23/10/2011
6 recensioniDedicato
a Marco Simoncelli
Con il vento tra i capelli
Lo sguardo fisso sull'asfalto,
i cui granelli brillano al sole come stelle incastonate in un cielo
notturno.
La mia vita è stata una lunga ed interminabile corsa per circuiti densi di curve veloci e tortuose, raramente intervallate da rettilinei che come oasi nel deserto, giungevano a saziare il mio bisogno di far riposare schiena e braccia, stanche di reggere il peso di una moto che ad ogni curva, diveniva sempre più pesante.
Come appare diverso il mondo visto attraverso la visiera di un casco...
Molti particolari sfuggono, molte cose passano accanto troppo in fretta per essere apprezzate, è il tutto che scorre troppo veloce, lasciandosi dietro solo l'amaro sapore del vuoto, ma consumare la propria esistenza in un soffio è il prezzo da pagare per chi come me, nasce dal grembo del vento.
Mille e più ricordi in pochi secondi invadono gli occhi della mia mente come sguardi che frugano veloci tra i meandri della mia anima, come mani il cui calore si disperde istantaneamente, nel tempo di un fugace contatto.
Che strano fermarsi proprio adesso, quando tutto è oramai a portata di mano, quando ho imparato a conoscere le regole del gioco e già mi illudevo di poterle cambiare o addirittura plasmare a mio piacimento.
Solo un attimo in cui non ho neanche il tempo di capire e mi ritrovo in uno stato di innaturale immobilità, tutto si ferma di colpo, come congelato in un fermo immagine e comprendo che le mie braccia e la mia schiena finalmente troveranno il tanto sospirato riposo e non ci sarà più nessuna barriera di plastica ad impedire al mio sguardo di vedere la verità nascosta in tutto ciò che fino a questo momento mi è passato accanto velocemente ma che ora attende solo di essere vissuto, poiché adesso sono parte di tutte le cose.
Il vento che tanto ho amato accarezza dolcemente i miei capelli e l'unico rimpianto è quello di non poter volgere il mio viso verso le sue invisibili labbra, poiché il mio sguardo rimane fisso su questo asfalto grigio, così duro e denso da impedire alla vita di rinascere, ma non alla mia anima di volare.
Questa flashfic, travestita da monologo di Haruka, non doveva esistere, ma oggi non ho potuto far altro che prendere un foglio bianco e lasciare scorrere il mio dolore. Ciao Sic... Ti voglio bene.
La mia vita è stata una lunga ed interminabile corsa per circuiti densi di curve veloci e tortuose, raramente intervallate da rettilinei che come oasi nel deserto, giungevano a saziare il mio bisogno di far riposare schiena e braccia, stanche di reggere il peso di una moto che ad ogni curva, diveniva sempre più pesante.
Come appare diverso il mondo visto attraverso la visiera di un casco...
Molti particolari sfuggono, molte cose passano accanto troppo in fretta per essere apprezzate, è il tutto che scorre troppo veloce, lasciandosi dietro solo l'amaro sapore del vuoto, ma consumare la propria esistenza in un soffio è il prezzo da pagare per chi come me, nasce dal grembo del vento.
Mille e più ricordi in pochi secondi invadono gli occhi della mia mente come sguardi che frugano veloci tra i meandri della mia anima, come mani il cui calore si disperde istantaneamente, nel tempo di un fugace contatto.
Che strano fermarsi proprio adesso, quando tutto è oramai a portata di mano, quando ho imparato a conoscere le regole del gioco e già mi illudevo di poterle cambiare o addirittura plasmare a mio piacimento.
Solo un attimo in cui non ho neanche il tempo di capire e mi ritrovo in uno stato di innaturale immobilità, tutto si ferma di colpo, come congelato in un fermo immagine e comprendo che le mie braccia e la mia schiena finalmente troveranno il tanto sospirato riposo e non ci sarà più nessuna barriera di plastica ad impedire al mio sguardo di vedere la verità nascosta in tutto ciò che fino a questo momento mi è passato accanto velocemente ma che ora attende solo di essere vissuto, poiché adesso sono parte di tutte le cose.
Il vento che tanto ho amato accarezza dolcemente i miei capelli e l'unico rimpianto è quello di non poter volgere il mio viso verso le sue invisibili labbra, poiché il mio sguardo rimane fisso su questo asfalto grigio, così duro e denso da impedire alla vita di rinascere, ma non alla mia anima di volare.
Questa flashfic, travestita da monologo di Haruka, non doveva esistere, ma oggi non ho potuto far altro che prendere un foglio bianco e lasciare scorrere il mio dolore. Ciao Sic... Ti voglio bene.