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Autore: Ron_The_Best    24/10/2011    0 recensioni
Aisley era una ragazza come tutte le altre, prima che suo nonno, scrittore reso celebre dal personaggio di Connor Reed, archeologo impavido e dongiovanni, le rivelasse l'esistenza di un libro misterioso e pericoloso, "Il libro dei morti", che per anni ha nascosto e protetto. Ma qualcuno sta cercando il libro, e lei è l'unica che può riportarlo in Irlanda, nell'antico eremo dove pare sia stato scritto. Così la ragazza, inseguita dalla perfida Madame e dai suoi uomini, e accompagnata nel suo viaggio dall'affascinante Harper, parte verso l'isola verde, dove scoprirà la verità sulla sua famiglia, sulle sue origini, e anche che forse, Connor Reed esiste davvero....
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nella remota occasione in cui fossero usciti vivi da quella situazione, Aisley avrebbe ucciso Harper con le sue mani. Dannato stupido tronfio ragazzo, per colpa sua adesso avevano altre due pistole puntate contro, e lei non era riuscita a sentire l’ultima cosa che le aveva detto suo nonno.
Così, adesso continuava a ripetersi le frasi sconnesse che il vecchio era riuscito a dirle.

-       Cercano il Libro dei morti…  ricorda Connor Reed e l’amuleto di cristallo… 475623… trova la cassaforte… vai in Irlanda, Dorothy…

Peccato che non avesse idea di che cosa volessero dire quelle parole, e adesso dovevano portare Isabel e i suoi uomini da un libro che non avevano, che non sapevano dove fosse, ne come fosse fatto.

– Complimenti, Harper, bella mossa – lo fulminò
-       Avevi un’idea migliore, Capelli Viola? – sibilò lui
-       ZITTI! Dov’è il libro?

Harper deglutì, e la guardò.

-       È nascosto, naturalmente – prese la parola Aisley. Aveva letto tutti i libri di Connor Reed, li conosceva a memoria, ed era arrivato il momento che le servissero a qualcosa.
-       Dove?
-       Non potete arrivarci senza di noi – disse con calma
-       Bene, e dove? – sorrise forzatamente Isabel, e Aisley trasse un lungo respiro. Doveva pensare in fretta a dove portarli, un posto che lei conoscesse come le sue tasche, da cui poter scappare facilmente.
-       È al vecchio mulino – disse Harper, e Aisley lo guardò con tanto d’occhi: sapeva che era il posto preferito per giocare di tutti i ragazzini dell’isola, quando erano piccoli, ma lei naturalmente non aveva mai giocato con loro, e quindi tanti cari saluti all’idea del posto conosciuto e dal quale poter scappare agilmente.

Isabel gli fece cenno di fare strada, mentre Aisley cominciava a chiedersi dove diavolo fosse il vero libro, e che cosa sarebbe successo quando Isabe si fosse resa conto che non era dove avevano detto loro.

-       Che ne sarà di mio nonno?
-       Tu sai dov’è il libro, giusto?
-       C-certo – balbettò la ragazza

Isabel si voltò verso Jasper Cane, e premette il grilletto.

-       Allora lui non serve più.

Aisley fece per avventarsi contro la donna, ma Harper la trattenne.

-       Devo uccidere anche te? Perché mi basta uno solo di voi.
-       Jasper Cane ha affidato la chiave a entrambi. Quello che so io non lo sa lei, e quello che sa lei non so io. Non vi conviene farci fuori.

Harper cercava di controllare il tono della voce, ma era sconvolto per quello che aveva appena visto. Non era certo che gli credessero, ma sapeva che non potevano rischiare.

-       Andiamo, Aisley.

La ragazza lo seguì come un automa, mentre Isabel e i suoi uomini li caricavano all’interno del loro furgoncino nero.

-       Noi tre basteremo – disse Isabel a un’uomo rimasto a terra, che aveva lunghi capelli rossi e una cicatrice sull’occhio sinistro – tu resta qui, assicurati che non arrivi nessuno. Se vedi qualcuno, uccidilo.

Harper e Aisley si guardarono negli occhi, spaventati, mentre un uomo dal viso coperto da un cappuccio nero metteva in moto la macchina. Isabel, seduta sul sedile anteriore accanto al guidatore, era girata verso di loro.
Aisley si sentiva i suoi occhi addosso anche se non la guardava. Nella sua testa, continuava a riecheggiare il rumore dello sparo, e si ritrovò a serrare i pugni.

-       Te la farò pagare – disse a Isabel, fissando i suoi occhi in quelli della donna
-       Non vedo come, Aisley cara. Una volta che mi avrai consegnato il libro, ucciderò te, e il tuo amichetto. E io che pensavo fossi una piccola asociale… ti ha istruita bene tuo nonno!

Aisley non aveva idea di quello che Isabel stesse dicendo, sapeva solo che faceva sul serio. L’aveva visto, no, quello che era capace di fare? Strinse la mano di Harper. Antipatico o meno, lui non c’entrava niente.
Che poi, non c’entrava con cosa? Che diavolo stava succedendo, di che libro parlavano tutti? Perché l’infermiera Isabel aveva ucciso suo nonno? Forse aveva scritto un libro che non avrebbe dovuto essere letto? “Il libro dei morti”. Non ricordava che suo nonno avesse scritto qualcosa del genere, e aveva letto tutto quel che era stato pubblicato, ogni sua bozza, ogni sua ossatura di potenziale racconto. Ogni cosa. Ma non c’era nessun “Libro dei morti”.
Ma la verità era che non riusciva a pensare lucidamente, continuava a pensare a suo nonno. L’uomo che si era preso cura di lei, era morto, e non sapeva nemmeno il perché.
Harper stava dando le indicazioni per il vecchio mulino, e Aisley fu sollevata dal rendersi conto che ne Isabel ne gli altri sapevano dove stavano andando.
Il vecchio mulino era una costruzione abbandonata da quasi un secolo, che non era stata demolita perché ancora in buono stato, e perché era caratteristica e piacevole da vedere. Le rare volte in cui vi era passata accanto, a Aisley aveva ricordato la casetta nel bosco delle tre fatine buone della “Bella addormentata nel bosco” della Walt Disney. L’edera ricopriva ormai tutti i muri della casa, e le finestre di legno, seppure alcune fossero rotte, erano ancora in buono stato. Il giardino era selvatico, ma era pieno di fiori colorati, che a quell’ora della notte erano chiusi. Nell’aria, c’era odore di terra bagnata, di erba e muschio.
Con una pistola ciascuno puntata contro la schiena, Harper e Aisley entrarono dentro.

-       Allora? Dov’è? – chiese impaziente Isabel

Harper si voltò verso di lei.

-       Si può avere una torcia?

Uno degli uomini che erano stati seduti accanto a loro sui sedili posteriori passò loro una torcia, e Harper illuminò la stanza.
Aisley sentì la mano di Harper scivolare nella sua, e la strinse. Le loro vite dipendevano da lui, e lei sperava sinceramente che avesse un piano.
*
Harper non aveva scelto il vecchio mulino senza una motivazione.
Aveva passato un’intera estate insieme a Robbie, il suo migliore amico, a studiare ogni angolo di quella casa, perché sua madre gli aveva raccontato che c’era un passaggio segreto, e in una calda giornata d’agosto, l’avevano trovato.
In quella che doveva essere stata la cucina, c’era una botola, nascosta sotto strati e strati di polvere. Era chiusa a chiave, e a Harper e Robbie c’era voluta parecchia inventiva per rompere la serratura, ma alla fine ce l’avevano fatta. Quando erano scesi, avevano trovato un cunicolo che portava fino al limitare del bosco, e si erano sentiti dei veri esploratori. Ma la scoperta più sensazionale, l’avevano fatta quando erano tornati indietro, e, nascosto dalle fronde, avevano trovato un secondo passaggio, molto più piccolo e sporco dell’altro, il quale aveva numerosi cunicoli secondari, la maggior parte dei quali ciechi. Uno, però, portava a una grotta marina, e se si sapeva la strada, si poteva facilmente arrivare sotto al faro, alla rimessa delle barche.
Se fossero riusciti a seminare Isabel e i suoi uomini, sarebbero potuto salire sulla barca a motore di suo padre, e lasciare l’isola.
Harper era abbastanza intelligente da sapere che quello non era un piano, ma una missione suicida, ma era anche la loro unica possibilità. Mentre scendevano lentamente nella botola, avvicinò il viso a quello di Aisley.

-       Non lasciarmi la mano.
  
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