Occhi – specchi dell'anima, pensa Sherlock.
Poi scuote la testa, sorride scettico, e guarda negli occhi di John.
Ci vede un camino, e storie la sera; una sorella che cresce, una sorella che rompe, una sorella che piange nella sua camera perché i genitori non capiscono – ci vede un fratello troppo piccolo per comprendere, ma che le porge un fazzoletto e un abbraccio.
Ci vede confusione, ci vede una scelta e dei libri, ed un uomo che muore – poi una sorella che se ne va, un altro uomo, ed un ragazzo che più ragazzo non è. Poi vede una donna svanire, ed un uomo che imbraccia un fucile e che rifiuta la libera uscita, tanto a casa non c'è nessuno.
Ci vede una bomba, una granata, una mitraglietta, corpi e risate, vite e lacrime, ed una trappola davvero troppo, troppo ovvia per non essere notata.
Infine ci vede un ritorno – a dove non si sa – e dopo quello solo psichiatre incompetenti, bastoni, sangue, ed una morte più sadica del solito, e psicopatici, e occhi nel microonde ed adrenalina – avventura ed amore represso.

E Sherlock scuote la testa e sorride scettico, occhi – specchi dell'anima, che stronzata.
Gli occhi non sono degli specchi, sono delle spugne, della carta assorbente affogata nel caos che ci circonda, ed in tutto il nostro mondo – non di certo nella nostra anima.
Quella non c'entra. Ed infatti Sherlock vede l'anima di John, e c'è un pupazzo di neve, ed una gita al mare, un cane, e della gente che lo ringrazia. C'è una pistola, e dei proiettili in caso di necessità, e non c'è un amore che è un'avventura – c'è l'avventura dell'amore. C'è la voglia di ricominciare, una chiazza azzurra, ed un ricciolo nero e tante, troppe altre cose per una persona sola.

Occhi – specchi dell'anima, sussurra Sherlock.
John scuote la testa, sorride scettico, che cazzata.
Gli occhi non c'entrano niente, con l'anima, gli occhi catturano tutto il nostro mondo e lo legano in un colore, senza che nulla scappi via.
E John guarda bene negli occhi di Sherlock e ci vede solo un biondino che zoppica – probabilmente disturbo psicosomatico post traumatico – e che tiene una rivoltella in tasca che non vorrebbe proprio usare e che porta negli occhi un camino, una sorella, la guerra ed un consulting detective dai folti capelli ricci ed un fastidioso affetto sarcastico.

E John vede tutto il suo mondo, spalmato su quel ghiaccio – John lì vede sé stesso, e le sue iridi più scure che gli sorridono, e che sono, in verità, anche tutto il mondo di Sherlock.