Serie TV > Castle
Ricorda la storia  |      
Autore: ivi87    23/10/2011    12 recensioni
Un giorno normale diventerà speciale per Kate e Rick.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un giorno qualsiasi

 

 

Sono seduta alla mia scrivania cercando di compilare un verbale.

Ci provo da dieci minuti in realtà ma la mia mente non ne vuole sapere proprio di concentrarsi.

Picchietto la penna contro la tazza di ceramica sfogando una piccola parte di ansia.

Un paio di agenti si voltano verso di me infastiditi, così mollo la penna e istintivamente la mia gamba comincia a muoversi frenetica, battendo il tacco per terra.

Si voltano di nuovo ma questa volta li ignoro e basta.

Sono nervosa va bene?

Lancio uno sguardo alla mia agenda chiusa e poi alla sedia vuota accanto alla scrivania.

Stamattina aveva degli impegni alla casa editrice perciò per qualche ora posso essere nervosa e in ansia quanto mi pare, senza il bombardamento di domande che mi farebbe se solo mi guardasse in faccia in questo momento.

Fermo il piede e respiro a fondo. Un’altra volta.

Va un po’ meglio.

È assurdo: sono contenta che non ci sia perché non voglio che mi veda in questo stato ma d’altro canto so già che non appena lo vedrò uscire da quell’ascensore mi sentirò subito meglio.

Sono la contraddizione fatta persona, mi prenderei a pugni se potessi.

I ragazzi vengono verso di me con un fax in mano. Mi ricompongo veloce.

“Yo, Beckett, i tabulati telefonici indicano che Max Gordon ha chiamato la vittima almeno una ventina di volte ieri sera!” mi comunica Esposito.

Ryan annuisce e prosegue “Quando l’ho interrogato però ha affermato di conoscerla a malapena e di non avere il suo numero di telefono”

Mi alzo decisa conoscendo perfettamente la nostra prossima mossa “Andiamo a prenderlo!” dico risoluta.

Apro il cassetto della mia scrivania e afferro fondina e pistola.

Un bell’arresto mi aiuterà a tenere la mente occupata.

La mia arma però è come se pesasse una tonnellata.

Abbasso il volto fissandola e mi accorgo che mi trema la mano, esattamente come mi successe mesi fa.

Non va bene, Kate.

Scuoto la testa e mi libero della pistola, come se scottasse, abbandonandola sulla scrivania.

I ragazzi tornano davanti a me pronti per uscire.

Ma non posso. Non posso proprio farlo.

Non voglio rischiare.

“Pronta Beckett? Direi di indossare i giubbotti antiproiettile, il nostro amico ha un’arma registrata e dato che chiaramente ci nasconde qualcosa potrebbe usarla..”

Giubbotto antiproiettile.

Antiproiettile.

Il mio pensiero si è inchiodato lì. Il resto non l’ho sentito.

“Beckett, che ti succede? Sei sbiancata!” esclama Esposito

“Io.. ragazzi, andreste senza di me?” li vedo perplessi, sanno che non è da me “non mi sento troppo bene, non vorrei fare casini..” cerco di fare la simpatica per rassicurarli “...poi chi la sente la Gates!”

Sorridono e accettano comprensivi.

Una volta da sola mi risiedo e provo a impugnare la pistola.

La mia mano trema all’inverosimile.

Dannati attacchi di panico! Non li avevo più avuti, avevo superato quel mio blocco.

E ora sono di nuovo nella stessa situazione.

Beh, non proprio la stessa. Ormai è quasi passato un anno e brandisco la mia arma come un tempo.

Stavolta è un altro il freno che mi impedisce di sparare.

Sono due giorni che evito qualunque tipo di rischio e non posso più rimandare oltre.

Devo essere sicura, devo aprire quella scatoletta e scoprire la verità.

L’ansia mi sta uccidendo e lo percepiscono anche le persone che mi stanno accanto.

Così non va proprio.

Agguanto la mia borsa e mi infilo in bagno e, come con Heat Wave, mi siedo a gambe incrociate sul water stringendo la borsa come fosse un cuscino.

Cerco di fare altri respiri profondi ma è come se l’agitazione prendesse il sopravvento su di me.

Ho la sensazione di sapere già quale sarà il responso.

Me lo sento dentro.

Inspiro, scarto, faccio il mio dovere e mi metto ad aspettare i famigerati due minuti.

È il primo in assoluto che faccio. Spero di avere fatto tutto giusto.

In ogni caso ne ho altri due in borsa, per sicurezza.

Mentre aspetto non posso non pensare a quella sera.

Sei settimane fa è cambiato tutto.

Doveva essere una normale cena tra amici a casa di Castle.

Ma poi verso mezzanotte tutti se ne sono andati e mi dispiaceva lasciarlo solo a ripulire.

E, lo ammetto, mi piaceva l’idea di avere almeno un paio di minuti solo per noi.

Anche solo per punzecchiarci un po’.

E poi è successo. Una chiacchiera, una risata, lui che combina disastri con i bicchieri, io che gli prendo le mani per controllare che non si sia tagliato, lui che mi bacia, io che ricambio...

Ed è stato meraviglioso. Sorprendente. Eccitante. Delicato. Potente.

Un mix perfetto di noi due.

Ma io sono io, no? Sono la regina della contraddizione e non mi smentisco mai.

Tanto è stato bello, tanto poi al mattino ero terrorizzata.

Lo volevo da morire e allo stesso tempo sapevo di non essere ancora pronta a gestire una relazione così importante.

Ma lui era lì seduto su letto con la colazione pronta e già vestito. Mi guardava dolce.

Aveva già capito.

Lo so..il muro..   dice sospirando, accennando però un piccolo sorrisino.

Mi metto a sedere stringendo il lenzuolo al petto   Perdonami, sono un disastro..   gli dissi.

Ed era vero. Sono un completo disastro in ogni mia relazione, ma con te mi sembrava di dare il peggio di me stessa. 

Eppure tu continui a volermi con te.

Non me ne capaciterò mai. Di tante donne assolutamente meno complicate che potresti avere, tu vuoi me.

Capisco il tuo non volere una storia, ma che ne dici se uscissimo solo insieme? Una sera un cinema, un’altra volta una passeggiata...    abbassasti lo sguardo, un po’ imbarazzato   ...solo per passare del tempo assieme...

Al sentire quelle parole mi si sciolse il cuore.

Non volevi altro da me che la mia compagnia.

Ti saresti accontentato di un film e di una passeggiata ogni tanto pur di non far finta di nulla.

Pur di avermi accanto.

Ovviamente accettai.

Usciamo insieme da sei settimane e ogni sera mi sorprendi con cose nuove e proposte assurde che però accetto volentieri perché non sono mai stata più felice in vita mia.

E comincio a credere che questo muro in realtà non esista affatto.

Avevo paura di essermi fatta tutto un meraviglioso film su di te per poi scoprire che in realtà eri completamente diverso.

Non volevo illudermi. Non volevo soffrire.

Che stupida.

Sei il mio sole, invece. Lo eri prima e da quella notte lo sei ancora di più.

Per questo so già quante lineette ci saranno su questo bastoncino.

Lo so perché è il nostro destino. È l’universo che ci sta parlando.

Dio, prendo la pillola da quando avevo sedici anni e incappo nel famoso 1% di probabilità di concepimento l’unica volta che faccio l’amore con Rick?

L’universo non sta parlando. Sta decisamente urlando!

Abbasso gli occhi sulla seconda strisciolina blu e sorrido come un ebete.

Getto tutto nel cestino e mi sciacquo mani e volto.

Appurato che sono incinta e che quindi il mio attacco di panico verso pistole e giubbotti antiproiettili era più che giustificato, corro alla mia scrivania, prendo le chiavi dell’auto ed esco dal palazzo.

Guido con cautela fino alla sede della Black Pawn. Accosto e decido di aspettarti appoggiata alla portiera dell’auto.

Mi serve qualche attimo per elaborare bene la cosa, in fin dei conti cosa gli posso dire?

Ciao, sono incinta!

Poi mi toccherebbe rianimarlo.

L’ansia mi assale nuovamente.

Usciamo insieme, voglio dire, usciamo SOLO insieme. Come posso di punto in bianco dirgli che aspetto un bambino?

E se fosse troppo per lui? E per me?

Mi porto le mani al ventre e il sorriso nasce spontaneo sul mio volto.

È il mio bambino. È il nostro bambino.

E l’abbiamo fatto noi due con il nostro amore. È vero, non stiamo proprio insieme e siamo incasinati da morire. Ma ci amiamo. Non ce lo siamo mai detto. Ma lo sappiamo entrambi.

Lo sentiamo in ogni nostro gesto, per piccolo che sia.

Rick Castle a bordo di un caterpillar ha abbattuto da solo gran parte del mio scudo, del mio dannatissimo muro. E tu piccolino spazzerai via ogni mattone rimasto.

Persa nei miei pensieri quasi non mi accorgo che sei appena uscito dall’edificio e con la mano ti faccio un segno.

Ti avvicini sorridendo e non riesco a non pensare che ora sei il padre di mio figlio.

Probabilmente ti sto fissando con aria sognante perché ridi e mi chiedi se sto bene.

Oddio, saranno già gli ormoni? Vedo già tutto rose e fiori con cuoricini ovunque? Io? Ma scherziamo?

“Scusa..” sbotto a ridere per il nervosismo e mi stropiccio gli occhi con una mano.

Allora mi abbracci cullandomi un po’.

“Ehi, sei tesissima!” mi sussurri all’orecchio senza lasciarmi andare.

Eppure tra le tue braccia già sto meglio. Come avevo previsto.

Mi stacco di poco, solo per riuscire a vederti in volto.

“E’ successo qualcosa?” mi chiedi appoggiando la tua fronte alla mia.

Mi piace. Mi va bene così. Da qui riesco a vedere perfettamente quella che sarà la tua reazione.

Respiro profondo. E non apro bocca. Beh, la apro ma non esce nulla.

Ritento più decisa.

“Rick...aspetto una bambino” dico lentamente, devo assorbirlo anche io in fondo ed è pur sempre la prima volta che lo dico ad alta voce.

I tuoi occhi sono fissi nei miei ma poi scendono sulla mia bocca, come a voler essere sicuro che abbia parlato veramente.

“Ripetilo...ti prego ripetilo..” sembri incantato e comincio a preoccuparmi, ma immagino che sia abbastanza shockante come rivelazione delle 10:30 di un mattino qualsiasi in un giorno qualsiasi.

“S-sono incinta, aspettiamo un bambino” dico strozzata dalla commozione questa volta.

Il tuo sorriso mi avvolge caloroso e meraviglioso come sempre.

Mi sollevi tra le braccia e volteggiamo.

Scoppiamo a ridere e piangiamo.

Ci baciamo.

Ora non sono più le 10:30 di un mattino qualsiasi in un giorno qualsiasi.

È il giorno che ha segnato il più bel momento della mia vita.

Fino ad ora, almeno.

 

 

FINE

 

 

 

 

Angolo dell’autrice:

 

ed ecco un’altra shot, che dire, non mi convince al 100% ma così è uscita e non saprei come cambiarla!

Datemi il vostro parere, mi raccomando! ;D

Un grazie a Mari_Rina24 che mi fa da beta e a Amy Wendys che ha letto in  anteprima!

 

E grazie a tutti voi che sopportate le mie pazzie letterarie!!

A giovedì con “Never wake up the dragon”!! :D

 

Baci,

 

Ivi87

 

   
 
Leggi le 12 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: ivi87