Anime & Manga > D'Artagnan
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Autore: telesette    25/10/2011    1 recensioni
Il ritorno di D'Artagnan a Parigi, e i pensieri della dolce Constance nell'attesa di vederlo comparire all'orizzonte. Una fic semplice, breve e senza pretese, ma scritta con profondo amore per questa coppia...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CARI UTENTI DI EFP
Come si può vedere dall'homepage di questo sito, fin troppi fandom vengono purtroppo "disertati" a beneficio di pochi molto più grossi. Ovviamente non voglio avvicinarvi per forza a serie o personaggi che semplicemente NON vi interessano ( ci mancherebbe, ognuno dev'essere libero di leggere su quello che gli piace! ); ma se nel vostro piccolo volete e potete contribuire allo sviluppo di fandom diversi dai soliti, magari spulciando nei vostri ricordi e scrivendo sia su NARUTO & Co. ma anche su qualcos'altro, sono sicuro che l'intera comunità di EFP ne guadagnerebbe in meglio.
In Fede

David Bizzarri

Finalmente Riuniti

Giorno dopo giorno Constance restò ad aspettare fiduciosa che D’Artagnan tornasse, proprio come le aveva promesso. All’inizio era stato triste per lei abituarsi all’idea di non vederlo più in giro per casa, assieme a Jean e a tutto quello che insieme erano soliti combinare. Suo padre sembrava temere quei due “terremoti”, al punto da chiudere spesso a chiave tutte le porte per paura di quello che potevano combinare; e la stessa Marta, considerato quanto era necessario per soddisfare il loro grande appetito, a volte aveva l’impressione di cucinare per un intero reggimento…
La verità era che, da quando se n’erano andati, la casa dei Bonacieux si era praticamente svuotata di tutto il buonumore e l’allegria che entrambi avevano portato. Anche Athos, Porthos e Aramis, quando venivano a trovarla di tanto in tanto, avvertivano assieme a lei quel senso di vuoto e di nostalgia che i due amici avevano lasciato.
Constance osservò tra le dita la piccola bambolina di legno, ripensando con un sorriso a tutti i ricordi che vi erano legati: il suo primo scontro/incontro con D’Artagnan era avvenuto proprio grazie ad essa; quel piccolo semplice oggetto intagliato a mano, rotto accidentalmente e riparato con amore, le aveva permesso di comprendere fino in fondo la grande sensibilità e bontà d’animo del ragazzo. Ancora adesso, nel ricordare tutte le vicende e le peripezie vissute, molte cose le sembravano fin troppo comiche. L’esuberanza e l’intraprendenza di D’Artagnan, insieme alla goffaggine e al suo talento spiccato nel ficcarsi nei guai, finivano spesso per cacciarlo in situazioni assurde. Come la volta che, dopo essere finito nella Senna per aver tentato di catturare Maschera di Ferro, si era buscato un raffreddore coi fiocchi… Nemmeno in quelle condizioni c’era verso di farlo stare fermo; testardo e ostinato come sempre, accorreva ugualmente al richiamo del mistero e dell’avventura; e quando poi ( raramente, a dire il vero! ) non era lui a cercare i guai, erano immancabilmente i guai a cercare lui.
La grande e immensa Parigi, nonostante il frenetico viavai di persone che vi abitavano, le sembrava deserta e silenziosa. Specialmente verso il tramonto, quando in strada non circolava quasi più anima viva e il sole tingeva di rosso il cielo e i tetti delle case. In quel momento, Constance sperava ardentemente di veder comparire il giovane guascone che le correva incontro, pazzo di gioia e ripetendo a gran voce il suo nome. Con quell’immagine alla mente, gli occhi della fanciulla tremavano nella speranza che quel momento potesse giungere presto.

- Oh, D’Artagnan - mormorò.

 

***

 

La notte prima che D’Artagnan tornasse a casa sua in Guascogna, lui e Constance si sedettero in cima al mucchio di fieno, dove l’elefante ( dono di Sua Maestà ) stava mangiando tranquillamente. Constance comprendeva bene il desiderio del giovane di rivedere i suoi nonni ma, ora più che mai, l’idea di vederlo partire era così difficile da accettare. Ogni volta che D’Artagnan partiva per qualche missione, sapeva che sarebbe tornato; oltretutto, più di una volta, si era poi accinta a seguirlo per aiutarlo e dargli man forte. Ma stavolta era diverso: D’Artagnan aveva una vita che lo attendeva in Guascogna; una famiglia, degli amici e… probabilmente anche qualche altra fanciulla, molto più bella e attraente di lei. Restando lontani l’uno dall’altra per così tanto tempo, come poteva essere sicura che non avrebbe finito per dimenticarla ? In fondo erano tutti e due molto giovani, ed era troppo presto per parlare di “impegni” o di “matrimonio” tra loro. L’unica cosa che desiderava per il momento era potergli stare accanto, ma evidentemente questo non era possibile.

- D’Artagnan…
- Dimmi!

Non era facile per Constance dare voce ai propri pensieri e dubbi, tuttavia non avrebbe avuto altra occasione per chiedergli se sarebbe tornato da lei oppure no; se la felicità del ragazzo era legata alla Guascogna, non poteva certo pretendere che vi rinunciasse per causa sua;  per questo doveva assolutamente conoscere quali fossero i suoi veri desideri.

- Se ora te ne vai in Guascogna, non avrai più motivo per tornare a Parigi… Non è così ?

Senza dubbio Constance doveva ancora imparare qualcosa sul conto di D’Artagnan, per temere la sua risposta ad una domanda del genere. Costui era troppo innamorato, anche solo per considerare l’idea di salutarla per sempre, non avrebbe mai potuto vivere più di tanto lontano da lei e dal suo dolce sorriso.

- Tu non sei nel mio villaggio in Guascogna, ma qui a Parigi, quindi dovrò tornare!

Sentendo le sue parole, Constance si sentì d’improvviso al settimo cielo. Non era un addio dunque, ma un arrivederci! Con poche parole sincere, D’Artagnan le aveva appena confidato che il più grande e meraviglioso motivo che lo legava a Parigi era proprio lei… D’Artagnan, il suo D’Artagnan, sarebbe tornato e lei sarebbe rimasta ad aspettarlo fiduciosa. Mai e poi mai avrebbe più dubitato dei suoi sentimenti e, anche se lontani, il loro amore sarebbe durato per sempre.

 

***

 

- “Un bacio come pegno”…

Constance rammentava ancora l’imbarazzo e la sensazione indescrivibile di quel momento. Mentre la nuvola passava a coprire la luna, nascondendoli alla sua presenza luminosa, entrambi si scambiarono un muto e tangibile segno del loro affetto: un bacio casto e puro, come il loro amore, ma ugualmente intenso e ricco di emozione… Purtroppo, a causa di forza maggiore ( sarebbe più corretto dire “elefantesca inopportunità” ), la magia del momento era durata poco ma, seppur nella sua brevità, il bacio con D’Artagnan le era rimasto impresso come il più bel ricordo di tutta la sua vita.
Ancora adesso, come la sera precedente e quella successiva, Constance attendeva immobile di veder comparire colui che per la prima volta le aveva fatto battere il cuore. Il suo sguardo correva pensieroso all’orizzonte, sperando invano di scorgere qualcosa, ma le rosse sfumature castano-dorate andavano via via sparendo senza alcuna sagoma familiare a spezzarle. Pazienza! Se non oggi, sarebbe stato domani o dopodomani o il giorno dopo ancora… Non era il tempo a spaventarla, D’Artagnan le aveva “giurato” di tornare, perciò era serena nella sua attesa.
Non appena giunse l’imbrunire, la fanciulla fece per andare verso casa. Nello stesso momento però, con una forte voce che lei conosceva bene, qualcuno alle sue spalle cominciò a gridare il suo nome.

- Constaaance !!!

Subito si voltò a guardare e, illuminato appena dalle ultime luci, riconobbe il suo amato D’Artagnan in sella al fedele compagno Ronzinante.

- D’Artagnan - riuscì appena a sussurrare, come per paura di svegliarsi da un sogno.

L’altro scese di sella con un balzo e le corse incontro, agitando con grandi bracciate l’inconfondibile cappello piumato da moschettiere.

- Constance! Constance!
- D’Artagnan!

L’urlo di gioia incontenibile della fanciulla, mentre a braccia aperte gli correva incontro a sua volta, fu senza dubbio il miglior benvenuto che il giovane guascone potesse desiderare. Quando furono praticamente uno di fronte all’altra, Constance si buttò al volo tra le sue braccia; D’Artagnan la tenne sollevata da terra, facendola roteare assieme a lui in un abbraccio, ed entrambi si scambiarono lo stesso bacio interrotto tanto tempo addietro… Ma più intenso questa volta. La passione e il desiderio sulle loro labbra testimoniava ampiamente la felicità immensa di essersi ritrovati. Nulla poteva mettersi ad ostacolare l’amore di quei due ragazzi; nemmeno le difficoltà o le separazioni che, senza alcun dubbio, si sarebbero verificate in seguito; la sola cosa importante era il profondo legame che li univa e che, d’ora in poi, li avrebbe tenuti insieme per tutta la vita.

 FINE

ANGOLO DELL'AUTORE:
La storia è quello che è ( semplice, banale, scontata, ecc. ), però questo è il mio modo di scrivere... Se una storia non trasmette proprio alcun tipo di emozione, mi dispiace ma più di questo non sono in grado di esprimere. Spero tuttavia di migliorare col tempo, almeno in questo sono fiducioso.
Saluti

NOTE:
"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni
Per saperne di più, visitate questo link:

http://www.autoriperilgiappone.eu/

Un piccolo contributo per una grande opera a beneficio di molti...

"I Ragazzi di EFP hanno scritto i racconti di “Niente è come prima” con un atto esplicito di fiducia nella possibilità di raggiungere altri coetanei, offrendo loro un motivo di indagine interiore. Generosi e speciali, con un gesto inaspettato hanno deciso di devolvere una parte del ricavato della vendita ad ADSINT che rivolge una particolare attenzione alle nuove generazioni con le loro esigenze e i loro sogni. Complici di un dono: quello dei pensieri, quello del sangue."
Giovanna Ferrante
Direttore de “il Globulo” Veicolo di informazione di ADSINT – Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori

   
 
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