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Autore: Light Lynx    26/10/2011    2 recensioni
Una bambina.
Un passato.
Una leggenda.
Una menzogna.
Lo spirito glaciale di Kyurem.
Lo spirito focoso di Reshiram.
Lo spirito eletrico di Zekrom.
Il destino di una regione rinchiuso in un racconto
Genere: Avventura, Azione, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
- Questa storia fa parte della serie 'Creepy pasta Pokèmon'
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Le origini di Zekrom e Reshiram vengono narrate nelle leggende, dove in origine erano un unico potente drago Pokémon utilizzato da due fratelli per creare la regione di Unima. Ma essi non andavano molto d'accordo su come creare la regione, con il fratello maggior che voleva un mondo pieno di verità e il minore voleva un mondo ideale. Per questo i due iniziarono a litigare e a combattere, e per risposta il drago si spaccò in due: Reshiram, che stette dalla parte del maggiore, e Zekrom, dalla parte del minore. Da questa leggenda si trae anche l'origine del nome della specie dei due Pokémon: Bianco Verità per Reshiram e Nero Ideale per Zekrom.

I due draghi erano ugualmente potenti, e, alla fine di una lotta, i due fratelli decisero che non c'era modo di decidere chi aveva ragione. Ma essi di nuovo ricominciarono la lotta, e Reshiram e Zekrom distrussero Unima con i loro poteri di fuoco e tuono, e in seguito scomparendo.

Le origini di Kyurem verse dagli altri due. Esso si schiantò su Unima sottoforma di meteorite ghiacciato nella Fossa gigante. Una vecchia leggenda di Fortebrezza narra che la notte il drago uscisse per prendere le persone e i Pokémon e mangiarseli vivi; questa sarebbe la causa delle mura che sono intorno a Fortebrezza.”

Questa è la leggenda che si raccontano i vostri genitori prima di andare a letto, questa è la leggenda con qui siete cresciuti.

La leggenda dei due fratelli, il cavaliere dall'armatura nera, e quello dall'armatura bianca.

I padroni del grande drago, unione di Zekrom e Reshiram.

Poi arrivò anche il meteorite, Kyurem.

Il drago del ghiaccio, il più spietato, proprio come dice la leggenda che ora andrò a narrarvi...

Questo antico mito l'ho sentito da una vecchia signora di Fortebrezzza

“Sei libera di non crederci se vuoi. Questo è il racconto di ciò che mi è stato mostrato quando ero ancora una giovane allenatrice...

Avevo 11 anni, avevo battuto la lega, ma il mio obbiettivo era un altro.

Volevo assolutamente battere i copometrò, Andry e Tom, i padri degli attuali Andy e Torn.

Avevo una squadra abbastanza forte, li battei facilmente e in pochi turni.

Dopo la mia vittoria mi dissero:

-Vieni con noi.- non aggiunsero altro, a quella semplice frase detta in tono vuoto.

Il mio primo pensiero fu stato: “finalmente avrò un premio degno di me.” ma poi mi incominciai a insospettire.

Mi portarono su una rotaia separata dalla linea di Unima e mi fecero salire.

Il viaggio durò circa un ora, i due capometrò per tutto il tempo guardarono fuori dal finestrino, io invece pensavo...

Finalmente arrivammo; mi sorpresi eravamo a Fortebrezza, la mia città natale.

Non ero a conoscenza di una linea che arrivasse a Fortebrezza.

I due uomini mi accompagnarono fuori dalla mia città natale.

Avevo paura, era notte fonda e nessuno può stare fuori di notte a Fortebrezza o lo spirito del drago ghiacciato ti avrebbe sbranato vivo.

Molti continuavano a non crederci, ma comunque non uscivano, io invece avevo visto lo spirito del ghiaccio prendere una persona e mangiarla viva, era mio fratello.

Ricordo ancora vivamente gli schizzi di sangue per terra e su di me.

-Stai calma piccolina, noi non ti faremo del male.- mi continuavano a ripetere i due fratelli, riportandomi alla realtà. Io avevo troppa paura per rispondere, era notte, ero a Fortebrezza.

Lentamente arrivammo alla fossa gigante.

Alla mia città si diceva che il drago ghiacciato atterrò lì su un meteorite di ghiaccio e che la notte prendesse le ignare persone fuori dai loro appartamenti, i loro pokèmon, i loro amici, e loro parenti, per sbranarli vivi, ghiacciare i loro corpi e restituire le ossa alla città.

Entrammo nella caverna prima di quella che noi ci ostinavano a chiamare Fossa Gigante.

Attraversammo i ciuffi di erba alta prima di raggiungere la voragine provocata dall'impatto tra in meteorite e la terra, i due uomini mi fecero combattere contro i pokèmon selvatici, e poco prima della buca eravamo tutti e sette stanchi morti.

-Muoviti, buttati dentro la fossa.- mi dissero appena arrivati. Lo feci, non avevo scelta, io ero debole, loro in forze, mi avrebbero distrutto in un attimo se solo lo avessero voluto.

Una leggera brezza invernale si alzò in quel momento, sentivo freddo fino al midollo, era strano, era piena estate.

Il contatto con la gelida pietra fu come un shok per me, sembrava di essere appena stati buttati in un cumulo di neve, anzi peggio, di essere stati congelati all'istante.

Mi sembrava di morire, sentivo come del ghiaccio che mi cresceva addosso, stavo per diventare tuttuno con esso poi...

un ruggito squarciò l'aria, e la zona circostante si ricoprì di neve e ghiaccio, io ero sotto quella coltre di freddo puro, credevo di stare per morire lì, poi una mano mi afferrò e mi portò in salvo.

Era ancora uno di quei capometrò.

-Ci servi, non devi assolutamente morire.- mi dissero dopo.

La neve aveva creato un cumulo su una parete di roccia.

-Inizia a salire.- mi ordinarono.

Solo in quel momento mi accorsi che loro avevano un imbottitura nella veste che indossavano, io invece, avevo i vestiti estivi.

La neve mi arrivava al ginocchio, e presto le gambe mi divennero blu.

“Sali.” continuavo a pensare, sentivo del calore provenire dall'alto.

Arrivammo, finalmente, sull'altopiano di neve, c'era una grotta davanti a noi, da lì usciva un piacevole tepore.

-Entra.- mi dissero ancora una volta i due.

Mi incominciavano a dare fastidio gli ordini composti da solo una parola dei due potenti allenatori, ma non potevo oppormi.

Davanti a me si aprì nell'oscurità un corridoio di roccia, hai lati scorrevano delle fonti d'acqua, davanti sempre calore...

Percorremmo silenziosamente il corridoio, sentivo una presenza ostile dietro di noi.

Volevo andare avanti, volevo andare verso il calore, volevo scappare dalla persona che ci inseguiva.

Entrammo in una stanza molto grande, un enorme caverna, davanti a noi tre enormi figure si imponevano.

Due occhi rossi a destra, due occhi azzurri a sinistra, due occhi gialli al centro.

Tre ruggiti squarciarono l'aria, delle torce si accesero sulle pareti circolari della caverna.

I tre draghi di Unima erano imponenti davanti a me.

Rimasi a bossa aperta, i grandi draghi, tutti e tre davanti a me.

Andry e Tom erano ai miei lati, si inchinarono poi recitarono un canto, la crudeltà e la paura di quel canto mi sono rimaste impresse nella mente:

Grande Zerkom, padrone del tuono, tu tutto fulmini, tu tutti illumini con la tua luce asciutta del fulmine, tu re delle tempeste, tu re del tuono, della saetta, del fulmine.

Grande Reshiram, padrone delle fiamme, tu tutto bruci, tu tutti illumini con la tua colorosa luce del fuoco, tu re degli incendi, tu re delle fiamme, del fuoco, del caldo.

Grande Kyurem, padrone del ghiaccio, tu tutto congeli, tu tutti oscuri con la potenza delle tue lastre di freddo ghiaccio, tu re delle bufere, tu re del ghiaccio, della neve, del gelo.

Noi eredi del potere dei cavalieri primordiali della verità e dell'ideale, siamo qui per servirvi.

Per dimostrarvi la nostra fedeltà, abbiamo fatto come ci avete chiesto, vi abbiamo portato una serva per il vostro posto.

Uccidetela, fulminatela, congelatela, bruciatela, fatene ciò che volete...

Lei è il vostro ultimo pasto.”

“Io.” questo l'unico mio pensiero.

L'entità dietro di me si faceva sempre più vicina, mi sembrava quasi di sentire il suo respiro sul collo.

-Fai uscire i tuoi pokèmon.- dissero i due fratelli.

Non volevo farlo, -NO!- urlai, l'urlo rimbombò a lungo nella stanza.

Gli occhi di Reshiram si fecero più azzurri che mai, il terreno sotto di me divento presto bollente.

Reshiram stava usando il suo potere per riscaldare l'area circostante a me.

Non avevo scelta, dovevo, dovevo chiamare a me i miei pokèmon.

Tutta la mia squadra in un attimo fu davanti a me, erano ancora esausti per le lotte di prima.

Le torce si spensero, gli occhi brillanti dei tre draghi rilucevano nel buio più totale.

Vedevo gli occhi rossi di Zekrom e quelli blu di Reshiram avvicinarsi a me, finché in un attimo non sentii il caldo fiato dei due draghi su di me.

Il verso, il verso dei miei pokèmon, un verso di sofferenza si sentì senza preavviso, a lungo aleggiò nell'aria.

Le torce si riaccesero, le carcasse dei miei amici più cari erano a terra, sbudellate, e con chiari segni di bruciature sul delicato corpo, il sangue continuava ad uscire dalle loro carcasse, in poco tempo un enorme lago rosso fu davanti a me.

-Ora tu sarai la più fortunata.- disse Tom.

Kyurem uscì dalla zona d'ombra in cui aveva deciso di restare, durante la fine del pasto degli altri draghi, abbassò l'enorme testa all'altezza della mia, allungò una delle sue piccole braccia e mi prese.

Ero impotente, stretta nel pugno dello spirito del ghiaccio.

-Credo che tu abbia diritto di sapere la vera leggenda dei draghi di Unima, davi prima sapere, però, che, noi simo i discendenti di due valorosi cavalieri, il cavaliere nero e quello bianco, quindi non opporti, o l'ira dei nostri draghi si scatenerò su di te.- disse Andry mentre io ero stretta nella morsa mortale di Kyurem.

-Allora, la storia comincia moltissimo tempo fa:

In antichità un numero variabile dall'uno ai quattro pokèmon regnavano su le regioni da loro create, Mew per Kanto; Lugia e Ho-oh per Johto; Groudon, Kyogre e Rayquaza per Hoenn; Dialga, Palkia, Giratina e Arceus per Sinnoh e infine un potentissimo drago per Unima, il nome del drago è tuttora sconosciuto.

Accanto a ogni uno dei pokèmon leggendari c'era almeno un cavaliere umano, con incredibili capacità di combattimento e ideali giusti e buoni.

Unima ne aveva tre in, anche se il drago era uno.

Tre fratelli, il cavaliere nero, il cavaliere bianco e il cavaliere grigio, tutti specializzati in un tipo di magia, fulmine, fuoco e ghiaccio.

Tutti i tre fratelli avevano modi di pensare diversi, il cavaliere bianco voleva un mondo in qui poteva regnare la verità, il cavaliere nero voleva un mondo ideale, in qui si potesse vivere bene e felicemente.

Il terzo fratello era il maggiore dei tre, e non era un guerriero come gli altri due, bensì un eremita, lui voleva un mondo in qui regnasse la parità, parità di diritti e di doveri, la parità tra verità e idealità.

I due fratelli minori decisero allora, che, per decidere se nel mondo dovesse regnare la vita ideale o la vita veritiera, dovevano lottare, il vincitore avrebbe deciso.

Il grande Drago non poteva stare dalla parte di entrambi i fratelli, così decise di separarsi in tre draghi separati, uno per ognuno dei fratelli.

Un drago bianco capace di usare il fuoco per il guerriero bianco capace di usare la magia del fuoco.

Un drago nero capace di controllare i fulmini per il guerriero capace di usare la magia del fulmine.

Un drago grigio capace di controllare il ghiaccio per l'eremita capace di usare la magia del ghiaccio.

Insieme i tre draghi simboleggiavano lo Yin Yang Yuan.

Un energia incredibilmente potente, la fusione del bianco del nero e del grigio.

La fusione del bene, del male e del neutro.

I due fratelli iniziarono a lottare per decidere le sorti del mondo.

Il rumore delle loro spade risuonò per giorni e giorni nell'aria, insieme a quello delle ossa rotte.

Tutto ciò che riuscivi a respirare era solo l'odore del sangue dei due combattenti.

La potenza dei due draghi era enorme e, purtroppo, pari.

I due draghi combattendo distrussero totalmente la terra dove vivevano, Unima.

Oramai Reshiram e Zerkom erano al limite delle forze a anche i due cavalieri.

Bastava un colpo, uno solo e entrambi i contendenti sarebbero stati sconfitti.

Un sibilo trafisse l'aria.

-Basta.- stava sussurrando l'eremita; aveva estratto le sue spade e aveva messo fine a quella stupida lotta a modo suo.

Il freddo metallo aveva trafitto il petto dei due fratelli.

I due draghi non sapevano più come vivere senza una fonte di energia come quella dei due cavalieri.

Non potevano più riunirsi in un unico drago, avevano solo una possibilità...

Si costrinsero a un lunghissimo sonno ristoratore in sfere di un materiale robustissimo.

-Solo chi crederà nei suoi ideali potrà rievocare il drago nero.-

-Solo chi avrà il quare pulito dalla menzogna e un anima vera potrà rievocare il drago bianco.-

L'eremita lesse ad alta voce le scritte incise sul chiarolite e sullo scurolite.

All'ultimo fratello non andava bene che i due draghi fossero come inscatolati, loro e il loro enorme potere.

Decise allora di ferire gravemente Kyurem e di costringere anche lui al sonno eterno.

-Solo chi avrà un equilibrio mentale e spirituale potrà rievocare il drago grigio.-

recitò anche le scritte comparse su questa sfera ad alta voce.

-Bene, ora credo che dovrei raggiungere i miei fratelli.- disse, poi presa la spada se la conficco nel petto.

Nessuno lo stava a sentire, era solo, anzi lo era stato.

Il suo sangue andò a mischiarsi con quello dei fratelli, poi più nulla...

Dopo moltissimi anni la regione di Unima ricominciò a dare segni di vita.

Umani finalmente calpestavano il suolo della desertica regione.

Questi uomini erano come vuoti, ne buoni ne cattivi, ma neanche neutri.

Kyurem comunque riuscì a resuscitare grazie al vuoto delle persone, e nel farlo creò una valle per sé, scavò una buca enorme e ci nascose la sua sfera, come per fare in modo che nessuno avesse potuto più trovarla.

Invece nascose le altre due in altri due punti di Unima.

Nessuno dei tre draghi scorderà mai il sangue dei loro padroni versato inutilmente a terra.

Nessuno scorderà mai, il neutro”

Purtroppo però, oramai il neutro non se lo ricorda più nessuno...

Noi siamo riusciti a resuscitare Reshiram e Zekrom.

Ma purtroppo non abbiamo evocato noi Kyurem, quindi l'unico modo per farlo vivere è nutrirlo con carne fresca, carne di qualcuno che ha un equilibrio mentale e spirituale, carne di chi è riuscito a sconfiggere il cavalierie nero e quello bianco.

Per questo in passato attaccava Fortebrazza, per avere carne, poi siamo arrivati noi...-

Concluse l'allenatore lasciando in sospeso il discorso.

-Ora, tu sarai il suo ultimo pasto, poi avrà abbastanza energia per vivere da solo, almeno per un po'.- aggiunse l'altro.

Entrambi avevano un ghigno malefico sul viso, gli occhi spalancati e iniettati di sangue.

-NO!- l'urlo arrivò dalle mie spalle.

Tentai di girarmi ma la presa di Kyurem era troppo forte.

-Chi sei?- disse Andry

-Sono il fratello della persona che il vostro drago tiene in mano.-

-Certo... e che ci fai qui?- continuò Tom.

-Sono qui per proporvi uno scambio, io per mia sorella, lei è stanca, non nutrirebbe bene il drago, non credete?-

-Non hai tutti i torti..., ne sei sicuro?, vuoi davvero fare lo scambio che ti costerà la vita?-

-Sì.-

-Perché? Perché vuoi morire?-

-Perché sono già morto in passato, sono lo spirito dell'ultima vittima che Kyurem ha fatto senza di voi.-

-Quindi tu sei già stato mangiato, e sei uno spirito no? Bene allora va bene, la tua energia è molto superiore a quella di un normale umano.-

Volevo obbiettare ma la stretta del drago mi stava togliendo il respiro.

Ma poi all'improvviso la presa si allentò di botto, io caddi a terra, e vidi mio fratello entrare nella bocca della spirito del ghiaccio e essere maciullato tra le sue mascelle...

Per la seconda volta vidi mio fratello morire davanti a me, per la seconda volta ero sola.

Le ossa di mio fratello scricchiolavano nella bocca del drago, e il sangue iniziava a colare fuori.”

-Questi sono i ricordi che ho di quell'esperienza.- concluse.

-Ora però devo sistemare una cosa... Tu sai troppe cose, nessuno deve sapere la vera storia di Unima... muori!- aggiunse poco dopo, senza neanche lasciare parlare la giornalista, la povera giornalista trafitta al cuore da un pugnale.

Quella donna era sempre stata una persona che andava subito al sodo, ma non l'avevo mai vista così arrabiata.

Gli occhi iniettati di sangue, le mani che tremavano, un ghigno stampato in faccia.

Aveva ancora la mano con il pugnale alzata, il cadavere della giornalista era steso sul pavimento, schizzi di sangue ricoprivano la donna e le mura.

Io ero al piano di sopra, io sentivo tutto.

Avevo paura...

Io so cosa è successo all'inizio dei tempi...

Ora la morte doveva arrivare anche per me...

   
 
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