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Autore: EverybodyHurts    23/10/2011    4 recensioni
-Nina mi fissò con i suoi occhi da cerbiatta e sorrise. Le diedi un dolce bacio sulle labbra e lei mi accarezzò dolcemente la guancia. Erano quei piccoli gesti che mi davano calore, energia. Era lei la mia musa.
-Mi persi nel meraviglioso colore dei suoi occhi, accarezzai dolcemente la sua mascella pronunciata e ricambiai il suo bacio. Un bacio così pieno d'amore, così perfetto che nessuno mi aveva mai dato.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccomi qui con una nuovissima storia! (:
Questa volta ho deciso di dedicarmi ad una fanfiction su Ian Somerhalder e Nina Dobrev perché mi piacciono moltissimo insieme. Ho deciso di scrivere ogni capitolo dal punto di vista di entrambi. In questo modo, chi vorrà potrà seguire l'intera storia narrata da Nina, altrimenti potrà seguirla dal punto di vista di Ian. Oppure (per i lettori più accaniti xD) potrete leggerla in entrambi i punti di vista per capire meglio cosa pensano i nostri due protagonisti. Non voglio annoiarvi ancora, vi lascio alla lettura del capitolo! Mi raccomando, lasciatemi un piccolo commentino. Fa molto piacere leggere i pareri altrui sulle proprie storie. (:
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POV NINA.
 
Quando arrivò la fatidica telefonata, stavo in un bar nel centro con Oscar. Sinceramente non pensavo di avercela fatta, ero piuttosto emozionata al provino e, a volte, l’emozione gioca brutti scherzi. Se fossi stata scelta, avrei passato molto tempo sul set. Questo era senza dubbio il mio più grande progetto. Avrei dovuto interpretare Elena Gilbert e Katherine Pierce, protagoniste della serie di romanzi “Il diario del vampiro” di Lisa Jane Smith. Non si trattava di un film, si trattava di stagioni, composte da circa venti episodi ciascuna. L’idea mi aveva attirata da subito, mi sarebbe piaciuto molto interpretare Elena, la ragazza contesa dai due fratelli Salvatore. Avevo cominciato a leggere quei romanzi un paio di mesi prima del provino e non potevo immaginare che vi avrei preso parte. E invece, volli partecipare. Volevo sperimentare nuovi ruoli, volevo fare ciò che amavo: recitare. Al provino, c’erano centinaia di ragazze che si esercitavano nelle battute che bisognava ripetere davanti ai “giudici”, forse più brave di me. E invece scelsero me.
Squillò il telefono proprio mentre io e Oscar stavamo discutendo davanti ad una cioccolata calda e qualche biscottino. Oscar era il mio ragazzo ma era troppo, troppo geloso e possessivo. Mi privava della mia libertà, mi sentivo soffocata al suo fianco. Quella volta, la causa della discussione era una mia uscita con degli amici del liceo, una rimpatriata. Quello che accadde dopo la telefonata, fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Risposi senza sapere chi mi avesse telefonato: non avevo registrato nessun nome in rubrica con quel numero.
<< Pronto? >> dissi spostando gli occhi da Oscar. Mi fissava con aria indagatrice, voleva sapere chi osava disturbarmi mentre ero con lui, evidentemente.
<< Signorina Dobreva? >> chiese una voce chiara e limpida dall’altro capo del telefono.
<< Sì, sono io. Chi parla? >> chiesi inarcando le sopracciglia. Doveva essere qualcuno di importante, nessuno ormai mi chiamava “Nina Kostantinova Dobreva”. Per tutti ero “Nina Dobrev” e basta. In quel momento poi non stavo affatto pensando al provino.
<< Volevo solamente dirle che il provino è andato bene. Entrambi i ruoli sono suoi. Domani sera è stato organizzato un incontro del cast. A breve le invieremo per e-mail l’indirizzo e l’orario. >>
Dimenticai lo sguardo indagatore di Oscar, concentrandomi a fondo sulle parole che mi erano appena state dette. Gli occhi mi si riempirono di lacrime. Ero fiera di me stessa: ce l’avevo fatta. I ruoli erano miei. Non riuscivo ad aprire bocca, sorridevo e basta.
<< Bè? >> fece Oscar ma io lo ignorai.
<< Ci.. sarò. >> dissi balbettando felice.
Nel momento in cui attaccai, cominciò il terzo grado.
<< Chi era? Dove credi di andare? E con chi? >>
Distolsi lo sguardo dal cellulare e guardai Oscar dritto negli occhi. In un certo senso speravo di poter salvare quello che restava della nostra relazione, perciò decisi di condividere la mia gioia con lui. Sicuramente, pensavo, sarebbe stato entusiasta della notizia. Avremmo trovato il modo di smetterla con tutte quelle discussioni, gli avrei detto che anche io avevo bisogno dei miei spazi e lui avrebbe capito.
<< Sono stata presa, Oscar.. >> dissi asciugandomi una piccola lacrima sul mio viso con la mia sciarpa rosa.
<< Presa dove? >> chiese lui incrociando le braccia circospetto.
<< Ti ricordi quel provino? Te ne avevo parlato e.. sono stata scelta! Mi hanno scelta! >> esclamai agitando le braccia, ancora incredula.
Lui mi fissò. Neanche l’ombra di un sorriso.
<< Tu non ci andrai. >> disse con voce dura.
Il mio sorriso si spense. Inarcai le sopracciglia e lo fissai.
<< Che cosa hai detto? >>
<< Hai capito bene: tu non ci andrai. Non te lo permetto, Nina. >> disse con voce ancora più dura. Lo squadrai. Aveva davvero intenzione di comandarmi a bacchetta? Sapevo fare le mie decisioni e le mie scelte, non avevo bisogno di qualcuno che mi comandasse.
<< Cosa significa che non me lo permetti? Senti Oscar, non so come ti sei comportato con le tue ex, ma non ho intenzione di essere la tua schiava. >> sbottai.
<< Pensi davvero che ti lasci baciare tranquillamente altre persone? >> chiese spalancando gli occhi.
Evidentemente non aveva chiaro il concetto di “attrice”.
<< E’ un telefilm, Oscar. Un attrice deve fare ciò che gli viene chiesto! >> esclamai.
<< E allora trovati un altro mestiere, questo non fa per te. >> disse tranquillamente posando il cucchiaio della cioccolata calda sul piattino e finendo l’ultimo biscotto rimasto.
Ero a dir poco inorridita dalla sua calma. Mi alzai di scatto dalla sedia, presi la mia borsa dal tavolo e feci per andarmene.
<< Dove credi di andare? >> chiese. I suoi occhi verdi spalancati in quel modo mi fecero rabbrividire.
<< Me ne vado. Io ho intenzione di recitare, non m’interessa ciò che dici tu. >> affermai voltandomi.
<< Stai facendo una scelta, Nina. O me o quel dannato telefilm. >>
Chiusi gli occhi.
<< Mi dispiace, ma ho già scelto. >> dissi senza voltarmi. Mi diressi verso la porta ed uscii.
Non poteva permettersi di dirmi cosa fare e cosa non fare, non ero sua. Appartenevo solo a me stessa.
Tornai a casa e la prima cosa che feci fu accendere il mio pc per accedere alla mia e-mail. Puntualissima, l’e-mail con l’indirizzo e l’orario allegato era arrivata. Ristorante “La dolce vita” alle 20.30. Nell’e-mail, inoltre, c’erano anche i nomi di quelli che sarebbero diventati i miei colleghi. I miei occhi si concentrarono soprattutto su due nomi: Paul Thomas Wasilewski e Ian Joseph Somerhalder, i due ragazzi che avrebbero interpretato rispettivamente Stefan e Damon Salvatore. Non vedevo l’ora di incontrare il resto del cast sebbene fossi un po’ agitata.
Quella sera decisi di uscire con le mie migliori amiche Ashley e Kris per dare loro la bella notizia. Ci fermammo su una panchina al parco e cominciammo a chiacchierare.
<< Io e Oscar ci siamo lasciati. >> dichiarai.
Ashley e Kris si voltarono subito verso di me, fissandomi.
<< Cos’è successo? >> chiese Kris.
<< Non lo sopporto più, vuole avere l’esclusiva sulla mia vita. Oggi gli ho detto che mi hanno presa per il provino credendo che lui sarebbe stato felice per me e invece mi ha detto che devo cambiare mestiere perché non devo baciare gli altri ragazzi sul set.. >>
<< Hai fatto bene a lasciarlo. Non può comandarti, non sei di sua proprietà. >> disse Ashley.
Kris non parlava, restava ferma immobile a fissarmi. Siccome era una ragazza precisa e molto attenta all’abbigliamento, pensai di non aver coordinato bene il colore delle mie scarpe alla borsa. Cosa potevo aspettarmi da lei?
<< Sei.. stata.. presa? >> chiese con le lacrime agli occhi.
Io e Ashley scoppiammo a ridere. << Proprio così. >> dissi io.
<< Sei il mio mito Nina! >> urlò Kris facendo voltare una coppia di anziani signori.
<< E anche il mio! Siamo così fiere di te. >> esclamò Ashley a sua volta.
Sorrisi felice di condividere con loro la mia gioia.
<< Per quanto riguarda Oscar.. ha ragione Ashley. Non sei di sua proprietà. >> disse infine Kris. Annuii.
<< Già conosci qualche tuo futuro compagno di set? >> chiese Ashley.
<< mmm.. nell’e-mail c’erano due nomi. Uno non me lo ricordo, l’altro era qualcosa tipo “Ian Smulderer”.. >>
Kris e Ashley mi guardarono. << Cosa? Ian Somerhalder? QUEL Ian Somerhalder? Dici sul serio? >>
<< Un momento, come fate a conoscerlo? >> chiesi sorridendo.
<< Abbiamo visto un suo film qualche tempo fa.. Poi DEVI presentarcelo. >> disse Kris.
Io scoppiai a ridere.
Appena tornai a casa, mi misi subito a dormire. L’indomani mi svegliai decisamente agitata, corsi in cucina, bevvi un sorso di latte direttamente dal cartone e mangiai un croissant. Poi mi sedetti sul divano per prepararmi psicologicamente alla cena.
Qualche ora dopo mi ritrovai davanti all’armadio, senza sapere cosa indossare. Alla fine scelsi un paio di pantaloni neri attillati, una maglietta lunga bianca e un maglioncino grigio sopra. Scelsi un paio di tacchi non molto alti, mi pettinai ed ero pronta. Uscii di casa di corsa, ero in ritardo. Tra un vestito e l’altro non mi ero resa conta del passare del tempo. Arrivata davanti alla porta del ristorante, esitai per un istante. Poi scossi il capo e tirai un sospiro d’incoraggiamento. Aprii la porta e finalmente entrai. Il ristorante era già pieno. Come avrei fatto a trovarli? Poi un cameriere mi raggiunse.
<< Signorina Dobreva? >> chiese gentilmente.
<< Sì. >>
<< La stanno aspettando nella sala privata in fondo al corridoio. >>
Ringraziai e mi diressi di corsa verso la stanza. Stavo per fare una figura decisamente pessima: il primo incontro del cast ed io ero già in ritardo. Mi feci coraggio ed entrai.
Il tavolo era molto lungo e c’era un solo posto libero. Dedussi che l’ultima arrivata ero proprio io. Alcuni avevano già socializzato, altri, i più timidi, se ne stavano per conto loro e si guardavano intorno agitati.
Non sapendo cosa dire, balbettai un: << Buonasera. >>
<< Buonasera! >> dissero gli altri in coro.
Mi sedetti al mio posto. Ero capitata vicino ad un ragazzo dagli occhi di un colore meraviglioso: erano azzurri come il cielo. Gli sorrisi timidamente.
Alla mia sinistra c’era un altro ragazzo con i capelli non molto scuri.
<< Piacere, io sono Ian. >> disse il ragazzo alla mia sinistra, quello dagli occhi meravigliosi.
Nello stesso identico momento, il ragazzo alla mia destra disse: << Piacere, io sono Paul. >>
Scoppiai a ridere.
<< Tu devi essere Nina Kostantinova.. >> disse Ian.
<< Nina, basta! >> conclusi sorridendo.
Lui mi sorrise guardandomi negli occhi e finalmente capii per quale motivo Kris e Ashley erano così eccitate dopo aver pronunciato il suo nome.
Una voce squillante giunse dall’altra parte del tavolo.
<< Hey Nina! Io sono Candice ed interpreterò Caroline, lui è Michael, lei è Kat.. >> disse aggiungendo una lunga lista di nomi accompagnati dal rispettivo nome.
Salutai tutti con la mano sorridendo. Mi sentivo già a mio agio.
Quando arrivò il momento dei saluti, Paul mi disse: << Allora a domani. >>
<< Domani? S’inizia di già? >> chiesi.
<< Esatto, domani si comincia! >> affermò sorridendo.
Salutai tutti gli altri eccetto Ian.. non riuscii a trovarlo. Forse se n’era già andato..
Quando andai a dormire, sperai con tutta me stessa che il momento del primo “ciak!” arrivasse presto.
 
 
POV IAN.
 
Quel pomeriggio mi trovavo in un pub con un branco di pazzi, i miei amici. Stavamo passando un noiosissimo pomeriggio tra birre e carte. Linsday, la mia ragazza, era fuori a fare shopping e non avevo alcuna intenzione di accompagnarla. “Accompagnarla” a fare shopping significava entrare in ogni singolo negozio della città, senza alcuna eccezione. Per questo preferivo di gran lunga passare un pomeriggio con i miei amici, seppure in pub con musica d’altri tempi ed una birra in mano.
<< Scopa! >> urlò John facendo cadere a terra gran parte della birra di Zac.
<< Coglione, non gasarti troppo che stai perdendo. >> disse Zac prendendo la birra di John.
<< Stai perdendo anche tu! >> esclamò Robert già completamente ubriaco.
<< In realtà, nessuno qui dovrebbe gasarsi. Sappiamo tutti chi è il campione di scopa qui. E anche il settebello è mio! >> esclamai.
<< Non sentirti figo solo perché fai l’attore eh.. Per me neanche ti prendono per quel telefilm. >> disse Zac squadrandomi.
Io inarcai le sopracciglia.
<< Non portarmi sfiga, idiota. >> dissi ridendo. Un po’ di tempo prima avevo fatto un provino per un telefilm. Se mi avessero preso, avrei interpretato “Damon Salvatore”, uno dei protagonisti di una serie di romanzi.
<< Ahahahaahhahahahha! Oddio quant’è bella la Luna.. c’è tanta erba quassù! >> disse Robert muovendosi in un modo strano.
<< Certo, come tutta quella che ti fumi tu! >> esclamò John.
Io risi strozzandomi con la birra e questo provocò le risate di tutti gli altri.
<< Secondo me davvero non ti prendono.. tu? Un vampiro? Ahahahha! >> scoppiò a ridere Zac.
<< Cosa c’è di strano? Non sei vittima anche tu del mio fascino? >> dissi sorseggiando allegramente la mia birra.
<< Certo, credici amico. >>
<< So che mi ami, non devi tenerlo nascosto.. Linsday saprà capire! >> urlai facendo voltare la ragazza del bancone che mi fissò allibita.
<< Bello, stai fuori come un balcone. Se continui con quella birra finirai peggio del povero Robert che, poverino, crolla al primo bicchiere. >>
<< Hey lasciatemi in pace, in fondo sono il re dell’Universo.. >> disse Robert.
<< Sì, credici! >> esclamò John dandogli una forte pacca sulla schiena.
All’improvviso il mio cellulare squillò. E’ Linsday che ha finito i soldi, pensai. Guardai il display: non era Linsday.
Risposi. << Pronto? >>
<< Somerhalder? >>
<< Sì, chi è? >> chiesi muovendo le braccia invitando i miei amici a fare silenzio.
<< Volevo solamente dirle che il provino è andato bene. Il ruolo è suo. Domani sera è stato organizzato un incontro del cast. A breve le invieremo per e-mail l’indirizzo e l’orario. >>
<< Va bene, la ringrazio. >> dissi e attaccai. Ce l’avevo fatta.
<< Mi dispiace per te Zac, ma sono stato scelto! >> dissi ridendo.
John, Zac e Robert mi guardarono, increduli.
<< Som ce l’ha fatta! >> urlò John.
<< Sei un grande! >> esclamò Zac.
Robert mi fissò annuendo. Pensavo che avesse recuperato un briciolo di lucidità ma.. mi sbagliavo.
<< Complimenti, quella capra in testa ti sta davvero bene. >>
<< Un brindisi a Ian Somerhalder che a breve diventerà il vampiro più figo della storia! >> urlò John con un bicchiere stracolmo in mano.
Riempii il mio e quello di Zac e insieme brindammo. Il povero Robert si era addormentato poco dopo.
La porta del pub si spalancò ed entrò Linsday con minimo trenta buste. Mi venne incontro con i suoi occhi felici “post-shopping”.
<< Amore, non puoi immaginare neanche cos’ho comprato! >> esclamò indicandomi le buste.
<< Già.. non posso proprio immaginarlo. >> dissi mettendomi le mani nei capelli. Quanti soldi era in grado di spendere in così poco tempo?
Linsday si avvicinò e mi baciò. Ricambiai il bacio dolcemente, portando le mie mani sui suoi fianchi. Per farlo, ci misi cinque minuti buoni: dovevo farmi spazio tra le buste.
Bruscamente si allontanò. << Ian Joseph Somerhalder, ti ho già detto che non devi bere. Puzzi di birra. E non devi venire in questo posto. E devi farti la barba, altrimenti mi pungi con quei dannati aculei. >>
<< Ma.. >> cominciai.
<< Niente ma! Ora andiamo subito a casa tua e ti fai una doccia. >> disse prendendomi per la t-shirt costringendomi a seguirla. Mi voltai verso i miei amici che scossero il capo. A volte, quella ragazza era davvero insopportabile.
<< Hey Lins, mi hanno preso per quel ruolo! >> esclamai.
Lei fece spallucce.
<< Per il momento è più importante la doccia! >> disse lei scuotendo la sua massa di capelli ricci e biondi. Io la fissai allibito e non dissi nulla. Neanche un “complimenti”? Neanche un misero sorriso?
Una volta arrivati a casa, entrai nella doccia senza dirle niente.
<< Chi è questa tizia che ti manda e-mail? >> chiese dall’altra stanza.
<< Ti ho già detto che non devi entrare con il mio account. >> urlai.
<< Non c’è bisogno di urlare, ci sento benissimo. Chi è? >>
<< Non lo so. Che c’è scritto? >>
<< Domani sera al ristorante “La dolce vita” alle 20.30 con Nina Kostantin… CHI E’ QUESTA NINA? >> urlò lei.
Uscii dalla doccia, mi infilai l’accappatoio e raggiunsi Lins.
<< Prima ti ho detto che sono stato scelto per il ruolo di cui ti avevo parlato. Domani sera c’è l’incontro con il resto del cast! >> sbottai.
<< Va bene, ma non arrabbiarti ora. >> disse alzandosi dalla mia sedia e avvicinandosi a me.
<< Sai, sei così sexy.. >> disse aprendomi leggermente l’accappatoio.
Scansai la sua mano bruscamente.
<< Senti Linsday, penso che ora tu dovresti andartene. >>
<< Mi stai cacciando? >> chiese avvicinandosi ancora alle mie labbra.
<< Proprio così. >> conclusi riallacciandomi l’accappatoio.
Lei, offesa, si voltò e uscì di casa. Le avevo detto mille volte che non doveva permettersi di aprire la mia casella elettronica. Corsi a cambiare la mia password. Non avevo nulla da nascondere ma il semplice fatto che lei controllasse ogni mia mossa mi dava sui nervi.
Mi misi il pigiama e la sera restai a casa a guardare una partita.
Il giorno dopo realizzai di essermi addormentato sul divano. Era già 12.00. Di raro ero così dormiglione. Pranzai con un panino al volo ed una lattina di coca-cola. Andai a fare una passeggiata nel parco, amavo perdermi tra la natura. Mi ero completamente dimenticato dell’appuntamento di quella sera così, quando l’orologio della chiesa vicino alla piazza segnava le 20.00, corsi all’impazzata verso il mio appartamento. Scelsi un paio di jeans scuri, una t-shirt nera e un paio di scarponi. Spruzzai un po’ di profumo, diedi una veloce pettinata ai miei capelli ribelli ed uscii. Fortunatamente, il ristorante scelto non era molto distante dalla mia casa. Entrai ed un cameriere molto giovane mi venne incontro.
<< Lei dev’essere il signor Somerhalder.. >>
<< Sì, sono proprio io. >>
<< La stanno aspettando nella sala in fondo al corridoio. >>
<< Grazie mille. >> dissi io.
Ero in ritardo? Impossibile, erano appena le 20.31. Infatti, quando entrai, la maggior parte dei posti era vuota. Mi sedetti vicino ad un ragazzo che subito si presentò.
<< Piacere, io sono Michael.. >> disse porgendomi la mano.
<< Piacere mio, sono Ian! >> dissi stringendogli la mano.
A poco a poco la stanza cominciò a riempirsi. Tutti erano davvero gentili e cordiali, si presentarono con un ampio sorriso stampato in volto.
Erano le 20.45 e mancava solamente una ragazza.. la ragazza che avrebbe interpretato Elena e Katherine. L’unico posto disponibile era quello tra me e Paul.
All’improvviso la porta si spalancò. Vidi una ragazza davvero carina. Aveva i capelli marroni e gli occhi dello stesso colore.
<< Buonasera. >> disse balbettando.
<< Buonasera! >> rispondemmo in coro.
Raggiunse il suo posto ed io, come per farle coraggio le sorrisi e lei ricambiò.
<< Piacere, io sono Ian. >> iniziai.
Nello stesso identico momento, Paul disse: << Piacere, io sono Paul. >>
Scoppiammo a ridere tutti e tre. Io e Paul avevamo un tempismo a dir poco perfetto.
<< Tu devi essere Nina Kostantinova.. >> dissi io, sperando di aver detto il suo nome correttamente. Lei mi guardò sorridendo.
<< Nina, basta! >>
Fissai per qualche secondo i suoi bellissimi occhi a cerbiatto e sorrisi.
Intanto gli altri si presentavano alla nuova arrivata.
La cena passò piuttosto in fretta e già avevo cominciato ad ambientarmi. Non che per me fosse un problema, ero sempre molto aperto e socievole.
Poi però, al momento dei saluti, accadde qualcosa di spiacevole: squillò il telefono. Zac.
<< Ian, mi dispiace rovinarti la tua serata ma.. >>
<< E’ successo qualcosa? >> chiesi preoccupato.
<< Sono uscito un attimo per comprare le sigarette e ho incontrato Linsday.. non era sola. >>
<< Con chi era? >> chiesi.
<< Con un ragazzo e.. si baciavano. Mi sembrava giusto avvisarti. >>
<< Hai fatto bene Zac.. grazie. >>
<< Figurati.. scusa. >>
<< Non devi scusarti. Buonanotte. >> dissi e attaccai.
Lasciai il ristorante senza dire niente a nessuno, senza salutare. Non era un gran gesto ma, sinceramente, l’ultima cosa di cui avevo voglia era parlare con qualcuno. 
   
 
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