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Autore: Light Lynx    26/10/2011    4 recensioni
la storia di Dan e della sua pericolosa scoperta...
Una storia di morte, destino, e fine.
Una storia in un gioco.
una storia precedente al rosso, al blu che conosciamo.
una storai che credo che nessuno di voi avrebbe voluto, voglia o vorrà vivere.
Genere: Horror, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
- Questa storia fa parte della serie 'Creepy pasta Pokèmon'
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Questa storia inizia poco tempo prima di pokèmon rosso o blu. Questa storia un ragazzo di dieci anni con il suo gameboy, era come il suo migliore amico.

Un giorno il ragazzo, il cui nome era Daniele, semplicemente soprannominato Dan, andando a scuola vide una schedina per gamemboy per terra, era come un sogno per lui, la scheda era totalmente nera, solo una scritta sopra, pokèmon.

Dan era molto eccitato, da li a poco sarebbe uscito il primo gioco dei pokèmon, e lui lo avrebbe avuto in anteprima. Era felicissimo, non vedeva l'ora di entrare a scuola e mostrarlo a i suoi amici, anche loro impazienti del gioco,e di farli morire di invidia.

Arrivato in classe Dan volle mostrare la sua schedina hai compagni, che quel giorno sembravano più cupi del solito, come se non si fossero ancora svegliati da la notte precedente.

Dan si sedette al suo banco, accanto al suo migliore amico Paul, e lentamente tirò fuori la schedina, sussurrando all'orecchio dell'amico queste semplici parole: "l'ho trovata venendo a scuola, volevo fartela vedere, scommetto che muori dall'invidia vero?".

L'amico di Dan, in quel momento era come rianimato, il pallore che era sul suo viso scomparve e gli occhi erano più brillanti, come se avesse dormito per giorni dopo un grande sforzo. Ma ciò che più sorprese Dan non fù la incredibile trasformazione del suo amico, ma la frase che disse poco dopo: "scusa Dan ma credo che tu abbia le scalmane, io non vedo nulla."

Dan preoccupato si guardò la mano, la vide la cartuccia era lì immobile sulla sua mano, solo che adesso c'era scritto: pokèmon Death version.

Dan mosse le labbra come per dire le parole magicamente comparse sulla cartuccia ma dalla sua bocca non uscivano parole di alcun tipo...

Allora pensò di disegnare la cartuccia e di mostrare il disegno a Paul, ma tutto ciò che riusciva a scrivere erano dei strani simboli come degli occhi con strane linee attorno. riusciva a leggerle, lui.

mostrò il foglio a Paul chiedendo se capisse quei strani segni che Dan interpretava come lettere, Paul rispose scuotendo la testa: "Dan sei sicuro di stare bene? hai scarabocchiato un foglio e ora mi chiedi se riesco a capire questi segni? io vedo solo una tante linee ingarbugliate".

intanto la prima ora era passata, Dan chiese al professore se poteva andare in bagno e egli acconsentì.

Dan prese il gameboy e la schedina, che ancora una volta era mutata ora c'era scritto: Pokèmon doom version. Pokèmon versione destino...

ma che stava succedendo? Morte, Destino che altro lo aspettava?

Stava andando verso il bagno, che ra vicino alle scale che portavano alla terrazza della scuola, Dan decise di andare in terrazza e di provare a inserire la schedina nel gameboy.

Arrivò in cima aprì la porta che dava sul terrazzo e si sedette con la schiena contro il muro.

Prese nuovamente la schedina che ora aveva scritto sopra: pokèmon end version.

Pokèmon versione fine o versione finale.

Dan ripensò alle parole apparse fino a quel momento: Morte, Destino e per ultima Fine, che significato potevano avere?

Dan inserì la schedina e accese il game boy... nulla.

spense il game boy, si alzò e decise di tornare in classe.

Arrivò davanti alla porta, ed entrò.

La visione che gli apparve davanti era spaventosa, cadaveri, zombie , pezzi di corpi e sangue ovunque, chiuse gli occhi se li strofinò e li riaprì, era tutto sparito.

davanti a lui solo gli sguardi dei suoi compagni e dell'insegnante puntati addosso.

Andò tremando verso il suo banco, non osò guardare nessuno in faccia.

l'unica cosa che fece fù prendere un foglio e provare a scriverci sopra; ci scrisse un semplice parola: "ciao" lo mostrò a Paul e gli chiese cosa ci vedesse sù, lui rispose:"ci vedo su degli strani disegni come occhi con linee che formano lettere, sembra ci sia scritto... destino."

Dan guardò e riguardò il foglio era sicuro di aver scritto solo "ciao".

Ma Paul diceva di vedere i simboli, che prima lui vedeva, che formavano la parola destino.

Dan decise di scacciare il pensiero e di trascorrere normalmente la giornata.

Finita scuola dan tornò a casa velocemente, non mangiò, si buttò a letto e riprese la schedina, ora non aveva nulla scritto sopra solo la parola Pokèmon, la inserì... ancora nulla.

Il giorno dopo Dan All'entrata di scuola non vide Paul cosa che lo preoccupò, di solito era sempre davanti alla porta a aspettare che la scuola iniziasse, ma oggi no. Dan non diede molto peso alla faccenda, suonata la campana entrò a scuola e andò in classe, ma di Paul neanche l'ombra.

Dopo dieci minuti circa entrò la professoressa coordinatrice di classe, aveva le lacrima agli occhi, disse singhiozzando: Ragazzi ho una cattiva notizia da darvi, il vostro compagno Paul è morto ieri in un incidente stradale"

Il pensiero di Dan fù uno solo: la parola End, Fine.

Aveva visto la morte, avevo letto il destino, e ora la fine aveva colpito il suo migliore amico.

Quel giorno a scuola non sette minimamente attento, tornò a casa, e volle rilassarsi. Se ne fregò dei compiti e di tutto prese il game boy riprovò nuovamente a inserire la schedina. Era sicuro di averla lasciata sul comodino, ma non c'era. La cerco per una buona mezzora per poi scoprire che era inserita nel game boy. Come poteva essere? L'aveva tolta dal game boy ne era sicuro al 100%.

Se ne fregò anche di questo e accese il game boy, stranamente ora la schedina andava, comparve il simbolo della gamefreak poi comparve la scritta Pokèmon senza nessun titolo sotto.

Il menù iniziale chiedeva: continua, nuovo gioco.

Dan sapeva cosa era il continua l'aveva visto in altri giochi, allora si chiese se quella schedina fosse appartenuta a qualcuno prima di lui. Non volle scoprirlo e fece nuovo gioco. Successe tutto così in fretta che neanche Dan si rese conto di ciò stava accadendo.

Venne catapultato nel gioco, non c'erano persone o altro solo erba e case con la porta aperta.

Decise di dirigersi verso l'erba alta, ma una voce rimbombò nell'aria: “c'è tempo e luogo per tutto ma non qui e non ora”, Dan non capiva, intanto dei sassi si spostarono e formarono delle scritte, sempre con gli stessi caratteri misteriosi del giorno prima, formava una frase strana: “torna sui tuoi passi se non vuoi la morte, vai da colui che ha parlato”.

Dan alzò un attimo lo sguardo poi lo riabbassò credeva di aver capito male e voleva rileggere la frase, ma i sassi non c'erano più.

Girò i tacchi e rientro in quello che credeva un paese, adesso aveva notato qualcosa che all'inizio non aveva visto, un cartello.

Dan si avvicinò lo guardò c'erano solo dei disegni e delle scritte in quei simboli, c'erano due disegni una rosso e uno blu, sopra a ognuno c'era una scritta:sul primo centro pokèmon, sul secondo pokèmon market. Poi c'era un disegno più grosso sopra scritto laboratorio.

Dan decise di dirigersi lì, forse avrebbe trovato qualcosa per uscire.

Entrò, tutto ciò che vide erano delle paretti rosso sangue e un esse umano...

Era seduto a circa 20 passi da Dan, aveva le mani in grembo, o almeno così Dan credeva, aveva la testa che gli penzolava da un lato, e gli occhi spalancati. Sembrava stesse dormendo, lasciando perdere gli occhi.

Dan si avvicino chiese all'uomo: “Mi scusi, dove sono finito?”.

L'uomo non rispose, poi raddrizzando la testa gli disse: “c'è un momento e un luogo per tutto ed ora è quel momento”.

La cosa che sorprese Dan e che l'uomo emise parole senza muovere la bocca.

“Vieni “ sussurrò l'uomo, “se vuoi iniziare il viaggio per la fine, devi addempiere al tuo destino di mortale, scegli una di queste” disse mostrando delle sfere.

Ma prima che Dan ne scegliesse una, dei ricordi si infiltrarono nella sua mente: il viaggio per la FINE, devi addempiere al tuo DESTINO, di MORTALE. Fine, destino, morte, sempre quelle parole , lo perseguitavano.

Dan tornò alla “realtà” e prima di scegliere chiese all'uomo cosa ci fosse dentro le sfere, lui rispose semplicemente: “aprile”.

Dan si avvicino, le prese in mano, e clicco il bottone che c'era sopra a ognuna, ne uscirono tre esseri disgudtosi, una lucertola, una tartaruga e un dinosauro.

Dan capì che erano, erano gli starter dei nuovi giochi di pokèmon, ma avevano qualcosa di diverso.

La tartaruga squirtle, teneva in mano un coltello da qui grondava sangue, dagli occhi scendevano lacrime rosse, aveva un sorriso di follia stampato in faccia, una mano era scheletrica, e non volle neanche pensare alla coda.

La lucertola charmender, non aveva un braccio, che era stato sostituito da una protesi metallica, assomigliava a un cannone, gli mancava un occhio, denti acuminati e da qui scendevano gocci di sangue sporgevano dal ghigno che aveva in faccia, la coda sembrava una grande fiamma una fiamma spaventosa, e in più aveva degli occhi, come se la coda fosse un demone separato.

Il dinosauro bulbasaur, aveva gli occhi rossi dal sangue, artigli lunghi 5 cm su ogni zampa, il baccello sulla sua schiena emanava un odore orribile, aveva anch'esso degli occhi aveva anche una bocca, non spaventosa quanto quella di bulbasaur però, in bocca bulbasaur aveva come della anime di persone, o pokèmon morti, o uccisi, in fine sotto le zampe, teneva degli shurican, erano pronti ad essere scagliati.

L'uomo disse a Dan di sceglierne uno e aggiunse un avvertimento: “qualunque sceglierai, io ordinerò agli altri 2 di ucciderti”

In quel momento l'anima di Dan lasciò il suo corpo, come sostituita da un altra anima, più cattiva, più subdola.

Il nuovo Dan prese il coltello dello squirtle, e lo lanciò all'uomo, uccidendolo.

In quel momento Dan ritornò se stesso, senza pensarci prese le tre sfere e uscì dal laboratorio.

Davanti a lui comparvero delle scritte: “l'unico modo di uscire è battere il gioco; le regole sono semplici, che perde muore, se perdi morirai se vinci vivi”

I caratteri scomparvero, quindi tutto quello che doveva fare era vincere, non era esperto di pokèmo ma sapeva di potercela fare.

Partì, e in pochi minuti si trovò alla prima città, aveva battuto un po di allenatori sul sentiero precedente, erano tutti morti davanti hai suoi occhi.

Arrivato alla prima città Dan decise di entrare in una casa e rilassarsi un attimo.

Entrò nella prima casa che vide, e la visione lo sconvolse, dentro c'erano dei cadaveri, e alla porta appoggiato allo stipite, un uomo, anzi uno zombie.

Disse a dan di sfidarlo, non aveva altra scelta che accettare.

Dan mandò in campo squirtle, lo zombie mando in campo un serpente enorme, la roccia putrefatta che lo ricopriva era una vista orribile, non aveva occhi.

Squirtle lo uccise in poco tempo, lo stesso fece con una roccia putrefatta.

Dopo la lotta decise di accendere la tv, con sua grande sorpresa c'era un tg umano alla tv.

Diceva di un gruppo di persone morte, 6 per la precisione.

Dan ripensò alle lotte che aveva fatto, con quella contro lo zombie erano 6, il suo pensiero era uno solo, aveva ucciso lui quelle persone.

DI CIÒ CHE SUCCESSE DOPO SI SA POCO, O MEGLIO NIENTE, MA SI SA PER CERTO DI CIÒ CHE SUCCESSE ALLA LOTA CONTRO IL CAMPIONE.

Dan era arrivato alla lega pokèmon, aveva fatto tante scoperte su quel mondo pokèmon.

La più sconvolgente era, la regola del perdente, così soprannominata da lui, i pokèmon che perdevano e i loro allenatori morivano dopo una sconfitta.

Oramai aveva perso il conto delle vittime che aveva fatto, molti suoi pokèmon erano morti, li aveva uccisi lui.

Ora ne aveva uno solo, era così cattivo che la sua ball era totalmente nera.

Dan, non sapeva quanto tempo avesse passato nel gioco, oramai aveva l'aspetto di un diciasettene, era come se avesse passato sette anni lì dentro.

Aveva molte cicatrici sul corpo, era preticamente ceco da un occhio che gli era stato cavato da un pokèmon selvatico, al posto del braccio sinistro aveva una protesi che aveva strappato a un pokèmon che aveva sconfitto, e quindi ucciso, i capelli erano da neri diventati castano rossicci ed erano molto lunghi, girava con un mantello sulle spalle.

Dopo quella volta di sette anni prima in quello strano laboratorio, nessuna anima cercò più di impossessarsi del suo corpo, non c'era il bisogno, le sue emozioni lentamente sgusciarono via dal suo corpo, o meglio vennero sostituite, da rancore, rimorso, rabbia.

Ora finalmente aveva trovato un pokèmon che gli era fedele in tutto e per tutto, non aveva gli occhi, sapeva fare di tutto, dal respirare sott'acqua al volare. Non lo aveva mai visto nella sua vita precedente, come molti pokèmon lì in quello strano posto dopotutto, diceva di chiamarsi dark weavile, inoltre diceva di poter mangiare le anime dei pokèmon sconfitti e così di prendere le loro abilità.

Dan era arrivato all'altopiano blu, entrò alla lega sconfisse facilmente i super 4.

Arrivò davanti al campione, quasi svenne dallo spavento, il capolega era il suo migliore amico, la prima vittima creata del gioco.

Il capolega aveva i capelli lunghi e marrone chiaro, aveva una mano e una gamba fatti solo di ossa, indossava una maglietta e dei pantaloncini corti, i suoi preferiti quando era vivo. In mano teneva una testa, aveva del sangue su tutta una gamba, non osava guardarlo un faccia, ma tanto anche se avesse voluto, la faccia di Paul era avvolta dalla tenebre, come anche un altro essere, si vedevano i suoi occhi gialli, con una strana energia verde attorno, illuminare l'oscurità.

Dan teneva gli occhi fissi su i petto di Paul, sembrava che ci fosse una crepa.

Due occhi si illuminarono nella crepa, due occhi rossi come il sangue, poi due orribili mani grigie uscirono e incominciarono a aprire di più la crepa, nella crepa diventò visibile anche anche una bocca rossa come gli occhi, dalla quale ben presto usci anche una lunga lingua che grondava sangue, chiaramente fresco.

Il pokèmon usci dall'oscurità, era un grosso pipistrello, si reggeva su la coda, aveva due chele, come busto un grosso osso e un mantello nero sulle spalle, Dan ne aveva visti tanti come quello ma lui aveva qualcosa di diverso, era di colore diverso, anzi che grigio era di u blu acceso.

Paul fece un passo avanti, o meglio fluttuò un po' avanti, la faccia usci dall'oscurità.

Dan si accovaccio a terra, una mano sul cuore, e iniziò a sputare sangue. Paul aveva gli occhi arancioni, un sorriso cattivo in faccia, gli occhi puntavano al soffitto, aveva anche due ali, a vedersi molto simili al mantello del pipistrello.

Il demone uscito dal corpo di Paul parlò: “Questo che vedi è dark shiny gliscor” il pokèmon fece un altro passo avanti, ora si notavano delle cicatrici sui suoi occhi e del sangue alla bocca, in più teneva un pokèmon nella chela destra, una scimmia viola.

“scusa ma abbiamo appena finito di lottare contro un allenatore un po troppo “luminoso”, non so se capisci, era troppo simile a te quando sei arrivato qui, poco dopo di me. Aveva troppe emozioni buone.

Ora ti starai chiedendo chi sono io, io sono il demone che si è impossessato di te quel giorno, prima volevo usare il tuo corpo al posto di quello di Paul, ma vedevo che non c'era il bisogno, stavi diventando cattivo di tuo. Invece il tuo amico non riusciva a uccidere, ma non riusciva neanche a essere ucciso, ho deciso di prendere il suo controllo, e di farlo diventare il mio burattino per la conquista di questo mondo, e del tuo, perché come credo tu abbia capito, se uccidi una persona qui muore nell'altro mondo, quindi uccidendo tutte le persone qui moriranno tutte le persone nel tuo mondo, il mio bravo burattino ha ucciso la metà degli allenatori, tu hai ucciso gli altri. Grazie. Ti devo molto, ma ora sei pronto a morire?”

“Mai” fù la risposta.

“allora gliscor, uccidi.” il pokèmon tagliò la testa allla scimmia viola e si fiondò all'attacco

“weavile” urlò di risposta Dan, e il pokèmon volò in avanti

I due pokèmon si scontrarono contemporaneamente, con la stessa intensità di potere.

Si uccisero entrambi in un colpo.

Le strane scritte ricomparvero, Dan li chiamava unoun, quella volta formarono la parola pareggio, poi sotto tre parole, le tre parole che entrambi i finalisti del gioco avevano vissuto e visto; MORTE, DESTINO e FINE.

Poi una voce parlò:”nuova regola, in caso di pareggio entrambi gli allenatori pokèmon moriranno, questo è il vostro destino”. Degli altri unoun scrissero le parole game over nel cielo.

Poi tutte le pareti iniziarono a ruotare, il demone lascio il corpo di Paul all'oblio della morte come anche quello di Dan.

La voce parlò un altra volta:”se avete un desiderio, chiedete ora, forse verrà accettato e realizzato”

“LASCIAMI VIVERE” urlò Paul. “permesso negato” tuonò la voce.

Dopo un po Dan chiese:”qualè il vero nome del gioco? Cioè la prima volta che l'ho visto non c'era nulla, poi morte, poi destino e per ultima fine. Ma allora qual'è il vero nome del gioco?”

La voce rispose: “il nome “pokèmon dark version, sembra semplice ma se ci pensi tutto ciò che hai visto qui, il tuo stesso pokèmon, il pokèmon di Paul e in fine il demone, era tutto oscuro, gioisci se sopravviverai, vivrai sapendo di aver finito pokèmon dark version. Ma prima...” lasciò la frase in sospeso, poi uno spirito bianco si avvicinò a Dani, gli prese la mano, e incise sul suo palmo un simbolo, una specie di teschio. “quello” disse la voce “è il simbolo che prova che hai battuto la lega, ora buon viaggio”

La voce e lo spiritò se ne andarono, lasciando Paul e Dan da soli. O almeno così credevano.

Dani si svegliò, era nel suo letto, era tutto sudato, aveva 13 anni, comunque 3 in più a quando era partito. Il letto era pieno di sangue pezzi di cadavere erano da tutte le parti. Chiuse gli occhi, li riaprì, era tutto sparito. Gli faceva male la mano, se la guardò, aveva un teschio sul palmo. Non era stato un brutto sogno...

   
 
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