E per trattamento speciale s'intendeva il
famigerato morso sul
collo, tanto per farla breve. Tutti credevano a queste storielle, dal
primo all'ultimo.
Infatti, per dimostrare nella maniera più assoluta la loro
credenza, a scuola
non si parlava d'altro,(c'era addirittura chi
avvertiva i professori,
spaventandoli a morte con le loro esagerazioni riguardo questi esseri)
tanto
che nessuno aveva l'intenzione di andare in giro la notte di
Halloween a
suonare alle porte, chiedendo dolcetti e leccornie varie.
Ma Roxas, dal canto suo, non poteva fare altro che definire tutto
questo
incredibilmente ridicolo, o per essere ancora più precisi,
praticamente
impossibile.
Insomma, se esistevano i vampiri, creature mitologiche in piena regola,
perché
non esistevano Babbo Natale, la Befana e la Fatina dei Denti?
Quando si soffermava su certe domande un pelo infantili,
gli veniva automatico tirarsi uno schiaffo da solo. Sul
serio, chi poteva essere tanto cerebroleso da credere a quelle scemenze
messe
assieme?! Chi credeva sul serio ad una possibile esistenza di quegli
esseri
dalla pelle pallida, canini affilati e occhi ipnotici? Un esempio
concreto di
credente era il suo gemello, Sora, il quale non faceva altro che
sguinzagliare ai
quattro venti fatti e storie, a parer suo, con un valido senso logico.
Ma dove stavano, al periodo del "È una strega
quella lì, ha i capelli rossi, al
rogo, al rogo!!"?
Come era possibile che perfino gli insegnanti della sua scuola, degli
adulti
degni di rispetto, ci credevano? Come, come?
Domande a cui non riusciva a trovare una risposta. Per questo, ad ogni
minimo
rumore diverso dal suono dei suoi piedi, rizzava la schiena, pieno di
paura,
con gli occhi sbarrati, volgendo lo sguardo in tutte le direzioni
immaginabili.
- Non esistono, NON esistono - borbottava tra sé e
sé a volte, per
rassicurarsi. Ma ne era davvero così convinto? Neppure lui
lo sapeva.
Arrivato a casa, non poté che sussurrare un "Oh,
merda" pieno di sconsolazione:
la cancellata, il balcone, la porta d'entrata e
l'intero giardino erano in gran
parte ricoperti da trecce di aglio e rose selvatiche. Qua e
là Roxas riusciva a
cogliere crocifissi ben in vista, messi appositamente per terrorizzare
un vampiro
assetato di sangue.
Sul serio, come avrebbe fatto ad arrivare alla prossima settimana,
giorno in
cui si sarebbe tenuta la festa temuta da tutti, Halloween, se soltanto
in quel
momento la sua famiglia prendeva provvedimenti tanto drastici?
Gli venne un'improvvisa voglia di fare dietro-front e voltare
le spalle a quel
presunto covo di matti(chiunque avrebbe pensato una cosa simile), ma
facendo un
bel respiro, entrò.
Non fece in tempo a suonare che la porta si aprì, ed una
figura col viso
pallido e con del liquido rosso sgorgante dalla bocca(sangue, forse?)
si
materializzò davanti a lui. A Roxas venne un colpo, seguito
da un sussulto, per
poi concludersi con un: - Ahhhhhhhhhhhhhh, un vampiroooo!!!!
L'urlo emesso dalla bocca tanto aggraziata di Roxas era
tutt'altro che elegante,
tanto che si udì lo spezzarsi di una finestra delle tante
villette alle sue
spalle.
Il presunto vampiro si asciugò la bocca sporca di rosso e
scoppiò in una
fragorosa risata. Il biondo non poté fare altro che rimanere
basito. Un vampiro
che si mette a ridere in quel modo, al posto di azzannarlo?
- Oddio, Roxas, resterai sempre il solito credulone -
sghignazzò il gemello di
quest'ultimo, meglio chiamato Sora. - Possibile che tu sia
stato tanto tonto da
non accorgerti che non ero sul serio un vampiro?
Roxas barcollò;, del tutto stralunato, aggrappandosi alla
ringhiera pur di non
crollare a terra. Nonostante fosse buio, la luce dei lampioni bastava
per far
notare l'espressione terrorizzata farsi largo sempre di
più; sul volto del
povero ragazzo.
No, davvero, non ce l'avrebbe mai fatta a sopravvivere,
soprattutto con un
soggetto simile in casa ventiquattrore su ventiquattro.
Sora sghignazzò per l'ennesima volta, sempre
più divertito: - Ti piace il mio
costume di Halloween?
- Tu sei pazzo, malato mentale, hai bisogno di uno psicologo, di
qualche cura,
te lo dico da buon fratello - rispose Roxas, scocciato, entrando in
casa.
Sora restò impassibile, e seguendolo come se fosse stato la
sua ombra, cominciò
a tempestarlo di parole: - Ma lo sai che alcuni sostengono che i
vampiri
frequentino la nostra scuola? Eh? Lo sai? E sai che secondo alcune
persone ben
informate, sono un gruppo abbastanza numeroso? E sai che secondo molti
l'aglio
e tutti gli altri oggetti apotropaici non servono a nulla? Eh? Lo sai?
- Ma la vuoi finire?! Sto cercando di ignorarti, proprio adesso, in
questo
preciso istante, se non l'hai ancora capito. Ed ora, lasciami
in pace che ho
altro da fare - sbuffò Roxas, dirigendosi verso le scale che
lo avrebbero portato
alla sua camera.
Sora, allarmato, lo rincorse.
- Aspetta, Roxas, non... - non fece in tempo a finire la
frase, che Roxas aprì la
porta della loro stanza. -...aprire - mormorò
infine, con voce spezzata.
La scena che apparve agli occhi increduli del biondo lo fece star
male: la sua
camera, come tutto il resto della casa, era cosparsa di aglio,
crocifissi,
acqua santa, rosari e tutta l'allegra compagnia di oggetti
apotropaici. La
puzza era nauseante nella maniera più vomitevole, tanto che
Roxas dovette
trattenere un insulto nei confronti della sua famiglia di matti per
tapparsi
naso e bocca assieme. Riuscì; soltanto a proferire queste
parole: - Ribadisco,
sei matto, anzi, siete tutti pazzi qui dentro, per credere a certe
sciocchezze!
Ma...è mai possibile?
Una ventata di ira funesta lo travolse, costringendolo ad entrare nella
sua
stanza, per non sfracellare a furia di sberle i canini di gomma finti
appostati
sulla bocca del vampiro,
nonché suo
fratello Sora.
Come
primo capitolo non è un granché, ma che
ci volete fare, è solo l'inizio! Mi auguro vi sia
piaciuto, almeno un po'...xD Allora,
sperando in un possibile interessamento da parte vostra, ci vediamo al
prossimo! Ciao ciao! ;)