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Autore: Moriar tea    23/10/2011    2 recensioni
Yu Kanda non sapeva –non doveva sapere– che lui lo stava osservando da lontano, ancora una volta. Se l’avesse saputo probabilmente Lavi avrebbe avuto vita breve; tra le cose che conosceva del compagno, c’era l’indubbia insofferenza verso chiunque disturbasse i suoi rituali.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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ossessione.


Yu Kanda non sapeva –non doveva sapere– che lui lo stava osservando da lontano, ancora una volta. Se l’avesse saputo probabilmente Lavi avrebbe avuto vita breve; tra le cose che conosceva del compagno, c’era l’indubbia insofferenza verso chiunque disturbasse i suoi rituali.

Tra i suddetti rituali c’erano i suoi preziosissimi allenamenti. Alle cinque del mattino se non prima, tutti i giorni trascorsi all’Ordine Oscuro, con qualsiasi condizione climatica, favorevole e non.
Yu, con tutta probabilità, pensava che nessuno ne fosse a conoscenza. Non voleva interferenze, per questo ogni mattina si svegliava prima dell’alba e si dirigeva silenziosamente in uno degli spiazzi nascosti dagli alberi, sul retro della Sede, accompagnato dalla sua fidata Mugen.
I capelli raccolti in un’alta coda, la canottiera nera a collo alto che gli fasciava il torso ben allenato, i raggi dell’inquietante tatuaggio scuro che, dal petto coperto, fuoriuscivano sulla spalla sinistra fino a raggiungere la scapola. Camminava in modo sicuro, aggraziato, i sensi vigili pronti ad avvertire qualunque rumore sospetto. Yu Kanda non si faceva mai cogliere di sorpresa.
Iniziava sempre a riscaldarsi con delle flessioni; ne faceva più di cento, prima di essere soddisfatto. Poi, senza un briciolo di fiatone o affaticamento, cominciava con gli addominali, bloccando le caviglie nella cavità di una radice per aiutarsi.
Solo dopo mezz’ora cominciava l’allenamento vero e proprio. Ed era questo il momento che l’attento spettatore preferiva: quando Yu estraeva dalla tasca posteriore dei pantaloni un lungo nastro nero, e se lo legava attorno agli occhi, appena sotto la frangia. Così bendato, estraeva dalla propria fodera la bellissima e letale katana, e simulava un aggraziato, perfetto, meraviglioso combattimento.
E.. Dio. Era così assorto, in quei momenti.
A quel punto il sole iniziava già a salire, e il buio della notte si diradava, per lasciare che la fioca e morbida luce cremisi dell’alba bagnasse delicatamente i rami degli alberi, e i fili d’erba, e le mura di quel castello nascosto agli occhi degli uomini. E, naturalmente, anche la sinuosa figura dell’Esorcista.
Yu era bellissimo, illuminato da quella luce. E in quegli istanti sembrava libero da qualsiasi preoccupazione, libero dalla maschera di spietato assassino di akuma che, nel corso del tempo, si era fatta sempre più severa, sempre più malinconica.
 
Ma mentre impugnava la sua fedele arma, e sferzava l’aria frizzante con la lama affilata, l’animo del ragazzo sembrava solo… in pace. Il viso chiaro si distendeva, le labbra sottili abbandonavano la solita smorfia tirata che preannunciava uno ‘
tsk’ insofferente, e rimanevano morbide e appena dischiuse, così attraenti che Lavi avrebbe desiderato baciarle.
Sembrava danzare, in quella lotta solitaria, accompagnato dalla musica del vento e delle foglie che cadono. Ogni movimento era armonioso ed equilibrato, ogni gesto era morbido, concentrato e mortale, delicato e.. perfetto.
Durava un’ora, forse, questa fatale danza, o almeno fino a quando esorcisti e finder non cominciavano a svegliarsi nelle loro stanze, pronti per una nuova giornata. Non aveva mai contato i minuti con esattezza, in realtà.
Lavi, ogni mattina, indugiava a guardarlo; e quando finalmente Kanda si fermava e si levava la benda dal viso, il ragazzo sbatteva più volte le palpebre e deglutiva, abbassando lo sguardo colpevole, l’occhio verde smeraldo leggermente umido di lacrime che ancora una volta non aveva fatto a meno di commuoversi.

Yu Kanda non aveva mai saputo che, la finestra della sua camera, dava sul piccolo spiazzo verde nel retro della Sede centrale dell’Ordine Oscuro.



















Ok, non lo so, è uscita così. Breve e indolore.
E’ da molto che ho questa immagine nella mente, e anche se pensavo che non avrei più avuto tempo e voglia di scrivere fanfiction, alla fine l'ho buttata giù. Chissà, magari aggiungerò anche dei capitoli.
Le mie fantasie su Lavi e Yu si basano esclusivamente su quando D.Gray Man era ancora un
manga, e non una caricatura. Quindunque, non fraintendetemi: li amo da impazzire come personaggi -più di qualsiasi altro, in realtà- ma solo decontestualizzati dalla storia attuale.
Nient'altro da aggiungere.~
macch


  
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