ossessione.
Yu
Kanda non sapeva –non doveva sapere–
che lui lo stava osservando da lontano, ancora una volta. Se l’avesse
saputo probabilmente Lavi avrebbe avuto vita breve; tra le cose che
conosceva del compagno, c’era l’indubbia insofferenza
verso chiunque disturbasse i suoi rituali.
Tra i suddetti
rituali c’erano i suoi preziosissimi allenamenti. Alle cinque
del mattino se non prima, tutti i giorni trascorsi all’Ordine
Oscuro, con qualsiasi condizione climatica, favorevole e non.
Yu,
con tutta probabilità, pensava che nessuno ne fosse a
conoscenza. Non voleva interferenze, per questo ogni mattina si
svegliava prima dell’alba e si dirigeva silenziosamente in uno
degli spiazzi nascosti dagli alberi, sul retro della Sede,
accompagnato dalla sua fidata Mugen.
I capelli raccolti in un’alta
coda, la canottiera nera a collo alto che gli fasciava il torso ben
allenato, i raggi dell’inquietante tatuaggio scuro che, dal
petto coperto, fuoriuscivano sulla spalla sinistra fino a raggiungere
la scapola. Camminava in modo sicuro, aggraziato, i sensi vigili
pronti ad avvertire qualunque rumore sospetto. Yu Kanda non si faceva
mai cogliere di sorpresa.
Iniziava sempre a riscaldarsi con delle
flessioni; ne faceva più di cento, prima di essere
soddisfatto. Poi, senza un briciolo di fiatone o affaticamento,
cominciava con gli addominali, bloccando le caviglie nella cavità
di una radice per aiutarsi.
Solo dopo mezz’ora cominciava
l’allenamento vero e proprio. Ed era questo il momento che
l’attento spettatore preferiva: quando Yu estraeva dalla tasca
posteriore dei pantaloni un lungo nastro nero, e se lo legava attorno
agli occhi, appena sotto la frangia. Così bendato, estraeva
dalla propria fodera la bellissima e letale katana, e simulava un
aggraziato, perfetto, meraviglioso combattimento.
E.. Dio. Era
così assorto, in quei momenti.
A quel punto il sole
iniziava già a salire, e il buio della notte si diradava, per
lasciare che la fioca e morbida luce cremisi dell’alba bagnasse
delicatamente i rami degli alberi, e i fili d’erba, e le mura
di quel castello nascosto agli occhi degli uomini. E, naturalmente,
anche la sinuosa figura dell’Esorcista.
Yu era bellissimo,
illuminato da quella luce. E in quegli istanti sembrava libero da
qualsiasi preoccupazione, libero dalla maschera di spietato assassino
di akuma che, nel corso del tempo, si era fatta sempre più
severa, sempre più malinconica.
Ma
mentre impugnava la sua fedele arma, e sferzava l’aria
frizzante con la lama affilata, l’animo del ragazzo sembrava
solo… in pace. Il viso chiaro si distendeva, le labbra sottili
abbandonavano la solita smorfia tirata che preannunciava uno ‘tsk’
insofferente, e rimanevano morbide e appena dischiuse, così
attraenti che Lavi avrebbe desiderato baciarle.
Sembrava danzare,
in quella lotta solitaria, accompagnato dalla musica del vento e
delle foglie che cadono. Ogni movimento era armonioso ed equilibrato,
ogni gesto era morbido, concentrato e mortale, delicato e..
perfetto.
Durava un’ora, forse, questa fatale danza, o
almeno fino a quando esorcisti e finder non cominciavano a svegliarsi
nelle loro stanze, pronti per una nuova giornata. Non aveva mai
contato i minuti con esattezza, in realtà.
Lavi, ogni
mattina, indugiava a guardarlo; e quando finalmente Kanda si fermava
e si levava la benda dal viso, il ragazzo sbatteva più volte
le palpebre e deglutiva, abbassando lo sguardo colpevole, l’occhio
verde smeraldo leggermente umido di lacrime che ancora una volta non
aveva fatto a meno di commuoversi.
Yu Kanda non aveva mai
saputo che, la finestra della sua camera, dava sul piccolo spiazzo
verde nel retro della Sede centrale dell’Ordine Oscuro.
Ok, non lo so, è uscita così. Breve e indolore.
E’ da molto che ho questa immagine nella mente, e anche se pensavo che non avrei più avuto tempo e voglia di scrivere fanfiction, alla fine l'ho buttata giù. Chissà, magari aggiungerò anche dei capitoli.
Le mie fantasie su Lavi e Yu si basano esclusivamente su quando D.Gray Man era ancora un manga, e non una caricatura. Quindunque, non fraintendetemi: li amo da impazzire come personaggi -più di qualsiasi altro, in realtà- ma solo decontestualizzati dalla storia attuale.
Nient'altro da aggiungere.~
macch