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Vagabondando in cerca di qualcosa,
che hai perso, che hai lasciato indietro
in una selva bagnata di luna?
Vagabondando in cerca di qualcosa,
ti chiedesti che avresti trovato sulla tua strada?
Davanti a te c'è tuo fratello.




Il respiro affannoso, la gola chiusa...
La vista annebbiata...
Un dolore perpetuo e mille fitte... e il cuore che sembra scoppiare...
E le gambe tremanti cedono.
Ma non i passi dietro di lui.
Chiude gli occhi. Un'improvvisa luce bianca gli trapassa le palpebre.
E più nulla.


Sentendo quell'orrido odore arrivare correndo, quasi senza pensare, aveva alzato graziosamente il braccio, poi aveva steso la mano ed aveva colpito.
S'avvicinò. Ovviamente di quell'Oni non era rimasto granchè.
In compenso, nascosto ai suoi sensi dal puzzo della bestia, svenuta accanto ad un albero c'era una figura nera e rossa. E mentre l'altro odore scemava, ebbe la certezza che i suoi occhi non lo stavano ingannando.

Rimase stupito dagli scerzi del destino. Prima quel ricordo, ora lui.
Verrà un giorno, Sesshoumaru, in cui dovrai scegliere tra il tuo cuore e queste tue convinzioni...
Be', ora lui era lì. Svenuto, ferito e... umano...
Aveva in mano la sua vita.
Si prese del tempo per pensare, allontanandosi di un passo dal corpicino che perdeva molto sangue.
Verrà quel giorno, e che sceglierai? L'amarezza nella voce di suo padre che sapeva cosa avrebbe risposto.
Così era stato zitto.
Assottigliò gli occhi.
Suo padre sapeva che l'avrebbe lasciato lì a morire. Ne era più che sicuro.
-Bene.-
Si chinò sul bambino e lo prese prudentemente tra le braccia.




Una selva bagnata di luna.
Una settimana ed ancora non si era ripreso.
Le ferite meno gravi si erano rimarginate poco dopo l'alba del giorno successivo, quando il sangue demoniaco aveva ripreso il suo posto nelle sue vene, e anche le maggiori, pulite e medicate con cura, si erano richiuse relativamente in poco tempo.
Ma ancora dopo una settimana non si era svegliato.
Aveva ripreso conoscenza solo una volta, senza dimostrare di riconoscerlo.
Aveva aperto a metà gli occhioni ambrati ed aveva sospirato.
Sesshoumaru ne aveva approfittato per fargli bere del succo, ma dopo pochi mituti era ricaduto in quello stesso stato in cui ora si trovava.
Cioè raggomitolato sul suo grembo a uggiolare e tremare per la febbre che Sesshoumaru non riusciva a capire da cosa fosse causata.
In più l'odore di sangue umano rimasto impresso sul kariginu nonostante fosse stato lavato, attirava continuamente Oni e demoni minori, che trascuravano la possibilita che lui non fosse lì per lo stesso loro motivo.
Una scocciatura.
Più volte aveva pensato di lasciarlo al suo destino, ma la sua cocciutaggine, la stessa che l'aveva spinto a raccogliarlo, lo aveva costretto a rimanere.
I suoi uggiolii erano così fastidiosi!
Lo prese delicatamente tra le braccia.
Erano passati... setto od otto anni dall'ultima volta che l'aveva visto, in fasce stretto da sua madre... e gli sembrava piccolo come allora.
Piccolo, indifeso e così... così...
Sesshoumaru si inalberò, scossò dai propri sentimenti.
lo strinse al petto e sentì la sua fronte calda sul collo ed il tremolio delle sue orecchiette pelose. -Sei peggio di una pulce, InuYasha.-
Sussurrò quasi dolcemente e per calmarlo appoggiò una mano sulla sua testa e iniziò a grattarlo delicatamente tra le orecchie.
Lui smise quasi immediatamente di uggiolare e dopo poco si mise a ronfare sommessamente come un gattino.
Sesshoumaru socchiuse gli occhi, godendosi quel rumore così dolce che sembrava tanto un ringraziamento per le sue coccole.




Camminò fino a trovare un luogo dove gli alberi erano più radi.
Si sedette al cento e appoggiò il bambino sulle sue gambe incrociate, con la testa sulla sua coda.
La mezza luna inargentava l'erba e i tronchi, infondeva energia nel suo corpo.
Chissà se era lo stesso anche per il piccolo, nonostante fosse solo un misero mezzodemone...
La guancia sudata gli parve troppo pallida, ma il respiro era regolare ed aveva smesso di lamentarsi nel sonno.
Attese che la luna tramontasse.


Mancava poco all'alba.
InuYasha non aveva più la febbre, la luna aveva fatto il suo dovere.
Probabilmente si sarebbe presto svegliato.
Si chiese dov'era meglio lasciarlo. La grotta dietro la cascata era più sicura, ma troppo umida. meglio qui.
Lo appoggiò sul muschio morbido tra le radici di un albero.
Il piccolo si raggomitolò, rabbrividendo.
Tornò al centro del cerchio d'alberi e lentamente iniziò a sollevarsi. L'aria attorno a lui lo circondò e rinchiuse in un lento vortice il suo odore. Le punte dei suoi piedi lasciarono ultime il terreno e in pochi secondi si trovò del tutto sopra le cime degli alberi.
Lanciò un'ultima occhiata al fagottino rosso che aveva lasciato giù. Dormiva tranquillo.

Stava per andarsene quando sentì avvicinarsi uno sgradevole odore.
S'infastidì. La stupidità di certi esseri...
Aspettò che fosse esattamente sotto di se e gli piombò addosso, atterrandolo.
-Pri..Principe Sesshoumaru... non pensavo che lo voleste per voi...-
Lo prese per la folta capigliatura rossa, tenendogli un piede sulla schiena.
-Non prendermi in giro, Oni di infima categoria. Voi e gli altri clan della zona mi assillate da una settimana. Quella pulce è sotto la mia protezione. Chiaro?-
-Chiaro!-
-Bene. Avvisa tutti gli altri di questo e che se soltanto oseranno sfiorarlo per fargli del male...-
Gli tirò indietro la testa fino a fargli schioccare il collo.
-Ah! Sì! Ho capito!-
-Bene.-
Sesshoumaru lo lasciò e tornò a librarsi in volo.
-Ricordatelo!- gli sibilò, prima di scomparire.