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Autore: Perusgree    24/10/2011    2 recensioni
Girare un video con le biciclette non era poi una grande idea con quell’inverno polare. Però l’idea gli era venuta come un lampo, e se non l’avesse messa in pratica sarebbe imploso. O sarebbe esploso Shannon, a seconda.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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.1.

Si mangiava le unghie mentre osservava il tecnico montare le luci. Shannon picchiava con le bacchette sul tavolino di plastica dov’erano ammassati bicchierini di carta e resti di croissant smangiucchiati. Tomo osservava le nuvole, come sempre.
Lui era nervoso. Ci metteva troppo tempo quel tecnico. Era nuovo, non lo aveva mai visto in vita sua e probabilmente sostituiva qualcuno di più efficiente che aveva avuto un attacco di bronchite, o mal di stomaco o stipsi. Durante i lavori per i video quella era una cosa normale: il suo nervosismo contagiava tutti.
“Allora, ci vuole ancora molto?” sbuffò stringendosi il cappotto addosso. Girare un video con le biciclette non era poi una grande idea con quell’inverno polare. Però l’idea gli era venuta come un lampo, e se non l’avesse messa in pratica sarebbe imploso. O sarebbe esploso Shannon, a seconda.
Il ragazzo sudava e nonostante il freddo era rimasto a maniche corte. La maglietta aderente faceva risaltare i muscoli delle spalle, rimarcando la loro linea precisa, forse frutto di ore ed ore di palestra. Se avesse passato le stesse ore a montare lampadine adesso staremmo già provando- pensò Jared sbuffando.
“Io.. io.. Cazzo!” bisbigliò il ragazzo, passandosi una mano tra i capelli e lasciando cadere a terra il faretto. Jared gli scoccò un’occhiata di fuoco.
“Ehm.. Cristo, scusami Jay. Ne dovremmo avere altri nel camper, li vado a prendere.” Continuò con un sorriso talmente finto che Jared pensò che probabilmente la dentiera di sua nonna fosse più reale.
“Lascia stare …ehm, com’è che ti chiami?” chiese guardandolo mentre scendeva dalla scaletta.
“Eh? Ah. Colin. Mi chiamo Colin” disse balbettando e recuperando la giacca poggiata su uno scalino. La infilò rapido e l’abbottonò fin sotto il collo. Da una tasca tirò fuori delle muffole ed infilò anche quelle. E poi una sciarpa rossa.
“Colin. Colin Poppins.” Pensò Jared e gli scappò una risatina. Colin gli scoccò un’occhiata obliqua come per dire: ho freddo, smettila di fissarmi e vai a quel paese tu ed il tuo dannato video con le biciclette. E forse era ciò che realmente pensava.
“Allora io vado, eh.” Disse infine, dirigendosi verso il camper veloce come se stesse scappando da Lucifer.
“Vai, vai. E fai con calma!” gli disse Jared da dietro, dirigendosi verso il tavolino attorno al quale erano placidamente distesi come divinità greche suo fratello, Tomo ed Emma, che doveva essere appena arrivata e già aveva preso a sfogliare i suoi soliti foglietti pieni di appunti.
“Chi mi sa dire chi è quel dannato biondino che ha rotto il faretto?” disse gettandosi su una sedia ed afferrando il thermos ed un bicchiere.
Shannon lo guardò di traverso, continuando a picchiare con le bacchette sul tavolo, ma non gli rispose. Tomo non si degnò neanche di distogliere lo sguardo dal cielo. Emma continuò a far frusciare i fogli, come una contabile disperata.
“Jared, telefono, QUALCUNO-CHE-GLI-RISPONDA!” disse ad alta voce facendo sobbalzare Tomo, che apparve piuttosto infastidito di quell’interruzione. Emma si limitò a sbuffare a posare i fogli con delicatezza materna sul tavolino, tenendoli ben lontani dai bicchieri, dal thermos e dai residui di croissant. E ci mise sopra il cellulare, temendo che una folata di vento potesse far volare quel suo tesoro cartaceo.
“Si chiama Colin Farrell.” Disse infine sbuffando e passandosi una mano a rastrello tra i capelli.
Jared la guardò, sperando che le informazioni a riguardo di quell’inetto non riguardassero solo la sua gens.
Emma lo capì. “Sostituisce..” sbirciatina ai fogli; sospiro; dita tra i capelli, “Bart.”
“E, di grazia, vorreste dirmi cosa ha costretto il grande, perfetto, puro Bart ad assentarsi in favore di quel deficiente che non sa nemmeno montare le luci di Natale?” Shannon ridacchiò, ma continuò imperterrito a battere le bacchette.
Sospiro; sbirciatina ai fogli; mano sul telefono, Emma rispose: “Esaurimento nervoso.” Sentenziò infine, con una serietà quasi comica. Quasi.
Jared la guardò, per nulla rallegrato dalla battuta. Sempre considerando che quella fosse davvero una battuta.
“Scherzo” riprese Emma subito dopo, come a scusarsi di quelle spiritosaggine inefficiente “Ha la febbre. Colpa di questo tempo del diavolo, immagino.”
Jared si prese la testa tra le mani. Quando Bart si ammalava non era mai roba di una settimana: mai visto un tipo ipocondriaco come lui. Avrebbe dovuto sopportare quel biondino tutto muscoli e niente cervello ( e forse anche niente cervelletto) per più di un mese. Forse l’intera durata del video. Una disgrazia peggiore non avrebbe potuto capitargli.
Shannon attaccò con le bacchette, facendole sbattere violentemente contro il bordo. Canticchiava una canzone a mezza voce. Tomo batteva un piede tenendo il ritmo ed Emma restava impassibile, probabilmente assorta nel problema di cosa avrebbe cucinato il giorno dopo ed il giorno dopo ancora e quello dopo ancora e ancora ed ancora. Che dire, lungimirante la ragazza.
“Mi dite che razza di canzone state strimpellando?” mugugnò Jared con la faccia premuta nei palmi, tentando di isolarsi da quel ritmo incessante che gli era penetrato nelle sinapsi e ci si era comodamente incastrato.
“E’ un pezzo di Antoine.” Disse Shannon, forte dell’approvazione di Tomo che aveva annuito con decisione a quell’affermazione come se avesse detto la cosa più intelligente del mondo.
“Di Antooooine?! Perché piuttosto non ripeti il tuo pezzo nella canzone?” disse Jared staccando la testa dalle mani con tanta forza che cominciò a girargli come una trottola impazzita.
“Non lo ripeto perché lo so già a memoria, fratellino caro” sibilò, anche questa volta appoggiato da un cenno di Tomo. Ed anche da uno di Emma. Tutto quel muover di teste fece impazzire Jared.
“Ma la smettete di muovere la testa come piccioni?” disse quasi implorando. “Mi sento uno stupido quando sono con voi.” Aggiunse poi sottovoce.
“Ah, fatti delle domande, caro mio.” Rise Shannon. Questa volta Tomo non annuì, ma rise. Un miracolo!
Jared si arrese e si decise finalmente a versarsi da bere dal thermos che aveva abbandonato pericolosamente vicino al tesoro di carta di Emma, che lo stava tenendo d’occhio già da un pezzo, come a volerlo spostare con poteri telecinetici.
Si versò quanto più caffè potesse tirar fuori da ciò che rimaneva nel thermos. Per un secondo pensò di allungarlo con un goccio d’acqua, ma si rese conto in tempo di ciò che avrebbe scaturito un gesto del genere: probabilmente Tomo sarebbe cascato giù dalla sedia per le risate e Shannon avrebbe ingoiato una bacchetta per lo sconcerto. Emma sarebbe rimasta impassibile.
Dopo aver scosso il contenitore per far gocciolare via anche le ultime micro particelle di caffeina, si portò il bicchiere alla bocca e tracannò in un sol sorso quel mezzo bicchiere di caffè. Si accorse che Shannon aveva smesso di battere con le bacchette e fissava Tomo, che fissava Emma che fissava le carte. Jared ebbe l’inquietante sensazione che le carte stessero fissando lui, cercando di fagocitarlo ed imprigionarlo tra le righe delle interviste da fare, posti da visitare, tweets da inviare, persone da contattare, tecnici da assumere (questa era quella che lo guardava più minacciosamente)..
“Jar, dovremmo cominciare a contattare i ragazzi delle bici.” Disse Tomo. Jared lo guardò. Tomo parlava poco, ma quando lo faceva le probabilità che dicesse la cosa giusta nel momento sbagliato erano molto alte. Era sfortunato, il ragazzo, c’era ben poco da fare.
Emma colse la palla al balzo per dar voce ai fogli che sventolavano allegri: “ Ha ragione! E devi contattare la EMI, e poi devi parlare con Terry. Non dimenticarti di Terry, eh! Non voglio più sentirlo sbraitare nel telefono. E poi devi andare da quel giornalista. Almeno inviagli un video, chessò!”
Shannon lo guardava e sorrideva. Era l’unico che lo capiva per davvero, ma dimostrava un cinismo stoico nel non prodigarsi a salvarlo dagli impegni che Emma prendeva per lui. Si attivava solo quando nel mezzo della conversazione ci finiva anche il suo nome. Bastardo opportunista.
Emma continuava il suo monologo, talmente infervorata che aveva ripreso in mano le pagine e le scorreva velocemente. Tomo aveva ripreso a guardare le nuvole: aveva fatto il suo intervento, ed ora poteva tornare al collegamento con qualche entità superiore a loro sconosciuta. Oppure a pensare all’appuntamento col liutaio per cambiare le corde alla chitarra. Questo negli appunti di Emma non era scritto, però.
“Jared, ma mi stai ascoltando?!” esclamò la ragazza imprecando mentalmente contro il vento che si era alzato e le scompigliava la messa in piega. Diamine, le ci erano volute due ore per farla!
Jared, esasperato, grattava via lo smalto dalle unghie. Tra gli appunti di Emma mancava anche “comprare un solvente efficace”.
“Sì, Em, non preoccuparti. Farò tutto, te lo prometto.”
“Farai tutto quando?”
“Presto. Molto, molto presto.” Disse alzandosi mentre Shannon e Tomo scoppiavano a ridere ed Emma sbuffava, finalmente decisasi ad infilare i fogli in una borsa.
“Vado a vedere se quell’incapace – com’è che si chiama?!- ha montato il faro. Almeno riusciamo a fare qualche scena entro le quattro.” E si allontanò, mentre tutti gli altri tecnici e registi gli correvano incontro sventolando fogli e cineprese e ciack e tazze di caffè. Non si era reso conto di quanta gente si fosse accumulata su quel terrazzo. Tutti indossavano cappotti e cappellini di lana, e Jared sapeva che in segreto gli lanciavano le più insidiose fatture per averli costretti ad abbandonare i termosifoni ed i film di Natale alla televisione per andare su un terrazzo a girare un’ipotetica scena.
La febbre di Bart cominciava ad avere quasi un’altra causa…
Si alzò sulle punte dei piedi per scrutare sopra la montagna di teste imberrettate (se avesse ancora creduto a Babbo Natale gli avrebbe chiesto dieci centimetri in più, che di certo gli avrebbero fatto comodo) e notò il deficiente biondo – diavolo, come si chiama?- seduto su uno sgabello che armeggiava con qualcosa che aveva in grembo.
“Ehy, tu!” gridò Jared, cercando di sovrastare le voci dei tecnici e del vento. Il tipo aveva un buon orecchio e balzò subito in piedi. Jared gli andò incontro, sgusciando abilmente tra i corpi ammassati.
“Allora, ehm..Car, no! Com… Cir …”
“Colin.”
“Eh, Colin.” E si diede una pacca sul capo. “Allora, hai trovato un faretto?”
“In realtà … sì, insomma, ho visto nel camper e …” cominciò ad armeggiare con la cosa che aveva in mano. Jared notò che era la testa del faretto caduto. Un brutto presentimento gli corse lungo la schiena.
“Sì, beh, son finiti tutti.” Disse Colin l’inetto tutto d’un fiato.
Jared assunse un’espressione a metà tra il disgusto, l’orrore e la disperazione. Però notò che il tipo scemo aveva dei begli occhi.
“Ma ho mandato uno a prenderli. Arriveranno tra poco, non preoccuparti! Intanto ho provato ad aggiustare questo con dello scotch, ma ..” mostrò il capolavoro che aveva creato: un ammasso informe di vetri e scotch marrone. Jared avrebbe voluto strozzarlo. Maledetto Bart e maledetta febbre inesistente!
Girò sui tacchi e se ne andò fingendo indignazione, lasciando il povero biondino con il faretto menomato in mano ed un’espressione di rammarico in volto. Ma anche lui aveva notato che Jared aveva dei begli occhi.
Jared si diresse verso le scale del terrazzo, deciso a scendere, salire in macchina, andare in hotel, farsi una doccia e stendersi sul letto ad ascoltare quello stupido corso di Francese per dilettanti che non serviva a un bel niente. Ancora non aveva imparato il verbo essere.
Stava appunto posando il piede destro sul primo scalino quando la voce di Emma gli giunse da lontano insieme con una folata di vento gelido che gli penetrò da sotto il cappotto.
“JARED!”
Si voltò stizzito, pronto a strapparle i fogli in faccia. “Em, cosa c’è?”
“I faretti! Devi andare tu a prenderli. Il tipo inviato da Colin si è perso.”
“Sì è perso?!” esclamò inorridito. Quel maledetto, inetto, deficiente, stupido, occhi – belli di Colin lo aveva già esasperato. Ed era solo il primo giorno.
“Sì, beh: non è di qui.”
Jared frenò un’imprecazione e scese di corsa le scale. Arrivato in strada si mise in macchina e guidò come un pazzo verso il negozio di attrezzature cinematografiche più vicino che conoscesse. Si accorse troppo tardi che si stava dirigendo verso quello più lontano, quando già era in autostrada. E quando la macchina si fermò con un singhiozzo esasperato, mentre la spia della benzina luccicava beffarda.
L’urlo riempì l’abitacolo. “MALEDETTO COLIN!”





Angolodichiarimenti (alias GNAO)
Ave, pueri et puellae!
Ecco qui una nuova storiella, nata da non so cosa in un giorno che non ricordo.

Ad ogni modo, prima di essere additata come eretica ignorante, ci tengo a precisare che so che il video di "Kings and Queens" è stato girato in una notte; MA essendo questa storia AU ho pensato che anche l'aspetto spazio-temporale avrebbe potuto essere modificato. Quindi Gerardo sarà costretto a lavorare per qualcosa come... due mesetti (povero cucciolo)
Duuuuuuuuunque, la cosa interessante di questa storia è che Colin è più piccolo di Gerardo- ed ho scoperto che in questo modo riesco anche ad immaginarlo meglio, quindi YEAH!-
Però (c'è sempre un "però" dove ci sono io, sappiatelo) distribuire in modo reale le età mi ha costretto a lavorare con un Colinuzzo davvero più piccolo. Di conseguenza mi vedo costretta a darvi le foto che mostrano i personaggi così come li vedo io. (Se volete aprirle okay, altrimenti pace e amore <3)
Allora:

 http://www.x17online.com/images/photo-sets/conv/jletovideo101209_X17/jletovideo101209_02-full.jpg Gerardo Derardo, nella foto simbolo di quel video. (Ma è l'unica in cui stia davvero bene)
 http://cdn.buzznet.com/assets/users16/bexiesheep/default/shannon-leto--large-msg-120655111597.jpg Shannolotto, in una foto che è da orgas... ehm, una foto stupenda che ispira pensieri poco consoni ad una suora laica come me. :3
 http://a5.sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc6/223362_159307727467315_105824752815613_353817_4612982_n.jpg Tomino con il codino <3


 http://spa.fotolog.com/photo/26/4/111/secondstomars30/1258645439305_f.jpg Emmuccia con Gerardo (voi non guardate Gerardo, fissate il vostro sguardo su Emma.)
E poooooi:  http://www.facebook.com/pages/Impotenza-fisica-e-mentale-di-fronte-a-Colin-Farrell/228581087191012#!/photo.php?fbid=232349473480840&set=a.228582323857555.51955.228581087191012&type=3&theater Colinuzzo ragazzo, piccolo e dolce come un marshmallow! (Ma non è superpuccio qui? *W*)
Bene, tutta questa scenetta era solo per l'ultima foto (amatemi!!).
Baci, baci :3
P.S: Aggiornerò con la velocità di una lumaca zoppa, mi dispiace T-T
P.S.P.S: La storia dovrebbe cominciare a svolgersi dalla fine di novembre, anche se so che non è il vero periodo di riprese.
P.S.P.S.P.S: Una recensione farebbe molto bene, anche negativa, neutra, tricolore, monocromatica, policromatica.... Insomma, GNAO!
Okay, basta P.S.



  
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